Eccomi con una fan fiction sul mio manga
preferito, Slam Dunk! Non è la prima che scrivo su questo fandom (anche se
questa è la prima che pubblico su EFP, in anteprima mondiale! XD) ed ero
parecchio indecisa se pubblicarla o meno… ho già scritto una quindicina di
capitoli, ma manca ancora molto a concluderla! Intanto posto il prologo, spero
vi incuriosisca!
Adoro scrivere su Slam Dunk… perché lo
conosco a mena dito, così come posso dire con fierezza di conoscere alla
perfezione la psicologia dei personaggi… li adoro, dal primo all’ultimo! E
ancora di più adoro rigirarli come un calzino, tra le loro debolezze e i loro
pregi, adoro metterli in situazioni paradossali e divertirmi con loro! Magari
esistesse un gruppo di amici come loro! ;___;
Bene, parlo un po’ della storia con
qualche precisazione e poi si inizia! *O*
Allora, l’intera fan fiction è
incentrata durante un ritiro tra Kainan e Shohoku, ma non escludo che in
futuro, con l’evolversi dei fatti, ci possa essere anche qualche capitolo sul
dopo ritiro. Nota importante: il
campionato di prefettura finisce il 27 giugno mentre quello nazionale inizia il
due luglio. Non vogliatemene se inserisco tra la fine e l’inizio dei due
campionati due settimane di ritiro!
Altra piccola precisazione: troverete
alcune espressioni giapponesi nel corso della storia, non che cibi o altre cose
sempre giapponesi; a fine pagina, con le dovute numerazioni, troverete la
relativa corrispondenza in italiano.
Il titolo: è sempre una croce per me
sceglierlo e, come la maggior parte delle volte, mi rivolgo ai santi della
musica! Questa volta è preso da una canzone dei Duran Duran,
“Wild Boys”, perché diciamocelo: i ragazzi di Slam Dunk sono decisamente
selvaggi a volte (cioè quasi sempre!)! XD
Ultimissima cosa e poi vi lascio (e mi
sembra anche l’ora!): i personaggi principali sono dello Shohoku e del Kainan,
ma non escludo che compariranno anche le altre due squadre di Kanagawa, Ryonan
e Shoyo!
Prologo.
Si sa, il
cognome Sakuragi riporta sempre alla memoria delle grandi teste calde.
Hanamichi primo fra tutti. Ma Hime, la sorella gemella dizigote, non
era certo da meno. Anzi.
Per Takenori Akagi,
il Gorilla dello Shohoku, era una continua lotta fisica e interiore tenere a
bada quegli scalmanati dei Sakuragi. Dopo aver conosciuto Hanamichi sperava che
almeno la sorella, in quanto donna, potesse essere più alla mano e meno
imbecille del fratello.
Risposta
sbagliata.
Sembrava
si divertissero un mondo a fargli saltare i suoi poveri nervi in ogni
istante degli allenamenti. Erano casinari, rompiballe e soprattutto ogni
occasione era buona per attaccare briga con gli altri imbecilli della squadra.
Inutile dire che l’unico che non perdeva le staffe era Rukawa, il
gelido volpino dei diavoli rossi, che si limitava a freddarli con poche ma
efficaci parole.
L’unica
cosa positiva che si poteva dire dei due era che, nonostante tutto,
si impegnavano. E imparavano in fretta.
Hanamichi
giocava a basket da poco, ma il suo livello di apprendimento era
strabiliante. Peccato che, nonostante le potenzialità, si applicasse poco.
Hime, invece,
era la seconda manager della squadra, assistente di una povera Ayako
che non solo doveva sopportare i cinque elementi della squadra, ma doveva
sorbirsi anche i fiumi di parole della ragazza. Non che la detestasse,
anzi. Le due avevano fatto subito comunella, al loro primo
incontro. Ma Ayako soffriva spesso di mal di testa e certo Hime non
l’aiutava con la tranquillità.
Ora, il
problema per i calma-teste-calde dello Shohoku arrivò alle porte di
un ritiro tra le due squadre di Kanagawa che avevano avuto accesso ai
Campionati Nazionali, ossia Shohoku e Kainan. Per Akagi questo significava solo
una cosa: un orizzonte in vista condito di due settimane infernali. Anzi,
diciamo anche che a confronto con quello che avrebbe dovuto sopportare, le
fiamme dell’inferno risultavano persino più piacevoli.
E non solo
perché tenere a bada quei casinisti dei suoi compagni risultava essere
un’impresa che valeva cento allenamenti tutti in una volta; ma soprattutto
perché nell’altra squadra c’era un altro bel problema con le gambe, che
non perdeva occasione per azzuffarsi con i due.
E questo
Nobunaga Kiyota lo sapeva bene. Oh se lo sapeva. Li odiava entrambi, quei due
Sakuragi! L’uno la copia dell’altra! Averli intorno equivaleva a fargli saltare
le coronarie alla velocità della luce. Non che lui fosse un tipino calmo e
tranquillo, anzi. Quei tre, insieme, erano peggio di una bomba a orologeria.
Con la differenza che la bomba almeno scoppiava a una determinata ora, loro
invece erano imprevedibili e incessanti.
Hanamichi detestava
Kiyota, eccome se lo detestava. Gli veniva mal di testa solo a
sentire la sua voce petulante che si proclamava Rookie numero uno di
Kanagawa. Anche perché era lui il vero Rookie di
Kanagawa, non certo una scimmia selvaggia come Kiyota.
Hime,
d’altronde, non poteva fare altro che dare man forte all’adorato fratello.
“Coalizione fraterna”, così la chiamava per giustificarsi con Akagi quando
iniziava a battibeccare con il numero dieci del Kainan.
Perché, certo,
sebbene Hime fosse una ragazza, Nobunaga non si faceva mettere i piedi in testa
facilmente, soprattutto da una che si chiamava Sakuragi. Quello mai. Aveva un
orgoglio da difendere, lui!
Se solo
pensava che avrebbe visto mattina e sera quei due pazzi scalmanati per le due
settimane successive gli veniva prurito in tutto il corpo. Oh, ma avrebbe
risposto pan per focaccia, alle loro provocazioni.
Eccome! Anche a costo di ammazzarli, se necessario.
Shin’ichi Maki,
il severo capitano del Kainan, dal canto suo non accolse felicemente
l’espressione di folle vendetta che aleggiava sul viso del piccolo Kiyota.
Sospirò mesto, sperando che quegli squilibrati evitassero di farsi riconoscere
sempre e comunque e, soprattutto, che quelle due settimane passassero
in fretta.