Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Archaix_Lemixia    13/05/2014    1 recensioni
Uno squarcio temporale. Il destino dei mondi viene diviso in due realtà distanti ma unite. La prima è la storia di Roxas. La seconda inizia da un piccolo incidente... Che rischierà di cambiare le sorti dell'intero universo. Una porta. Tre chiavi. Tre cuori. Un unico destino.
" “Queste vengono dette Keyblade e sono in grado di raccogliere i cuori che gli Heartless possiedono. Il luogo in cui tutti i cuori raccolti si riuniscono si chiama Kingdom Hearts. Quando sarà completo noi tutti potremo ricevere quello che desideriamo di più: un cuore.”
Le due Nobody guardarono con stupore i due oggetti nelle loro mani: forse la cosa più preziosa che esistesse al mondo, ed era lì davanti ai loro occhi.
---------------------------------------------------------------------------------------
“Game over. Credevo che avresti resistito di più davvero mi hai deluso, ma ve bene così. Ora che sono libero la mia vendetta sarà ancora più dolce”
Poi due fari gialli si accesero in mezzo al nulla, minacciosi, piantati su di lei
“Ascolta, quando troverai i cuori del Caos, distruggili. Non lasciare traccia o il nostro mondo scomparirà per sempre…”
---------------------------------------------------------------------------------------
ATTENZIONE: DAL CAPITOLO 12 DIVENTERA' CROSSOVER. elenco dei mondi GIA' visitati:
- CALL OF DUTY
- SUPER PAPER MARIO
- HUNGER GAMES
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: KH 358/2 Days
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Riassunto delle puntate precedenti: dopo aver conosciuto Katniss Everdeen e aver scoperto come poter tornare a casa, le nostre tre Nessuno hanno ricevuto l’ordine di sgomberare l’Arena a causa della presenza di Heartless, una cosa mai verificatasi in quel mondo. Grazie alla nuova abilità di trasformarsi in armi sono riuscite a mettere in riga il gruppo, e ora stanno cercando gli ultimi Tributi rimasti…
 
Ormai il sole stava gettando le sue ultime ombre sulla piana verdeggiante che aveva segnato l’inizio di quella storia. I ventotto dischi di metallo scuro sui quali i Tributi dovevano attendere sessanta secondi prima della partenza, prima di cominciare a lottare per la propria sopravvivenza e per l’intrattenimento dei pomposi cittadini di Capitol City, erano ancora presenti e riflettevano la sua delicata luce che pian piano andava diminuendo in un leggero color rosso tramonto.
L’avevano trovato.
Li AVEVANO trovati. Tutti quanti.
E ora attendevano l’arrivo degli stessi hovercraft che li avevano portati lì, e che avrebbero posto la fine di quell’insulso gioco.
 
