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Autore: saltandpepper    01/05/2014    12 recensioni
Avere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo.
La vita di Louis Tomlinson crolla su di lui dopo un incontro con il calciatore Harry Styles mentre erano ubriachi. Tutto ciò che ha mai conosciuto e mai creduto viene gettato fuori dalla finestra e lui è improvvisamente costretto a venire a patti con il fatto che il suo cuore non batte più solo ed esclusivamente per lui.
ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Noi ci limitiamo a tradurla!
Slash, Louis/Harry esplicito.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
Capitoli:
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ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Dopo averla trovata in uno dei tanti siti di Fan Fiction Inglesi, abbiamo deciso di tradurla anche qui su EFP, sapendo che sicuramente a qualcuno avrebbe fatto piacere. Tutti i diritti di autore vanno alla fantastica Blindfolded.
 
_______________________
 
CAPITOLO 14


 
Come avresti voluto che fosse? 

Sabato 19 Febbraio
Ventidue settimane e cinque giorni


Harry mi guardò in silenzio quando ebbi finalmente il coraggio di alzare gli occhi per incontrare i suoi. Le mie guance bruciavano e mi morsi così forte il labbro inferiore da sentire il sapore del sangue.
“Scusa, io m-m-me ne vado,” balbettai freneticamente, l'umiliazione in aumento che mi rese persino incapace di parlare normalmente. Gli lanciai un ultimo sguardo prima di girare i tacchi e uscire dalla stanza, con le gambe traballanti e instabili. L'imbarazzo che provavo poteva essere paragonato alla mortificazione; la mia bocca era asciutta, i miei occhi spalancati, le mani tremanti, e tantissime domande mi stavano fischiando nelle orecchie.
Perchè diamine lo avevo fatto? Perchè non avevo lasciato che mi accarezzasse la pancia senza pensare che lui intendesse altro? Erano per il bambino, non per me. Ovviamente non erano rivolte a me. Harry aveva una ragazza, una bellissima ragazza del quale era innamorato, perciò perché non avevo lasciato perdere? Perchè?
Raggiunsi l'ingresso e mi infilai una delle scarpe. Ero così perso nei miei tristi pensieri da non accorgermi nemmeno che non fossi più solo nella stanza prima che una mano si appoggiasse su una mia spalla. Mi lasciai sfuggire un grido di sorpresa e mi voltai, quasi colpendo Harry nel farlo.
“Scusa,” dissi, la mia voce molto più acuta del solito.
“Devi smetterla di scusarti per tutto,” disse, guardandomi con un debole sorriso.
“Io n-non intendevo, s-sai,” dissi e deglutii nervosamente.
“Va bene, è stato solo un po' inaspettato,” disse con un'alzata di spalle.
“Non capisco, non avrei voluto farlo, è stata solo... una reazione istintiva, suppongo,” Era una bugia, ma lui non aveva bisogno di saperlo.
“Va bene, davvero, ora togliti le scarpe e ritorna dentro,” disse prima di girarsi e sparire nella cucina.
Presi un profondo, sollevato respiro e chiusi gli occhi per un secondo. Rimasi in piedi lì per un po', aspettando che il mio corpo si calmasse e che la mia testa smettesse di porsi domande, prima di fare quello che mi aveva detto Harry. Era in piedi davanti ai fornelli quando entrai in cucina, mentre girava le uova e il bacon nella padella. Ed era ancora senza maglia. Mi sedetti nella stessa sedia in cui ero seduto poco tempo prima e sospirai mentalmente; aveva la più pallida idea di quanto fosse difficile per me guardarlo in quel momento, mentre stava in piedi lì slanciato e a petto nudo?
“Il cibo è pronto tra pochi minuti,” disse appoggiando la spatola e tornando a guardarmi.
Annuii. “Okay.”
“Non volevo farti andare via o altro, davvero non lo volevo,” disse dopo qualche minuto di silenzio.
“Non preoccuparti, è stata solo colpa mia. Siamo a posto.”
“Davvero?”
Annuii. “Ora, se posso ingerire del cibo nel mio sistema, sarebbe molto bello.”
“Questo posso farlo,” disse sorridendo mentre si voltava verso la padella.
Mezz'ora e un sacco di prese in giro sulle mie abitudini alimentari più tardi, eravamo in camera di Harry, ancora una volta sul suo letto. Non avendo la forza per stare seduto, ero sdraiato su fianco nella mia solita posizione con un braccio sotto la testa e l'altro appoggiato sul mio stomaco, mentre Harry era seduto con la schiena sulla tastiera e gli occhi rivolti verso di me.
“Stai bene?” Chiese.
