Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: PerseoeAndromeda    21/05/2014    2 recensioni
Incubo o realtà? Un risveglio difficile, per Seiji, quello successivo alla battaglia finale contro Arago. I suoi ricordi sono confusi.
[Fanfic partecipante alla challenge: Prompt... a sentimento, indetta da Lady Atena
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-CHALLENGE: PROMPT... A SENTIMENTO-

 

PROMPT: SOFFERENZA

 

 

SUPERARE L'INCUBO

 

 

Sono stato io... io...

Nessuno di loro avrebbe mosso il primo passo se non avessero percepito il mio ordine mentale, nessuno di loro voleva farlo, io stesso non volevo...

Ma l'ho fatto e ho imposto loro di farlo, li ho condotti verso l'omicidio di un nakama... verso il fratricidio, perché persino definirci nakama suona riduttivo al punto in cui siamo giunti.

Eppure l'ho fatto e in quel momento ho voluto farlo, a causa della maledetta etica del samurai che mi porto dentro da sempre... in nome di un ipotetico bene superiore.

Li ho guidati, legati a me dal filo invisibile del dovere, dal quale nessuno ha saputo sciogliersi, perché in quel momento io ero il leader, io decretavo l'uccisione di Ryo e la dannazione delle loro anime e della mia... ho decretato la nostra rovina.

Noi siamo ormai un solo cuore... una sola volontà, ma unicamente la mia volontà si è rivelata decisiva, in questo caso; io li ho costretti e li ho condannati a sferrare il colpo mortale contro il nostro Ryo, la nostra anima.

Abbiamo urlato, abbiamo pianto... ma l'abbiamo colpito, perché lui, il nostro capo, ci ha ordinato di farlo e io... io... ho costretto gli altri ad esaudire il suo ultimo desiderio.

I nostri colpi sono andati a segno e Ryo... lui...

"Seiji... Seiji!".

I miei occhi si spalancano di colpo nel buio della notte, ma non sono tenebre ciò che vedono, bensì due occhi blu come il cielo sereno, limpidi...

Il mio cielo...

Mi aggrappo a quella vista e alla mano posata sulla mia spalla, calda, protettiva...

Touma, sempre al mio fianco, nonostante tutto non mi fa pesare nulla.

"Ti agitavi e ti lamentavi nel sonno... un incubo?".

Porto una mano alla fronte e affondo le dita nel mio ciuffo troppo lungo.

"Scusa, ti ho svegliato?".

C'è qualcosa che non va, se Touma si è svegliato così facilmente, vuol dire che non sta bene affatto, lui che diventa spesso vittima delle nostre battute e dei nostri scherzi a causa del suo sonno così pesante.

Distoglie lo sguardo, visibilmente in imbarazzo.

"In realtà non riuscivo a dormire... devo essere più scosso di quanto pensassi... ".

"Lo siamo tutti, in un modo o nell'altro, non c'è nulla di cui vergognarsi".

Vorrei confortare lui, ma la verità é che sono troppo sconvolto.

Ryo... Ryo...

Le mie mani si aggrappano a lui, alle sue spalle.

"Ryo... lui... come...".

Gli occhi di Touma si sgranano nei miei, sbatte le palpebre.

"Ryo sta bene... cioè... sta come tutti noi. Non ricordi? Abbiamo giocato con il Magatama prima di venire a casa... e ci siamo divertiti... abbiamo riso... ".

Lo dice come se si trattasse di un evento straordinario, tanto da lasciarlo incredulo.

Io sono confuso, quasi non distinguo qual è il sogno e quale la realtà.

Eppure è vero... siamo anche riusciti a giocare.

E adesso riesco persino a sorridere mentre rispondo, abbassando lo sguardo e tentando di concentrarmi su quel ricordo lieto in mezzo all'orrore di tutte le altre memorie.

"Non so quanto i Kami siano felici dell'ultimo uso che abbiamo fatto del Magatama".

"Se ne faranno una ragione!".

Il cipiglio da monello irriverente che assume mi strappa un nuovo sorriso, più convinto del precedente, ma poi il mio pensiero torna su Ryo.

"Quindi... non é... successo...".

"Cosa non è successo?".

L'espressione di Touma si fa più preoccupata, lo rende inquieto vedermi agitato e irrazionale.

