Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Yoan Seiyryu    14/05/2014    2 recensioni
[Hans/Elsa]
Hans non è il cattivo della storia. Elsa è rinchiusa nelle Prigioni di Arendelle. Anna è ancora dispersa e non ha fatto ritorno. Al Principe delle Isole del Sud spetterà il compito di proteggere Elsa dalla Congiura che si sta attuando contro di lei, almeno finché Anna non ritornerà. Sarà in grado di sciogliere il cuore della Regina delle Nevi?
**
“Anche voi avete paura di me” sussurra Elsa lasciando che le sopracciglia trasformino l’espressione adirata in un moto più dolce simile al dispiacere.
“Io non ho paura di voi, mia Regina. Ma non mi date la possibilità di avvicinarmi e non fate che respingermi con il vostro orgoglio” confessa lui tenendo serrate le labbra in una smorfia.
Elsa corruga la fronte e decide di rivolgere gli occhi verso il pavimento di ghiaccio, non desidera sostenere il suo sguardo a lungo.
“Questo lo chiamate orgoglio, Principe Hans?"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V

Alba di Ghiaccio





 
 



Le vie respiratorie si occludono, il respiro mozzato si trasforma in un affanno estenuante, che non riesce ad arrestare. L’aria pare rarefatta e la gola brucia in profondità, come se il fuoco avesse iniziato a mordere e lambire ogni parte interna del suo corpo. Un caldo spossante si appropria del suo corpo ed immagini dislocate si presentano ai suoi occhi, trasformando la cella in una visione mutevole che non le dà tregua. E’ iniziato tutto quella mattina, ma Hans l’aveva avvertita il giorno prima rispetto alle possibili conseguenze del tentativo di avvelenamento. Sapeva che sarebbe accaduto ma ora che si ritrova, da sola, in quella situazione, non sa più come comportarsi. Accovacciata all’angolo della cella cerca di chiudere gli occhi ma tutto è inutile poiché la testa inizia a vorticare ed è costretta a spalancare le palpebre. Incubi si susseguono davanti a lei, voci distanziate le perforano le orecchie.
“Elsa, sei sveglia oppure dormi?”
Il richiamo, quello di sua sorella. Quella voce avvolta dal miele cade profonda nei propri pensieri finché l’immagine di Anna bambina non si presenta ai suoi occhi, avvolta dalla tristezza e dalla solitudine. Le vortica davanti, con quell’espressione che ha sempre respinto e scacciato, proprio per proteggerla dalla gravosità della sua esistenza.
La vede piangere ora, in una nuvola di fumo, può percepire tutta la sua malinconia. Le manca, le manca terribilmente. E poi di nuovo si presenta la figura di lei distesa sul ghiaccio, priva di sensi. E’ colpa sua se Anna ha perso la memoria, è colpa sua tutto quello che è accaduto. Non riesce a sopportare di osservare la sofferenza di sua sorella, nonostante si tratti di un’allucinazione. Ma poco a poco la consapevolezza che nulla di vero vi sia davanti a sé inizia a scemare e crederci diventa più facile, più semplice.
Miriadi di persone si figurano davanti a lei, intente tutte a puntarle il dito contro e gridandole di andare via. Quello non è il suo posto. Elsa non dovrebbe trovarsi lì. E tra tutte quelle persone compare Anna con le lacrime a scivolarle sugli occhi, le dà le spalle perché non riesce a guardarla negli occhi.
“Anna! Sono sempre io, tua sorella. Non voglio fare del male a nessuno!” vorrebbe urlare, ma non può. La voce è bloccata e la gola intrattiene parole che non riesce a pronunciare.
“L’Elsa che conoscevo non mi avrebbe mai procurato questo” la figura evanescente di Anna va a sfiorarsi la ciocca bianca di capelli, continuando a darle le spalle.
Finché poi anche la figura di Hans non compare e la guarda, la guarda con occhi tristi e malinconici. Lui che fino ad ora ha creduto in lei. Lui che fino a questo momento non l’ha mai trattata come se fosse diversa. Lui che si è preso cura della sua incolumità, adesso non vuole saperne più nulla.
