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Autore: onmelancholyhill    26/05/2014    1 recensioni
Ogni tanto, per un capriccio del tempo o per volontà dello stesso Dottore, capita che linee temporali che ormai si erano allontanate si avvicinino per sfiorarsi, ancora una volta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Donna Noble
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Doctor Who - Incontri'
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-Non c’è altro da fare,- disse il Dottore a Clara, -dobbiamo andare a Trenzalore. 
-Ma perché? Pensa a qualcos’altro, sei intelligente!
-No, il tempo è giunto. Trenzalore sia. Ma prima, nel caso non…insomma, nel caso non tornassi, c’è una cosa che devo fare.
-Se stai pensando a rispedirmi a casa…
-No. Il TARDIS è programmato per riportarti a casa, nel caso io non ce la faccia. Emergency Protocol One. No, c’è un’altra cosa che necessita di essere fatta. Un debito da saldare.
Le parole “Emergency Protocol One lo avevano fatto pensare a Rose. Era stata lei a farlo attivare l’ultima volta. Rose, così coraggiosa, aveva aperto il cuore del TARDIS ed era tornata per lui. Si domandò se era destino morire senza rivedersi. Comunque, non poteva pensare a Rose adesso. C’era un’altra donna che aveva bisogno di lui.
-Giusto un piccolo controllo anagrafico…devo essere sicuro…
-Di cosa? Che sta facendo?,- chiese Clara. 
Il Dottore non rispose.
-Trovato!
Abbassò una leva ed il TARDIS atterrò.

-Dottore, dove siamo?
Il Dottore si avviò verso la porta. Mise una mano sulla maniglia, si girò e disse:
 -Clara, è molto importante che tu resti qui, ora. Ci metterò un attimo, ma è una cosa che preferisco fare da solo. Clara stava per controbattere, ma  rinunciò vedendo l’espressione seria che aveva.
-Va bene. Ti aspetto qui.

Suonò alla porta. Dopo un paio di minuti uomo molto alto, sulla quarantina, venne ad aprire. 
-Buonasera,- esordì il Dottore gravemente. -Sono il dottor Smith, un vecchio amico di sua madre. Mi hanno informato che non le resta molto tempo.
L’uomo rimase un po’ spiazzato.
-Le dirò che siete passato, le farà piacere,- rispose e iniziò a chiudere la porta.
Il Dottore insistette -Per favore, è molto importante che io la veda. Eravamo molto legati, molti anni fa. Ho paura che possa essere la mia ultima occasione. Urgenti…impegni di lavoro mi obbligano a ripartire domani. La prego.
L’uomo lo squadrò con un’aria distrutta. Sembrò neanche non notare la grande falla nella pietosa bugia del Dottore, ossia che si trattava di un uomo che non dimostrava più di trent’anni. Quando mai erano stati legati? La stanchezza però prese il sopravvento. E quell’uomo aveva una faccia che ispirava fiducia.
-Prego allora, si accomodi.
Il Dottore entrò e l’uomo gli fece strada sopra le scale. 
-Quella è la porta. Sta riposando. Vi lascio soli per qualche minuto. Oddio, devo essere pazzo, neanche la conosco! Entri e si sbrighi. Mi fido di lei.
Senza dire una parola il Dottore entrò nella stanza e chiuse la porta.

 

Una donna dai capelli bianchi dormiva supina nel letto al centro della stanza. Non si accorse dell’uomo che era appena entrato. Sul comodino c’era una foto di una donna dai capelli rossi abbracciata ad un uomo anziano. Ridevano affianco ad un telescopio su una collina buia. Il Dottore si avvicinò e si sedette su di una sedia messa appositamente affianco al letto. Si chiese quante ore era stato seduto lì quello che pensava fosse il figlio della donna. Probabilmente lo stesso che compiva un anno quando quella stessa donna, accompagnata dal nonno, era venuta una sera in un negozio di giocattoli in un centro commerciale.
Stando attento a non svegliarla, il Dottore si sporse sulla sedia, le scostò i capelli che un tempo erano stati rosso fuoco e le poggiò le mani sulle tempie.

 

La donna fece un sogno bellissimo.
Sognò di volare tra le stelle affianco ad un’amico fidato, un Uomo dallo Spazio.
Sognò di galassie e pianeti lontani.
Sognò di civiltà antiche e mondi futuri.
Sognò di essere stata la donna più importante dell’Universo.

 

Quella notte, mentre il Dottore volava con Clara dentro il Vortice verso Trenanzalore, Donna Noble si spegneva, placidamente, nel sonno.

   
 
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