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Autore: Ixumy    08/05/2014    2 recensioni
"Da quanto tempo era dietro quel muretto?
Ore...
Giorni...
Aveva problemi a capirlo. Per quanti gli riguardava, poteva essere li' anche da anni. Da due anni, per la precisione. Il turian si era detto che subito dopo la fuga dalla Normandy in avaria si era materializzato in quel punto, testa china, schiena al muro, gambe abbandonate sul pavimento e palpebre pesanti.
Così, da due anni."
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Garrus Vakarian, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Da quanto tempo era dietro quel muretto? 
Ore...
Giorni...
Aveva problemi a capirlo. Per quanto gli riguardava, poteva essere li' anche da anni. Da due anni, per la precisione. Il turian si era detto che subito dopo la fuga dalla Normandy in avaria si era materializzato in quel punto, testa china, schiena al muro, gambe abbandonate sul pavimento e palpebre pesanti.
Così, da due anni.
Quello che era successo prima di finire in quella situazione scomoda era tutto frutto della sua immaginazione. Nulla era successo veramente. La battaglia contro il Consiglio che voleva insabbiare la faccenda della Soverein, la morte dei suoi compagni sotto i suoi occhi per un’imboscata che non era riuscito ad evitare, le poche parole scambiate con suo padre... Tutto uno stupido sogno. Ne era sicuro.
Una raffica di proiettili fischiarono sopra la sua testa, uno più forte si piantò nel soffitto, pochi metri davanti a lui.
I Sole Blu avevano portato dei cecchini. Non erano molto abili: avevano la mira lenta, tremolante e imprecisa. Avversari solitamente deboli per un cecchino professionista del suo livello, capace di colpire un insetto ad un chilometro di distanza con una pistola senza guardare attraverso l’ottica. Se Shepard lo aveva voluto sulla nave, un motivo c'era. Quello stesso motivo aveva portato Urdnot Wrex ad apprezzarlo, nonostante il suo odio per i turian.
Ma quelle abilità, durante un assedio infinito che non gli permetteva di dormire e che lo aveva costretto al digiuno, si erano affievolite e la mira del turian era imprecisa, insicura.
Un altro colpo fischiò sulla sua testa, più vicino degli altri, risvegliandolo. Era svenuto per il sonno.
L'armatura blu completa di casco pesava sul corpo del turian come un macigno. Il fedele fucile da cecchino, stretto tra le braccia come un bambino tiene il suo peluches preferito mentre dorme.
Strisciò lateralmente tenendosi basso per non farsi vedere, imbracciò il fucile da cecchino e guardò nell'ottica verso i tre cecchini, intenti a puntare nel posto dove si trovava il turian poco prima.
Guardando dentro all'ottica del fucile sembrava di guardare attraverso l'oculare di una macchina fotografica con un tele obbiettivo montato davanti, con l'unica differenza che se si premeva il grilletto non si facevano fotografie.
Tre colpi rimbombarono tra le pareti dei due palazzi. Un cecchino batarian cadde a terra con un buco in testa, un umano venne colpito al petto, sbalzato indietro ma ancora vivo, e il terzo colpo prese di striscio l'armatura del terzo cecchino.
Il turian si lasciò cadere a terra, di nuovo. Aveva il respiro pesante e boccheggiava. Non mangiava da due giorni, di acqua non ne vedeva da tempo incalcolabile e da quando era su quel dannato ponte se dormiva era solo per uno scherzo del fisico che cedeva alla stanchezza. Ogni movimento gli costava energie che non aveva più.
Quel ponte gli aveva salvato la vita, rendendolo un bersaglio difficile da lunghe distanze. I pochi che provavano ad avvicinarsi per un assalto ravvicinato morivano come formiche. Ma al tempo stesso gli stava rendendo difficile trovare un motivo per uscire: se un proiettile fortunato non lo colpiva in testa, sarebbe morto sicuramente per la fame e la sete.
Si ritrovò a ricordare dei combattimenti contro i geth che saltavano sulle pareti, agilissimi, comparendo da ogni direzione. Più volte lui, il krogan e l'umano si erano trovati in situazioni più che disperate. Una o due volte si era chiesto se ne sarebbe mai uscito vivo. La seconda volta quando avevano affrontato Saren-Soverein. Quella volta aveva avuto seriamente paura.
