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Autore: KuromiAkira    26/05/2014    5 recensioni
-J-Judal-chan! Cosa ci fai qui? - gli chiese, voltandosi a guardarlo.
- Vorrei farti la stessa domanda - replicò lui, tornando dritto con il busto. - Che ci fai in un posto del genere? -
La ragazza avvampò, evidentemente imbarazzata. Strinse entrambe le mani al petto e il sacerdote notò che stringeva un foglietto tra le dita.
Judal rivolse l'attenzione agli ingredienti sul tavolo.
- E-ecco...volevo provare a fare una torta - confessò lei, incapace di tenergli nascosto qualcosa.
- Una torta? - ripeté lui, sorpreso
[Judal, Kougyoku, Koubun, Kouha]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Judal, Kōgyoku Ren, Kouha Ren
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un pomeriggio di primavera quando Judal, che stava passeggiando per il palazzo con un cesto di pesche in spalla, vide Ka Koubun uscire dalle cucine con un'espressione rassegnata.
L'uomo sospirava ad ogni passo, ed era così assorto -o, per meglio dire, demoralizzato, che non reagì nemmeno quando il sacerdote lo chiamò a gran voce col solito appellativo di 'quattrocchi'.
Il servitore svanì oltre l'angolo del corridoio, da cui si poté udire l'ennesimo sospiro, e il magi, perplesso, si chiese cosa fosse successo questa volta.
Non faticò a trovare la risposta, o almeno il colpevole.
"La vecchia deve averne pensata una delle sue" si disse divertito, cambiando direzione ed entrando nelle cucine imperiali.
E fu lì, infatti, che Judal trovò l'ottava principessa, in piedi davanti al tavolo ad osservare qualcosa.
La sentì mugugnare parole indecifrabili e, notando l'assenza dei cuochi e delle cameriere, il ragazzo si avvicinò alla principessa di soppiatto, fino ad arrivarle proprio accanto.
- Ehi! - la chiamò, piegandosi verso destra per poter vedere a sua volta l'oggetto di tanta attenzione.
Notò subito i tipici ingredienti per i dolci: zucchero, uova, burro e cose che non si era mai interessato di conoscere.
Kougyoku sobbalzò, spaventata.
-J-Judal-chan! Cosa ci fai qui? - gli chiese, voltandosi a guardarlo.
- Vorrei farti la stessa domanda - replicò lui, tornando dritto con il busto. - Che ci fai in un posto del genere? -
La ragazza avvampò, evidentemente imbarazzata. Strinse entrambe le mani al petto e il sacerdote notò che stringeva un foglietto tra le dita.
Judal rivolse l'attenzione agli ingredienti sul tavolo.
- E-ecco...volevo provare a fare una torta - confessò lei, incapace di tenergli nascosto qualcosa.
- Una torta? - ripeté lui, sorpreso.
Sentendo il tono sconcertato nella voce del sacerdote, Kougyoku non riuscì ad impedirsi di nascondere il viso con le ampie maniche della veste. - La torta che ha preparato Hakuryuu-chan l'ultima volta era davvero buona, e mi è venuta voglia di provare a farne una a mia volta - spiegò, ritrovando abbastanza sicurezza per tornare vicino al tavolo.
Judal sbatté le palpebre un paio di volte, prendendosi del tempo per assicurarsi di aver sentito bene. Poi scoppiò a ridere.
- Una torta? Tu? - esclamò, puntandola col dito. - Ma se non hai mai messo piede qui in cucina prima di oggi! - le fece notare, divertito.
- Stai zitto! - ribatté lei, gonfiando le guance in segno di stizza. - Mi sono fatta dare la ricetta da Hakuryuu-chan! - rivelò, spiegando per bene il figlio che teneva tra le mani sulla superficie chiara.
Judal si avvicinò curioso, riconoscendo nelle fitte righe scritte sul foglietto la calligrafia del quarto principe imperiale.
Kougyoku fissò nuovamente gli ingredienti che gli aveva procurato Ka Koubun, con evidente indecisione.