Mi spostai leggermente per riuscire a guardarlo senza sforzare troppo il collo prima di sorridergli. “Si. Mi dispiace per avere urlato prima, non volevo farlo,” dissi. Esitai per un paio di brevi secondi prima di aggiungere, nervosamente, “E scusa per... sai, aver toccato la tua mano, non so davvero cosa mi sia preso.”
“Va bene, è stato solo un po' inaspettato.”
“Non succedera di nuovo.”
“No?”
“No,” dissi semplicemente.
“Capito. Okay allora.”
Sorrisi e stavo per appoggiare di nuovo la testa sul cuscino quando mi passò qualcosa per la mente. “Io... hey, Harry?”
“Hm?”
“Io... okay, non credo ti piacerà, ma ho visto... Lauren mentre stavo venendo qui e... anche lei mi ha visto,” mi morsi il labbro e lo guardai, in attesa di una reazione.
“Oh... beh merda,” fu quello che disse dopo una pausa.
“Mi dispiace davvero,” dissi, masticando una pellicina del mio labbro.
“No, è... tutto ok, credo,” disse, passandosi una mano tra i capelli, facendoli spostare in ogni direzione possibile, “dovrò passare una giornata intera o due a scusarmi, ma non è colpa tua, non preoccuparti.”
“Sono ancora dispiaciuto però,” dissi abbassando la mia voce di qualche tono, “Non voglio davvero causare problemi tra voi due.”
“Okay, voglio dire,” disse con un sorriso, “Lei è... un po' gelosa, ecco tutto.”
“Si, ho notato,” dissi, “Perchè lo è comunque? Solo perché pensa che passi troppo tempo con me?”
“Suppongo di si.”
“Oh... sembra un po', beh, esagerata,” dissi timidamente, non volendo farlo arrabbiare.
“Si, beh, mi sarebbe potuto scappare il fatto che sei gay,” disse, ora era il suo turno di essere nervoso.
I miei occhi si spalancarono e deglutii una volta prima di dire, balbettando un po', “Tu- oh, tu- okay, gliel'hai detto. Okay, va bene. Va bene.”
“Sono davvero, davvero dispiaciuto,” disse, con tono quasi implorante, “Mi è solo sfuggito e ti prometto che non lo dirà a nessuno, sono stato abbastanza chiaro sul fatto che deve tenere la bocca chiusa, quindi non lo scoprirà nessuno.”
“Io- si, v-va bene,” dissi, grattandomi la nuca. Non molte persone sapevano che fossi gay, praticamente nessuno in realtà, ed avere qualcuno come Lauren che lo sapesse prima della mia famiglia, non era esattamente la mia idea di un coming-out perfetto a dire il vero.
“Sei arrabbiato con me?”
“No, no, va tutto bene,” dissi subito e gli sorrisi.
“Non lo dirò più a nessuno, promesso.”
“E' tutto a posto, davvero.”
“Okay.”
Esitai qualche secondo prima di aprire di nuovo bocca, l'ansia che si era di nuovo impossessata del mio corpo. “Harry?”
“Si, Louis?”
“Guarda, te l'ho già chiesto tre volte, ma le prime due volte ci hanno interrotti prima che mi dessi una risposta e l'ultima volta ti sei un po'... arrabbiato,” iniziai, deglutendo nervosamente, “M-mi farebbe davvero piacere saperlo e visto che io voglio essere sincero con te, e beh, visto che tu mi hai scopato e- beh, ci deve essere stata una ragione per il quale lo hai fatto.”
“Perciò mi stai chiedendo se sono gay,” mi interruppe, “di nuovo.”
“Scusa, scusa,” dissi, il mio viso diventato rosso, “Voglio solo una... risposta, una volta per tutte.”
Con mio sollievo sorrise, e poi sospirò leggermente. “Okay, allora lo chiarirò una volta per tutte,” disse, “Io non sono gay, non sono bisessuale, non sono pansessuale o qualsiasi altra cosa che indichi l'essere attratto dai ragazzi.”
Deglutii per sbarazzarmi del grumo di pura delusione che mi era rapidamente salito in gola. “Bene, bene,” dissi, per fortuna riuscendo a mantenere un normale tono di voce.
“Per quanto riguarda il motivo per il quale ti ho scopato, non ne ho idea,” continuò, “La migliore ipotesi è che semplicemente ero molto ubriaco ed estremamente eccitato, non so davvero come altro spiegarlo altrimenti.”
Avevo quasi sperato che mentisse in modo che il grumo che avevo in gola non diventasse ancora più grosso, ma successe. Okay che Harry non fosse in nessun modo attratto dai ragazzi, ma non importava quanto sembrasse infantile e ingenuo, avrei voluto che mi avesse dato una... beh, una spiegazione più dolce del motivo per cui mi aveva scopato. Anche se fosse stata una menzogna, sarebbe stato meglio sentirmi dire che lo aveva fatto perché pensava che fossi bello o qualcosa di così dolce piuttosto di averlo fatto ubriaco e eccitato e fondamentalmente solo perché fossi stato il primo bersaglio più facile che aveva trovato. Sarebbe stata una bugia, ma almeno non mi sarei sentito così usato e... beh, disgustoso.