Un colpo esplose sulla parete dietro la schiena del turian svegliandolo.
Si era di nuovo addormentato. Se andava avanti così, sarebbe morto di sicuro.
Provò a trovare qualcosa per cui combattere. Non come Archangel, colui che ha visto i suoi compagni cadere uno a uno, ma come Vakarian. Subito gli venne in mente sua sorella.
Non la vedeva da anni, se non una volta che si erano incontrati per caso alla Cittadella. Il turian era già al fianco di Shepard quel giorno, dovevano andare al Consiglio quindi avevano avuto il tempo di un veloce saluto.
La voleva rivedere. Voleva parlare con lei. Le mancava... Quando erano bambini passavano intere giornate a giocare, solo loro due o con qualche amico comune. In ogni caso erano inseparabili.
Voleva incontrarla di nuovo.
Anzi. L'avrebbe rivista. Sarebbe uscito da quella situazione assurda e sarebbe andato a trovarla a Palaven.
Aggrappandosi a quel pensiero, trovò un briciolo di forza. Era meglio di niente.
Diede il tutto per tutto.
Si alzò quel poco che bastava per vedere la situazione.
Una ventina di soldati e due cecchini pronti a puntarlo.
Tempo di riabbassarsi e una miriade di fischi e scoppi lo assordarono per qualche secondo.
Garrus caricò il fucile da cecchino, mirò e sparò tre colpi per poi mettersi ancora al riparo.
Tre morti, due erano i cecchini. Non poteva essere più fiero di se stesso.
Caricò, si spostò leggermente di lato, dietro una colonna, e buttò un occhio. Dalla enorme finestra senza vetro dove i Sle Blu trovavano riparo era quasi vuota se non per due uomini. Erano spariti quasi tutti, forse intenti a riorganizzarsi. Qualche secondo dopo intravide delle ruote.
Macchine. 
Erano arrivati i rinforzi.
E ora come ne usciva vivo, completamente da solo?
Usò l'ottica per vedere meglio. Dai veicoli uscirono una ventina di persone vestite nei modi più vari, di tutte le razze e i generi. Nessuno aveva l'armatura dei Sole Blu. Erano tutti free lancer, persone pescate nel mucchio dei malati di mente che abitavano Omega e che possedevano un'arma. Di sicuro, tra quelle persone molto poche potevano dare problemi.
Purtroppo, qualcuno che poteva creargliene lo trovò subito.
Un umano con metà volto di un'altra persona, rughe profonde e uno sguardo poco rassicurante portava un fucile da cecchino sulla schiena e un fucile a pompa sul fianco. Sul lato destro del collo, un tatuaggio che in quei giorni aveva visto tante di quelle volte da dargli alla nausea, il marchio dei Sole Blu. Stava per scontrarsi contro uno dei mercenari free lance più pericolosi della galassia, Zaeed Massani. Per quanto ne sapeva, come cecchini erano a pari livello.
Non potè fare a meno di imprecare.
Dietro di lui, dallo stesso veicolo, scese un uomo ben armato, di carnagione scura, capelli rasati, un triangolo di barba sulla punta del mento e con un'armatura bianco-nera che portava il marchio di Cerberus.
Che voleva Cerberus da lui? Non era un umano e non gli sembrava di aver mostrato odio riguardo agli altri umani.
In ogni caso andava sempre peggio. Si nascose dietro il muretto, chino sul fucile.
Contò i caricatori. Sarebbero bastati per una ventina di bersagli se andava bene.
Anche l'ultima minuscola speranza di sopravvivere era andata in fumo.
Aveva il morale sotto terra. Non imprecò mai così tanto in vita sua.
Sicuro che si sarebbe sentito anche peggio, si rialzò dietro la colonna e guardò le altre persone che erano uscite dai veicoli. Era troppo curioso.
Chi si sarebbe portato a casa la testa di Archangel?
Guardò nell'ottica per vedere meglio. Zaeed e l'uomo di Cerberus sembravano conversare tra di loro. Nascosto dietro alla machina sembrava esserci una terza persona, ogni tanto rivolgevano lo sguardo da quella parte.
