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Autore: Hayley Lecter    25/07/2008    0 recensioni
Questa One Shot l'ho dedicata a me stessa e a come abbia potuto perderla facilmente, soltanto perchè in passato ho dato peso a giudizi idioti.. adesso che mi sono ritrovata sono felice di poter compiere le mie azioni in libertà e fare ciò che mi piace, senza pensare a cosa diranno gli altri.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo deciso una vita per te, fottutamente mia.
L'avevo messa in pratica, con tutto quello che serviva.
E' stato un atto di coraggio per me, che ho paura della mia stessa ombra.
L'hai accettata senza obiezioni.
Una vita inaugurata da qualcosa che gli altri non hanno mai fatto, avuto, pensato..
Così desiderosi di seguire il gregge, come insulsi ed insignificanti pecoroni con la testa bassa.
Sai io non ti ho mai considerata così.
Sempre una persona come tutte le altre è chiaro.
Un umana, fatta di carne e ossa.
Con un carattere, che avevi paura a tirar fuori.
Ma intrevedevo un brillio negli occhi quando allo specchio vedevo il tuo riflesso.
Eri tu. Ero io.
Eravamo felici assieme, come una coppia fresca di innamorati.
Tutto lasciava credere che ti amassi.
Ma come ho potuto tradirti così.. ancora me lo chiedo tra un singhiozzo e una lacrima, amari.
Amari perchè pieni di un odio e di una voglia di andare controcorrente.
Abbiamo litigato, ci siamo urlate addirittura contro..
Tu mi hai lasciata sola, perchè avevi ragione non ti accettavo più.
Ti ho persa di vista come se nulla fosse accaduto.
Ti misi da parte per tanto tempo.
Fuori era buio e faceva freddo.
Avevo timore ad uscire, paura di essere spazzata via da un vento imperioso, senza di te che mi avresti coperta fino all'ultimo bramo di pelle per non patire alcun male.
Succedeva raramente e allora piangevo, tu non c'eri.
Avevo mollato, mollato definitivamente ogni speranza che tu potessi tornare.
Con una risata, con un finto sorriso mi ingannavo e ingannavo il freddo vento.
Un giorno mentre ero di fronte ad un burrone, vidi un'ombra all'estremità opposta.
Non potevo credere che eri tu, in fondo non sei mai cambiata.
I capelli al vento, i jeans. Quelle scarpe con i teschi, macchiate di inchiostro indelebile.
E la maglietta, quella maglietta nera che ti piaceva tanto.
Te la mettevi più e più volte, così tanto che il disegno su di essa si era quasi consumato.
La tua pelle bianca lattea, mi fece notare sul volto una lacrima nera.
Il trucco, impossibile che te lo togliessi ovunque andassi.
Eri così bella quel giorno.
Uno sguardo e sentii quella sensazione così familiare di averti fra le mie braccia, amica mia.
Di rimarginare una ferita con un incoraggiamento.
Di portare a termine un compito, un lavoro quando non lo svolgevi.
Vidi una seconda lacrima e un passo avanti sempre più vicina all'orlo del burrone.
Con poco avevo intuito che volevi finire la tua vita. No.
Non adesso che ti avevo ritrovata.
Presi a correre più in fretta che potei. Scavalcai ogni sorta di buca, di sasso.
Stavi per compiere il tuo ultimo atto, il tuo ultimo passo da condurti chissà dove.
Riuscii a prenderti per il cappuccio della maglia appena in tempo e ti tirai indietro.
Mi guardasti allibita con un'espressione mai vista sul tuo volto.
Mi abbracciasti e io felice e sollevata ti sussurrai all'orecchio:
- Perdonami. Mi sei mancata.-
  
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