“Si, okay,” dissi alla fine, senza guardare più Harry negli occhi, avendo paura che la mia espressione mi avrebbe tradito.
“Sembri triste,” disse e lo sentii mettere una mano calda sulla mia guancia.
“No, è solo... è solo che è stato un modo schifoso per, intendo, perdere la verginità,” dissi con un'alzata di spalle e un sorriso poco convinto. Era solo per metà una bugia. E lui non aveva bisogno di saperlo, perciò stetti in silenzio a godermi la sensazione della sua mano calda a contatto con la mia pelle.
“Non proprio come la immaginavi, giusto?”
“Non esattamente, no,” dissi.
“Come avresti voluto che fosse?”
Battei le palpebre. “Cosa?”
“Come avresti voluto che fosse? La tua prima volta con un ragazzo, voglio dire.”
Aggrottai la fronte e alzai un po' la testa, facendogli spostare la mano. “Perchè me lo chiedi?” Dissi, guardandolo confuso.
“Solo per sapere, curiosità suppongo,” disse sorridendo dolcemente.
“Oh, okay,” Guardai per terra e nascosi un po' il viso prima di continuare, “Credo che sarebbe stato bello se avessi conosciuto il ragazzo, ed essere in un letto invece che in un prato e... beh, farlo, sai, un po' più dolcemente invece che sulle mani e sulle ginocchia. Ha fatto un po' male. E, beh, sarebbe stato bello ricordarlo così e forse, sai, svegliarsi con il ragazzo il giorno dopo invece che solo e con i postumi della sbornia.” Mi sentii un completo idiota dopo aver terminato il discorso e seppellii il viso ancora più in profondità del cuscino nel tentativo di nascondere il rossore che sentivo diffondersi lentamente sul mio viso.
Uno o due secondi dopo, sentii Harry sospirare rumorosamente e la sua mano ritornare nella precendente posizione sulla mia guancia. “Mi dispiace davvero che io ti abbia, beh, privato di tutto questo,” disse mentre muoveva la mano per giocare con i miei capelli.
“E' tutto okay,” dissi, rilassandomi al suo tocco, “Il ricordo è un po' confuso, perciò posso fingere di essere ancora vergine, se mi capiterà di incontrare un altro ragazzo un giorno.”
“Quando.”
“Cosa?”
Quando incontrerai un altro ragazzo, non se.”
“Oh. Giusto.”
Cadde un silenzio tranquillo subito dopo. Harry continuò a giocare con i miei capelli ed io continuai a cercare di far sparire la delusione che stavo provando. Ovviamente lui non era attratto da me, non sarebbe mai potuto esserlo. Okay. Potevo vivere con questo. Mi andava bene. Davvero. Solo che non era così. Ovviamente non era così.
“Sai, anche se non posso ridarti tutta l'esperienza dolce della prima volta, posso coccolarti almeno.”
Alzai gli occhi e corrugai la fronte. “Cosa?”
“Potrei coccolarti,” disse, guadandomi con una traccia di insicurezza sul volto, “Sai, se vuoi.”
Spalancando gli occhi verso di lui, chiesi, “T-tu vorresti fare le coccole con me?”
“Si, se vuoi.”
“Beh, io-io-no, cioè... va bene, ma non c'è bisogno,” balbettai, il mio cuore che batteva ai cento miglia all'ora.
Sorrise. “Okay, girati,” disse.
“Cosa? Perchè?”
“Perchè ci metteremo a cucchiaio,” disse lui, stendendosi su un fianco di fronte a me, “Perciò girati.”
“Ma noi- noi non possiamo-”
“Si, possiamo, ora girati prima che lo faccia io,” mi interruppe roteando gli occhi.
Inghiottii, sapendo che avrei fatto meglio ad alzarmi dal letto e ritornare a casa, ma naturalmente non lo feci. Con un sospiro, e un sacco di movimenti, mi girai in modo che la mia schiena fosse rivolta verso di lui, e lo sentii scivolare verso di me fino a quando non si trovò premuto con il petto sulla mia schiena. Ed il cavallo dei suoi pantaloni premuto sul mio culo. Okay. Inghiottii una volta, desiderando che il mio respiro ritornasse normale e il mio battito cardiaco si calmasse. Funzionò fino a quando lui mise un braccio intorno alla mia vita lasciando riposare la sua mano sopra la mia pancia.
“Calmati un po', Lou,” mormorò tra i miei capelli, “Sei troppo teso.”
“Scusa, io- beh, non sono abituato a questo,” risposi.
“Rilassati, non ho intenzione di farti male.”
