La fiera del ramen
Hinata non osava alzare la testa.
Si
era preparata psicologicamente tutto il pomeriggio per quella
serata, ma il pensiero di trovarselo di fronte, di
intrecciare il suo sguardo con quello del biondo, la terrorizzava
più di suo
cugino Neji. E questa la diceva lunga.
Il
primo colpo gliel’aveva inflitto quella mattina, mentre era
di ritorno da un
allenamento con Kiba e Shino: i ragazzi le camminavano accanto
parlottando,
mentre lei se ne stava col capo chino ad osservare la ghiaia che le
scorreva
sotto i piedi, senza prendere parte al discorso.
Un
sonoro “Yo!” l’aveva fatta arrestare di
colpo.
Da
quella visuale riusciva a vedere solo un paio di stivali scuri, ma li
conosceva
tanto bene da non potersi confondere.
Alzò
lentamente lo sguardo e Kiba parlò per primo. –Che
combini, Naruto-kun?
Il
ragazzo si passò una mano tra i capelli color del grano per
poi afferrarsi la
nuca. –Stavo cercando qualcuno che mi accompagnasse alla
fiera di sta sera, ho
sentito che il miglior cuoco di ramen arriverà a Konoha e
non voglio perdermi
quest’occasione per nulla al mondo!
Shino
sollevò le braccia in segno di resa –Sta sera ho
da fare. Sto lavorando su un
nuovo jutsu, che spero di apprendere prima della mia prossima missione.
Kiba
accarezzò dolcemente la testa di Akamaru, che fino a quel
momento era stato
accucciato tra il suo petto e la calda giacca grigia.
–Akamaru non sta bene,
sta sera credo che la passerò con lui, non posso lasciarlo
da solo.
Solo
a quel punto Hinata si accorse che era arrivato il suo turno.
–E tu, Hinata?
Una
serata da sola con Naruto? Non ce l’avrebbe fatta.
Era
strano, aspettava quel giorno da quando i suoi occhi impauriti avevano
incontrato quelli coraggiosi e vispi del ragazzo, ma adesso che
l’occasione
tanto attesa le si presentava davanti, voleva solo fuggire.
Aveva
deciso, avrebbe detto di no. Passò in rassegna la lista
delle scuse che aveva
ideato per un ipotetica “occasione tanto attesa”,
quando riuscì ad aprire
bocca.
-Va..Va
bene.
Le
sue labbra si erano mosse da sole. Naruto le afferrò le
spalle e sorrise –Grande!
Allora ci vediamo qui sta sera!
Ecco
come si era cacciata nel guaio più grande della sua vita.
Naruto
era in ritardo, e lei tremava come una foglia, nonostante il vento
estivo
spirasse già da un po’ tra le cime degli alberi di
Konoha.
Cosa
gli avrebbe detto una volta arrivato?
Non
aveva pensato a nulla mentre tornava a casa, aveva indossato lo yukata* che
teneva nell’armadio dall’estate scorsa ed era
uscita.
Stare
lì, ferma, le stava letteralmente distruggendo i nervi. Una
tortura
psicologica.
I
rumori lontani della fiera le si accavallavano nella mente, mentre
sussurrava
tra sé e sé qualche “Buona
sera”.
Non
ci poteva credere, stava per avere un appuntamento…
No,
non doveva chiamarlo così, altrimenti sarebbe collassata di
sicuro. Arrossì violentemente
e nascose la testa fra le maniche dello yukata.
Di
colpo dei passi da lontano la fecero trasalire, il ragazzo biondo si
stava
avvicinando di corsa. Quando le si parò davanti la mente di
Hinata si concentrò
tutta su un solo pensiero: Inspira,
espira.
Naruto
aveva indossato un jin-bei**
composto da una giacca scura e un pantaloncino di
canapa blu, i capelli chiari erano tutti arruffati e arricciati dal
sudore e il
suo volto era arrossato per la corsa.