- Beh, allora? - esortò Judal. - Non dirmi che non sai quali sono gli ingredienti... -
- Sì che lo so! - lo contraddì lei. - Hakuryuu-chan mi ha scritto gli ingredienti per la base, ma ancora non ho deciso che tipo di torta fare - mugugnò, distogliendo lo sguardo.
Non aveva mai fatto una torta, ma ne aveva mangiati di molti tipi; doveva solo decidere cosa aggiungere agli ingredienti e il gioco era fatto, no?
- Ah, lo so io! - esclamò Judal, e un sorriso comparve sul volto del sacerdote. Senza dire nulla uscì dalla stanza, dove recuperò la cesta lasciata appena fuori dalla porta, e tornò subito dalla principessa.
- Judal-chan! Hai di nuovo raccolto tutte le pesche dagli alberi per mangiartele da solo! - comprese subito lei, scoccandogli uno sguardo di rimprovero.
Lui ignorò quelle parole e poggiò la cesta sul tavolo.
- Ecco qui! Fai una torta alle pesche! - le disse solamente.
- M-ma non posso, le hai prese senza permesso! -
- Perché no? Tanto ormai le ho raccolte, se non le mangiassimo sarebbe uno spreco. A me piacciono le pesche, quindi fai una torna alle pesche - spiegò lui con ovvietà.
La ragazza osservò i frutti indecisa, volendo evitare di diventare sua complice, in qualche modo.
- Dai, poi me la fai assaggiare! - propose allora il magi, sorridendole. - È la prima volta, ti serviranno dei pareri, no? -
- Eh? Davvero la assaggerai? - gli chiese insicura la principessa, sorpresa.
- Certo che lo farò. Mica ti avrei dato le mie pesche, altrimenti - le fece notare lui, quasi offeso.
Poco importava che le pesche non fossero sue, e che le avesse praticamente rubate dall'albero di proprietà della famiglia reale. Tanto nessuno gli diceva mai niente.
Ma a Kougyoku non importavano questi particolari! Aveva temuto che, una volta preparata la torta, non avrebbe trovato nessuno a cui farla assaggiare, e le parole di Judal le fecero scordare completamente ogni remora.
Per cui, entusiasta, si mise all'opera.
Lesse per bene la ricetta, decisa a seguirla passo per passo, sotto gli occhi di Judal che, non avendo di meglio da fare, e troppo impaziente per andarsene a spasso nell'attesa, si sedette su una sedia e osservò ogni passaggio.
Fu chiaro fin da subito che non sarebbe stata un'impresa facile: Kougyoku rischiò di ferirsi varie volte col coltello nel tentativo di tagliare le pesche a fette -e Judal si chiese come cavolo faceva ad essere così impedita quando solitamente maneggiava armi da combattimento ben più letali; poi si rovesciò la farina addosso e, quando fu ora di sbattere tutti gli ingredienti per l'impasto, sporcò dappertutto!
Il magi diede un'occhiata perplessa al campo di battaglia che era ora la cucina imperiale, solitamente relativamente in ordine anche durante le cene di corte.
Il risultato non era visivamente allettante, ma Kougyoku infornò soddisfatta la propria creazione e sospirò, fiera di se stessa.
- Ora dobbiamo solo attendere! - affermò voltandosi verso il magi, con un sorriso a trentadue denti.
- Eh? Attendere? E quanto? - volle informarsi Judal, che di cucina ne sapeva anche meno della ragazza.
- Beh, deve cuocersi... - fu la semplice risposta di lei.
- E io che faccio nel frattempo? - si lamentò lui, piegando la bocca in un broncio infantile.
- Non lo so, non hai nulla da fare, oggi? Beh, io vado a farmi un bagno e a cambiarmi - lo informò, girando i tacchi e avanzando decisa.
Il magi lanciò un'ultima occhiata al dolce infornato, poi uscì svogliatamente.

- Judal-chan! Judal-chan! -
Il sacerdote dai lunghi capelli corvini si era appisolato in un angolo dell'immenso giardino, steso sul prato con le mani dietro la testa, e aprì a malavoglia un occhio all'insistente richiamo dell'ottava principessa imperiale.
