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Autore: LilacLilium    26/05/2014    7 recensioni
Bilbo deve imparare a difendersi e a destreggiarsi nella nobile arte delle armi. Thorin lo addestrerà, ma a quale esito arriveranno le lezioni?
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il nano guardò torvo la creatura che aveva davanti. Lo hobbit ricambiava preoccupato lo sguardo.

Thorin Oakenshield aveva deciso che non c'erano scusanti; lo scassinatore doveva imparare a difendersi da solo. Doveva essere addestrato alla nobile arte del combattimento. Il viaggio era rischioso, Thorin ne era consapevole, e non poteva rischiare di arrivare a Erebor con uno scassinatore ridotto a marmellata di hobbit da qualche troll.

Bilbo, dal canto suo, non aveva idea di cosa passasse per la mente del re. Aveva visto Thorin e Dwalin che confabulavano lanciandogli occhiate oblique e poi si era lasciato trascinare dal re in mezzo al bosco, in una radura poco lontana dall'accampamento ma abbastanza isolata. Ora se ne stava là impalato, ad aspettare che il nano smettesse di fissarlo e prendesse la parola per primo.

-Devi imparare a combattere, hobbit.-

Bilbo deglutì. Combattere? Non si era parlato di battaglie... no, doveva aver sentito male.

-C-combat... come?-

-Combattere. Con le armi. Ti allenerò personalmente.-

Thorin Oakenshield lo avrebbe allenato personalmente. Oh valar! Era un onore troppo grande per un umile hobbit della contea. In effetti il nano si era offerto per l'incarico esclusivamente per evitare che Dwalin facesse a tocchetti la creatura: lui invece aveva ben altri programmi.

-Voglio che tu sappia come difenderti in caso di bisogno, ma prima è necessario allenare il tuo corpo... e devi perdere peso. Togliti la camicia.-

Bilbo rimase interdetto. Il suo corpo non aveva nulla di sbagliato e NON era grasso. Beh, forse si era un po' arrotondato negli ultimi anni, ma rimaneva comunque un tipo piuttosto atletico per essere uno hobbit. E poi era estremamente riservato.

Thorin si sfilò la tunica blu e rimase a torso nudo; sfilò un laccio di cuoio dalla cintura e si legò i capelli, poi rimase a osservare lo hobbit che indugiava ancora slacciando i bottoni uno ad uno. Cosa c'era di difficile? “Togliti la camicia”, era un ordine chiaro, semplice. Cos'avevano quelle benedette creature nel cervello? Sbuffando afferrò la camicia a righe di Bilbo e gliela sfilò dall'alto: questi barcollò e gli rivolse un occhiata da cerbiatto ferito. Che modi! Si sentiva violato, offeso, si vergognava...

Thorin lo esaminò girandogli attorno. La pelle era bianca e liscia, le spalle esili punteggiate di pallide lentiggini. Non aveva l'ombra di muscoli, né una sola cicatrice: il petto era piatto e si alzava irregolare, la pancia lievemente tonda, le ossa delle anche appena accennate. Come se non bastasse era arrossito per l'imbarazzo e cercava di coprirsi giocherellando nervoso con i ricci ramati.

Thorin incrociò per un attimo gli occhi scuri e smarriti dello hobbit. Era così adorabile che si chiedeva come mai avrebbe fatto a trasformalo in un guerriero.

Si schiarì la voce: -Mh. Bisogna potenziare il fisico… hobbit, ti metto forse a disagio?-

Bilbo aveva abbassato lo sguardo sconfitto. Non ce l’avrebbe mai fatta e non poteva reggere quello sguardo azzurro di disapprovazione.

-Oh n-no… è che… non so se riuscirò mai-

-Ricorda che sono io che ti allenerò, quindi il fallimento non è contemplato.- Thorin nascose un sorriso con un finto colpo di tosse. Quel piccoletto faceva tenerezza.