Scuoto il capo, non vorrei preoccuparlo così, ma non so cosa fare per calmarmi, non ce la faccio.

"Devo andare da lui!".

Mi alzo con tale foga che per poco non lo travolgo e percepisco i suoi occhi fissi sulla mia schiena, mentre letteralmente corro ad aprire la porta della nostra stanza.

Vagamente la sua voce che mi chiama mi raggiunge le orecchie, sento i suoi passi che mi rincorrono nel corridoio.

A piano terra un fioco lume è acceso e rallento i passi per dirigermi proprio lì; Touma mi è accanto.

"Seiji... va tutto bene?".

Mi fermo per guardare in basso, aspettandomi di vedere Nasty ancora impegnata in qualche faccenda, e invece vedo tre figure sedute vicine sul divano, Byakuen accucciato ai loro piedi.

Shin, Shu e, in mezzo a loro, Ryo...

Sollevo una mano agli occhi; che mi succede? Lo sapevo che Ryo era vivo... eppure... mi sentivo come se... se l'avessimo ucciso davvero... anche ora, che sono sveglio, mi sento così.

Ma sono davvero sveglio?

Mi stropiccio un occhio con il dorso della mano e devo essere visibilmente confuso, perché la mano di Touma si posa ansiosa sulla mia spalla.

"Seiji...".

Sussulto, i miei nervi sono tesi come le corde di uno shamisen.

Le sue dita si fanno più salde.

I miei occhi si concentrano su quelle tre figure che, a quel punto, percepiscono la nostra presenza e guardano verso l'alto.

"E ora siamo al completo".

Odo appena le parole borbottate da Shu; sono apparentemente scherzose, ma ormai so con certezza quando Shu é tutt'altro che allegro.

Guardare Shin non mi trasmette nulla di più positivo. E poi Ryo... Ryo... è lì... l'espressione è cupa, ma é davanti a me e sto cominciando a realizzare che è davvero vivo! L'incubo si sta dissolvendo e la realtà si sta ricostituendo, sempre più solida.

"Che ci fate qui?".

Anche la sua voce é reale, solida, concreta, decisamente viva, con tutto il suo calore. Un bruciore mi trafigge gli occhi, mai la voce di Ryo mi è sembrata bella come in questo momento.

Non riesco a dire nulla ed è Touma a rispondere per entrambi:

"Immagino la stessa cosa che state facendo voi".

"Non riuscivamo a dormire... e ci siamo ritrovati tutti qui".

Già... come sempre... così facile ritrovarci, chiamarci solo con il pensiero... in un modo o nell'altro ci trasmettiamo anche i nostri umori.

E chissà se Ryo intuisce cosa sto pensando, mentre scendo le scale a precipizio e quasi volo verso di lui.

Intravvedo i suoi occhi sgranati per lo stupore prima di allargare le braccia e chiudere i miei occhi, mentre le avvolgo intorno al suo corpo. Lo stringo così forte che, probabilmente, il suo corpo ferito ne soffre e lui si lascia sfuggire un gemito.

Allora allento e chino la testa, fino a poggiare la fronte sulla sua spalla.

"Non farlo più... non chiedercelo più...".

So che comprende a cosa mi riferisco, perché le sue membra si sciolgono tra le mie braccia, lo sento mormorare:

"Oh... Seiji... ".

Ricambia l'abbraccio e il suo diventa caldo, accogliente, un abbraccio che vuole dare conforto e proteggere.

Sa quel che ci ha chiesto, il suo senso di colpa si riverbera violento nel mio cuore e diventa tuttuno con il mio.

Con il nostro...

Li sento, tutti quanti, farsi vicini e diventiamo un unico abbraccio, un unico pensiero, tanti pensieri fusi, oscillanti tra paura, sollievo, malinconia, ansia...

E, su tutto, questa sofferenza che ci portiamo dentro, perché lo sappiamo, lo sentiamo dentro di noi che non è davvero finita.

Ma adesso va bene così, non voglio... non vogliamo pensare ad altro, perche questo destino così crudele con cinque ragazzi come noi, ci ha anche lasciato la cosa più importante: questo nostro abbraccio che nessuna distanza e nessuno Youja riuscirà mai a sciogliere.

   
 
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