La ragazza era china su di lui e, nel vederlo sveglio, gli sorrise entusiasta.
- Judal-chan, non stare a poltrire! - lo rimbeccò lei, tirandogli delicatamente la lunga treccia, con evidente impazienza. - La torta è pronta! -
- Eh? - fu la replica del magi, la cui mente ancora annebbiata dal sonno faticava a rimembrare ciò che era successo qualche ora prima. Si alzò a sedere e si guardò attorno. A giudicare dal colore del cielo, era ormai tardo pomeriggio.
- Hai detto che l'avresti assaggiata - gli ricordò la ragazza, temendo che avesse cambiato idea, o che prima l'avesse presa in giro. Ma le aveva ceduto le pesche, quindi era improbabile si trattasse di uno scherzo.
E di questo si rammentò infine anche il sacerdote, che si affrettò ad alzarsi e a seguirla in cucina, dove li stava attendendo Ka Koubun.
Un dolce e allettante profumo aleggiava per tutta la stanza, e a Judal, che non aveva potuto fare il suo solito spuntino, gorgogliò lo stomaco.
La cucina era ora stata pulita dal caos che Kougyoku aveva creato, sul tavolo la torta troneggiava quasi come un tesoro prezioso.
Il magi si chinò ad annusare e osservare.
L'aspetto non era dei migliori, ma il profumo era ottimo.
Alla richiesta della principessa, Koubun cercò di tagliarne una fetta. Sfortunatamente, la base tendeva a sfaldarsi e non ci fu verso di avere una bella fetta degna di questo nome.
Il ragazzo dagli occhi rossi afferrò quindi uno dei grossi pezzi sopravvissuti al taglio e, ignorando le lamentele del servitore sulle buone maniere, se la mise tutta in bocca, sotto gli occhi speranzosi della principessa.
Mentre masticava, la sua fronte si aggrottò.
- Mi sembra bruciata - si lamentò, con la bocca piena.
Kougyoku abbassò la testa, delusa, e Koubun sospirò, probabilmente per la millesima volta in poche ore.
- Si stava bruciando. La principessa, dopo essersi cambiata, si è chiusa in camera e si è completamente dimenticata della torta - rivelò.
- Non me n'ero dimenticata! - si oppose lei, stringendo i pugni sui fianchi e gonfiando le guance. - Ogni tanto venivo a controllarla, ma mi sembrava sempre cruda - si giustificò, piegando la testa per evitare il contatto visivo con i due ragazzi.
- È dura e secca. Hai totalmente sbagliato il dosaggio degli ingredienti, vecchia! - la criticò il magi. - Ma non avevi seguito la ricetta? -
Lei arrossì per l'agitazione e i suoi occhi rosa, resi lucidi dalle lacrime, si posarono su di lui. - M-Mi spiace, sai? È la prima volta che lo faccio. Se non ti piace, smetti pure di mangiare! - esclamò, quasi risentita, correndo via.
Koubun sospirò -cominciava davvero ad essere fastidioso, pensò Judal in quel momento, e le corse subito dietro.

Ren Kouha era appena tornato da una missione e, passando proprio davanti alle cucine, sentì un profumo invitante e notò che oltre la porta lasciata spalancata Judal era stranamente seduto sul tavolo.
- Judal-kun! - lo chiamò allora, avvicinandosi. Il suo sguardo cadde subito su una massa informe di frolla.
- Cosa stai mangiando? - gli chiese allora, genuinamente curioso.
- Torta alle pesche. L'ha fatta la vecchia - gli rispose il sacerdote, portandosene alla bocca un altro pezzo.
- Kougyoku? - comprese immediatamente il terzo principe. - Dici davvero? - domandò poi, non sicuro di aver sentito bene.
Judal si limitò a scrollare le spalle.
Kouha tornò ad osservare il presunto dolce. In effetti, rifletté, si potevano distinguere pezzi di frutta qua e là ma, complessivamente, sembrava che la suddetta torta fosse stata lanciata contro un muro! E c’erano delle parti annerite.