Flashback, flashback, flashbaaack…
L’unico posto in cui Peeta sarebbe potuto sopravvivere per così tanto tempo era vicino ad un corso d‘acqua, e la scelta non era molta: sicuramente non si trovava vicino al lago, poiché avrebbe temuto un attacco dei Favoriti che prima erano accampati nelle vicinanze. C’era qua e là qualche pozza d’acqua alimentata da una sorgente, ma come fece notare Katniss sarebbe stato troppo esposto alle minacce.
“C’è un torrente, se volete” borbottò Faccia di Volpe portandosi le mani dietro la testa fingendo un distaccato disinteresse.  Quella era l’unica possibilità rimasta, così lo strano gruppetto decise che avrebbe esplorato nelle sue vicinanze; mentre si avviavano Lemixia sentì dirsi dietro le spalle: “Per essere dei sorveglianti non ve la cavate molto bene in orientamento eh?”. Era la voce di Clove la quale scoccò un’occhiata sarcastica alle tre Nessuno che, mascheratesi da degli emissari di Capitol City venute a sorvegliare i Tributi, speravano di proteggere Katniss. Non sapevano il perché, ma Axel aveva detto così, e (come aveva ripetuto Bexyk) la sua parola è LEGGE.
Percorsero in fretta il sentiero che portava al torrente, mentre i caldi raggi di un torrido sole bruciavano l’aria in modo innaturale. Strano, gli Strateghi non avevano più il controllo sull’arena, allora perché il meteo era ancora così strambo?
Camminarono vicino alle sponde fangose, ricoperte da piante acquatiche, che ben presto portarono a massi che diventavano sempre più grossi. Sembrava poco probabile che una ragazzo nelle condizioni di Peeta potesse fare avanti e indietro da quelle pendenze e probabilmente avrebbero fatto dietrofront se Katniss non avesse notato una striscia di sangue secco colato da un masso, dalle striature irregolari, come se qualcuno avesse cercato di cancellarla. Beh, quel qualcuno poteva essere soltanto una persona.
Purtroppo la ricerca fu infruttuosa. Così Cato, sbuffando per il tempo perso, si voltò sui suoi passi e tornò al torrente, seguito dalla compagna Clove e da una scalpitante Bexyk che cercava di fermarlo: “Fermo lì dove credi di andare?? Guarda che ti teniamo d’occhio! Ricorda che quella cosa è ancora là in giro e noi non ti verremo a pre…” all’improvviso, mentre cercava di seguire il Tributo impertinente che se ne tornava indietro imperterrito, sentì un inquietante scricchiolio nel suo petto e si sentì male. Cadde in ginocchio trattenendosi la pancia per soffocare un gemito di dolore, si sentiva ribollire il sangue nelle vene e corrodere quasi le fosse stato appiccato un incendio nel suo stesso petto.
“Bex!!” Lemixia e Archaix si precipitarono in soccorso alla compagna tirandola su, ma la Nessuno sembrava essersi già ripresa “E’ tutto a posto raga…” disse, riprendendo il colorito naturale e tornando la -ragazza- fiera di sempre  “è quello lì che se non se ne sta al SUO posto, sarà punito con l’abbandono!” continuò grave, alzando la voce in modo che quel gradasso potesse sentire.
Dopo un’altra mezzora di ricerca, Katniss si sedette esausta su uno dei massi chiedendosi dove mai potesse essersi cacciato quello stupido di Peeta, e se fosse anche solo vivo… ormai non poteva essere sicura nemmeno su quello. Ma Caesar aveva detto chiaramente di trovare i tributi rimasti, ciò implicava che fossero più di uno. Faccia di Volpe. E lui. Doveva essere vivo.
“Che hai?” chiese la ragazza dal viso volpino, sedendosi accanto a lei “Sei stanca di cercare?”
Non aveva l’aria molto preoccupata ma se era venuta a chiederle come stesse, si disse Katniss, allora in quel momento doveva apparire veramente stanca. E lei non doveva apparire stanca. Mai. Si accorse solo in quel momento di star premendo le mani contro le ginocchia e le ritirò, spostando lo sguardo verso di lei. Katniss la guardò negli occhi forse per la prima volta da quando erano iniziati gli Hunger Games, chiedendosi come l’avrebbe vista se non si fossero incontrate in quelle circostanze. Probabilmente sarebbero potute anche diventare amiche. Ma anche no.
“Stiamo cercando a vuoto” rispose infine tutto d’un fiato.
“Mi sai che hai ragione. Stiamo cercando nel posto sbagliato” rispose la Tributo,  aggrottando la fronte e incrociando le braccia.
Che strategia aveva usato per tutto questo tempo? Non le sembrava una ragazza molto forzuta, la sua arma doveva essere l’intelligenza…
Katniss si scosse dai suoi pensieri e si rese conto di stare individuando le persone solo in base ai loro possibili punti deboli e di forza. Pochi giorni, erano bastati pochi giorni in quella stupida Arena per cambiarla così radicalmente? Senza degnare la domanda seguente di Faccia di Volpe si alzò e, ritornando al torrente, si sedette vicino alla riva fangosa ricoperta di piante acquatiche. Sospirò, ripensando a tutto quello che aveva dovuto passare da quando era stata nominata, alle nuove conoscenze che aveva fatto, a Cinna, a sua madre e alla sua sorellina… si rialzò per tornare indietro.
“..AHIO!!..”
Una voce proveniente da non si sa dove la riportò alla realtà e la fece sobbalzare all’indietro per lo spavento: il terreno sotto i suoi piedi si era appena mosso e aveva detto “Ahio”!!!!
“Ehi dolcezza, ti spiace togliere il piede da lì? Mi fai male.”
Il fango e le piante presero vita e, tra il marrone della fanghiglia e il verde delle foglie, Katniss vide aprirsi due occhi azzurri che potevano appartenere solo ad una persona.
“…chiudi gli occhi un’altra volta” gli ordinò, e Peeta scomparve nuovamente sotto uno strato di fango e piante, praticamente invisibile.
“Credo che tutte quelle ore passate a decorare torte ti siano tornate utili” commentò alla fine, stupefatta.
“Sì, la glassatura. L’ultima difesa del moribondo.”
“Tu non stai per morire” lo corresse lei con decisione.
“E chi lo dice?”
“Lo diciamo noi!!”  la voce irritata di Lemixia si intrufolò nella conversazione. Le tre Nobody erano in piedi, dietro di loro, che li fissavano con uno sguardo così truce che era una fortuna se erano coperto dai cappucci. “Se non ricordo male, avevamo detto tutti insieme” affermò sempre più seccata la Nobody avvicinandosi alla sponda. Osservò il ragazzo che era  mimetizzato fra foglie e fango. “Travestimento eccellente, ma hai scordato di coprire questi piccoli ripiegamenti di foglie che tradiscono subito la tua posizione…” constatò sfiorando alcune piante, affermando una cosa della quale Katniss non si sarebbe mai accorta. Ma forse neanche il resto del mondo.
