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Autore: Elissa_Bane    06/05/2014    1 recensioni
Dean è all'Inferno. Ed è stanco, tanto stanco, abbastanza da cedere alle lusinghe di Alastair.
Ma improvvisamente, dopo tanti anni, qualcosa cambia. Dean incontra un paio di occhi azzurri.
*dal testo*
Di nuovo Dean. Le lacrime gli sommersero gli occhi, mentre accettava la verità: era un mostro.
“No. Non lo sei, Dean Winchester.” Disse la creatura di fronte a lui, accarezzandogli il viso con una mano. La mano scivolò sul petto, ora senza cicatrici, e si posò infine sul cuore che batteva veloce.
Destiel
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alastair, Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Nda: Un grazie enorme come sempre a @juls_12, @IwillalwaysbeMars e @GingerStone. E grazie a Marco, che mi ha trascinato fuori dal mio Inferno personale.
Dan

I RAISED YOU FORM PERDITION
 
Giorno diecimilanovecentocinquanta.
Altre torture.
Altri morsi che sbranavano la carne già straziata. Altri ganci a tendere, dilaniare, distruggere pelle e muscoli. Altro dolore. Per l’eternità.
Dean alzò lo sguardo. Come ogni sera, a fine giornata Alastair camminava lento e indolente verso di lui, verso quel corpo sul quale le ferite si rimarginavano, lasciandolo pronto ad un nuovo tormento. Dean si ripromise di resistere anche quella sera: per Sam, se non per quel poco d’integrità che gli rimaneva. Era dannato, ma aveva ancora la possibilità di ribellarsi. Rimanendo sulla Ruota della Tortura.
Eppure, quando alzò lo sguardo e incontrò gli occhi gelidi del demone mandò a fanculo Sam e la sua integrità. Voleva che finisse e lo voleva il prima possibile, ma attese che fosse Alastair a fargli la domanda. Non si sarebbe abbassato a supplicare.
“Allora Dean” disse una voce sibilante e ben conosciuta “Passata una bella giornata? Sai, hai ancora la mia offerta:  metti un’anima al tuo posto, seviziala e potrai scendere. Che te ne pare?” secondo il copione, quello era il momento in cui Dean rispondeva che il demone era solo un figlio di puttana. Puntò, invece, lo sguardo stanco negli occhi del demone “E se ti dicessi che sono d’accordo?.” Alastair rise sonoramente, catturando lo sguardo del giovane sulla pelle squamosa  e traslucida. Gli occhi neri lo guardarono scintillanti di pura gioia malvagia “Fatelo scendere e dategli un’arma. Vediamo quanto sei determinato, ragazzino.” Proclamò.
E fu così che Dean scese dalla Ruota e da seviziato si trasformò in aguzzino. La prima anima era così piccola e spaventata che quasi ne ebbe pena, prima di calare il coltello e sentire il sangue caldo scorrergli fra le dita.  Ci immerse le mani, in quel petto pallido, godendo ogni attimo di quel calore pulsante. Gli piaceva, cazzo se gli piaceva!
Sorrise al demone, chinandosi sulla sua preda.

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Giorno  quattordicimila seicento.
Anime seviziate? Chi lo sa, Dean di sicuro non ne teneva più il conto.
Persino il suo aspetto era cambiato, lo sentiva nelle ossa, nella pelle stranamente pelosa, nello sguardo terrorizzato delle sue vittime. Sapeva solo, grazie ad un riflesso in un’iride chiara, che adesso i suoi occhi erano neri, come quelli di Ruby. Sorrise affondando la mano nel torace dell’ennesima anima, per strapparle il cuore. Lo stava osservando pulsare nella sua mano, scuro e pieno di sangue. Sangue caldo, che forse avrebbe potuto cancellare quel freddo che sentiva dentro.
Inizialmente non sentì nulla. Solo, sapeva con assoluta certezza che era cambiato qualcosa. Ecco, la differenza: due occhi azzurri lo fissavano, due ali nere gettavano ombra su di lui. Si sentì improvvisamente sbagliato, stanco, sporco, brutto a confronto con la creatura meravigliosa che si trovava davanti. Fece per allontanarsi, ma questa gli mise una mano sulla spalla. Bruciava.
Bruciavano gli occhi celesti in quel nero che lentamente veniva riassorbito nella pupilla, riscoprendo il verde. Bruciavano le labbra che vezzeggiavano il suo collo con piccoli baci e morsi,. Bruciavano le mani che scivolavano sul suo corpo deforme, ridandogli la sua umana bellezza. Di nuovo delle gambe, di nuovo un viso e non un muso. Quelle mani. Si muovevano lentamente, accarezzando ogni centimetro di pelle con una dolcezza infinita che cancellava il dolore. Un calore prepotente si fece strada in lui, risvegliandolo.
Di nuovo Dean. Le lacrime gli sommersero gli occhi, mentre accettava la verità: era un mostro.
“No. Non lo sei, Dean Winchester.” Disse la creatura di fronte a lui, accarezzandogli il viso con una mano. La mano scivolò sul petto, ora senza cicatrici, e si posò infine sul cuore che batteva veloce.
Le stesse labbra di prima ora si muovevano sul torace, feroci con i morsi e morbide con i baci, non lasciando un solo millimetro di pelle non sfiorato. Si sentiva immerso nel fuoco, un fuoco potente ma che non gli faceva del male. Il fuoco che brillava in quegli occhi azzurri, dove il cacciatore lesse tanta solitudine e tanta tristezza. S’innamorò di quegli occhi, che lo eccitavano più delle mani abili sui fianchi o della sua bocca socchiusa. S’innamorò e seppe con assoluta certezza che sarebbe stato disposto a sopportare un’eternità intera sulla Ruota, pur di essere ricambiato, pur di essere guardato con amore da quelle iridi celestine.
L’angelo si chinò con lentezza e Dean si sporse per poterlo baciare. Fu dolce e calmo e rassicurante. Era un bacio di labbra morbide che si premevano e sfuggivano, di denti che mordevano piano e dal sapore di casa. Ecco, per il ragazzo l’angelo sapeva di casa: di sole, di sapone e, pensò sorridendo, di torta.
Si separò a malincuore dalla creatura che lo guardava con tristezza “Mi dispiace Dean. Non ricorderai nulla, perdonami.” Mormorò nel suo orecchio, mentre questi gli si aggrappava alle spalle chiedendo di non dimenticare. Ma l’angelo si staccò dal suo corpo, lasciandogli una sensazione di freddo addosso.
E si ritrovò in una tomba.

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Castiel quella sera lo vide addormentarsi e solo quando sentì il suo respiro regolare si avvicinò al corpo nel letto. Si chinò verso di lui e sussurrò “Mi dispiace così tanto Dean. Perdonami.”
Si era ripromesso di non farlo, se lo era proibito mille volte, ma non resistette e premette le sue labbra su quelle del ragazzo. Un ultimo bacio. Se ne andò subito dopo, senza accorgersi che un paio di occhi verdi si erano spalancati, sorpresi. Quelle iridi smeraldine lo videro uscire dalla stanza e scomparire.
Appena prima che se ne andasse, Dean mormorò “Grazie.”
Ma Castiel non lo seppe mai.
  
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