-Perdonami
Hinata-chan…- Riuscì a dire tra un sospiro e
l’altro –Sono in ritardo…
Inspira, espira.
Hinata
doveva solo ricordarsi che non si trattava di un appuntamento. Naruto
le aveva
chiesto semplicemente di accompagnarlo ad ingozzarsi di ramen. Punto.
-Sei
arrabbiata?- Domandò lui in tono sommesso.
-No,
no!- Rispose prontamente Hinata.
-Perfetto,
allora andiamo!
Il
ragazzo fece per camminare, poi si arrestò di colpo
–Oh, stai proprio bene con
lo yukata!
Sì,
sarebbe collassata prima della fine della serata.
Il
tragitto verso la fiera si era trasformato in una passeggiata tra Kiba
e
Akamaru, solo che Hinata faceva la parte del cucciolo.
Camminava
con la testa chinata e le dita congiunte, mentre davanti a lei un
Naruto con l’acquolina
in bocca canticchiava qualcosa come Una
scodella di ramen stasera c’è. Due scodelle di
ramen mi mangerò!
-Ehi,
Hinata!- La chiamò voltandosi –Vieni avanti, non
farmi cantare da solo!
Nonostante
fosse così carino, il biondo poteva scordarsi che avrebbe
cantato con lui, ma Hinata
si avvicinò lo stesso arrossendo al contatto del ragazzo,
che le avvolse le
spalle con il suo braccio da orso.
-Ti
insegno le parole…
Una
volta arrivati la ragazza restò a bocca aperta.
Due
file parallele di banconi le si aprivano di fronte, venditori di dolci
urlavano
ai passanti e i loro vassoi disperdevano nell’aria odori
delicati.
A
destra una bancarella di tiro al bersaglio esponeva un sacco di peluche
colorati, gli occhi vitrei di Hinata, però, si posarono su
uno in particolare:
un enorme rospo giallo, che si erigeva tra le due scatole adibite a
piani per
reggere le lattine.
Se
ne stava lì sull’attenti, ad osservare i ragazzi
che cercavano di colpire il
bersaglio con le palline di plastica.
Lontano,
la ruota panoramica sovrastava tutto e tutti come un grande occhio
imponente,
mentre alla fine del corridoio che le bancarelle creavano se ne stava
fermo un
carro, coperto da un telo nero.
-Mhh…
Mi sa che non è ancora arrivato…-
Sospirò il ragazzo grattandosi la testa. –Allora
andiamo, ti regalo un peluche!
La
ragazza arrossì un po’ –Ma
no… Non ce n’è bisogno…
-Figurati!-
La interruppe lui –Sei stata così gentile da
accompagnarmi! È il minimo che io
possa fare.
La
prese per mano trascinandola verso la bancarella del tiro al bersaglio.
-Buona
sera! Vuole prendere qualcosa alla sua ragazza?- Chiese con voce
squillante il
venditore.
-Non
sono…- Tentò di chiarire la discendente del clan
Hyuga, ma il biondo la
interruppe –Mhh… Cosa ti piacerebbe?
-Per
me va bene tutto…- Rispose lei coprendosi il volto per non
mostrare gli evidenti
segni di imbarazzo che l’aveva invasa.
-Va
bene, ti prendo il rospo gigante!- Esclamò lui sollevando il
pollice.
L’uomo
gli porse tre sfere azzurre grandi quanto un mandarino da dietro il
bancone e
incassò la mancia, prima di appoggiare la schiena al palo
che sorreggeva la
bancarella. –Prego.
Naruto
tirò un respiro e si concentrò, Hinata sorrise,
ce l’avrebbe fatta. –Per prendere
il rospo devi fare tre centri su tre.- Lo informò
l’uomo.
La
prima pallina volò verso il castello di lattine, facendole
volare in mille
direzioni. –Grande!- Esclamò la ragazza in preda
ad un euforia mai vista prima.