Gli altri free lance si dirigevano verso alcuni uomini Sole Blu, forse per un piano d'attacco.
Abbassò il fucile e guardò ad occhio nudo la situazione generale.
Come pensava, ora il suo umore era sceso ancora di più: se uno come Zaeed collaborava con Cerberus non solo sarebbe morto di sicuro, ma stava succedendo qualcosa nella galassia. Qualsiasi cosa fosse, non era nulla di buono.
Cercò di tirarsi su di morale pensando che non gli sarebbe dispiaciuta una gara di cecchinaggio con Zaeed, magari una in cui non sarebbe morto per un errore dovuto alla spossatezza.
Tra le armature blu e gli abiti dei colori più vari, uno attirò l'attenzione di Garrus.
Tutti avevano o l'armatura completa (casco compreso) o abiti normali con uno scudo biotico perennemente alzato.
Quell'umano portava un'armatura rosso fuoco senza casco. Sulla testa aveva solo un'ottica elettronica che aiutava a puntare con maggior precisione. La stessa che Garrus usava da anni.
Conosceva una sola persona che lo avrebbe usato, anche al costo di avere la testa scoperta.
Un solo umano in tutta la galassia era così folle da rischiare la testa per un’ottica. Dopotutto aveva imparato dal “peggior turian” mai nato.
Un'idea gli fulminò la testa. Era impossibile, era morto due anni prima! Ma doveva essere sicuro di sbagliarsi.
Guardò l'uomo con l'ottica.
Gli venne un tuffo al cuore.
Il tempo sembrò fermarsi. Anzi, sembrava essere tornato indietro.
Un velo di barba sul viso allungato, i capelli rasati a zero con una cicatrice sulla sinistra a creare una strana sorta di virgola di pelle, sopracciglia folte, naso lungo, sguardo fiero negli occhi blu.
Shepard.
Era lui, non aveva dubbi.
Non ci poteva credere.
Shepard lo avrebbe ucciso?
Sarebbe morto per mano del suo miglior amico? L’unica persona che lo aveva ascoltato quando nessuno voleva saperne nulla sul tradimento di Saren?
Maledizione, non aveva neanche avuto tempo di rendersi conto che era vivo!
Cosa doveva fare? Si sarebbe potuto togliere il casco, di sicuro lo avrebbe riconosciuto. Ma sarebbe morto nel giro di pochi secondi.
No.
Doveva resistere.
Guardò la situazione con maggiore attenzione. Shepard, Zaeed e l’uomo di Cerberus sembravano essere nella stessa squadra.
Che ci faceva Shepard con Cerberus? La galassia stava per implodere per caso?
Lo seguì con lo sguardo. Pochi minuti dopo, assieme agli altri free lance, partì all’attacco.
Garrus, indeciso sul da farsi, sparò dei colpi a tre uomini che non conosceva evitando il trio inquadrato in precedenza.
Si abbassò per ricaricare. Riprese fiato e mirò di nuovo.
Vide l’impensabile: Shepard, Zaeed e l’uomo di Cerberus stavano sparando colpi sulle pareti a caso e, di tanto in tanto, colpivano gli altri uomini.
Non stavano puntando ad ucciderlo! Erano dalla sua parte!
Stette al gioco. Cercò in tasca delle clip di munizioni di gomma, che avrebbero provocato solo dei lividi, e le usò per caricare il mitra con l’ottica modificata che aveva abbandonato in un angolino giorni prima, sicuro che avrebbe solo sprecato munizioni usando quell’arma.
Andò avanti per un po’ ad uccidere free lance e a colpire Shepard e i suoi senza nuocerli.
I colpi andavano tutti a segno.
Precisi.
Letali.
Vakarian era tornato e la stanchezza pareva essersene andata.
Lasciò che i tre salissero le scale coprendo loro le spalle. I Sole Blu si erano accorti del granchio che avevano pescato.
Sentì dei passi rimbombare dalla sua destra, verso la parte più chiusa della stanza dove le uniche aperture erano un’enorme finestra e le scale stesse.
Shepard ordinò di abbassare le armi. Lo chiamò, giustamente col suo soprannome.
