Serie: Hetalia
Titolo: Smoke and Mirrors
Personaggi: OC - Serenissima Repubblica di
Venezia (Elena Lucrezia Caterina Cornaro)
Warning: //
Wordcount: 296
Challenge: Writing Stuff Series
Prompt: Day # 2- «Se tutte le cose inutili
sparissero, sarebbe la fine anche di questa nostra imperfetta
esistenza.»
Note: Chi mi
seguiva nel roleplay più o meno sa come ho immaginato la
personificazione della Serenissima: superificiale e venale, tutto
quello che per lei era importante era fatto d'oro o era comunque
prezioso. I vizi erano la sua condotta di vita.
E quindi capirete perché, al suo canto del cigno, ne esce
così distrutta.
L'ultima frase è tratta dalla canzone Song of Myself dei
Nightwish, così come il titolo.
Disclaimer:
La storia e il personaggio sono miei, Hetalia appartiene ad Himaruya
E il suo riflesso la squadra dallo specchio che le sta di fronte, terrorizzato e visibilmente scosso.
Ha bisogno di respirare.
Tregua.
Fruscii di stoffe pregiate contro il pavimento in marmo bianco e nero. Luccichii di lampade che illuminano a giorno il grande salone, dove vorticano in un girotondo le sete colorate dei pomposi abiti delle nobildonne danzanti. Morbidi drappi in damasco che separano il riposo della Serenissima dal resto del mondo, il raso accoglie il suo sonno e l’accompagna in sogni ben più placidi. Le note acute del violino che risuonano, il musicista le si inchina cortese.
Si prende la testa fra le mani, nella speranza di riuscire a controllare almeno il respiro.
Voluttuosi baci che di sentimento hanno ben poco, mero divertimento che finisce bruciato in poche ore e poi dimenticato con un ghigno. Tintinnio di monete che ricadono sul mogano per poi essere attentamente contate e ordinate. Gioielli che vengono osservati con morbosità e desiderio. “Li compro”, soddisfatta, la sua voce squillante conclude l’affare.
Un singhiozzo soffocato, ondeggiano i capelli per via della testa scossa con forza come in un cenno di diniego disperato.
Si divincola dall'orrore.
«No. No. No.»
Poi tutto le svanisce dalle mani, consumato dall’avidità, dal tempo, dalla storia, dal fuoco, dalla rabbia, da lei stessa.
Fumo.
Il violino solitario ancora risuona nella sua testa, come il requiem in suo onore che lei stessa ha la possibilità di ascoltare mentre è ancora in vita.
Vita.
E lì per sempre rimane quel cambio da Sol maggiore a Mi minore.