Quando
si accorse del suo tono fin troppo alto si tappò la bocca
con imbarazzo.
-Già!-
Le fece eco il biondo, impugnando la seconda pallina ed enfatizzando
ogni
movimento come si accingesse a compiere un impresa eroica.
Prese
la carica e spingendosi avanti con un saltello colpì in
pieno anche il secondo
castello di lattine.
Esultò
e in un secondo afferrò la terza pallina.
Fece
un respiro e la lanciò oltre il bancone, ma sta volta il
bersaglio fu mancato
di molto.
-Cavolo,
me ne mancava solo uno!- Imprecò. –Va
bè, cosa abbiamo vinto?
-Tecnicamente
hai colpito solo un bersaglio, perché nel secondo lancio ti
sei sporto oltre il
bancone, quindi hai vinto…- Il venditore lanciò
sul piano di legno un peluche
piccolo a forma di lumaca, con un gancetto per appenderlo come
portachiavi. -…
questo.
Naruto
lo afferrò e lo squadrò. –Che diavolo
significa?! Lei vuole fregarmi!- Urlò in
faccia al vecchio.
-Mi
dispiace, ma queste sono le regole.-
Il
ragazzo sbuffò –Sai che me ne importa, stupido
vecchio!
Hinata
lo portò lontano dal bancone, prima che facesse esplodere i
peluches e la
baracca con un rasengan.
-Scusami
Hinata-chan, quel vecchio impostore non mi ha dato di meglio…
La
mora, però, stava sorridendo con le guance arrossate. Naruto
le aveva regalato
un peluche, ed era una cosa bellissima.
Lo
prese dalle sue mani e se lo legò alla collana che aveva al
collo. Forse era
una cosa ridicola, ma lei voleva tenerlo lì.
-Grazie…
Naruto-kun…- Balbettò lei rossa in volto. Naruto
le carezzò i capelli come un
fratello maggiore.
-Oh,
il cuoco è arrivato!- Osservò il biondo.
Un
omaccione alto e robusto agitava le braccia con indosso solo un
grembiule e dei
pantaloni lunghi fino alle caviglie. La testa rasata lo faceva sembrare
un uovo
gigante.
Naruto
la prese per mano e la portò verso la fine della stradina di
ghiaia –Devi assaggiarlo
anche tu, Hinata-chan!
La
serata stava volgendo al termine. Quasi tutti i ragazzi che prima
passeggiavano
e chiacchieravano tra le bancarelle erano spariti poco a poco,
rimanevano solo
qualche anziana coppia e un gruppo di amici ubriachi di sakè.
Il
venticello fresco che l’aveva accolti appena arrivati si era
trasformato in un
vento abbastanza freddo, nonostante l’estate fosse inoltrata.
Naruto
si era ingozzato di ramen ed era riuscito a farne assaggiare un
po’ anche a
Hinata, che se ne stava con le braccia incrociate accanto a lui, seduti
su una
panchina.
La
luna mandava bagliori argentei su tutte le bancarelle ormai sul punto
di
chiudere.
Di
colpo, Naruto si alzò, seguito a ruota da Hinata.
Lei
era nervosissima, si sfregava le mani e le tremavano incessantemente le
labbra,
voleva ringraziare Naruto per tutto ciò che aveva fatto per
lei in quella
serata, magari potevano sembrare cose futili, ma il peluche che teneva
appeso
alla collana aveva assunto importanza, lo avrebbe tenuto come un tesoro.
Era
innamorata di Naruto da sempre. Lo osservò dritto di fronte
a lei, con il suo
sorriso sicuro, che le infondeva coraggio ogni volta.
-Sta
sera ci siamo proprio divertiti, eh?- Esordì lui.
-G..
Già…
-Bene,
allora ci vediamo domani!- La salutò alzando la mano, poi
girò i tacchi e si
allontanò.