“OOH beh per te faremo un’eccezione dato che hai trovato Peeta, finalmente abbiamo finito con le ricerche!!” esclamò Lemixia cambiando all’improvviso di umore e girando su sé stessa, mentre Bexyk e Archaix annuivano. Dietro di loro gli altri Tributi si stavano avvicinando, sospirando di sollievo alla notizia che le ricerche erano finite. “Alé, non vedo l’ora di vedere la faccia tumefatta del presidente Snow quando lo vedo, perché ho intenzione di riempirgliela di botte” *
“A-Arc…”
Un suono flebile ed impercettibile arrivò alle orecchie della numero XV che, voltatasi all’improvviso e facendo zittire tutti, intravide una figura tremante e nascosta alla bell’e meglio fra le piante; senza fare rumore si avvicinò a passi lenti, con molta cautela, fino a ritrovarsi davanti un fagotto di foglie e fango.
“Oh mio Xemnas e tu che ci fai qui Evan?”
Alla numero XIII si rizzò la colonna vertebrale al sentire quel nome: Evan era lì?? Ma certo che era lì! Era con loro mentre esploravano la Fortezza Oscura, e sicuramente era stato risucchiato insieme a loro in questo mondo.
Il fagotto prese vita e si alzò titubante in piedi  “B-Bexyk? Sei tu?” chiese con la bocca impastata dalle lacrime che gli stavano solcando il viso. Bexyk scostò lievemente il cappuccio per far intravedere un sorriso comprensivo e si portò un indice alla bocca:
“Ssshh, i ragazzi che sono qui con noi non devono sapere i nostri nomi…” sussurrò cercando di essere più accogliente possibile e gli posò una mano sul capo, dove la melma gli aveva incrostato i capelli corvini.
“Aaaah accidenti vi ci vorrebbe un bagno a te e quel tizio laggiù…”
Non finì la frase che il ragazzino le gettò le braccia al collo e la strinse forte senza smettere di tremare, piangendo di felicità. Aveva passato dei giorni così terribili nell’Arena? Non se lo chiese, e ricambiò il goffo abbraccio avvolgendolo con le sue braccia, sussurrando: “è tutto a posto piccolo, è tutto a posto, adesso non ti molleremo più un istante e ti riporteremo a casa…”
Dopo aver mollato la presa, la Nobody si accorse di avere accanto la numero XIII che, con gli occhi stranamente lucidi, si era portata le mani alla bocca come per soffocare un grido. Sinceramente non l’aveva mai vista così.
“Evan…?”
Il bambino alzò il viso nella sua direzione e sbarrò gli occhi, per un attimo come avvolti da una nuvola di nebbia, e lasciò andare la presa su Bexyk; la Nessuno li guardò confusi per qualche secondo incerta sul da farsi, poi optò per risvegliarli da quell’improvvisa catalessi prendendo Archaix per una manica e scuotendola violentemente.
“AAAAHH ma che fai Bex!?” Archa si risvegliò scombussolata tanto che quasi cadde all’indietro.
“Sorellona…” disse a bassa voce Evan, poco prima di riscuotersi dal sogno ad occhi aperti con violenza e guardarsi intorno spaesato  “Eeehh? Ma dove sono??”
“Ehi voi ma che succede??” sentirono il grido seccato di Clove e si voltarono.
“Nieeente, abbiamo trovato il ragazzino che cercavamo, si era perso qui…” cercò di spiegare Lemixia alzando le mani aperte ad altezza del petto per apparire sincera ma non poteva sapere quanto le avrebbero creduto, dato che è ABBASTANZA difficile per un bambino entrare in quel campo da gioco. Si avvicinò alle altre due e si guardò intorno, notando con sorpresa che vicino a loro stava un altro fagotto mal nascosto fra l’erba. Un fagotto che nascondeva in modo grossolano un altro ragazzino.
“Eeeehi voi laggiù, vi siete accorte che anche Abel è qui con noi?”
Immediatamente Evan scattò in piedi senza preoccuparsi del fango e delle piante che ancora lo imbrattavano sulla schiena e si mosse in direzione del compagno  “non fategli del male!!” esclamò rivolto in direzione del gruppo di Tributi.
Anche se in quel momento erano la causa minore, dato che erano rimasti fissi a guardare senza capirci molto.
Che strano…
Evidentemente chiunque venisse risucchiato dalla trappola alla Fortezza Oscura veniva spedito qui… Quindi questa trappola fantomatica non era stata piazzata per caso e neanche per nessuno in particolare… La spiegazione più logica poteva essere solo questa: qualcuno (o qualcosa) voleva che loro tre finissero confinate lì. E sempre quel qualcuno aveva piazzato gli orologi in giro per il mondo. E sempre quel qualcuno aveva liberato un Heartless assassino nel campo da gioco.
Alla fine le Nobody presentarono Evan e il suo compagno Abel, che stranamente era rimasto addormentato per tuuutta la sua permanenza in quel mondo, agli ex-concorrenti, che non accolsero la notizia con gran entusiasmo ma poco importava, ora erano tutti finalmente riuniti. Dopo aver parzialmente curato le ferite di Peeta provocategli da Cato (che ovviamente non si scusò), Tresh si offrì di portarlo in spalla finché non fossero arrivati, e tutti insieme si incamminarono seguendo al contrario la strada percorsa.
Dopo qualche ora, quando ancora i caldi raggi solari rischiaravano la vallata circolare,  il gruppo si poté finalmente riposare sulla fiancata ancora calda della Cornucopia; Katniss raggiunse Tresh e diede un leggero scossone a Peeta che, disteso per terra sul campo erboso, sembrava essersi assopito.
“Ti senti meglio ora?”
Peeta aprì gli occhi, solo un attimo.  “Non ci stanno più riprendendo, puoi anche non fingere più di interessarti a me” rispose flebilmente, tanto che per sentirlo la ragazza dovette avvicinarsi a lui.
“…ma se vuoi darmi un bacio spontaneo accetto volentieri” continuò lasciandosi sfuggire una risata, vista la loro vicinanza. Katniss si ritirò subito “Divertente” rispose ironicamente ridendo piano anche lei.
“Katniss Everdeen, potresti prestarmi ascolto un attimo?” questa invece era Faccia di Volpe; la Tributo si volto alla sua sinistra, dove la vecchia concorrente le stava facendo segno con la mano di avvicinarsi. Attorno a lei stavano Rue, Clove e Cato, in atteggiamento di riflessione. Che stavano facendo?
Tresh si alzò per andare a sistemarsi accanto a Rue, e Katniss esitò un attimo nel lasciare lì Peeta ma si convinse che tanto erano a neanche un metro di distanza.
“Bene, voi tutti sapete bene quanto me che la gente di Capitol City travolgerà gli studi per avere notizie di noi” faccia di Volpe cominciò il suo discorso.
“e vorranno sapere quello che è successo mentre non eravamo controllati. Quindi propongo di decidere una versione comune…”
Vero! La gente era troppo presa dal survival game per abbandonarlo proprio in quel momento. Avevano bisogno di una strategia, anche fuori dall’Arena.
Intelligente, la ragazza…
 