“So che non lo farai,” dissi con un debole sorriso.
“Bene, allora calmati, okay? Sono solo coccole, niente di grave.”
Non per te, forse. “Si, va bene.”
Mi lasciai sfuggire un sospiro, accorgendomi di star trattenendo il respiro, e rilassai le spalle lasciandole cadere normalmente. Avere Harry premuto contro di me era meraviglioso e terribile allo stesso tempo e non avevo idea di come il mio corpo avrebbe reagito, sopratutto se il suo pene era così dannatamente vicino a dove lo volevo. Bene.
“Stai bene ora?” Mormorò dopo pochi minuti, la voce assonnata.
“Si, sto bene,” dissi in un sospiro.
Stettimo stesi in quella posizione per tanto, tanto tempo e alla fine ebbi il coraggio di alzare la mano ed intrecciare le dita con le sue.
Non aveva battuto ciglio questa volta.

Giovedì 24 Febbraio
Ventitre settimane e tre giorni


Ero in piedi davanti allo specchio a guardare la mia immagine riflessa nella mia camera da letto, maglietta gettata a terra ed una triste espressione sul volto. Era molto più deprimente vedermi senza la camicia visto che ogni smagliatura era così fottutamente visibile. Okay, non che ne avessi tante. Solo una, in realtà, ed era lunga quanto l'unghia del medio, per ora. La mia pancia era molto più evidente ora, con o senza una maglia, ed entro un mese o due, probabilmente avrei dovuto dirlo a mamma, Owen e – con mio grande disappunto – a Ian. Il mio intestino fece un salto di disagio al pensiero, ma trassi un respiro profondo e feci un piccolo cenno del capo alla mia riflessione,  come per incoraggiarmi.
“Ehi, Lou! Mamma dice che devi venire al piano di sotto, c'è qualcosa che vuole- Woha.”
Quasi inciampai nei miei stessi piedi a causa della fretta di rimettermi la felpa gettata con noncuranza sul mio letto, ma era troppo tardi. Aveva visto. Il mio respiro bloccato in gola per pura paura e non trovai il coraggio di girarmi per affrontare Owen. Merda, merda, merda. Cosa gli avrei detto? Come facevo a spiegare che il mio stomaco era gonfio, mentre il resto del mio corpo era tutto normale?
“Lou?” Disse timidamente dopo un lungo silenzio, “Cosa... cosa c'è che non va con la tua... pancia?”
“Niente,” gracchiai, “Lascia perdere, per favore.”
Sentii la porta chiudersi e per un momento pensai che per una volta mi avrebbe finalmente ascoltato, ma poi parlò di nuovo.
“Sei malato?” Chiese, “Perchè a dirla tutta non hai un bell'aspetto.”
“Sto bene, Owen,” dissi, “Lascia perdere, dì a mamma che sarò giù tra un paio di minuti.”
“No, Lou, che cosa-”
“Owen! Per l'amor del cazzo!” Lo interruppi ad alta voce, ancora senza guardarlo.
“Okay, scusa,” disse acidamente ed un paio di secondi dopo sentii la porta aprirsi e poi sbattere di nuovo.
Presi un profondo respiro tremante, rimanendo dov'ero fino a che il mio battito non fu ritornato ad un battito regolare, prima di mettermi una maglietta e di sedermi sul letto.  Non c'era pericolo che Owen sospettasse la verità sul mio stomaco anomalo, ma non era stupido e sapeva fin da subito che qualcosa non andava con me e il mio corpo. E se avesse detto a mia mamma ciò che aveva visto? Sarebbe stato terribile. Non ero pronto per farlo scoprire a lei ancora, avevo bisogno di un paio di settimane per prepararmi. Con un sospiro di sfinimento, mi alzai dal letto e andai al piano di sotto. Trovai mamma e Owen in cucina. Owen mi lanciò uno sguardo pieno di curiosità e fastidio, ma con mio grande sollievo, mamma sorrise.
“Com'è andata oggi a scuola?” Chiese quando mi avvicinai al frigo e tirai fuori un cartone di succo d'arancia.
Mi strinsi nelle spalle. “Come al solito,” dissi prima di portarmi il cartone alle labbra e prendere tre lunghi sorsi del contenuto.
“Ad essere sincera, Louis,” disse mamma, guardandomi con rassegnazione negli occhi, “Trovi impossibile utilizzare un bicchiere o una tazza come tutti gli altri?”
“Scusa,” dissi con un grande sorriso mentre mettevo il succo di nuovo nel frigo, “Owen mi ha detto che volevi parlarmi,” aggiunsi prima che avesse la possibilià di continuare il suo rimprovero.
“No, non era niente in particolare, volevo solo chiederti come stavi,” disse, “Non riesco a parlare più con te, sei sempre in camera o a scuola o chissà dove.”
