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Autore: samara89    12/05/2014    0 recensioni
Dato che la Ubisoft non si è sprecata a dare una storia di contorno al povero impiegato dell'Abstergo che idealmente "raccoglie il testimone", da qui il titolo, da Desmond ho pensato di crearne una io... spero che vi piaccia.
La storia è già tutta scritta e conta di dieci capitoli più uno di epilogo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rebecca Crane, Shaun Hastings, William Miles
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

 

Caleb esce dall'Animus e si accorge subito che qualcosa non va.

Non è solo.

Vede un uomo chinato su di lui.

Cerca di alzarsi, ma i muscoli non gli rispondono.

-Sveglia, sveglia! Non credo che ci abbiano mai presentato. Non in questa era, almeno-

Caleb mette a fuoco il volto sopra di lui.

-Tu...-

Ha la bocca impastata.

John, o Bartholomew Roberts, che dir si voglia, gli mostra una siringa.

-Vorrei poterti spiegare tutto questo, ma non abbiamo molto tempo. Te lo dico in due parole: hai visto la mia cara Giunone. E per un breve attimo ho sperato che potesse incarnarsi nel tuo corpicino. Ma non ha funzionato. E ora è di nuovo laggiù, alla deriva. Oh, era splendida, a quel tempo. Una razza di superbe, magnifiche creature. Sono stati loro a crearvi. Non lo sapevi? Voi eravate i loro esperimenti. Soltanto quello. E quello dovevate restare! Manca poco, spero. Il mondo è quasi pronto per il suo ritorno! Fermo! In attesa della seconda venuta!-

Caleb vorrebbe tanto dirgli che è pazzo, ma a parte il fatto che non ne è più tanto sicuro non riesce nemmeno ad articolare le parole... se continuano a drogarlo in questo modo oltre che ad un centro psichiatrico dovrà fare domanda anche ad un centro di recupero per tossicodipendenti.

Gli viene da ridere, ma il rumore di passi proveniente dal corridoio lo distrae.

-Uh... Oh-oh. Eccoli là. Quei Templari. O magari gli Assassini, stavolta. Idioti, tutti quanti.-

Caleb stringe gli occhi quando il liquido gli entra in circolo.

Brucia come l'inferno.

-Ti invidio. Voleva che fossi qui ad accoglierla. È stato un suo esperimento a farmi rinascere in uno di... questi corpi.-

Lo sparo interrompe il suo blaterare, facendolo gemere di dolore.

-Tutti giù!-

-Stenditi a terra! Ora!-

Le urla delle guardie urtano le orecchie di Caleb, che si sente sempre più scivolare via.

Si sente un po' come quando entra nell'Animus all'inizio della sessione... sta andando alla deriva.

-Ha una pistola!-

-Guidami nell'ombra, Amore! Sono il tuo strumento!-

-Getta la pistola! Gettala!-

-Buttala a terra!-

Lo sparo che segue non può raggiungere Caleb, che ormai è scivolato a terra.

-Libero! Libero! Sentigli il polso!-

-Perde molto sangue.-

-è in stato di shock... dobbiamo portarlo di sopra... via, via... fate spazio..-

Caleb si sente fluttuare verso l'alto.

Vorrebbe solo poter rivedere Jo ancora una volta... l'ultima volta.

 

 

 

Il bip cadenzato dell'apparecchio per il controllo dei parametri vitali ha un che di rassicurante.

Sa che cosa significa.

Significa che è ancora vivo.

Apre gli occhi e fa un profondo respiro.

Niente tubo in bocca.

Ha visto abbastanza puntate di Dottore House per sapere che anche quello è un buon segno.

Così come il fatto di poter muovere mani e piedi... poco, ma meglio che niente.

Si sente stordito ed è sicuro di non potersi mettere seduto senza vomitare, ma è vivo.

Caleb uno, John zero.

-Signor Martin? Mi sente signor Martin? Caleb?-

La voce che lo chiama non ha nulla di famigliare.

Il viso di un uomo entra nel suo campo visivo.

Indossa un camice bianco.

Il fatto che ci metta qualche secondo ad associarlo alla figura di un medico la dice lunga sul suo stato mentale.

 Peccato... non è il dottor House.

Strizza gli occhi infastidito quando quello gli punta una luce dritta nelle pupille.

Ma che modi...

-Bentornato... ci ha fatto preoccupare un po', ma adesso è fuori pericolo... se se la sente qui ce una persona che vorrebbe tanto vederla...-

Caleb annuisce soltanto, non fidandosi della sua voce.

Jo raggiunge il suo letto e si siede accanto a lui.

-Caleb, amore... come ti senti?-

La sua voce vibra di lacrime trattenute, ma Caleb non vuole che pianga... a giudicare dallo stato dei suoi occhi ha già pianto abbastanza.

La cosa lo lusinga e lo rattrista.

-Sto bene...-

La sua voce e roca, ma ferma, e dice la verità... si sente meglio di cinque minuti prima, ed è certo che starà ancora meglio tra qualche ora... soprattutto se lei rimarrà li con lui.

-è tutto finito...- lo rassicura lei.

Caleb sa che sta mentendo... di nuovo... ma non gliene fa una colpa questa volta... cosa altro potrebbe dire per rassicurarlo?

-Ti amo...-

Oh, si potrebbe dire quello.

E potrebbe dire che lo vuole sposare, ma poi si rende conto che lui non glielo ha chiesto e che quello comunque non è il momento adatto per farlo...non potrebbe mettersi in ginocchio, tanto per cominciare.

Quest'ultimo pensiero sconnesso gli fa venire in mente che probabilmente è sotto morfina.

Fantastico.

-Anche io ti amo...-

Ecco, per ora può bastare... anche perché gli occhi gli si chiudono e non riuscirà a tenerli aperti ancora a lungo.

Sente la mano di Jo che passa tra i suoi capelli e le sue labbra sulla fronte.

Sospira, sereno... nelle orecchie il rumore del mare.

  
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