Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: mamie    14/05/2014    6 recensioni
"Siamo tutti eroi, però con calma..." (Nocturnia)
Una raccolta di flashfic dedicate, come recita il titolo, a piccoli momenti di vita quotidiana sull'Arcadia, a volte buffi e divertenti, altre volte più malinconici e riflessivi.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
13. Ammutinamento!
 
̶  Yuki, spara la bomba, presto!
Yuki trattenne il fiato per un attimo e non disse nulla.
̶  Yuki… che ti succede…
Harlock si guardò attorno, incredulo. Perché improvvisamente tutti stavano a guardarlo a bocca aperta e non scattavano come al solito ai suoi ordini?
̶  Harlock… - cominciò l’aliena col suo solito tono strascicato, lasciando cadere un’altra delle sue perle di saggezza.
̶  Meeme…
Harlock era sbalordito. Persino lei, che aveva sempre accettato senza discutere ogni sua decisione, anche la più folle, ora sembrava tirarsi indietro.
Ma il colpo di grazia glielo diede lo scossone che sentì quando l’Arcadia cambiò improvvisamente rotta.
̶  Amico mio, anche tu mi tradisci… - mormorò incredulo.
Facendo roteare il mantello con un gesto stizzito si diresse a grandi passi verso la barra del timone. Ebbene, se gli altri non lo avessero seguito, avrebbe fatto tutto da solo. Non fece in tempo, però, ad azionare il meccanismo che avrebbe disattivato la trazione dell’Arcadia, fermandola.
̶  Addosso! – urlò qualcuno alle sue spalle. In un attimo si trovò circondato da ogni parte, immobilizzato e legato come un salame.
C’è da dire che il successo della manovra fu dovuta al fatto che l’ultima briciola di buonsenso rimasta al Capitano gli aveva impedito di reagire violentemente facendo del male al suo equipaggio, tuttavia Harlock si trovò depositato come un pacco sul suo trono, legato saldamente allo schienale e ai braccioli con più corde che borchie nella sua divisa. Però non lo imbavagliarono. Evidentemente non lo reputavano necessario: tanto non parlava mai!
 
̶  Ora ascoltaci bene, Capitano! – questo era Yattaran, che si era posizionato a gambe larghe e braccia conserte davanti a lui, cercando inconsciamente di imitarne, senza troppo successo per la verità, la consueta posa granitica.
̶  Io non so cosa ti sia bevuto negli ultimi cento anni, ma certo non era roba buona. Ti abbiamo seguito per tutto l’universo a piazzare bombe a destra e a manca e ci siamo fidati quando ci dicevi che sarebbe stato per il nostro bene. Permettici ora di dissentire. Saltare tutti per aria, dal nostro punto di vista, NON è il nostro bene. Senza contare che non hai nemmeno chiesto il parere al resto dell’umanità e questo non è da te.  Ora, secondo l’antica legge dei pirati, su questa nave le decisioni fondamentali si prendono tutti insieme e noi abbiamo deciso che l’universo va bene così com’è ancora per un po’, per cui o accetti la nostra decisione e continui ad essere il nostro capitano, o ti sbarchiamo su qualche pianeta deserto e a mai più rivederci.
 
Prevedibilmente, Harlock non rispose, anche se col suo unico occhio cercava di incenerire uno a uno i suoi ex compagni, i quali d’altra parte abbassavano la testa e strascicavano i piedi come tanti scolaretti sorpresi dal maestro a combinare qualche marachella.
Fu in quel punto che Yama, che era uscito in ricognizione, arrivò in plancia trafelato, tenendo in mano un fragile fiorellino color latte.
̶  Capitano! – gridò – Capitano! Guarda! La Terra è ancora viva! Crescono di nuovo i fiori!
Solo in quel momento si bloccò realizzando la stranezza di tutta la situazione.
̶  Mi sono perso qualcosa? – chiese.
 
̶  Ah… ehm… mi pare tutto a posto – tossicchiò Yattaran dando un’ultima spolverata al mantello del Capitano, dopo averci messo un quarto d’ora buono a slegarlo da tutte le corde.
̶   Allora, che si fa?
Se l’occhio di Harlock fosse stata una bomba a vibrazione a quel punto sarebbero saltati tutti in aria. Per fortuna non lo era.
̶  Rotta verso la Terra. Andiamo a distruggere i satelliti olografici – rispose, con la voce di un’ottava sotto il suo tono normale (già di per sé notevolmente grave).
Un coro entusiasta di “Urrah” gli fece eco.
 
̶  Ma perché si è messo a piangere? – sussurrò Yama a Yuki, ben attento a non farsi sentire.
̶  Sai – rispose la ragazza con un sorriso di sollievo sulle labbra – i fiori gli fanno sempre quell’effetto. È allergico![1]
Intanto, dall’altra parte, Yattaran stava confabulando sommessamente con Meeme.
̶  La prossima volta che volete una cassa di Amarone di contrabbando ve la procuro io – stava dicendo.
‒ Magari non ho la tua capacità di intuizione, cara aliena, ma la mia roba non ha certi effetti collaterali.
 
E l’Arcadia tornò, maestosa, a solcare il mare delle stelle, guidata dal suo ineguagliabile Capitano.
 


[1] Per l’allergia di Harlock ai fiori leggete l’esilarante Ci vuole un fiore  di danish.
Nota: la prima scena, per chi non l'avesse visto (ma chi non l'ha visto?), è tratta direttamente dal film.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: mamie