“Clara…” Evan si avvicinò alla Nessuno, in piedi accanto al gruppetto, che sorvegliava vigile la pace temporanea dei Tributi.
“Come mi hai chiamato…?”
Evan si avvicinò a lei e le prese un lembo del mantello, avvicinandoselo al petto  “Torna a casa… ci manchi”
Archaix si voltò –esterrefatta-  incrociando i suoi occhi che per un istante assunsero un altro colore e non furono più i suoi  “T-tu…”
Perse l’equilibrio e cadde all’indietro, venendo acciuffata da Lemixia; la Nobody disse qualcosa ma lei non lo sentì, la sua mente era proiettata al di fuori dei pensieri. Come era possibile che Evan conoscesse il suo vero Nome?? Ha detto di tornare a casa… casa dove? E perché la sua anima in quell’istante è diventata identica a quella di…
“..ai bene? Insomma Archa rispondimi!!” Lemixia la stava scuotendo delicatamente per farla rinvenire, sbuffando che questa cosa stava accadendo un po’ troppo spesso.
“U-uh si… sto bene…” rispose lei portandosi una mano al viso, scoprendo che un’unica calda lacrima le aveva percorso una guancia.
“No non stai bene, che ti succede?” la guardò truce.
“Non lo so… Per un istante mi è sembrato di vedere attraverso Evan l’anima di… di mia sorella”
Sua sorella. Per un attimo aveva scorso gli occhi di lei. Ne era certa.
“Hai una sorella?” chiese Lemixia alzando un sopracciglio   “E come fai a ricordartel…”
Tu-Tump
Si guardarono.
                     Tu-Tump
“Hai sentito?”
                                       TU-TUMP
Lemixia si irrigidì impercettibilmente e allungò la mano verso la compagna che istintivamente la prese, e sentì che attraverso di lei stava sentendo qualcosa di nuovo, qualcosa che sembrava perduto per sempre.
Sentiva la presenza di un oggetto dalla forma simile a Kingdom Hearts, vagheggiante e offuscato dalle nubi dell’oblio, che vagava disperso insieme ad altri due compagni identici, alla ricerca della luce.
Si voltò verso la Nobody che, ripresasi dall’irrigidimento, aveva intuito la stessa cosa.
 