«Archangel.»
Garrus stava puntando un Sole Blu intendo ad usare il fucile da cecchino per prenderlo in testa. Fece cenno di aspettare.
Il cecchino non era stato abbastanza rapido, per sfortuna sua.
Un colpo preciso e il batarian cadde indietro senza testa.
Si erano temporaneamente ritirati. Potevano respirare.
Il turian si alzò in piedi usando il fucile come un bastone per appoggiarsi. Solo quel movimento gli fece girare la testa. La stanchezza non se n’era andata per niente, era solo un’impressione.
Si diresse verso i tre umani zoppicando leggermente e, una volta appoggiato ad una sorta di batteria cilindrica, si levò il casco.
«Garrus? Che ci fai qui?!» esclamò John stupito.
«Questo dovrei chiederlo a te. Ti credevo morto.» rispose a fatica il turian.
Parlarono qualche minuto, spiegandosi a vicenda quello che era successo. Dissero lo stretto necessario, non avevano molto tempo, ma la felicità dei due, mista alla preoccupazione per la situazione era palpabile.
Una volta scelto il piano per uscire vivi da quell’inferno si scambiarono un veloce saluto.
Decisero di dividersi in due coppie: Shepard e l’uomo di Cerberus (che si chiamava Jacob) si sarebbero occupati dei blocchi dei Sole Blu, Garrus e Zaeed degli uomini che provavano a salire le scale.
Era incredibile. Fecero veramente a gara per chi fosse il cecchino migliore. Vinse indubbiamente Massani, ma si promisero che avrebbero fatto un’altra gara in futuro. Magari in un’occasione dove tutti e due erano riposati, nutriti e nel pieno delle forze.
Era un uomo veramente particolare: a prima vista veniva voglia di stargli lontano, in realtà bastava non fargli un torto o non essere un suo incarico per essere in buoni rapporti. Pochi umani sapevano essere così carismatici.
Garrus lo prese subito in simpatia, gli ricordava un compagno dell’C-sec con cui era solito lavorareprima che iniziasse ad indagare su Saren.
Quando Shepard e Jacob tornarono la situazione era già decisamente più calma. Sembrava sicuro levare le tende.
Il turian ringraziò la sua fortuna. Ce l’avrebbe fatta. Ne sarebbe uscito intero.
Shepard non perse occasione per dirgli che lo voleva sulla Normandy.
«La Normandy è intera?» chiese sorpreso. Era seduto per terra a riposare cercando di lottare con la stanchezza.
«E’ stata costruita una versione migliore.» lo corresse Jacob
«Questi qui hanno veramente una bella bambina!» fece Zaeed mentre cercava di capire i piani dei Sole Blu. Erano spariti, perchè?
Garrus si alzò in piedi e si appoggiò con un braccio allo schienale della poltrona.
«Accetto solo se mi prometti di non arrabbiarti se svuoto la dispensa. Muoio di fame...»
«Avrai di sicuro qualcosa di sostanzioso da mangiare.» lo rassicurò Shepard.
«Anche quella è una bella bambina! Giù le teste!» urlò Massani nascondendosi dietro una parete.
Garrus ebbe solo il tempo di girarsi e vedere un enorme blocco nero dirigersi verso di lui. Poi il buio più totale.
 
Si risvegliò con un mal di testa allucinante. Era sdraiato su un letto comodo.
Provò ad aprire gli occhi ma la luce gli ferì gli occhi. Se li coprì con le mani. Sotto le dita, sul lato destro del volto, sentì qualcosa di ruvido e morbido. Una sorta di garza.
Che era successo?
Quando gli occhi si abituarono alla luce si guardò intorno. Vide una stanza a lui molto familiare: l’infermeria della Normandy.
Era stato veramente tutto un sogno?
Provò ad alzarsi dal letto. Riuscì quasi senza sforzo. Guardando fuori dalla finestra della stanza vide degli uomini di Cerberus. L’ambiente era diverso.
Solo dopo un po’ realizzò che era vero che si trovava sulla Normandy, ma non l’originale.
Quindi era tutto vero, aveva veramente combattuto al fianco di Zaeed Massani e Shepard!
