«I'm sorry, I'm not good at this.

I... I guess I just... I'm not, I'm not

used to someone putting me first.»

-Emma Swan{2x03

Emma prese un respiro profondo okay, devi dirglielo oggi, pensò mentre si dirigeva verso casa di Regina.



Più tempo aspettava più rischiava di perdere l’unica persona della quale le fosse davvero importato da molto tempo, a livello sentimentale.



Arrivò davanti la porta di casa Mills, ma, invece di bussare, cominciò a camminare avanti e indietro nervosamente pensando a cosa avrebbe potuto dire, o magari se avrebbe dovuto inventare una scusa per giustificare la sua improvvisa presenza lì. Forse avrebbe cominciato dalla vera questione, sarebbe stata onesta…o forse no!



Emma si stava agitando e più pensava alle parole giuste da dire, più queste venivano a mancare nella sua testa.

Proprio nel momento in cui più che bussare a quella porta si sarebbe voluta nascondere, il cigolio di questa le fece subito alzare lo sguardo da terra e sarebbe stato meglio che non l’avesse mai fatto!



Un Robin Hood sorpreso e confuso al tempo stesso, le rivolse un sorriso di cortesia “Emma! Cosa ti porta qui?”

Dannazione!

Fu l’unica cosa che la donna riuscì a pensare mentre cercava di guardare con sguardo meno minaccioso possibile, l’uomo di fronte a lei.

 

Le parole di Hood arrivarono in un attimo alle orecchie di Regina,

che riordinava le mele nel cesto della cucina, e la fecero bloccare di colpo, facendole sgranare gli occhi.



Si riprese il più in fretta possibile e si diresse verso la porta d’ingresso dove Robin stava immobile sull’uscio di casa ad aspettare una risposta da Emma che non sembrava sarebbe arrivata.

Regina notò subito lo sguardo imbarazzato della ragazza rivolto a Hood.

“Ci penso io! Vai tranquillo.” Disse Regina al suo fid-qualunquecosafosse, lasciandogli un leggero bacio sulla guancia.

L’uomo annuì e sorrise, salutò Emma con un gesto del capo e si diresse fuori dalla proprietà Mills.



Dopo averlo seguito con lo sguardo fino a quando non uscì definitivamente dal loro campo visivo, entrambe si voltarono l’una verso l’altra.

Emma guardò Regina. E Regina guardò Emma.



“Ehi.” Disse con un piccolo sorriso imbarazzato la bionda. “Ehi.” Rispose l’altra “che ci fai qui? Henry sta bene?”

“Uhm-si, Henry sta bene.” Affermò, rivolgendo il suo sguardo ai propri piedi.

“Accomodati.” Le fece cenno di entrare Regina, scostandosi appena per farla entrare.

Emma non se lo fece ripetere due volte ed entrò in casa. La mora chiuse la porta alla sue spalle e poi raggiunse l’altra, rimasta ferma, nell’atrio della grande casa.



“Non mi hai ancora risposto.” Prese parola Regina. Ma Emma non si voltò a guardarla, chiuse gli occhi e cercò solo di respirare.



Come dovrei dirle di mollare Robin per qualcosa che non sono nemmeno sicura di provare?

Certo che ne sei sicura, sennò non saresti qui.

Merda, devo andarmene! Adesso!

Rilassati, prendi un respiro profondo e dille ciò che provi!

Io non posso provare questo sentimento.



“Emma?” la richiamò dai suoi pensieri Regina.

La bionda finalmente si voltò a guardarla.

“Quindi?” la incitò la mora ma la ragazza continuava imperterrita a fissarla senza proferir parola.

Regina sbuffò alzando gli occhi al cielo. “Scusami…” si affrettò subito Emma “è che…riesco a malapena a guardarti.”

“Tu mi guardi. Non fai altro che guardarmi.” Sentenziò l’altra.

“Mi dispiace. Non vorrei farlo, davvero, ma non posso fare nient’altro…” prese un respiro profondo “Tu stai con quel tipo ed io non…non riesco a sopportarlo. Vorrei…”

“Mi stai dicendo che vorresti che io rinunciassi alla mia seconda chance?” l’interruppe Regina.

“Ti sto dicendo che potresti avere un lieto fine invece di una seconda chance.”



Regina le si avvicinò, posandole una mano sulla guancia e accarezzandola piano “oh, Emma…” sorrise tristemente “…io sono la persona più incasinata dell’intero mondo e dell’intera foresta incantata. Non hai bisogno di una persona così.”

“Anch’io sono parecchio incasinata. E so bene che due cose storte come noi non ne fanno una dritta, ma potremmo essere incasinate e storte insieme.” Disse Emma improvvisamente presa da un coraggio che fino a un attimo prima non riusciva a provare.



Regina sospirò lasciando cadere la mano lungo il suo fianco, ed Emma continuò “Ma se tu ami Robin, se è lui ciò che vuoi…io tornerò a starmene nell’ombra e faremo finta che non ti abbia mai detto nulla.”

“Io non so nemmeno se sono capace ad amare…ma so, che non voglio perdere l’unica persona della quale mi sia mai importato all’infuori di Henry.” Rispose Regina.

“Ed io non sono mai stata importante per nessuno, ma credo di riuscire ad abituarmici.” Sorrise Emma.



Regina le si avvicinò maggiormente, annullando la distanza tra le loro labbra. E mentre la baciava pensò che forse non sarebbe mai andata in paradiso, ma che quello doveva sicuramente esserci molto vicino.

 

E così l’Eroe salvò la Regina Cattiva dall’oscurità che minacciava il suo cuore.

A pensarci, una favola così era tremendamente strana e assurda, ma era anche la più vera e originale che fosse mai stata raccontata.