“Sto bene,” dissi, “Sono molto pensieroso, ecco tutto.”
“Mi piacerebbe sapere se c'è qualcosa che non va, me lo diresti vero?” Forse ero solo paranoico, ma per un attimo giurai di aver visto il suo sguardo saetarre al mio stomaco. 
Tossii un po' a disagio, prima di forzare un sorriso. “Certo.”
Ma, appena mi voltai per lasciare la cucina, sentii lo sguardo di Owen bruciare un buco nel mio collo ed io sapevo molto bene che non sarei riuscito a mantenere questa facciata ancora a lungo.

Domenica 27 Febbraio
Ventiquattro settimane e sei giorni


“Allora... in pratica, sei fottuto?” Harry mi guardò con la bocca contratta in preoccupazione e la fronte aggrottata.
Sospirai ed annuii, cambiando leggermente posizione a causa del braccio sotto la testa che iniziava a farmi un po' male. “Più o meno, si.”
Eravamo sdraiati sul mio letto, io sul mio fianco e lui sulla schiena accanto a me. Owen era andato a giocare a calcio e mamma e Ian erano andati con lui, così per una volta la casa era vuota, motivo per il quale avevo chiamato Harry e gli avevo chiesto di venire. Non uscivamo insieme da più di due settimane e dato che ancora non parlavamo pubblicamente, non avevamo nemmeno parlato per due settimane. E visto che ero incinto ed avevo una cotta per Harry, ero riuscito a raccogliere il coraggio di chiamarlo, e ora eccoci qui.
Gli avevo appena raccontato del giorno in cui Owen era entrato nella mia stanza più di una settimana prima vedendo la mia pancia nuda, ed Harry aveva reagito con gli occhi spalancati e la bocca semi-aperta.
“Ma tua mamma lo sa?” Chiese.
“No, non penso.”
“Non pensi? Che vuoi dire?”
“Non lo so,” dissi con un sospiro, “Penso che stia... non lo so, iniziando a pensare che non sto ingrassando perché sono, beh, ingrassato.”
“Si, questo ha un senso,” fece un secondo di pausa e poi sospirò “Ma non vedo quale sia il problema.”
“Si, beh, il problema principale è che io non sono ancora pronto per dirglielo.”
“Ma hai intenzione di farlo alla fine?”
“Non credo di avere molta scelta, comunque. Forse non l'hai notato, ma sto diventando un tantino grande,” dissi, accarezzando il mio stomaco.
Sorrise. “Che tu ci creda o no, la pancia ti dona. Stai molto bene.”
Era un complimento del tutto innocente, ma le mie guance si tinsero comunque di un rosso brillante ed il mio cuore svolazzò allegramente. “Grazie,” mormorai, lo sguardo rivolto al materasso.
“Trovo un po' strano quanto sia facile metterti in imbarazzo,” disse con tono divertito nella voce.
“Non mi imbarazzo facilmente, solo che... non ho mai avuto a che fare con i complimenti,” dissi, alzando di nuovo gli occhi.
“No?”
Sorrisi ironicamente. “Non ho amici, ricordi?”
Il sorriso sul suo volto scomparve e la sua espressione diventò quasi... triste. “Davvero non capisco perché,” disse, “E' bello uscire con te. Avrei voluto, sai, conoscerti molto prima se lo avessi saputo.”
“Già... è un po' triste pensare che mi ci è voluta una gravidanza inaspettata prima di riuscire ad avere qualcosa di simile ad una vita sociale, eh?” Dissi, cercando di alleggerire un po' l'atmosfera.
“E' triste.” disse.
“Non dobbiamo iniziare di nuovo a parlare di questo, okay?”
“Di che cosa?”
“Su di me e le mie amicizie,” dissi, “Abbiamo già avuto questa conversazione ed abbiamo finito per urlarci contro.”
Sorrise storto. “Okay, non avremo di nuovo quella conversazione.”
“Grazie.”
“Di niente.”
“Hm. Allora... come va con Lauren?”
Alzò le sopracciglia. “Vuoi sapere quello che stiamo facendo io e Lauren?”
“Certo,” dissi, ignorando la voce nella mia testa che ripeteva bugiardo, bugiardo. “Io e te siamo... bhe-”
“Siamo amici,” disse, roteando gli occhi.
“Esatto, siamo amici e tu hai una ragazza, quindi non dovrei chiedere come sta andando tra di voi?” Chiesi con la voce un po' insicura.
“Si, credo,” disse, guardandomi con evidente divertimento, “Non mi sei sembrato molto interessato a Lauren, quindi...”
