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Autore: GabrielleWinchester    25/05/2014    8 recensioni
[Spoiler 9x23]
Ispirandomi alla canzone "Whispers in the Dark" degli Skillet, in questo racconto ho voluto raccontare la figura di Gadreel, un angelo condannato e alla disperata ricerca di dimostrare chi è veramente, nella disperata ricerca di dimostrare che non è l'angelo reietto che tutti credono che sia. Un angelo che ha cercato la redenzione nell'angelo sbagliato...Buona lettura.
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
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Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi "Sussurri nell'oscurità-Ultimo atto di Gadreel", nel quale ho voluto rappresentare la figura di questo angelo negli ultimi istanti prima della morte, un angelo che è stato condannato per il suo errore e che aveva cercato la sua redenzione nell'angelo sbagliato. In qualche modo questo angelo mi ha incuriosita parecchio, perchè era alla disperata ricerca di riscattarsi dalla sua colpa, dall'aver permesso a Lucifero l'entrata in Paradiso, con una persona che tutti voi conoscete ad aspettarlo dopo la morte. Mi auguro di avere rappresentato bene questo personaggio. Nell'incipit del racconto si trova una strofa della canzone "Whispers in the Dark" degli Skillet, una canzone che ho subito associato a questo personaggio. Spoiler per chi non avesse visto la 9x23. Chiedo scusa per eventuali errori nel racconto. Ringrazio di cuore tutti coloro che la leggono e la leggeranno, tutti coloro che la recensiscono e la recensiranno, tutti coloro che hanno messo e metteranno le mie storie nelle seguite/preferite/ricordate e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)



                                                    Sussurri nell’oscurità- Ultimo atto di Gadreel
 

No,
You’ll never be alone,
When darkness comes you know I’m never far,
Hear my whispers in the dark”
Fu una canzone, la prima cosa che sentii dopo essermi pugnalato, dopo essermi sacrificato per fare evadere Castiel, per fare evadere un angelo che aveva rotto l’equilibrio per una persona sola, un cacciatore con lo scopo benevolo e un piede nelle fiamme dell’inferno. Un cacciatore con un’anima marchiata. Una canzone che mi avvertiva che io non ero solo, di sentire i suoi sussurri nell’oscurità. Quell’oscurità che mi aveva accompagnato nei lunghi secoli, anzi millenni, in quel luogo senza tempo e senza spazio, laddove i miei colleghi angeli si erano scagliati contro di me, il colpevole di tutto, un angelo cui addossare la colpa più grave di tutti, l’aver permesso il Peccato Originale.
“Sei tu la causa della rovina dell’essere umano” mi sputavano come un veleno corrosivo.
“Sono stato ingannato” gridavo, sentendo i colpi della frusta infierire sulla mia schiena già martoriata “Io non volevo far entrare Lucifero”.
Ma loro ovviamente non mi ascoltarono e mi gettarono nelle prigioni, dimostrando quanto gli angeli non siano proprio empatici come dicevano di essere. Ogni giorno un attendente di Michele si sedeva di fronte a me, mi squadrava, mi domandava il perché avessi fatto una cosa del genere, io ripetevo che ero stato ingannato, lui mi picchiava in modo selvaggio, lasciandomi più morto che vivo, sapendo che l’immortalità mi avrebbe impedito di morire. Infatti, il mio pugnale angelico era stato sequestrato e non potevo uccidermi.
Sarebbe troppo facile se tu ti uccidessi Gadreel”
Quante volte desideravo prendere il mio pugnale e affondarlo in me, ma non potevo farlo. Così scaricavo la mia rabbia e la mia frustrazione contro i muri, ampliando ancora le ferite che difficilmente si rimarginavano.
Volevano farmi soffrire, volevano che il mio errore scarnificasse la mia grazia e fosse un monito per tutti i secoli che avrei vissuto. Il momento terribile della giornata era la mattina, quando il sole si elevava su nel Cielo e illuminava la mia cella, l’ora in cui avevo fatto entrare Lucifero. Piccoli angeli si avvicinavano a me e, incoraggiati dai loro mentori, mi scagliavano contro piccole palle di fuoco infernale, ignorando le mie suppliche.
“Per favore…”
“Tu devi essere punito per ciò che hai fatto” mi sussurrò un Angelo delle Virtù rancoroso “Tu non meriti la nostra pietà, la nostra commiserazione”
Poi Metatron aveva deciso di far cadere gli angeli, per un assurdo desiderio di riorganizzare il Paradiso e da qui la mia possibilità di riscatto. Una luce incandescente aveva rotto le sbarre di diamante della mia cella e mi ero ritrovato smarrito e confuso, i miei fratelli angeli come tante stelle cadenti cadere sulla Terra. Ed io che cadevo con loro.
Lo scriba di Dio aveva smascherato la mia copertura e mi aveva riconosciuto per quello che ero, Gadreel, il reietto, colui che aveva macchiato il genere umano e mi aveva offerto una possibilità. Sapevo che non mi dovevo fidare, sapevo che mi avrebbe ingannato, ma volevo un riscatto, volevo vendicarmi di tutte le persone che mi avevano fatto del male.  Quando mi donò il mio pugnale angelico mi sentii invincibile, cominciai a inseguire i tramiti dei miei persecutori e non nego che provavo piacere nell’affondare il coltello nel loro cuore, così come loro si divertivano a colpirmi, a umiliarmi.
Ma nello stesso tempo mi sentivo sporco e indegno, la missione di inseguire il Bene Supremo come se fosse solo un pallido ricordo. Pian piano il folle piano di Met cominciò a tracciarsi e compresi subito che lo scriba di Dio era solo un angelo dal folle desiderio di conquista, un angelo che era stato accecato dalla sete di potere, convinto di essere un Dio migliore di quello che aveva servito. Convinto di dare il meglio all’umanità e dando come primo assaggio del suo potere il massacro di un angelo.
La goccia che fece traboccare il vaso fu quando lui convinse le persone che avevo reclutato a trasformarsi in perfetti kamikaze. E fu in quell’istante che decisi di schierarmi con i Winchester e con Cass, un incontro iniziato con una pugnalata con la Prima Lama. La rabbia di Dean mi raggelò il sangue, un’ira non paragonabile a nessun esecutore in Paradiso e ammirai molto il coraggio di Sam e Cass di salvarlo da se stesso, di salvarlo da quell’oscurità che stava inghiottendo anche me.
“Allontanati dalla cella Cass e riparati la testa”
“Che cosa vorresti fare Gadreel?”
“Quello che gli altri mi hanno sempre accusato di non fare, proteggere l’umanità e le persone che non si possono difendere”.
Poi affondai un pezzo di calcinaccio dentro di me, facendo rilasciare la mia grazia fuori e facendo esplodere le celle, laddove io e Cass eravamo imprigionati. Riaprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu un giovane uomo dagli occhi d’ambra, il quale mi fissava orgoglioso di me e dicendomi che aveva ammirato il mio discorso sul difendere le persone che non si potevano difendere. Per la prima volta mi sentii in pace con me stesso e i sussurri nell’oscurità divennero sprazzi di luce, una luce che mondava i peccati e dava una seconda possibilità.

                                                                                                                  Fine
 
  
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