Tuttavia l'odore non era davvero niente male, così allungò una mano per afferrarne un pezzo.
L'azione non andò a buon fine: Judal, con riflessi degni di una lince, si affrettò a sollevare la teglia tenendola con una mano a mezz'aria.
Il principe sbatté gli occhi, sollevò lo sguardo e si lasciò sfuggire un leggero mugugno di sorpresa; poi, senza dire nulla, sollevò entrambe le mani e riprovò a raggiungere il dolce, senza riuscirci poiché Judal la spostò dal lato opposto stando bene attento a non far cadere nulla per terra.
- Judal-kun, cosa...? - iniziò allora l'altro, visibilmente irritato.
Il magi lo fissò masticando ancora, poi attese di ingoiare l'ennesimo boccone prima di rispondergli: - Non puoi mangiarla. Questa torta è per me - disse con noncuranza.
Kouha lo fissò sconcertato, trovando la cosa strana. Kougyoku l'aveva preparata espressamente per lui? Ma, sopratutto, Judal aveva intenzione di mangiarsi una torta intera, per quanto in briciole, tutto da solo?
Deciso ad assaggiarne almeno un pezzo, il ragazzino provò diverse volte a raggiungere la teglia, allungandosi, saltellando e sbracciandosi, ma questa era sempre spostata velocemente dal sacerdote che, con espressione quasi annoiata, riusciva persino a mangiucchiarla pian piano nel frattempo senza miracolosamente far cadere nulla a terra.
Dopo diversi minuti, spazientito e irritato, Kouha ci rinunciò e uscì sbuffando dalla cucina dirigendosi a larghe falciate verso le stanze private.
Senza bussare, per quanto sconveniente, il principe spalancò la porta della camera della sorella.
- Kougyoku! - tuonò, facendo sobbalzare sia la principessa che Ka Koubun.
La ragazza era seduta in mezzo alla stanza col viso coperto dalle larghe maniche ormai bagnate dalle lacrime, e si stava lamentando col servitore del comportamento di Judal d ormai mezz’ora.
Quando udì la voce del fratello, si voltò incredula verso di lui e lo fissò.
- F-fratello Kouha, cosa...? - volle iniziare, senza riuscirci per via della sorpresa.
- Non è giusto! Perché hai preparato un dolce solo per Judal-kun! - piagnucolò infantilmente il terzo principe, avanzando e sedendosi accanto a lei, in un atteggiamento melodrammatico.
Kougyoku balbettò qualcosa, ma Kouha non le diede il tempo di formulare una frase sensata e la fissò con decisione, quasi con rimprovero.
- La voglio anche io una torta solo per me! Fammela! - pretese.
- S-solo per te? Ma di cosa stai parlando, fratello? - mormorò confusa la ragazza, ignara delle affermazioni di Judal.
- Ai fichi. Mi raccomando, ai fichi - non l'ascoltò Kouha, che insistette tutta la sera, non curante delle parole della sorella e di Koubun Ka, riuscendo a convincerla a fare una seconda torta il giorno successivo, torta che Kouha avrebbe poi condiviso anche con gli altri fratelli.
La sera dopo, infatti, la cena si concluse con un dolce alla frutta decisamente migliore di quella alla pesche, benché la qualità fosse inferiore agli splendidi dolci che preparava Hakuryuu.
Solo a Judal non fu permesso di assaggiare il secondo dolce, a causa di una misteriosa indigestione.





Note finali: fiction scema e senza pretese, che ignora probabilmente molte regole,.
Non credo, infatti, che ad una principessa sia permesso cucinare. XD Però è stata concepita appositamente per essere comica quindi mi sono presa un po’ di licenze poetiche XD
So anche che i fratelli mangiano tutti separati, infatti non ho specificato la parte della cena.
E nulla, non ho altro da dire. Amo muovere Judal, lo vedo come una persona capricciosissima che fa un po’ quello che vuole, quindi spero che non risulti OOC.
Kouha idem. Non so se sono riuscita a descriverlo al meglio.
  
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