“Beh, io sono interessato a te,” i miei occhi si spalancarono pieni di orrore non appena le parole fuoriuscirono dalla mia bocca perché, beh, non avrei mai dovuto dirlo ad alta voce. Sentii divampare tutta la faccia e lasciai uscire un piccolo gemito, prima di voltarmi con la schiena rivolta verso Harry. “Scusami, non avrei dovuto dirlo ad alta voce,” dissi, la mia voce soffocata dal cuscino.
“E' davvero esilarante quanto facilmente ti imbarazzi,” disse ridendo.
“Mi imbarazzo solo quando la situazione lo richiede ed in questo caso richiede sicuramente un po' di imbarazzo,” mormorai.
“Perchè? Perchè hai detto che ti interesso?” Disse e lo sentii muoversi un po' dietro di me. “Sai,” continuò mentre aveva messo un braccio attorno alla mia vita e la sua mano aveva trovato la strada fino al mio stomaco, “Anche io sono interessato a te. A te e al piccolo senza nome.”
Mi morsi il labbro per evitare che il mio sorriso diventasse troppo ampio. Lui si interessava a me, aveva appena detto – senza mezzi termini – che gli importava di me. La sensazione familiare delle farfalle nello stomaco si impossessò del mio corpo e, invece di rispondere a parole, misi la mano sopra la sua e strinsi le nostre dita leggermente.
“Ehi, Lou,” disse dopo un breve silenzio.
“Si?”
“Hai mai... sai, pensato... al nome?” Disse esitante.
“Al nome?” Chiesi, un po' confuso.
“Si, per... il bambino.”
“Oh,” dissi, aggrottando un po' la fronte, “Considerando che lo daremo in adozione, non ci ho davvero pensato, no.”
“Giusto, l'adozione,” ripetè, in tono pensieroso.
“C'è qualcosa che non va?”
Si fermò per qualche secondo, ma poi lo sentii sospirare. “No, niente. Non hai pensato a qualche nome, quindi?”
“No. Perchè? Tu si?”
“Solo ad un po',” disse.
Sorrisi e strinsi un po' la presa nella sua mano. “Che cosa ti è venuto in mente?”
“Niente di particolare, solo che sarebbe bello dargli due nomi.”
“Hm, si,” concordai, “Anche io ho due nomi.”
“Si? Qual'è il secondo?”
“William,” dissi con una risatina, “E tu? Hai un secondo nome?”
“Forse.”
“E...?”
“Non te lo dico.”
“Perchè no?” Chiesi, spingendogli la gamba con un piede.
“Perchè è un nome stupido.”
“Il mio secondo nome è William, per l'amor di Dio,” dissi, “Quindi dimmelo.”
“Oh bene,” borbottò, “Ma se ridi, ti tiro i capelli, capito?”
“Capito.”
“Bene. Okay, il mio nome completo è – abbastanza ridicolo – Harry Edward Styles.”
“Non è ridicolo,” dissi, “Pensavo che avresti detto Jebediah o qualcosa del genere.”
“Esiste davvero quel nome?”
“Non lo so, l'ho sentito in un film una volta.”
“Per il bene dell'umanità, spero sinceramente che non esista davvero.”
“Sono d'accordo con te.”
“Grazie,” rise, “Okay, allora, visto che siamo in tema, come ti piacerebbe chiamare il bambino se lo tenessimo?”
Sospirai. “Stiamo davvero per parlare di nomi? Tutto questo è- è già abbastanza difficile ora.”
“Lo so ma io... voglio almeno fingere.”
“Fingere cosa?”
“Che noi lo, sai, terremo.”
Mi si formò in gola un piccolo nodo e scossi la testa una volta. “Io non- Harry non dirlo, per favore,” dissi con la voce rauca, dopo aver inghiottito una volta, “Per me è già abbastanza difficile così e non voglio inziare a sentirmi in colpa per la scelta migliore per me, te e il bambino. Quindi, per favore, non dire cose del genere, okay?”
“Okay, scusa, mi dispiace, lascio perdere,” mormorò, usando il pollice per accarezzare la mia mano dolcemente, “Sei stanco?”
“Sono sempre stanto.” risposi.
“Vuoi dormire un po'?”
“Ti dispiace?”
“Niente affatto,” canticchiò, “Anche io sono un po' stanco a dir la verità.”
“Oh,” dissi, deluso, “Torni a casa?”
“Potrei, ma pensavo di dormire un po' qui, se non ti dispiace,” disse.
La mia delusione fu subito sostituita dalla gioia e sorrisi a me stesso. “Non mi dispiace,” risposi.
Lui sospirò contento e strinse la presa attorno alla mia vita. Non ci vollero molti minuti prima che sentissi il suo respiro nella parte posteriore del mio collo, ma invece di trovarlo fastidioso e scomodo, lo trovai confortante nel sapere che Harry era lì, che dormiva premuto contro di me. Con un sorriso sugli angoli delle labbra e le dita ancora intrecciate a quelle di Harry, caddi in un sonno profondo.

