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Autore: Anycolouryoulike    13/05/2014    1 recensioni
Corro tra le piccole stanze della mia casa per paura che un mostro stia seduto sulla mia poltrona a fissarmi, disteso nella mia vasca da bagno, nascosto in cucina o in camera da letto. Fino ad ora non ne ho mai incontrato uno.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia sorella mi spaventava nel buio, sbucava dal muretto della stanza inutile e gridava.
Ridevo e poi piangevo per la paura.
Ora, dopo anni, per passare dalla stanza inutile accendo tutte le luci facendo assurde piroette tra gli interruttori chiudendo uno e accendendo l’altro
 
ON e OFF
 
Mi guardo le spalle per paura che ci sia appeso qualcuno di troppo leggero.
Faccio tutti i giorni la stessa strada: uno stretto cunicolo con case fatiscenti rette da un’impalcatura che ingombra quasi tutto lo spazio con dei teloni bianchi che svolazzano ricordandomi tanto un cartone animato di Tim Burton.
 
Sullo stendi panni di una di queste case sta seduto un grosso-grasso gatto persiano grigio piombo che sembra minacciare di caderti addosso conficcandoti le unghie nel cranio. Mi guarda con quegli occhi gialli vitrei e miagola cercando attenzione.
Mi sale il cuore in gola a pensare che quel gatto possa essere qualche altra cosa.
 
Ho giocato con le mie pupille mentre ascoltavo la musica. Ho avvicinato la lampada agli occhi per guardarle attraverso lo specchio mentre si dilatano e si restringono per verificare che funzionino correttamente, cosicché quando vedrò qualche cosa sarà reale perché i miei occhi funzionano.
O almeno credo.
 
Corro tra le piccole stanze della mia casa per paura che un mostro stia seduto sulla mia poltrona a fissarmi, disteso nella mia vasca da bagno, nascosto in cucina o in camera da letto. Fino ad ora non ne ho mai incontrato uno.
Quando accadrà probabilmente scriverò qualcosa o mi lascerò tagliare dal mostro.
Nel caso in cui sopraviva ve lo farò sapere.
 
“Ho letto quello che scrivi, perché non ne parli con qualcuno? Vuoi parlarne con me? Perché ti nascondi?”

“Stai bene?”
 
“Si, non mi guardare così, è solo un momento passeggero, uno dei miei giorni cattivi.”
 
“Cosa farai adesso?”
 
“Penso che andrò a prendere la mia ascia preferita, poi si vedrà”

 
Nella stanza inutile vi era un quadro, il quadro più brutto che io abbia mai visto. Raffigurava un mostro basso con un terribile becco marrone vomito, un ciuffo di capelli arancione, un vestito azzurro e uno sfondo bianco alle spalle.
Lo sognavo di notte e serravo gli occhi quando ero costretta ad incrociare quella figura.
Dopo anni l’ho ritrovato in una stanza piena di chincaglieria impolverata con specchi troppo puliti per essere in disuso e osservandolo attentamente ho scoperto che raffigurava una bambina con un giornale vicino al viso, un cappellino arancione e un simpatico vestitino azzurro.
Ho guardato il mio riflesso nello specchio e ho pensato di esser stata proprio una stupida. Ho passato anni a chiedermi perché mia madre avesse appeso alla parete della stanza inutile un quadro di un mostro per poi scoprire che raffigurava solamente una bambina con un giornale.
È stata una piccola svista, niente di che.
 
Passo ore ad osservare cercando di notare le cose che potrebbero sfuggire agli altri.
 
Ho visto una donna inginocchiata a pregare con le mani giunte in viso per nascondere le lacrime.
Stava lì ferma tra l’ipocrisia della gente a pregare un Dio che forse non esiste.
L’ho guardata, ho chiuso gli occhi e ho pregato insieme a lei.
Ho visto un vecchio che ogni settimana alla stessa ora si siede da solo allo stesso tavolo e prende sempre lo stesso scotch e lo sorseggia come sempre per un paio d'ore.
Ho visto tanto, ma non credo sia rilevante.
 
 
“ Ho dormito tanto da capire che i sogni sono soltanto un po’ scontati”
 
“C’è stato uno sbaglio! Non volevo che mi portasse via l’anima!”
  
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