Donna sull'orlo di una crisi
di nervi
...perchè dietro ogni Grande
Uomo, c'è sempre una donna che alza gli occhi al cielo!
Strinse
le palpebre una, due, tre volte; si morse le labbra -non era affatto
nervosa, figuriamoci-, e rilassò i muscoli delle spalle e del collo.
Inspirare, pausa. Espirare, pausa.
Inspirare, pausa. Espirare, pausa.
Inspirare, pausa. Espirare, pausa.
Lo ripeteva meccanicamente tra sé e sé, la mano destra all'altezza della
confluenza dei due polmoni, gli occhi ancora semichiusi.
Li aprì di scatto, con più irruenza di quanto avesse voluto, quando
improvvisamente elaborò un'informazione che in un altro contesto avrebbe
giudicato di tipo A, ovvero un'informazione da cui dipendeva la
sopravvivenza del Team e l'esito positivo della missione.
Le
formicolavano le dita.
La
presa sull'arma dev'essere sempre salda e sicura in qualunque situazione, recitò a memoria col pensiero, onde
non pregiudicare irrimediabilmente l'esito del combattimento o della missione.
Ma, per il colmo di tutte le stramaledizioni, i suoi arti superiori tremavano
come quelli di una giovinetta alla prima cotta!
O come quelli di una vecchia paralitica, a seconda dei casi.
...Dunque
ricapitolò, una vena che pulsava sulla tempia sinistra: tutto era contro di
lei, tutto quanto, perfino la prima regola del Perfetto Scontro Corpo a Corpo!
Maledizione!
Sfoderò
un ghigno frustrato che avrebbe disgustato tutta la compagine delle massaie di
Konoha, soprattutto quelle più abili nelle faccende di casa.
Lei odiava tutto ciò che avesse a che fare anche lontanamente con la cucina, lo
spazzolone lavapavimenti o le lavatrici.
Approssimativamente, ciò che doveva fare rientrava nell'ultima categoria.
Molto approssimativamente.
Si
sgranchì le dita con un colpo secco, sperando di migliorare la situazione, e di
riflesso lasciò andare il collo prima a destra poi a sinistra, cercando
l'usuale, piacevole reattività dei suoi muscoli allenati.
Niente.
Niente da fare.
Le
dannate, merdossissime mani tremolavano come stupidi grissini congelati!!!
Inutili, perfettamente inutili.
Ma un po' come tutto il resto del mondo in quel dannato frangente.
Digrignò i denti, rabbiosa: inutili, tutti inutili.
Era
perfino andata a parlarne con la Yamanaka, che passava per essere un'autorità
sull'argomento.
Che poi, un'autorità: tirar su tre marmocchi apatici e pallidi come lo
stracchino poteva considerarsi un'esperienza sufficiente?!?
Tenten avrebbe voluto sul serio una squadra di bambini così calmi, che
sembravano sprovvisti del Gene del Pianto a Squarciagola, comune a ogni essere
umano al di sotto dei quattro anni. Tre bimbetti che non facevano che dormire,
dormire, dormire e ancora dormire.
Era un gioco da ragazzi allevarli, Tenten avrebbe volentieri fatto cambio con
quel... quel... quella Cosa.
La
Yamanaka comunque le aveva spiegato tutto con un sorrisetto insinuante e
provocatorio, da tirarglielo via a schiaffi, ma tutto sommato, doveva
riconoscere, era stata gentile, diretta, elementare.
"Tu
prepari già il borotalco o la cremina, a seconda di quello che usate in
casa..."
"Il borotalco" aveva sbottato Tenten, orripilata dal solo menzionare
la sdolcinata cremina, diminutivo assolutamente idiota e zuccheroso.
"Sì, quindi porti il tesoruccio sul fasciatoio, immagino ne abbiate
uno, e ti prepari già una spugnetta insaponata con una bacinella piena
d'acqua, che sia sapone delicato eh, a Shikame-chan si era arrossato
tutto il culetto..."
Ancora i dannati diminutivi!
Tra l'altro Tenten aveva la maledettissima impressione che la Yamanaka se la
ridesse sotto i baffi, baffi inesistenti per la verità, dato che Miss Ino
faceva parte di quel fortunato 2% di membri della popolazione femminile privo
dei cosiddetti peli superflui.
Strano, i suoi pensieri stavano rapidamente virando verso l'odio puro.
"...Stacchi delicatamente i lembi adesivi e in quattro e quattr'otto getti
tutto nel cestino, poi pulisci ben bene il piccolino finchè non è lindo
come una mela rossa, lo rivesti del nuovo pannolino in fretta, però delicatamente,
altrimenti s'innervosisce, vedessi la mia principessina Miku-chan
quanto strilla quando non si sente al centro dell'attenzione, e quindi hai
finito."
La Yamanaka l'aveva guardata dritta negli occhi, l'azzurro vivo che rideva e un
sorriso amorevole che le distendeva le labbra.
Tenten aveva deglutito, aveva sentito le guance andare in fiamme e aveva
azzardato un cenno d'assenso:"...Sì. Ehm. Sì. Tutto chiaro."
...Diamine, non poteva chiederle di cambiarlo al posto suo!
Aveva ancora un po' d'orgoglio, nonostante se lo fosse giocato quasi tutto con quel...
quel... quella Cosa!!!
Ringhiò
piano, sommessamente. Donna sull'orlo di una crisi di nervi.
