Divergent, 'Destructive' di naaja su EFP Fanfiction

Era una mattina come le altre, pensavo, ma poi aprii gli occhi e guardai la sveglia. L�ansia sal� esponenzialmente quando mi resi conto che le opzioni erano due: o ero una stupida non indifferente che avrebbe perso il suo documentario preferito in tv, o qualcosa mi sfuggiva. Poi mi venne in mente, non appena la nebbia notturna nella testa che aveva separato l�ultimo sogno dall�apertura delle palpebre se ne and�. Era un giorno importante. Mi tolsi di dosso le coperte profumate di calore e davanti all�armadio mi vest� svogliatamente con abiti che non avevo di certo avuto l�accortezza di preparare la sera prima.

Alla fermata dell�autobus mi sono concessa il rischio di guardare cosa facesse la gente in quei frangenti, mentre io attendevo. Ho visto una ragazza, dall�altra parte del marciapiede, camminare spedita verso il punto in cui ero io. Aveva il cellulare tra le mani, entrambe erano impegnate a reggerlo e lei stava leggendo qualcosa. Ho visto sbucare un sorriso vago sulle sue labbra, poi si sono schiuse e ha sorriso davvero. Continuava a camminare con quella sua faccia felice, un dito giocherellava nervoso con il gingillo appeso al telefono. Ad un tratto, tanto era felice di quel che aveva sotto gli occhi, che si � arrestata di colpo e si � lasciata andare ad una mezza risata. Cos�, dal nulla. Rideva tutta, dalle labbra agli occhi e poi gi� sino allo stomaco. Mi ha contagiato, ho sorriso anch�io dietro la sciarpa. C�� stato un momento in cui mi � parso di capire cosa stesse leggendo e perch� ne fosse tanto felice. Mi sono sentita un po� partecipe, un po� complice, come se mi avesse detto �vieni, guarda cosa mi rende felice�.
Mi � sembrata una cosa tanto bella.
Salgo sul pullman e noto che � quasi vuoto. Ho tre fermate da fare, quindi decido di rimanere in piedi. Guardo la mia figura riflessa nello specchio per vedere se ho qualche ciuffo biondo fuori posto, ma una sagoma sembra osservarmi. C�� un ragazzo che mi fissa, mi guarda, mi sorride quando io non lo guardo. Lui pensa che io non lo veda, ma non si accorge che osservo tutti i suoi sguardi. Lui � seduto in fondo, occupa il posto accanto al finestrino. Ad un certo punto abbassa lo sguardo e controlla l'orario. Prima fermata. Lui � ancora l�, aspetta i miei occhi. Non resisto, mi giro e sorrido istintivamente, lui lo nota e si illumina.
Che figura di merda � penso. Arrossisco e torno a guardare avanti. Seconda fermata. Guardo il conducente, poi la strada, faccio un sospiro e prenoto. Lui mi osserva, si alza e mi raggiunge. Siamo entrambi davanti alle porte d�uscita, io tengo lo sguardo fisso a terra e lui sulla strada. Terza fermata. Le porte si aprono, � un attimo. Lui mi sfiora la mano, allunga le dita e accarezza le mie. Io sussulto e sento un brivido a quel contatto.
Chiss� chi � � penso, arrossendo nuovamente.
� strano che con semplici sguardi lui abbia suscitato questo in me, nessuno l'aveva mai fatto. Sono sempre stata l'erudita derisa per l'ossessiva voglia di conoscere e mai nessuno mi aveva guardata in quel modo.
Mi affretto dirigendomi verso il liceo.
Ero in prima superiore, nuova scuola, nuove persone, non conoscevo nessuno.
Al centro della classe c�era un fila di banchi singoli, in uno di quelli c�era un ragazzo.
Appena si gir� verso la porta, mi cedettero le gambe. Era lui, il ragazzo del pullman.
Mi sedetti nel banco vicino al suo e notai subito il suo sguardo posarsi su di me. D'impulso mi girai e con un sorriso accennai ad un �Ciao, io sono Jeanine Matthews� al quale lui rispose �Ciao Jeanine, il mio nome � Andrew Prior. Piacere di conoscerti�

�

Spero vi piaccia questa storia, un po' diversa dalle altre ma sempre inerente alla trilogia di Divergent.
Se avete critiche o pareri, vi pregherei di esprimervi e di lasciare una recensione affinch� io possa capire i miei sbagli!

Grazie mille, pubblicher� presto il secondo capitolo.