Si sedette sul letto contando tutti gli amici che aveva perso per la sua ingenuità. Doveva trovare il modo di vendicarli senza fare un gesto così stupido come quello fatto giorni prima. Chiudersi su quel ponte non era stata un’idea così buona.
Nella testa gli rimbombavano le parole del padre.
"Non metterti nei guai, figliolo."
Erano state le ultime parole sentite, per assurdo, prima di finire in quel casino suicida.
Gli era sembrato, per la prima volta in vita sua, di sentir parlare il padre con una voce preoccupata. Dopo tutto Garrus non gli aveva neanche mai chiesto scusa, per nulla. Invece, in quell'ultima chiamata effettuata, "scusa" fu la prima parola pronunciata da Garrus. Suo padre era un uomo intelligente, doveva aver intuito che qualcosa non andava.
Entrò nell'infermeria la dottoressa Chakwas, era visibilmente contenta di vedere che il turian si svegliato.
«Quindi Archangel eri tu. Chi l'avrebbe pensato?»
Garrus si fece scappare una risata compiaciuta. Li aveva sorpresi tutti.
La dottoressa gli fece alcune domande ed esami veloci per verificare la sua salute.
Un piccolo periodo di riposo e sarebbe stato nel pieno delle forze, per la felicità del turian.
«Ma cosa mi è successo? » chiese ad un certo punto alzandosi dal lettino e toccandosi la garza sulla destra del volto. «Mi ricordo solo una cosa nera enorme volare verso di me...»
La dottoressa posò la cartella clinica. «Ti ha colpito un missile.»
Un missile? Come faceva ad essere ancora vivo? Ora capiva la garza. Ma com'era ora la sua faccia?
«I ragazzi ti hanno trascinato fin qui in fin di vita. Hai la pelle dura, Garrus: hai dormito solo una decina d’ore e sei già sveglio e in forma.»
«Per favore, mi darebbe uno specchio?» chiese quasi interrompendola
«Neanche per sogno! Non voglio farti avere un crollo emotivo. rispose lei ridacchiando.»
«Almeno mi dice come sono ridotto?»
La dottoressa girò con la sedia, sospirò e disse «È già tanto se sei vivo. Fattelo bastare.»
Garrus, leggermente stizzito, ringraziò e uscì dalla sala alla ricerca di Shepard.
Chiese informazioni. Era nella sala breafing... Da quando serviva una sala breafing?
Si perse almeno quattro volte prima di trovare la porta giusta, indicatagli da uno scienziato salarian che gli aveva dato l'impressione di soffrire di schizofrenia.
Quando entrò, Shepard stava salutando Jacob, intento ad uscire.
Non fu mai tanto felice di vedere davanti a lui quell'uomo, neanche quando lo reclutò dandogli la possibilità di andarsene dal C-sec.
Non aveva sognato nulla. Era vivo e solo ora, che chiacchieravano appoggiati al tavolo ovale, si era veramente reso conto che era tutto vero.
La rabbia per la morte dei suoi compagni era scemata, ora c'erano solo vergogna e un vuoto che non sapeva descrivere. Almeno, sulla Normandy, avrebbe trovato un posto e un modo di ripagare ai suoi innumerevoli errori.


-------zona autrice-------
Vi prego non odiatemi! Se non vi è piaciuta l'ha scritta mio cugino Azteco di diciannovesimo grado: se non vi piace date la colpa a lui! Se vi piace... L'ho scritto io =) (Dubito di avere un cugino Azteco)
Scherzi a parte, scusate eventuali errori grammaticali, l'ho scritto sul telefono mentre ero a scuola e potrebbe essermene sfuggito qualcuno mentre correggevo ><
Era da un po' che volevo scrivere qualcosa su Garrus, la missione di ME2 dove lo si aiuta guardata da un altro punto di vista mi è sembrata una buona idea durante le ore scolastiche... Spero di non essermi sbagliata! xD
Che dire... spero di aver reso l'idea e che vi sia piaciuto.
Grazie di essere arrivati fino al fondo ^^
ps: grazie mille a meme_97 per le correzioni, sono state sicuramente utili per rendere la storia più scorrevole =)
  
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