Non passò più di un'ora prima che mi svegliassi di nuovo però, e mi chiedessi brevemente per quale motivo lo avessi fatto. Ancora non ero abbastanza riposato, quindi non era possibile che mi fossi svegliato da solo. Non c'era nulla di insolito nella mia stanza, il braccio di Harry era nello stesso posto di quando mi ero addormentato come il resto del suo corpo. Poi lo sentii. C'era qualcosa di duro premuto contro il mio, oh Dio. Oh Dio. No. Presi un profondo respiro per calmarmi, cercando di far sparire la crescente eccitazione dal mio corpo. Nel tentativo di... beh, fare qualsiasi cosa, mi dimenai un po'. Che si dimostrò essere un errore. L'azione non fece altro che far strofinare la durezza contro il mio culo e dovetti soffocare un gemito.
“Harry,” mormorai, la voce leggermente roca, “Harry,” chiamai di nuovo quando non ricevetti risposta, questa volta calciando la sua gamba con attenzione.
“Hm?” Borbottò mentre si spostava un po', costringendomi ancora una volta a soffocare un gemito.
“Tu- Io- è-” Taqui. Come diavolo avrei fatto a dirgli che la sua erezione stava sfregando sul mio culo? Non potevo proprio dire così. Beh, potevo, ma non l'avrei mai fatto.
Lui rimase in silenzio per due secondi e pensai quasi che sarebbe ritornato a dormire, ma poi tutto il suo corpo si irrigidì e si lasciò sfuggire un tranquillo, “Oh”. Nessuno dei due mosse un muscolo; non sapevo per quale motivo, ma io ero completamente mortificato e allo stesso tempo eccitato. Mi concentrai per regolare la respirazione il più possibile, sperando che lui non notasse niente di strano e che avrebbe fatto qualcosa al più presto, perché sicuramente io non l'avrei fatto.
Alla fine si mosse un po', per fortuna, ma non di distanza o addirittura spingendomi via. Quello che fece fu premersi ancora più vicino alla mia schiena mentre inziava a muovere la mano sulla mia pancia in movimenti circolari. Il mio respiro rimase bloccato in gola quando capii quello che stava facendo e mi morsi l'interno della guancia, respirando affannosamente con il naso. Fece scorrere la mano lentamente più giù dello stomaco, fino a raggiungere l'orlo del maglione sottile che stavo indossando, dove con le dita si infilò sotto il tessuto provando a salire.
“Questo va bene?” Sussurrò, le labbra a sfiorare il mio collo.
“Si, si,” ansimai, incapace di preoccuparmi di quanto stesse tramando il mio corpo sotto il suo tocco, mentre mi spinsi indietro contro di lui e intrecciai le nostre gambe.
Pur continuando a premersi contro di me, alzò ulteriormente il mio maglione fino a scoprire tutto il mio addome. In altre circostanze mi sarei sentito incredibilmente grasso in quella posizione, ma con le labbra di Harry ancora contro il mio collo, la sua erezione coperta a premere contro di me e la sua mano ad accarezzare il mio stomaco come se fosse la cosa più preziosa del mondo, non ero in grado di sentire altro se non l'eccitazione.
Mi sfuggì un gemito inaspettato quando lasciò un dolce bacio sul mio collo. Poi un altro e questa volta, inclinai la testa all'indietro per permettergli un migliore accesso, gemendo e tremando in attesa. Non avevo mai provato nulla di simile in vita mia, questo sentimento dolce e allo stesso tempo tortuoso di lussuria che fece infiammare tutte le mie viscere facendomi venire voglia di strapparmi i capelli dalla frustrazione.
Non avevo mai provato nulla di simile prima, ma quando i dolci baci di Harry si trasformarono in piccoli pizzichi e in piccoli morsi, pensai tra me e me che non mi sarebbe dispiaciuto abituarmici.
Portai indietro la mia mano in modo da riuscire ad afferrare i capelli di Harry, volendo sentire i suoi morbidi ricci in mano, volendo sentire veramente ogni parte di lui. Erano tanto morbidi quanto sembravano e li tirai dolcemente, cosa che sembrò apprezzare quando improvvisamente portò le anche in avanti, facendomi sentire perfettamente quanto fosse duro, e lasciandomi sfuggire un piccolo gemito. Fece scivolare le mani più in alto dove il mio maglione era arrotolato ed iniziò a muovere la mano sul mio petto. Il secondo in cui venne a contatto con i miei capezzoli, inarcai involontariamente la schiena e lasciai sfuggire un gemito improvviso a causa del piacere che mi percorse. I miei capezzoli erano sempre stati così sensibili? Sembrò che la mia reazione lo avesse incoraggiato e, quando trovò un capezzolo con le dita, iniziò a pizzicarlo leggermente, facendomi quasi soffocare con i miei stessi respiri nella fretta di esprimere il mio piacere. Continuò a pizzicarli, sfregarli e a strizzare il nocciolo ormai indurito e non ci volle molto tempo prima che il mio respiro fuoriuscisse in rantoli disperati.
