Crossover
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Autore: eugeal    26/07/2008    0 recensioni
A volte il desiderio di ottenere qualcosa è tanto forte da annullare ogni codice morale. E' così per Renè Belloq, l'eterno rivale di Indiana Jones al quale ha sottratto l'Arca dell'Alleanza, e per Eudial, pronta a tutta pur di prendere il Grail prima di Sailor Moon.
Ma un desiderio tanto forte può portare alla distruzione o a qualcosa di peggio e Belloq ed Eudial potrebbero scoprirlo molto presto...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tokyo - 1994

Il professor Tomoe entrò nella stanza simile a un aula scolastica che utilizzava per spiegare piani e strategie alle Witches 5. Le cinque ragazze erano compostamente sedute ai loro posti e solo il banco di Eudial restava vuoto.
Il professore vi depose un vaso con un fiore reciso e le Witches 5 lo fissarono in silenzio, consapevoli del significato di quel gesto.
- Sappiamo che ieri sera l'Holy Grail è apparso. La vostra collega, Eudial ha tentato di impossessarsene, ma ha fallito ed è caduta durante la sua missione. Non sappiamo cosa ne sia stato di lei, ma la sua energia vitale è scomparsa, quindi dobbiamo presumere che sia morta. -
Tomoe fece una pausa e le altre ragazze assunsero (o finsero di farlo) un'espressione triste e grave. Solo Mimete fu costretta a nascondere il viso dietro al blocco degli appunti per celare un sorriso soddisfatto.
Da molto tempo ambiva al posto di Eudial e la sua morte le aveva solo risparmiato il disturbo di farla fuori lei stessa: la sera prima l'aveva addirittura seguita alla Cattedrale Marina per tagliarle i freni dell'auto, ma alla fine non era servito a nulla: la macchina di Eudial era rimasta lì, inutilizzata.
Il professor Tomoe si schiarì la voce e riprese a parlare. - Comprendo il vostro dispiacere per la scomparsa della vostra compagna, ma ciò non può fermare il nostro compito. Il Grail è apparso per un breve attimo, poi è sparito di nuovo. Sappiamo per certo che non è in mano alle sailor... -
- Come fa a esserne sicuro, professore? - Chiese Tellu alzando una mano.
- Se così fosse, e se Sailor Moon fosse il messiah, non ci sarebbe bisogno di saperlo. Saremmo tutti morti, annientati dal suo potere. No, il Grail non è ancora stato trovato. - Fece una pausa per enfatizzare la conclusione del suo discorso. - Dobbiamo essere noi a prenderlo per primi. Mimete? -
-Sì, professore? - Cinguettò la ragazza, speranzosa.
- Tu prenderai il posto di Eudial. - Ignorò il gridolino gioioso della ragazza e proseguì. - Avrai il duplice compito di ritrovare il Grail e di procurare cuori puri per risvegliare Mistress 9. Mi raccomando, Mimete, hai una grande responsabilità. -
- Non la deluderò, professore! -