Tutte quelle visioni che si chiudono davanti agli occhi iniziano poco a poco a svanire, fino a lasciarla stremata e senza forze, sempre a quell’angolo della cella in cui si è rifugiata. Vuole andare via, vuole fuggire e non tornare più. Una rabbia cieca che cresce si esibisce e si raffredda nel ghiaccio che si forma sulle catene, non può controllare le sue emozioni per sempre.
“Elsa?”
Non è un’allucinazione. Non lo è per niente, almeno non questa volta. Le porte della cella si aprono e la vera figura di Hans entra, fiera e composta. Elsa è costretta a trattenere le lacrime con tutta se stessa poiché è stata appena trovata nella sua massima debolezza. Non vuole mostrare nulla a nessuno, tanto meno a lui. Il Principe, ora Reggente, non appena la vede accasciata in quel modo e con il ghiaccio a mordere le catene, si appresta ad avvicinarsi per aiutarla a riprendere possesso del suo corpo.
“Il veleno ha fatto effetto, non è così?” domanda con dolcezza, con una voce rassicurante e calda, in grado di scaldarla. Ma lei non vuole nulla di tutto questo.
Avverte le mani di lui sul suo viso che delicate cercano di scacciare il freddo dalla sua espressione, ma soprattutto la paura in cui è rimasta invischiata fino a quel momento. E così smuove il mento per liberarsi da quella morsa e tira via la schiena facendola aderire alla parete.
“Non toccatemi” digrigna i denti, serrando lo sguardo in un’espressione carica di risentimento. Ancora riesce a vedere davanti a lei quello sguardo malinconico e triste.
Hans volge lo sguardo verso il basso e si rende conto di come il ghiaccio abbia raggiunto le catene, poi lo rialza verso di lei e sospira.
“State tentando di fuggire?”
“E’ una crudele ironia quella di dover fuggire dalla propria stessa casa” risponde Elsa rimanendo incollata alla parete senza la minima volontà di distaccarsene. E’ provata e il suo corpo ne risente eccessivamente.
Hans si inumidisce le labbra ed annuisce.
“In un certo qual modo ho dovuto fare la stessa cosa” sorride lui appena e fa un passo indietro, per allentare una situazione che di certo la infastidisce.
“Nessuno vi ha chiesto nulla a riguardo” ancora una volta Elsa innalza le barriere.
Lo scuotimento veloce del capo da parte di Hans è una risposta più che comprensibile e non aggiunge null’altro.
“Gli effetti del veleno, ad ogni modo, dureranno solo oggi. Ho trascorso buona parte della notte in biblioteca per studiare meglio le conseguenze di ciò che vi hanno somministrato. In più ho posto maggiori controlli per evitare che accada nuovamente”.
Solo ora Elsa si avvede delle leggere occhiaie che circondano lo sguardo appesantito dalla mancanza di sonno del Principe. Le iridi lucide, il colore pallido del viso, tutto fa credere che non abbia chiuso occhio. E tutto questo per Lei? Per aiutarla? O per Anna. Di certo.
“Perché vi affannate tanto?” più che una domanda, sembra una supplica.
Hans solleva appena le spalle.
“Non è solo per amore di vostra sorella, ma anche del Regno. E che voi ci crediate o no, anche per amor vostro. Io credo che abbiate un grande potenziale come Sovrana di Arendelle e mi auguro con tutto il cuore che il popolo riesca a comprendere e ad accettarvi” le parole fluiscono semplici, leggere, ma la appesantiscono.
Elsa preferisce non aggiungere nulla e si limita a riflettere in quei brevi istanti di silenzio. Fino a quel momento è stata certa del fatto Hans si fosse premurato della sua salute esclusivamente per Anna, invece non è propriamente questa l’unica ragione. Lui crede in lei. Ha fede in lei. Ma perché dovrebbe?
“La vostra deduzione su cosa si basa, con esattezza?”
Hans sorride all’angolo delle labbra.
“Avete protetto vostra sorella durante tutto questo tempo, così come lo avete fatto con il Regno. Avete sacrificato la vostra felicità per il bene di ciò che vi sta intorno, nonostante ciò vi abbia causato una grande sofferenza. Non è forse ora di riprendere in mano la vita che vi appartiene?”