“Toccami, toccami per favore,” gemetti supplichevole, tirando i suoi capelli con un po' più di forza, quando tutte quelle attenzione iniziavano a diventare troppo.
Lui non esitò e subito tolse la mano da dove stava giocando con il mio capezzolo per trasferirsi in basso, verso la cintura dei pantaloni. Slacciò rapidamente il bottone e la cintura dei miei pantaloni e tirò giù i boxer per poi avvolgere la sua mano attorno al mio cazzo gonfio e bagnato. La sensazione era incredibile e portai indietro gli occhi prima di riuscire a calmarmi abbastanza per spingere i miei fianchi in avanti per segnalargli del mio bisogno che muovesse la mano.
Stabilì un ritmo veloce, senza preoccuparsi di iniziare lentamente, e gliene fui grato; stavo già per finire e finire in quel momento sarebbe stato veramente penoso. Mentre Harry si spingeva verso di me mentre la sua mano si muoveva in sincrono, mi concentrai sull'attrito contro di lui, volendo che lui provasse lo stesso piacere che stavo provando io. Abbastanza imbarazzante, non mi ci volle più di un minuto o due per venire e mi svuotai completamente sulla mia mano e sul mio stomaco, gemendo senza fiato.
Dopo essere venuto, trascorsi un po' di tempo cercando di riprendere fiato. E non compresi quello che era appena successo fino a quando Harry non si spostò un po' dietro di me. Mi aveva masturbato... mentre si spingeva contro di me e mi succhiava il collo... perché l'aveva fatto? Poco prima non aveva detto di non essere attratto dai ragazzi? Me l'aveva detto, perciò che cosa era successo? Che diavolo era appena successo?
“H-Harry?” Dissi timidamente dopo un lungo silenzio.
Con un movimento improvviso ed inaspettato, spostò la mano ancora avvolta attorno al mio cazzo prima di sedersi di scatto. Un po' nervoso, mi girai, giusto in tempo per vederlo saltare fuori dal letto. Beh, non era di certo un buon segno.
“Harry-,” iniziai, guardandolo implorante.
“No, no, non posso farlo. Cazzo, non posso farlo,” mi interruppe freneticamente, lo sguardo rivolto ovunque tranne che su di me, “Questo non è mai successo, mai successo. Ho bisogno di andare a casa, non posso- non è- non è successo niente di tutto questo. Non è successo niente.”
Con queste parole senza senso, si voltò e corse fuori dalla stanza. Io rimasi lì, completamente immobile, per alcuni minuti prima di accorgermi dello sperma secco sulla mia pancia e mi resi di nuovo conto di quello che era appena successo. Perchè dopo questo era tutta un'altra storia. Cosa sarebbe successo? Mi avrebbe odiato? Non avrebbe più voluto parlare con me? Sospirai e mi alzai dal letto per andare in bagno. L'unica cosa che al momento sapevo per certo era che le cose si sarebbero complicate ancora di più.



Occhio a me!

No ragazze seriamente, voi dovete amarci per la fatica che stiamo facendo a pubblicare un capitolo ogni settimana almeno un quarto di quanto vi amiamo noi in questo momento. Parlavo giusto oggi con Ana, di quanto è bello leggere le vostre recensioni. Perchè ci sembrate noi mentre leggevamo per la prima volta questa storia. E' fantastico, giuro.
Bene, per quanto riguarda il capitolo... ehm ehm, quante si aspettavano la piccola scenetta rossa alla fine del capitolo? Quante ci sono rimaste letteralmente di merda? QUANTO E' STATO CRETINO HARRY AD ANDARE VIA?
Ok, calma, è solo una storia Giulia.
E comunque sappiate che questa ultima scena è stata una delle più difficili da tradurre; era tutto un casino ed avevo paura di non essere in grado di far capire bene la sequenza delle azioni, non so se mi spiego. Spero di aver fatto un discreto lavoro, alla fine. (Non chiederò mai più consigli a Ana perchè per lei tutto quello che traduco o faccio è perfetto ed io non so davvero più come fare con lei. Si, la amo).
No ma... Jebediah... solo a me fa ridere particolarmente questo nome? AHAHAHAHA tanta stima per l'autrice.
Coooomunque grazie mille per l'ennesima volta a tutte voi che state seguendo il nostro lavoro, non sappiamo davvero come ringraziarvi. Grazie mille a tutte le ragazze che recensiscono, anche più di una volta. Grazie a tutte quante, davvero.
Un bacione e a prestissimo,

Giulia.
  
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