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Per loro due, scrivere una canzone è un processo semplice.
Si incontrano, scambiano due o tre parole sulla giornata mentre si avviano in una camera a loro gradita; imbracciano le chitarre, o se presente siedono al pianoforte, si guardano concentrati ed eccola lì, lei c'è fin dal primo accordo, fin dal primo sorriso compiaciuto che si scambiano.
La senti mentre prende vita, assume contorni via via più definiti, mentre cresce e non puoi far a meno di socchiudere gli occhi ed assaporarla, con una punta di stupore e di sano orgoglio.
Man mano le dita, inizialmente incerte premono sui tasti con più convinzione, il piede comincia a battere a terra scandendo il tempo, la schiena si incurva verso lo strumento, lo sguardo diventa più attento e le labbra cominciano a schiudersi.
Senti i primi mormorii, poi le prime sillabe, poi le prime parole dalle rime forse un po' banali, che saranno aggiustate in un secondo momento, senti le parole di incoraggiamento e i più sinceri complimenti che l'uno riserva all'altro, la risata cristallina e sincera per la battuta spicciola e sicuramente allusiva che uno dei due ha celato all'interno della canzone che stanno creando.

E' incredibile, l'hanno trovata anche stavolta, si scambiano uno sguardo di pura complicità appuntano qualche accordo e qualche parola su un foglio, ne discutono e non possono fare altro che trovarsi d'accordo, hanno perfettamente capito cosa l'altro cerca di trasmettere, cosa entrambi cercano di trasmettere attraverso quelle rime.
Per loro due, scrivere una canzone è un processo naturale.
Eppure non lo avresti mai detto se li avessi visti.
All'apparenza così diversi, così, quasi opposti,  se li guardi dall'esterno non puoi non notare le loro differenze: il ragazzo con il sorriso sincero, i modi eleganti, il ragazzo insicuro del suo peso e del suo aspetto, aveva trovato il suo migliore amico nel ragazzo dai modi rozzi e scostanti, il ragazzo che conoscevano tutti per la sua fama di teddy boy, quello espulso dall'istituto d'arte! Così diversi, così opposti,  eppure fatti l'uno per l'altro, non c'è dubbio.
Possiedono una tale intimità,un'alchimia e mette quasi in imbarazzo stare insieme a loro. Si completano.
 
Quindi li osservi, nascosto dietro l'angolo della porta del salotto di casa tua, li osservi da dietro quella lente concava che usi per impregnare i tuoi ricordi.
Ed è così, proprio così che vuoi ricordarli, chini sui loro strumenti impegnati nella loro nuova creazione, nella loro magia.
E, forse per la tua timidezza, per il fatto che sei il più piccolo, non glielo hai mai detto anche se lo pensi davvero.
Sono fatti per essere dei grandi.


Angolo autrice.
Ogni tanto spunto su questo sito, giusto per ricordarvi della mia esistenza.
Non vi libererete mai di me!
Questa os in seconda persona è un mio piccolo esperimento, in realtà non volevo nemmeno pubblicarla ma in preda ad un -raro- impeto di autostima la pubblico.
Il POV appartiene a Michael McCartney, il fratello più piccolo di Paul. 
L'ho sempre visto come un ammiratore del fratello, la queen of sass della situazione, e ne è uscita questa os.
Mi sono ispirata ad una foto della quale ho messo il link (dato che non ho la più pallida idea di come si mettano le foto nelle os).
Detto ciò, mi dileguo.
Peace and love
JennyWren