L'urlo
lancinante che da circa mezz'ora le ottundeva i timpani poi non aiutava
affatto, proprio per nulla.
Pensa, si disse, pensa, ragiona con
calma e analizza freddamente la questione.
Stacca il Coso.
Appallottolalo.
Pulisci.
Rimettigliene uno nuovo.
...SCAPPA!
Cioè no,
un attimo, cancella l'ultima parte.
Non è mica difficile, no?!?
Se solo
quella Cosa non fosse così fragile, delicatissima, morbida come un pan
di zucchero, una sola mossa sbagliata e sei fregata, amica mia, ma
proprio fregata senza possibilità di rimedio...
Sussultò.
Il
bambino sdraiato sul fasciatoio scelse proprio quell'istante per raddoppiare
l'instensità del suo pianto straziante, tanto che il vetro della finestra,
della cristalleria e dello specchio cominciò impercettibilmente a velarsi di
una lunga, terrificante crepa.
Il
pulsare della vena sulla tempia destra della Jonin aumentò. Percettibilmente,
questa volta.
Era impossibile. No, di più, incredibile, inimmaginabile, assurdo, senza senso,
folle, pazzesco, impensabile!!!
Lei, Jonin, sopravvissuta a decine di missioni suicide, lei che
maneggiava pugnali shuriken e spade come fossero delicati fiorellini, lei che
non si faceva problemi ad atterrare un colosso alto il doppio di lei e grosso
il triplo, lei che non aveva mai pensato al fango, alle punture degli insetti,
al vento sulla faccia, alle arrossature della pelle mangiata dal sole, alla
polvere negli occhi e limitrofe stronzate da donnicciole, perlappunto, Lei...
...sconfitta
da un neonato.
"UAARGH!"
Si lasciò andare a un frustrato urlo liberatorio, prima di voltarsi di scatto e
incontrare lo sguardo basito, ma che dico, orripilato del Bastardo,
ovvero del padre del sopracitato e sopraccigliuto neonato.
Stranamente non ebbe nessuna reazione. Due minuti d'assoluta immobilità, non di
silenzio a causa delle urla disperate del piccolo, che ancora aspettava di
venire cambiato.
L'odore che ristagnava nella stanza, tra l'altro, faceva presagire tutto
meno che buone notizie.
Il
Bastardo mosse un passo incerto verso di lei, lo sguardo a metà fra il puro
terrore e la condiscendenza, la fronte imperlata di sudore, poi, fatalmente,
disse la cosa sbagliata:"...Tenten? C-che sta succedendo?"
Inspirare,
pausa. Espirare, pausa.
Inspirare, pausa. Espirare, pausa.
Lo sguardo della sua dolce metà, realizzò Rock Lee in un battito di
ciglia, emanava una luce malsana, mentre a passi felpati Tenten si stava
avvicinando, stiracchiandosi con un sonoro stridore di ossa le dita delle
mani, le braccia e infine le spalle.
"Cosa succede, eh?! ...Te lo spiego IO cosa
succede..."
Un'abbondante
mezz'ora dopo, Shikamaru Nara lo vide riemergere dalla casa, il viso stravolto
e, constatò con una vena di snobismo, un eloquente odore appiccicato ai
vestiti.
Senza una parola, Rock Lee lo affiancò con aria affranta, ed entrambi presero a
camminare verso i Cancelli del Villaggio, dove gli altri ninja li attendevano
al posto di guardia per il cambio.
Lee rabbrividì impercettibilmente, guadagnandosi così una cameratesca pacca
sulla spalla.
"Ricordati"
aggiunse infine Shikamaru in un sussurro, "il borotalco. Il segreto è
tutto lì."
"Segreto" deglutì Rock Lee, gli occhi immobili, prima di mugugnare
poco convinto:"Sì. Ho afferrato il concetto."
Shikamaru si lasciò andare a un fragoroso, lento sospiro.
"Coraggio amico," ritentò, con un sorriso cordiale,
"sopravviverai."
Ma, proprio mentre pronunciava la frase, si rese conto che, proprio come Rock
Lee, non ne era così sicuro.
Fin
Note
dell'Autrice
DOVEVO
scrivere qualcosa per il Pannolini!Challenge. Perchè è una figata. E deve
regnare su tutti i challenge di fanfiction esistenti al mondo *_*!
La LeeTen, però, consideratela la mia prima e ultima incursione nel
fantasmagorico mondo di questa coppia XDD anche se insieme sono comicissimi e
mi fanno ridere.
E in fondo... chi ha mai detto che noi donne nasciamo col gene del Provetto
Cambiatore di Pannolino nel DNA?!
Un po' di imbranataggine è concessa anche a noi, che diamine.
Shikamaru e Ino come al solito sono onnipresenti <3 tesori.
A parte questo, ringrazio la Chaos Prezzemolo per il nome dei pargoli
della famiglia Nara, e non vedo l'ora di leggere la sua NejiTen, visto che
anche questa è una piccola sfida tra di noi: io la LeeTen, lei la NejiTen,
tutte e due affontiamo coppie ostiche per entrambe.
Spero sia uscito fuori qualcosa di godibile, a parte questo.
Fatemelo sapere, sennò cosa ci sta a fare il pulsantino della recensione?!?
Ecco. Fate i bravi.
Andate e recensite *_*!
Grazie
dell'attenzione,
Hipatya