-Ma ora cominciamo seriamente. Immagino che tu non sappia maneggiare né spada né ascia-

-In effetti no…-

-Allora prendi questa- Thorin gli lanciò una piccola spada che a Bilbo sembrava enormemente pesante e se la lasciò quasi sfuggire col tentativo di tranciarsi un braccio. Il re sfoderò la sua massiccia spada e si posizionò alle spalle dello hobbit.

-Queste armi sono leggere e taglienti: sono perfette per la difesa in quanto si prestano bene al combattimento dinamico. Non occorre molta forza per utilizzarle…-

Bilbo non capiva quasi nulla. La vicinanza del nano lo aveva totalmente scombussolato. Una ciocca di capelli corvini era sfuggita alla coda e gli solleticava la schiena nuda, e come se non bastasse avvertiva il lieve respiro di questi sulla nuca.

-Tienila in questo modo- disse Thorin afferrandogli il polso e premendogli una spalla affinché piegasse le ginocchia –è meno faticoso e non rischierai di farti male.-

-Hum, non sono sicuro di…-

-Non avrai tempo per indugiare. Difenditi dal nemico.- Thorin gli lasciò la spalla e gli si posizionò davanti fronteggiandolo. Con uno scatto in avanti fece indietreggiare lo hobbit spaventato.

-Avanti!- lo incitò il re incrociando le lame con aria di sfida e facendole sibilare con l’attrito del ferro su ferro. Chiuse gli occhi. Quel dolce rumore metallico gli ricordava casa.

Gli bastò un leggero colpetto con il piatto della lama per far sfuggire di mano la spada alla creatura completamente sopraffatta.

Non aveva speranze. Thorin spazientito piantò la sua arma nel terreno morbido e si avvicinò pericolosamente a Bilbo.

-Adesso saresti già morto. Che cosa c’è, hai paura di ferirmi? Così non va bene.- lo redargui come un bambino disobbediente. Era la tecnica che aveva sempre usato con i suoi nipoti; la punizione psicologica di solito era un avvertimento prima di prenderli a calci in quel posto. Con Bilbo invece fu più che abbastanza. Corse a riprendere la sua spada e riacquistò la posizione.

Thorin, sorpreso dalla reazione immediata, si scagliò di nuovo contro l’avversario. Era così facile che non c’era neanche gusto: una finta, un affondo feroce fermato appena qualche centimetro prima di trafiggere il petto bianco dello scassinatore. Evidentemente era stato troppo per lui, perché mollò l’arma, rovesciò gli occhi e svenne rovinosamente.

Il re si precipitò preoccupato vicino al corpicino inerte e si chinò su di esso controllandone il respiro. Quando lo hobbit riprese i sensi si trovò un nano possente che lo guardava a pochi centimetri dal naso. Mugugnò qualcosa di confuso e ricadde col capo a terra.

Aveva preso una formidabile botta in testa e non capiva molto di quello che stava accadendo. Sentiva un dolore pulsante e gli dava fastidio la luce.

Thorin pensò in un primo momento di averlo ucciso, poi realizzò che stava tentando di farfugliare qualcosa con un sorriso sciocco stampato in faccia.

-Cosa hai detto, hobbit?-

-Che hai un buon profumo… oh che mal di testa…- lo hobbit era andato. Aveva chiuso gli occhi e aggrappandosi al collo di Thorin era sprofondato con il viso nella sua chioma. Profumava di pioggia, boschi di pini, terre sconosciute…

Il re stava per reagire scrollandosi di dosso quella creatura rintronata, ma quando gli fu vicino non ne ebbe la forza: con delicatezza morse il collo a Bilbo che era più di la che di qua. A quanto pareva tutto quello che gli aveva detto Gandalf sul popolo hobbit era vero; erano letteralmente dolci come il miele. Strinse più forte il corpo tiepido sotto di sé e ricominciò a baciarlo.

 

 

 

Angolo dell’autrice

Premetto che non so se la storia andrà avanti. Avevo pensato ad un altro capitolo, ma è solo un abbozzo. Per ora sta così, poi vedremo.

Allora, cosa ne dite? Amo follemente Thorin e le Thilbo, spero solo di non averli fatti uscire dal personaggio… aspetto recensioni :)

A presto

  
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