Il gelo dell’acciaio mi penetra nelle ossa. Il sapore di ruggine mi inasprisce la lingua. Mi appoggio, ti aspetto, arriverai.
Ma tutti mi dicono che sono pazzo, tu te ne sei andata, per sempre. Quel tutti si riduce al messicano, quello che mi dorme accanto ogni notte. Sento il suo odore pungente invadermi le narici persino quando sogno, quando sogno di te.

Sono 7 anni che non faccio altro che sognarti. Io sogno solo di te, e sogno tutto di te.

Il giorno in cui ti ho vista per la prima volta, i tuoi capelli rossi infiammavano la sala. Quando, sconfitti i timori iniziali, ti ho chiesto un appuntamento, hai cominciato a torturarti le dita affusolate. Poi sul tuo anulare è apparsa una fede nuziale, la tenevi appesa al collo mentre lavavi i piatti. Tempo dopo una nuova vita stava nascendo, la mia mano accarezzava di continuo il tuo ventre. Ma eri sempre via, non ti occupavi di noi, le tue gambe infinite fuggivano lontano. La sera che tornai a casa presto dal lavoro e Jonathan era in cortile a giocare, le tue labbra hanno cominciato a tremare, eri così sconvolta e quell’uomo disteso al tuo fianco biascicava risposte a domande che non gli erano state poste. Quella stessa sera, sogno amore, ogni notte, come i tuoi occhi terrorizzati si colorarono di fredda morte.

Questi 7 particolari non mi abbandonano sebbene io sia tra le braccia di Morfeo, come 7 demoni insiti in me che non vogliono lasciarmi andare. Quegli stessi che col coltello tra le mani non hanno esitato a dar sfogo alla loro brama di dolore. Le pareti si ricoprirono di cremisi, il tuo colore preferito, amore. Rosso. Come il fuoco dentro di me, sono state le fiamme che mi hanno reso pazzo, prima di te, poi di gelosia. Ed ora, ora che credo di aver trovato la mia dimensione in questa oscura e fredda cella dove la luce solare sembra essersi dimenticata di me, sono gli altri a credermi un folle.

Mi ostino a negare la tua morte, dicono. Ma tu non sei morta, lo so. Sei fuori di qui e ti prendi cura di Jonathan come non hai mai fatto in tutti questi anni. I dolci gesti con i quali ho bagnato quell’arma di sangue non possono averti uccisa, sei ancora viva. E magari mi ami, come non hai mai fatto in tutti questi anni. Aspetti che io ne venga fuori, avrai spiegato agli agenti di quanto sia stato grosso il malinteso venuto a crearsi. Tu stai bene.

 Domani mi prenderanno, vogliono portarmi in una gabbia per matti. Vaglielo a spiegare che non sono pazzo e che tu sei sana e salva, continuano a non credermi. Anche tu non mi credevi, quando ti esternavo il mio amore perciò eri sempre via, lontana dalla tua famiglia. Dimmi una cosa, Cathy, ora ti sei accorta di quanto ti ami? Ho fatto tutto questo per te, non avrei mai voluto che Jonathan crescesse con una donna tanto voluttuosa, così l’ho tolta di mezzo. Era la cosa migliore da fare. Ho fatto sì che potesse crescere con la donna che mi fece innamorare tanti anni fa, una donna migliore, quasi una creatura angelica. Qualcuno che vegliare su di lui, sempre e comunque. Il tuo corpo giace in una fredda tomba, ma tu non ci lascerai mai, lo so. Né me, né Jonathan. Ti ho fatto del male, è vero. Ma ora sei qualcosa di migliore. Tu la chiami violenza, io lo chiamo amore. 









N.A. Bù! Eccomi qua, è la prima volta che scrivo qualcosa in questa sezione, nelle storie originali in genere. Ma ho fatto un progetto a scuola sulla violenza e  purtroppo non sono riuscita ad inserire queste 3 storie, quindi ve le sorbite voi. Scusatemi! Okay, vai fatemi sapere cosa ne pensate, si accettano critiche e lanci di banane. Alla prossima :)