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Autore: Namixart    04/05/2014    0 recensioni
Axel sorrise mestamente.
- Sei scomparsa da Radiant Garden undici anni fa e non ho mai smesso di cercarti. Certo, non mi aspettavo chissà che benvenuto, ma almeno essere riconosciuto... - sospirò.
Quando Kairi rimase in silenzio, Axel continuò.
- Ciao, sorellina. - sussurrò.

Collegata alla mia storia "I'll find her", ma è comprensibile anche come lettura singola.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Kairi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
- Questa storia fa parte della serie 'Guardare oltre'
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- Forse... Aspettare non è sufficiente. - mormorò tra sé e sé Kairi, scrutando l'oceano davanti a lei.
Insomma, se doveva aspettare quel tonto di Sora faceva in tempo a riempirsi di ragnatele!
- Proprio quello che pensavo io! Se hai un sogno, non aspettare. Agisci. Una delle piccole regole della vita. L'hai memorizzato? - esclamò una voce disincarnata che fece sobbalzare la ragazza.
Kairi si guardò intorno, agitata, finché non scorse una sorta di vortice di fumo nero a poca distanza da lei. Dal vortice emerse una figura. Era un ragazzo vestito completamente di nero, con un viso che non si dimentica facilmente: occhi verdissimi dallo sguardo divertito, capelli rosso fuoco sparati in tutte le direzioni e due piccoli tatuaggi a forma di lacrima rovesciata sotto gli occhi. Aveva una corporatura piuttosto esile, ma lei sapeva che non era così fragile come sembrava, anche se non sapeva spiegarsi perché.
La sua aria divertita lo abbandonò non appena Kairi aprì bocca per chiedere:
- Chi sei? -
- Cavolo... - borbottò lui, passandosi una mano tra i capelli con aria imbarazzata.
- Non era così che avrei voluto ritrovarti... -
- Te lo chiedo di nuovo: chi sei? - ripeté Kairi, sinceramente incuriosita da quel ragazzo.
- Axel. No, aspetta, Lea. - si corresse lui.
- Insomma, decidi. - sbuffò lei.
Avrebbe dovuto sentirsi impaurita da lui. Cioè, era saltato fuori da una nuvola di fumo nero e aveva l'aria di uno che raccontava barzellette mentre dava fuoco a casa tua, però aveva qualcosa di strano, di così intensamente triste che la convinse a cercare di capirlo, per quanto poteva.
- Non è così semplice. Tu mi conosci come Lea, ma non sono più lui da anni. - disse il ragazzo, confondendo ancora di più Kairi.
- Cosa stai dicendo? Io non ti conosco! - protestò.
- No? Scommetto, mia cara Kairi, che tu non sei originaria di questo mondo, ma ci sei capitata, diciamo... una decina di anni fa? Magari senza ricordi della tua casa precedente. - disse Axel.
Non aveva nessuna espressione particolare, stava solo elencando una serie di fatti della vita di Kairi che in pochi conoscevano.
- Allora? - sogghignò lui, ma era un ghigno rassegnato.
Kairi era rimasta a bocca aperta, ma cercò di ricomporsi.
- Come...? -
Axel sorrise mestamente.
- Sei scomparsa da Radiant Garden undici anni fa e non ho mai smesso di cercarti. Certo, non mi aspettavo chissà che benvenuto, ma almeno essere riconosciuto... - sospirò.
Quando Kairi rimase in silenzio, Axel continuò.
- Ciao, sorellina. - sussurrò.
Davanti a quel ragazzo che sosteneva di essere suo fratello con aria così triste e nostalgica, Kairi non poté far altro che credergli. In più, aveva un aspetto così stranamente familiare...
Le gambe le cedettero, e cadde in ginocchio sulla sabbia bianca, osservando il vuoto con sguardo vacuo. Axel sospirò ancora, la raggiunse e si sedette accanto a lei. Kairi non cercò di allontanarsi. Non le aveva mentito, lui era veramente suo fratello.
- Kairi... - Axel pronunciò il suo nome con affetto e malinconia.
- Perché sono stata portata via da... casa? - chiese lei, assente.
Axel sospirò.
- Magari lo sapessi. Ti avrei ripescata molto prima. -
Kairi iniziò a metabolizzare le informazioni. Se Axel davvero l'aveva cercata per tutto quel tempo, allora doveva volerle veramente bene, doveva tenere talmente tanto alla sorella da andarsene di casa e cercarla per undici anni senza mai arrendersi... E lei non si ricordava niente di lui.
Gli occhi le pizzicavano da morire e, quando li chiuse, le lacrime cominciarono a sgorgare copiose e calde.
Non era giusto... Axel se ne accorse e le passò una mano guantata sul viso per asciugarle. Aveva un tocco estremamente delicato per una persona che emanava forza da tutti i pori. Ma in quel momento sembrava solo un ragazzo distrutto dal dolore e dalla nostalgia.
- Non piangere. Non ti ho cercata per tutto questo tempo per vederti piangere. - disse, con un mezzo sorriso.
Kairi cercò di ricambiarlo, ma probabilmente sembrava solo una smorfia di dolore. Axel non doveva essere troppo abituato a consolare ragazze in lacrime, perché distolse lo sguardo da lei, a disagio.
Kairi continuò a cercare in silenzio qualche accenno di ricordo nella sua mente, ma era desolatamente vuota. Fu solo quando le sfuggì un singhiozzo e Axel si voltò di scatto verso di lei per abbracciarla che capì quanto si era persa. Si lasciò cullare nella stretta rassicurante del fratello, che le accarezzava i capelli e le sussurrava di stare tranquilla, che andava tutto bene.
- Mi sei mancata così tanto... - mormorò a un certo punto.
Kairi avrebbe tanto voluto rispondere altrettanto, ma sarebbe stata una bugia. Come può mancarti una persona che non ricordi?
Alzò gli occhi sul viso del fratello e notò con sgomento che anche i suoi occhi verde smeraldo erano offuscati da un velo.
- Axel... - chiamò, costringendo lui a nascondere le lacrime per guardarla.
- Perché hai detto che ti chiamavi Lea, ma non lo sei più da anni? - chiese.
Axel trasalì.
- È... una storia troppo lunga, adesso. Però devi sapere che non sono esattamente... umano. -
Kairi non si stupì più di tanto. Ne aveva viste di peggio.
- Non mi importa, alla fine sei sempre tu. - disse, sorprendendo entrambi.
- Faccio... Facevo parte di un gruppo, i cattivi della situazione, sai. Sora ne ha sconfitti circa la metà. - continuò lui.
Kairi saltò su, con l'esatta reazione che si aspettava Axel. Si sentì anche un po' in colpa, perché sembrava che non le importasse nulla del fratello e si preoccupasse solo di Sora. Axel sorrise furbescamente e aggiunse:
- E, se lo vuoi sapere, quel ragazzo si è anche preso una bella cotta per te, sorellina. -
Kairi avvampò, facendolo scoppiare a ridere. Si chiese come sarebbe stato vivere con lui al suo fianco. Aveva sempre desiderato un fratello. Certo, aveva Sora e Riku, ma non era la stessa cosa.
L'avrebbe difesa davanti ai bulli?
Avrebbero giocato insieme?
Sarebbe stato un buon amico?
Kairi cercò istintivamente la mano di Axel e la strinse. Lui restituì la stretta. La ragazza sorrise. Sì, avrebbero recuperato il tempo perso.
  
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