Due maggio: timore.
Tutto è vuoto; i miei pensieri
riecheggiano e tintinnano mentre
la pioggia insiste caparbiamente a picchiare le sue
piccole e cerulee nocche contro i vetri appannati
della dimora tiepida.
La pioggia canta con voce solerte e materna
accompagnata dai sussurri lievi e sconquassati del vento;
è un duetto d’amore e di passione.
Chiniamo il capo in cocente imbarazzo;
ci sentiamo fuori luogo dinanzi a questa dichiarazione;
ambiamo anche noi ad un sentimento così sfuggente
e così profondo; che io sia pioggia e che tu sia vento?
E dormire senza sognare
è un incubo continuo;
precipito ancora e ancora
nell’ombra dei miei stessi incubi;
e respiro appena,
timorosa di non svegliarmi
l’indomani.
*