“Archa cos’hai stai bene?” chiese il ragazzino che, vedendo i loro volti stralunati e persi nel vuoto, si era spaventato al solo pensiero di perdere di nuovo le uniche persone che conosceva in quella banda di giganti. Lemixia scosse la testa per riprendersi dal sogno ad occhi aperti, e gli rivolse un caldo sorriso rassicurante: “Ma niente, ci è solo venuta in mente una cosa. Puoi lasciarci un attimo sole Evan? Guarda, vai da quella ragazza, Katniss, e insieme cercate di rianimare il tuo amico ok?” cercò di assumere il tono più caloroso e confortante possibile, e sembrò che ci fosse riuscita. Evan annuì vigorosamente e si alzò in piedi dirigendosi spedito verso la Tributo che, vedendosi arrivare un bambino dall’età discutibile per girovagare in giro da solo, sospirò sconsolata.
 
“Che cos’erano quelli?” sussurrò la Nessuno, senza fiato.
“Non lo so…” ammise Archaix,  sbattendo le palpebre per tornare alla realtà.
“…Ma qualunque cosa sia ha a che fare con i nostri cuori” concluse Bexyk che era praticamente dietro di loro, e sempre insieme a loro aveva sentito quella sensazione magica.
“Ragazze non mi estraniate dai discorsi, sono curiosa voglio sentire anche io!” Bexyk finse di arrabbiarsi chiudendo le mani a pugno e mettendo il broncio, ma allo stesso tempo rideva,  una sottile risata quasi sincera.
La ragazza si voltò per controllare che i Tributi non si stessero scannando fra di loro, ma sembravano aver deciso di fare realmente una pausa “Bene bene bene, sapete tutte cosa significa?” chiese dopo un attimo di silenzio. Le facce di Lemixia e di Archaix diventarono due punti interrogativi.
“-_- ragionate, perché l’Organizzazione ci voleva con loro?” continuò Bexyk dandole loro un indizio, che finalmente fece capire anche a loro l’intero quadro della situazione.
Dalle loro facce capì che avevano afferrato: “Ora è TUTTO chiaro, loro non ci vogliono perché sappiamo usare Energia e Gravità e cose del genere, noi tre abbiamo qualcosa che non ha nessun altro…” fece un attimo di pausa, abbassando poi la voce nel rischio che qualcun altro sentisse.
“…Archaix, qualunque cosa tu possa fare con l’anima di cosa ti sta attorno, sicuramente servirà a Xemnas per qualcosa. Lemixia, quello che abbiamo sentito probabilmente erano i nostri stessi cuori e sei stata tu a individuarli, cosa che ci fa sperare di ritrovarli un giorno…mentre io…”
 “Tu sola hai la capacità di impugnare noi due” la precedette Lemixia “solamente tu puoi usare a tuo vantaggio i nostri poteri nascosti, lo dimostra il fatto che hai sentito i nostri cuori mentre eravamo connesse ma non mi stavi dando la mano”
Bexyk la guardò stupita, forse quella era l’unica cosa di cui non si era accorta.
“Wow, certo che sei veramente intelligente Bex! Come ci sei arrivata??” Lemixia era quasi incredula nel pensare di aver scoperto un tassello del puzzle, del grande puzzle di cui loro erano probabilmente quelli centrali. La Nessuno si grattò la testa: “Veramente non lo so neanche io, poco fa una voce si è insinuata nella mia testa e mi ha sussurrato alcune di queste cose…”
Le due la guardarono male.
“OmmioXemnas Bexyk parla con i fantasmi XD”
“Ed dai!! Non scherzare ^^”
Fine flashback, flashback, flashbaaaack…
 
*= Presidente Snow: organizzatore degli annuali Hunger Games; naturalmente tutti i Tributi sono portati ad odiarlo visceralmente.
 
                                                                                        
Eccoli arrivare, con le loro scintillanti strutture argentate, come mostri di metallo nel grande blu infuocato dagli ultimi raggi di un sole morente. Sette magnifici giganti che si stagliavano nel cielo, maestosi e imponenti. La luce stava lentamente cedendo alle lusinghe del buio, che pian piano avvolgeva ogni cosa nella sua dolce e letale stretta.
Dodici figure appoggiate al grande corno dorato si radunarono al centro del prato verdeggiante, pronte ad essere prelevate.
“Finalmente la possiamo finire con questa pagliacciata” sentenziò a bassa voce Lemixia stirandosi all’indietro le braccia addormentatesi per la lunga attesa. Dopo soli tre giorni passati in quel luogo, se avesse avuto un cuore (e ora sapeva di per certo di averlo, da qualche parte disperso nel buio) poteva quasi affermare di odiarlo. Sentendo le sue parole, Bexyk si grattò la testa (o almeno il cappuccio che la copriva) ricordandole il motivo della loro permanenza in quel mondo: “Lemi guarda che noi non andiamo con loro, dobbiamo trovare l’orologio e andarcene in un varco oscuro..” la corresse pacatamente.
“…DHO!!” fu la risposta della Nessuno, che aveva realizzato quanto appena detto solo allora “Oh Xemnas è veero!!Dove sarà il terzo orologio? Speriamo sia l’ultimo…”
I sette hovercraft si stavano avvicinando disponendosi in una strana configurazione a circonferenza, posizionandosi lentamente sopra le loro teste.
C’era qualcosa che non andava.
“Ragazze, non trovate strano che ne siano venuti così tanti?” chiese Archaix guardando verso l’alto, verso una delle cabine di pilotaggio di quei mostri volanti, e per un attimo le sembrò di vedere affacciata al finestrino una maschera bianca e nera con un sorriso esagerato che la salutava…
 
