Serie: Pandora Hearts
Titolo: Meet the Lonely One
Personaggi: Alice
Warning: //
Wordcount: 240
Challenge: Writing Stuff Series
Prompt: Day # 5- « La solitudine è la
cosa che amo di più »
Note:
Nessuno spoiler, è l'inizio dell'inizio, quando Oz apre
l'orologio da taschino, che comincia a suonare, e nello stesso istante
Alice dall'Abisso sente. Primo episodio/primo capitolo (forse). E chi
conosce Alice mi darà dell'idiota per aver usato un simile
prompt per questa bella signorina, ma guys, è un preziosismo
che, con poca modestia, reputo così WOAAAH. Contrasto, ecco
tutto. Tutte le metafore musicali ci sono perché mi andava,
sì. (?)
Disclaimer:
La serie e i personaggi non appartengono a me ma a Jun Mochizuki
(mannaggia a lei).
Il buio profondo la culla affettuosamente
nell’Abisso sconfinato. Sempre l’ha fatto e sempre
lo farà.
Altra anima viva non esiste al suo interno, escludendo i Chain di cui
questo non-luogo brulica: ma Alice, il Coniglio Insanguinato, non ha
nulla a che fare con loro, meri esseri inferiori che con voci
grossolane sghignazzano e con arti deformi si muovono, burattini
esausti e non pensanti, imbarazzante natura dell'oblio.
No, lei è sola, cullata dall’immateriale Abisso
stesso che immutato rimane -perpetuo paradiso distorto e casa delle
bambole corrotta-, sussurra al suo orecchio melodie stridule e distorte
che risuonano in canone nei suoi pensieri e accompagnano il battito del
suo cuore, nota dopo nota.
E’ così da quando ha memoria. Da quando le voci
sibilano del nero tenebra che ha ricoperto l’oro lucente del
Nulla, da quando Alice è diventata Alice, l’ombra
che si riflette sul nero tangibile.
Non pensa, assopita.
E’ il torpore della tormentata pace, della agonizzante calma.
Nel Nulla muto.
Dove tintinnano improvvise ora altre note più acute e
armoniche, stonature nella sinfonia monotona della Volontà
tiranna.
L’attirano come raggio che forma una pozza di lucente oro
fumoso nella nebbia di pece.
E’ la sola. La sola che ne sente il richiamo.
L’attrito curioso e bramoso che spezza la corda
dell’aspro violino.
«Che melodia nostalgica. Che mi stia chiamando?»
Si interrompe bruscamente il coro stridente, e la sua voce risuona, eco
persa nell'illimitato orrido.
Dopotutto, i conigli odiano restare da soli.