Serie: Pandora Hearts
Titolo: I used to play There, when I was
a Child
Personaggi: Lacie Baskerville
Warning: //
Wordcount: 280
Challenge: Writing Stuff Series
Prompt: Day # 8 - «Il mondo non è che
la brutta copia di una realtà ideale.»
Note: Credo
che chi abbia letto PH possa riconoscere molte citazioni di Lacie, un
verso di "Everytime you Kiss me", con una mia aggiunta di un verso di
"The Neglected Garden" -da "Arrietty"-, da cui ho tratto la maggior
ispirazione.
.... ehm... forse SPOILER MEGA GIGANTE se non si ha letto Pandora
Hearts dal capitolo... ehm... 69?
Disclaimer:
Blablabla, i personaggi/la serie/tutto tranne la suddetta flash non
appartiene a me ma alla mente malvagissima di Mochizuki-sensei. Se
fossi stata io a creare PH avrei trattato tutti molto meglio ;3;
when I was a Child »
La rugiada è ancora sulle corolle delle rose.
Ogni goccia luccicante nell’oro della luce
dell’Abisso scivola: risplendendo, brillando, quella Polvere
di Stella le danza attorno, richiamandola tra quelle rose umide della
condensa mattutina, per quella che sarà l’ultima
volta in cui si potrà addentrare in quell’Armonia
fatta di lievi suoni e perenne alba radiosa, impalpabili ori e argenti,
rubini liquidi e morbidi zaffiri, smeraldi di piuma.
Chiusi gli occhi di fiamma -“figlia del Demonio”
inorriditi bisbigliano gli stolti al solo vederla-, ritorna in quel
mondo dove si rifugiava da bambina quando era arrabbiata, o quando era
sola, o quando anche solo aveva voglia di giocare con quelle nuvole di
luce evanescente, con i conigli di pezza viva, o le bambole di ceramica
pulsante.
Un fruscio che pare dorato anch’esso respira in quel
luogo prezioso dall’equilibrio fragile, quelle perle di
topazio incorporeo la seguono divertite, gioiose nel loro volare
spensierato: un carillon immateriale silenzioso sussurra leggero la sua
melodia cristallina e tintinnante, le parole ormai note si rincorrono
nei pensieri mentre lei stessa in un lento valzer volteggia
accompagnata da quella moltitudine di gioielli fumosi che sfiora con le
dita.
Paiono ridere anch'essi.
«Questo crudele, ridicolo, bellissimo mondo.»
Riapre gli occhi, un sussulto la scuote appena. E la sua mano
serrata non ha più al suo interno la luce catturata, ora
fuggita assieme a quella timida Perfezione.
Quella stessa melodia udita nell’oblio ancora canta,
proveniente da un pianoforte dal suono reso opaco dalla distanza e da
una nostalgia dolorosa che le chiude il cuore in una stretta morsa
soffocante.
Oswald.
Lacie volta la testa verso la porta.
Ad attenderla c’è Glen.
Ah, già.
Le rose muoiono, il segreto sta nel dolore.