No. In effetti era strano che ne fossero venuti così tanti, e lo era ancora di più il fatto che fossero disposti a cerchio nel cielo, come per circondarli. Come se avessero paura di vederli scappare…
Un fulmine  a ciel sereno colpì le menti delle tre Nessuno nello stesso momento, che si guardarono l’un l’altra con uno sguardo quasi stupito e atterrito.
“SCAPPATE! SCAPPATE TUTTI!!” gridarono in coro allontanandosi di scatto dalla letale cerchia: mentre correva Bexyk agguantò Katniss per un braccio e la trascinò violentemente con sé, Lemixia spinse Thesh  perché lo seguisse e Archaix si caricò fulminea Abel in spalla e prese per mano Evan correndo via.
Ma era troppo tardi: sette raggi di energia vennero sparati dall’alto, intensi  e luminosi raggi bianchi che a contatto con il terreno bruciarono letteralmente l’erba catturata dal fascio, muovendosi all’unisono per avvicinarsi e restringere il cerchio mortale. Tutti i tributi vennero colti dal panico più totale e cercarono di fuggire  attraverso in varchi rimasti in mezzo ai raggi correndo disordinatamente ed intralciandosi a vicenda.
Ma Mentre il trio incappucciato correva a perdifiato verso il bosco seguito da Tresh con in spalla un ancora moribondo Peeta Clove li raggiunse alla svelta dando nella foga una spallata a Faccia di volpe che barcollò all’indietro e cadde distesa sul prato mentre un raggio la raggiungeva lentamente. Senza neanche voltarsi a vedere cosa fosse successo, e forse per il terrore di vederlo, Cato si lasciò il suo grido terrorizzato alle spalle e fuggì più veloce che poteva nel bosco insieme agli altri. Gli Hovercraft continuarono la loro avanzata verso le loro piccole prede distruggendo tutto quello che incontrava il loro raggio luminescente, l’unica speranza di fuggire era nascondersi nel fitto della foresta ed è quello che fecero, fuggirono più veloce che poterono senza una meta ma più lontano possibile da lì. La scia di distruzione li seguiva incessantemente e non accennava a rallentare, uccideva ogni cosa al suo passaggio, sterminava ogni creatura e pianta o qualsiasi altra cosa senza lasciarne traccia.
Tresh e Archaix erano in difficoltà, avevano dei pesi sulle loro spalle e non potevano muoversi velocemente, ma cercavano di procedere ugualmente e allo stesso ritmo, finché non raggiunsero insieme agli altri una parte del bosco che non avevano mai visto e a quel punto Tresh si fermò di scatto:
“FERMI TUTTI, VOLTATE A DESTRA!!” gridò con foga, ma nello stesso istante si era già voltato verso sinistra e aveva ricominciato a correre come un matto. Bexyk capì subito la strategia usata e fece cenno a Lemixia di voltare con lui, era un vecchio trucco usato per disorientare il nemico. Infatti gli Hovercraft voltarono tutti a destra all’inseguimento di qualcuno…
“RUE!!!”
La piccola Rue non aveva sentito l’avvertimento o non l’aveva compreso, era in testa al gruppo e aveva girato senza pensarci, finendo nella zona più inospitale della foresta: quella dove era impossibile fuggire.
Tresh si fece una frenata in stile Ferrari e si liberò del carico sulle spalle senza perdere un secondo, e  prima che qualcuno potesse dire niente era già sparito nel fitto del fogliame.
“Ma che Fai Tresh!” gridò Lemixia correndogli dietro, seguita da Archaix (che non poteva non seguirla) e Bexyk.
“Dove andate!?”
 
Corsero fino al punto in cui gli hovercraft si stavano radunando e la videro, incastrata con uno in una radice che doveva per forza essersi animata per intrappolarla in quel modo, nel tentativo disperato di togliersi la scarpa prima che la raggiungessero, ma non ci fu niente da fare:
uno dei raggi luminosi della morte la illuminò, e per un attimo il suo corpo apparve fatto di pura luce.
Ma non era luce. Era fuoco.
La ragazza si dibatté per spegnere quelle fiamme inestinguibili che la stavano divorando come cani rabbiosi ma invano, mulinando le braccia in fiamme. Aprì la bocca per gridare, lanciando un’ultima disperata invocazione di aiuto prima che le sue corde vocali venissero completamente bruciate.
I suoi occhi divennero rossi come il fuoco che la circondava, e lanciarono un ultimo sguardo implorante al cielo, sapendo che nessuno avrebbe potuto aiutarla.
In pochi secondi di lei non rimase più nulla.
Ma quei pochi secondi, agli occhi dei quattro ragazzi nascosti fra le piante, silenziosi spettatori della sua agonia, erano sembrate delle intere ore.
Rue si era sciolta davanti ai loro occhi.
 