Oceano Atlantico - 1936

Eudial si appoggiò alla balaustra metallica e guardò l'oceano, sterminato e nero come l'inchiostro in ogni direzione.
In quell'ora prima dell'alba la notte era più buia che mai e il transatlantico stesso sembrava deserto: gli ultimi nottambuli erano già addormentati e i più mattinieri non si erano ancora svegliati. Solo pochi membri dell'equipaggio si muovevano tra i ponti, silenziosi come spettri.
Eudial aveva l'impressione di essere completamente sola, isolata dal resto del mondo e nel suo cuore sapeva che probabilmente era davvero così: quando era arrivata a Tokyo era già stato strano trovarsi in un mondo che non era il suo, ma ora, sperduta nel tempo e lontana da ogni volto familiare, si sentiva smarrita e fragile e quella sensazione non le piaceva.
Certo, c'era Belloq, ma lui non la conosceva davvero, non sapeva chi fosse e lei non poteva dirglielo.
Come avrebbe potuto capire che il luogo a cui apparteneva era il pianeta di una di quelle migliaia di stelle che brillavano in quel cielo nero come velluto?
Il tocco delicato della mano che si posava sulla sua spalla nuda la fece sobbalzare per la sorpresa, ma si sforzò di sorridere al francese.
- Non riesci a dormire? - Le chiese gentilmente Belloq. - Ti dà fastidio il mare? -
Eudial scosse la testa.
- No, sto bene. -
- Non sembra. Stavi piangendo? -
- Figurati. - La ragazza usò un tono leggero che suonò falso alle sue stesse orecchie. - Piuttosto non sarai tu ad avere il mal di mare? Che ci fai qui? -
Belloq si spostò dalle sue spalle e si appoggiò anche lui alla balaustra. Fissò le onde per qualche secondo prima di rispondere e quando parlò non si voltò a guardarla.
- Nemmeno io potevo dormire... A volte sembra tutto così strano... -
Sembrava quasi che stesse parlando da solo, con un tono completamente diverso dal suo solito, ed Eudial non disse niente per timore che si interrompesse.
- Poco fa pensavo che se non mi avessi spinto via dall'Arca, adesso sarei morto. Forse era quello il mio destino, quella la fine a cui portavano le mie azioni di tutta la vita... Quando ci penso ho quasi l'impressione di avere ingannato il fato, di essere fuori posto... -
Eudial sospirò e lasciò scivolare la propria mano sulla ringhiera fino a toccare quella dell'uomo.
- Conosco la sensazione. -
Le dita di Belloq si strinsero sulle sue e il calore di quel contatto sciolse il gelo della solitudine. Gli sorrise, stavolta con solo un'ombra di tristezza.
- Sai, René? Io sono contenta che tu sia vivo. -
L'archeologo la guardò, sorpreso, e sorrise a sua volta.
- Grazie. - Disse semplicemente, sinceramente riconoscente.
Per un attimo Belloq pensò che l'avrebbe baciata, poi il momento passò e l'espressione di Eudial si animò nello scorgere un chiarore all'orizzonte.
- Guarda! Sta sorgendo il sole! - Disse allegramente indicando la luce rosata che inondava il cielo a est spazzando via stelle e malinconie.
La ragazza si arrampicò sull'alta ringhiera che circondava il ponte, sporgendosi un po' per sentire meglio la brezza fresca e Belloq la guardò con una punta di rimpianto per l'atmosfera spezzata, poi pensò che in fondo non era importante: avevano tutto il tempo del mondo e se tra loro doveva nascere qualcosa, prima o poi sarebbe successo.
Per il momento era felice di vederla serena e si sentiva più leggero anche lui.
- Attenta a non cadere, credo che gli squali non aspettino altro. -
Eudial rise.
- Non gli conviene, potrei approfittarne per farne un paio alla griglia. -
- Fame? Temo che dovrai aspettare, a quest'ora le cucine sono ancora chiuse. -
- Attenti, squali! - Disse scherzosamente Eudial rivolta al mare, poi scese dalla balaustra con un piccolo salto e girò su se stessa per guardare Belloq. - Bene, credo che ora riuscirò a dormire un po'... -
- Ti aspetterò per colazione allora. -
- Ci conto, devi raccontarmi com'è l'America. -
Eudial si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo su una guancia, poi corse via, ridacchiando per la sua espressione sorpresa.
Il francese la guardò sparire sottocoperta e sorrise vagamente, chiedendosi ancora una volta chi fosse davvero quella ragazza.
Non riusciva a capire da che parte del mondo provenisse: la perfezione del suo inglese gli aveva fatto sospettare che fosse inglese o americana, anche se non aveva nessun accento distintivo, ma ora era evidente che non era così visto che non era mai stata negli Stati Uniti.
Gli aveva raccontato di aver trovato il Graal a Tokyo, ma il suo aspetto non aveva nessuno dei tratti tipici degli orientali.
Ogni volta che aveva provato a chiederle del suo paese natale, Eudial aveva cambiato discorso e alla fine Belloq aveva smesso di indagare, ma la curiosità restava.
Non aveva fretta, prima o poi lo avrebbe scoperto.
Lanciò un'ultima occhiata al mare ormai azzurro e scintillante sotto i raggi del sole, poi tornò anche lui nella sua cabina e si stese sul letto, sprofondando in un sonno tranquillo.

   
 
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