 




Ha trascorso un’intera notte a scartabellare pagine e pagine di volumi riguardanti i veleni, ma poiché quella particolare miscela di cui si è interessato fa parte di un regno diverso da Arendelle ha trovato maggiore difficoltà ad affrontare quella determinata ricerca.
In più le preoccupazioni da Reggente iniziano a crescere sempre di più. Sospira, nella biblioteca, tenendo gli occhi serrati sul volume che sta studiando lasciandosi andare ad un sbuffo sonoro. Qualcuno sta tentando di incastrarlo e non può nemmeno permettersi di parlarne ad alcuno. Sarà costretto ad osservare in silenzio, all’ombra, da solo. Hans è sempre stato solo. A quell’idea storce appena le labbra e poi ne morde la parte inferiore. Avverte tutto il peso del suo passato e di un presente di cui non riesce a trovare il giusto equilibrio. Anna se ne è andata via così in fretta, lasciando nelle sue mani un intero Regno. Perché le è stato così facile fidarsi di lui? Si inumidisce le labbra e poi richiude brevemente il volume nel momento in cui si accorge che l’alba fredda sta crescendo al di fuori della finestra, lasciando entrare una luce fioca e chiara nella sala della biblioteca.
Non avverte nemmeno il sonno, superata ormai l’ora della stanchezza. E come un’ombra si dilegua da quel luogo per percorrere ancora una volta i corridoi che conducono alle prigioni. Intravedere la figura di Elsa gettata in un angolo con la paura negli occhi lo fa sentire responsabile. Non l’ha protetta come avrebbe dovuto.
“Non è forse ora di riprendere in mano la vita che vi appartiene?” le ultime parole appese nell’aria ghiacciata.
Elsa corruga leggermente la fronte ed Hans si rende conto di quanto la stanchezza di quella condizione sia diventata maggiormente pesante.
“E come potrei riuscirvi? La mia sola esistenza rappresenta un pericolo per l’intero Regno”.
Parole veritiere che il Principe sa di non poter contraddire. Se la Regina non riuscirà a controllare le proprie emozioni Arendelle potrebbe cadere.
“Tentare di capire i vostri poteri. Li avete sprigionati dando sfogo a tutte le vostre emozioni e ciò vi ha condotto ad un isolamento perpetuo e ad una neve che non desidera sciogliersi. Il vostro animo è turbato, ma se provaste ad accettare…” il tentativo di darle una mano non fa che peggiorare la situazione ed Hans si ritrova con l’ultima frase troncata.
Per un attimo prova il brivido di non essere all’altezza di quella situazione. La sua famiglia lo ha condotto ad Arendelle affinché riuscisse ad ottenere un modo per non lasciare che le Isole del Sud decadano. E cosa è riuscito a fare fino ad ora? Ha chiesto la mano di Anna, nonostante sua sorella continui a non dare la sua benedizione. Si è occupato esclusivamente dei propri sentimenti senza riflettere sulle difficoltà familiari. Come al solito, Hans non è mai all’altezza delle prove a cui viene sottoposto.
“Ho accettato già i miei poteri, ma in solitudine. Posso essere me stessa, libera di andare via. Ma qui è un altro conto, qui non posso accettare di essere quel che sono” le parole di Elsa lo risvegliano.
In fondo non è quello che è capitato anche a lui? Lontano da casa Hans è in grado di essere se stesso, sentendosi libero di mostrarsi senza avere paura di fallire. Mentre all’interno della sua famiglia, ogni volta, sente di non essere abbastanza. Riesce a comprendere, poco a poco, i sentimenti che Elsa deve provare.
“Forse è proprio qui l’errore.  Io ed Anna crediamo in voi e abbiamo fiducia. Se solo tentaste di comprendere la natura…”