Tu-Tump
                 Tu-Tump
                                  Tu-Tump
 
Non poteva essere. Non poteva. Un attimo prima era lì, e quello dopo era…
Il battito cardiaco di un unico cuore si insinuò nelle menti delle tre Nobody facendole sussultare, insinuando in loro uno dei ricordi peggiori delle loro memorie. Il sentimento che in quel momento stava provando Tresh era amplificato da qualcosa di inspiegabilmente potente e vicino, una sensazione terribile, peggiore di qualunque altra mai provata.
Non era possibile, i Nessuno non potevano provare sentimenti, non potevano..
E allora perché stavano tremando di terrore?
 
Tu-Tump
                 Tu-Tump
                                     Tu-Tump
 
 
Quando un Nessuno deve provare un’emozione, non ci riesce. Non sente il bisogno di manifestare uno stato d’animo che non prova. Il massimo che può accadere è che la sensazione si trasformi in un miglioramento o peggioramento del fisico a seconda dell’influsso positivo o non.  Ed era quello che stava succedendo in quel momento.
Il terrore non era astratto, ma una presenza viva e opprimente che schiacciava le menti delle tre compagne con la stessa intensità di chili di cemento, che feriva i loro corpi come una pioggia di mille aghi, che distruggeva ogni loro pensiero logico come un perfido virus informatico mentre resetta allegramente la scheda madre. Ma in quel momento niente di tutto quello poteva trasparire dai loro volti atoni, il cui unico elemento di attenzione erano gli occhi fissi nel punto in cui qualche secondo prima, illuminata dai raggi di luce degli Hovercraft, giaceva la loro compagna.  Tresh rimaneva immobile, aggrappato al tronco di un albero nel quale stava piantando le unghie nel tentativo di controllare quell’emozione che era a metà fra la rabbia e la paura. Tutti e quattro attendevano solo il momento in cui quelle macchine volanti se ne fossero andate, contente delle loro due belle prede, per tornare dagli altri incamminandosi in un silenzio che in quel momento sarebbe bastato a riassumere milioni di parole.
Dopo pochi minuti di marcia, il gruppetto raggiunse gli altri Tributi e quello che vide non migliorò di molto la situazione.
Cato, in preda ad un attacco di rabbia, era in procinto di picchiare Evan.
Svelta come un ghepardo Archaix si fece afferrare per il braccio da Bexyk e si pararono davanti ai due per evitare la zuffa: “Questo bambino non si tocca!” sibilò la numero XV puntandogli la lama stellata davanti al viso.
“Proprio voi me lo dite!?” Cato rispose rabbioso con altrettanta sfacciataggine scansando l’arma con un braccio e respingendo la Nessuno contro un albero sul quale sbatté pesantemente. “EHI ma che ti prend-“
“Cos’è questa storia, ci volete tutti morti!? Non volete che sveliamo al resto del mondo il vostro ibrido fallito, eh?? Rispondimi!!” gridò il ragazzo con più forza di quanta avesse voluta e prese Bexyk per la collottola del vestito. Lasciando scivolare inavvertitamente il cappuccio, e svelando l’identità della ragazza.
“Una femmina?”
Bexyk alzò lentamente il capo, mostrando qualcosa che era a metà fra un sorriso e una smorfia di rabbia: “Si, una femmina, qualcosa in contrario?” rispose brusca e lo colpì ad un fianco con la Keyblade. Cato indietreggiò portandosi le mani sulla parte ferita del corpo per bloccare il dolore.
“Bene ragazze lo spettacolino è finito, togliamoci i cappucci” disse lasciando cadere a terra la Keyblade.
La bianca arma della luce ritornò ad essere Archaix, che insieme a Lemixia scoprì il suo volto suscitando non poco stupore.
“Non veniamo da quella stupida città e tantomeno siamo in combutta con quegli stupidi elicotteri, e non sappiamo un accidente del perché siamo qui e cosa stia succedendo in questo stupido gioco!” precisò Bexyk sputando quasi l’affermazione in faccia al Tributo. La confusione e l’allibimento di tutti si riassumeva dai loro volti stupefatti. Evan indietreggiò velocemente e si accovacciò vicino all’amico ancora svenuto, adagiato vicino a Peeta, e tentò nuovamente di svegliarlo senza risultati.
Lemixia alzò lo sguardo rivolto al cielo scuro che sopra di loro ricopriva le alte fronde degli alberi di uno spesso strato di oscurità, immaginandosi di vedere nuovamente gli Hovercraft stagliarsi sopra le loro teste come delle grandi ghigliottine “Ora che sapete la verità io spero che non comincerete a scorticarvi a vicenda, siamo ancora in missione per mantenere l’ordine” si voltò in direzione di Clove che la stava guardando con sguardo truce, ma subito abbassò lo sguardo “e per proteggervi” aggiunse dopo qualche secondo, con un tono di voce più basso.
Decisero infine che per quella notte si sarebbero accampati lì e che le tre Nessuno avrebbero fatto da sentinelle. Clove dissentì dicendo che ci avrebbero subito trovati se non ci spostavamo, ma la numero XV le tappò la bocca con un: “Stai pensando come una preda, e se ti sposti farai il rumore necessario affinché ti trovino”.
Katniss non aveva ascoltato una sola parola del loro discorso. Era china sul petto di Peeta, ascoltava il ritmo irregolare dei suoi battiti, era preoccupata. Non sapeva, non lo sapeva perché era preoccupata per lui e non le importava, ma riconosceva bene un malato quando lo vedeva. Sua madre era aveva il compito di guarire le persone che spesso in gravi condizioni lasciavano la miniera, quella miniera che ormai tanti anni fa aveva inghiottito suo padre senza liberarlo mai più…
Si scosse dai suoi pensieri e alzò il capo sull’albero sopra di loro, dove stava appollaiata una Lemixia non del tutto vigile e attenta a metà strada fra il sonno e la veglia.
“Lemixia… com’è il vostro mondo?” le chiese d’un tratto, senza sapere da dove era spuntata quella domanda improvvisa. La Nessuno sembrò ridestarsi e si voltò a guardarla negli occhi, in quei occhi castani profondi come un oceano,  e rispose biascicando: “yawn…. In realtà noi vaghiamo in giro per i mondi, quindi non ne abbiamo uno nostro, ma di solito la nostra casa è un grande castello dove quelli come noi si riuniscono per realizzare un loro obiettivo comune…”
“…E il vostro qual è?”
Lemixia aprì gli occhi. Qual era il loro scopo nella “vita”? Avevano espresso loro il desiderio di avere un cuore? Davvero lo rivolevano indietro?
“…Direi… trovare la luce”
Lemixia si sdraiò sul ramo sul quale era appoggiata, e per una volta nella sua esistenza da Nessuno cercò di essere sincera con sé stessa. Cosa cercava davvero?
Alla fine si disse di aver detto a Katniss la verità. Qualunque cosa avrebbe fatto, qualunque strada avrebbe intrapreso, avrebbe cercato il cammino che potrà indirizzarla verso il suo destino. La strada della luce.
 