In
un certo senso Hinata se lo aspettava, era un semplice incontro tra
amici, se l’era
ripetuto per tutta la serata. Il gesto di Naruto, però, le
causò comunque una
piccola fitta al cuore, mentre una lacrima minacciava di rigarle il
volto.
-Oh, Hinata-chan! Ho dimenticato
una cosa!- Esclamò il biondo tornando indietro. Hinata
aveva in mano il portamonete a forma di rospo dell’amico, che
le aveva chiesto
di mantenere mentre pagava il ramen.
Si
parò davanti a lei e le fece cenno di avvicinarsi con la
mano, lei obbedì,
voleva sussurrarle qualcosa all’orecchio?
La
mano di Naruto le carezzò il mento e le ruotò la
testa di 90°.
Poteva
sentire il suo cuore battere, così come quello del ragazzo.
Passò una mano tra
i capelli scuri della ragazza e si soffermò a spostarle una
ciocca dietro l’orecchio.
-Ops.-
Sussurrò ironicamente spostandole
delicatamente il volto e posando le sue labbra su quelle di Hinata.
Restò
fermo per un po’, prima di insinuare la lingua tra le labbra
della ragazza,
che, rossa come un peperone, se ne stava immobile e tremante.
Ci
volle un po’ prima che riuscisse a sciogliersi a quel bacio
che tanto
aspettava.
Le
mani di Naruto si intrecciarono tra i suoi capelli, mentre quelle
pallide di
Hinata si adagiarono impaurite sul suo petto, appoggiandosi, come se le
mancasse la forza di restare in piedi.
Si
muovevano al ritmo del suo respiro, che lei sentiva vicino, così vicino.
Gli
scorci di cielo che erano gli occhi di Naruto la guardarono dolcemente
staccandosi da quel bacio, poi si avvicinò di nuovo, sta
volta al suo orecchio.
–La
prossima volta riuscirò a comprartelo, quello stupido rospo
gigante.
* Per chi non lo sapesse è una specie di kimono informale che le ragazze indossano d'estate, significa letterlamente 'vestito da bagno' perchè era utilizzato anche dopo aver fatto il bagno.
** E' l'equivalente dello yukata, ma al maschile. E' formato da una giacca che si chiude sia all'interno che all'esterno e dei pantaloncini.
*Angolo autrice*
Ciao a tutti lettori, questa è la mia prima One Shot sulla coppia NaruHina e su Naruto in generale.
Influenzata dalle numerose storie di questo tipo che circolano su EFP, mi sono impegnata e ho scritto la storia tutta d'un fiato. Il risultato è una mezza schifezza, ma ero ansiosa di confrontare il mio lavoro con quello degli altri e mi piacerebbe davvero sapere che ne pensate.
Se la storia dovesse piacere credo che continuerò a scrivere, non solo su loro due!
Se vi è piaciuta lasciatemi una recensione, se vi va!
Un abbraccio
Harusame.
* Per chi non lo sapesse è una specie di kimono informale che le ragazze indossano d'estate, significa letterlamente 'vestito da bagno' perchè era utilizzato anche dopo aver fatto il bagno.
** E' l'equivalente dello yukata, ma al maschile. E' formato da una giacca che si chiude sia all'interno che all'esterno e dei pantaloncini.
*Angolo autrice*
Ciao a tutti lettori, questa è la mia prima One Shot sulla coppia NaruHina e su Naruto in generale.
Influenzata dalle numerose storie di questo tipo che circolano su EFP, mi sono impegnata e ho scritto la storia tutta d'un fiato. Il risultato è una mezza schifezza, ma ero ansiosa di confrontare il mio lavoro con quello degli altri e mi piacerebbe davvero sapere che ne pensate.
Se la storia dovesse piacere credo che continuerò a scrivere, non solo su loro due!
Se vi è piaciuta lasciatemi una recensione, se vi va!
Un abbraccio
Harusame.