Sa di parlare più a se stesso che a lei. Avere fiducia in chi ha fiducia in noi è un passo importante e a volte azzardato. Ma perché tutto dovrebbe essere così difficile?
“Vi prego Principe Hans” la voce di Elsa è spezzata, quasi dilaniata dall’insofferenza di quel discorso  “insistere non mi salverà. Se anche riuscirete a trovare il colpevole che tenta di uccidermi, chi vi assicura che non ve ne saranno degli altri? Vi chiedo solo di lasciarmi andare e restituirmi la libertà”.
Una richiesta che Hans indaga con accuratezza. Riesce a leggerlo nei suoi occhi di ghiaccio, folgorati da un bisogno intenso di fuggire e di riappropriarsi delle proprie emozioni. C’è rabbia in lei, sopportazione, un adattamento non riuscito. Ma lui sa che non c’è solo questo. Sa che non può finire così.
“Questo non posso farlo, lo sapete” con una certa forza ribatte la sua decisione in quanto Reggente “almeno finché non tornerà Anna, non posso lasciarvi andare”.
Ora la vede meglio tutta quella rabbia che si sprigiona nello sguardo della Regina. Ha le ali mozzate e le labbra tremano generando lievi sussulti. E’ stanca e non riesce più a sopportare tutta quella tensione.
“Allora smettete di compiangermi e non venite più a trovarmi”.
Hans sgrana lievemente gli occhi. Desidera davvero isolarsi ancora di più? Vuole davvero cancellare la sua presenza dal mondo, rimanendo chiusa in una prigione per ancora un tempo indeterminato, senza che alcuno vada a farle visita? In fondo come potrebbe non avere ragione? Lui è diventato il suo carnefice senza nemmeno rendersene conto.
“E’ questo ciò che desiderate?” domanda quasi per esserne certo.
“Più che mai”.
Il sonno mancato, la pesantezza di quella situazione e una lieve fitta all’altezza del petto che gli mozza il fiato lo fa scostare dalla sua vicinanza e si allontana per raggiungere la porta della cella. Desidera rimanere sola? Desidera compatire se stessa senza l’aiuto di nessuno?
“Molto bene, allora non vi arrecherò più alcun disturbo Vostra Maestà” parole rigettate con rabbia crescente e che non riesce a trattenere.
Il suo modo composto, il suo fare elegante scompare tutto d’un tratto per lasciare aperta una ferita covata da così tanto tempo che probabilmente persino Elsa deve essersene resa conto.
Hans le dà le spalle ed esce dalla cella per richiudere la porta alle proprie spalle e senza voltarsi indietro ripercorre i corridoi che lo conducono verso la luce. Una luce bianca e avvolta dalla neve, quella stessa che ha iniziato a lambire il suo cuore.
Non fa nemmeno in tempo ad allontanarsi dalle scale per raggiungere le proprie camere, che Askel prontamente gli corre quasi dietro.

“Principe Hans! E’ tornata, la vostra futura sposa”.
Il respiro viene a mancare. Gli occhi traboccano di confusione, gioia e incapacità di mettere in ordine i pensieri. Anna, Anna è davvero tornata?









// NdA: 

E' stata una vera e propria fatica trovare un pò di tempo per aggiornare, ultimamente tra la sessione d'esami e tutto il resto non riesco a mettermi a scrivere come vorrei. Perciò chiedo perdono per le lunghe attese, ma la storia continuerà, abbiate fede!
Anna è tornata. Cosa accadrà? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Ovviamente :3. 
Ringrazio chi si è fermato a leggere la storia, ha recensito e l'ha inserita tra le seguite/preferite/ricordate. 
Grazie mille e alla prossima! 
 
   
 
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