 

“…Lemixia…”
“…si Archa?”
“Dove siamo?”
“ non lo so, probabilmente nel mondo dei sogni.”
“Fammi capire, ci siamo addormentate?”
“Mi sa di si ^^”
“-_-… Senti… quello che hai detto poco fa…”
“lo hai sentito??”
“sembra di si…   tu ci credi davvero?”
“non lo so. Ma qualunque cosa accada, insieme troveremo la soluzione”
“hai ragione ^^”
“raga vi avevo detto di non intavolare conversazioni senza di me!”
“Bex?? Ti sei addormentata anche tu?”
“Addorment- OH SHIT!”


Angolino delle Autrici:
*scappano da una folla di contadini inferociti armati di torce e forconi*
Archa: Ed dai gente…  Non fate così ^^” Calmi, calmi… ^^;
Lemi: N-Non avvicinatevi così eh eh ^^” n-non… OH INSOMMA SMETTETELA DI URLARE, POSATE I FORCONI E SPEGNETE LE TORCE! Così, bravi… ù_ù
Archa: Bene, ecco… Scusate tutti per il mostruoso ritardo, ma vedete…
FdCI (Folla di Contadini Inferociti): BASTA SCUSE!! VOGLIAMO LE VOSTRE TESTE!!!
Lemi: *prende Archaix per il braccio e la mette davanti alla folla brandendola come un arma* FERMI! HO UN’AUTRICE MALATA QUI E NON HO PAURA DI USARLA!!! >_<
FdCI: NO!! GERMI!!! RITIRATAAAA!!!!
Lemi: emh… ok, da questo pesante sclero avrete capito che… la nostra bravissima Archaix si è ammalata e questo 20° capitolo è andato moooolto a rilento… ma ora siamo qui e questo è l’importante vero Archa?
Archa: Vero! Speriamo solo che il prossimo non abbia questi problemi…
Lemi: E che tu ti rimetta presto ^^
Archa: Grazie! Beh, penso che abbiamo detto tutto quindi…
A+L: ALLA PROSSIMA!!! (più presto si spera ^^”)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Archaix_Lemixia