Un malefico nemico
Leale si avvicinò alla porta del suo protetto, quella giornata gli pareva strana, Artemis si era recato velocemente in camera sua, non che fosse anormale, ma non aveva fatto il suo solito discorso di scienza.... mh.... un sospetto cominciò a prendere posto nella mente di Leale.
La guardia del corpo sapeva quanto Artemis amava parlare di organismi pluricellulari o correggere le varie teorie di Einstein o Pitagora, ma oggi aveva mangiato velocemente e si era chiuso in camera sua.
L'unica cosa che aveva detto era: “ Devo sbrigare qualcosa di molto importante”.
Leale voleva vederci chiaro in questa situazione così si apposto dietro la porta in cui si trovava Artemis, appoggiò il suo orecchio e si mise ad ascoltare la conversazione.
“Abbiamo dei conti in sospeso noi due eh?, cosa credi di poter fare? Come fai a farti desiderare così tanto dalle persone? Una cosa è certa, io non sarò mai tuo! Cosa controbatti?”
Non ci fu nessuna risposta da parte dell' interpellato.
“Fai il duro? Io sono un genio! Non riuscirai a persuadermi con il tuo dolce aspetto innocente che fa impazzire tutti! Sei il mio più grande nemico, piccolo insulso oggetto caramellato!”
Artemis era per caso impazzito? Pensò Leale, no forse aveva frainteso, forse tutto ciò che aveva udito, non era quello che il genio intendesse realmente,
oppure si? Non ci stava capendo nulla in quella storia così decise di continuare ad ascoltare la conversazione.
“Cosa credi di poter fare insulso microbo” continuò Artemis, “Sono molto più potente di te, non potrei mai piegarmi al tuo volere, l'unica cosa che sai fare è persuadere dei bambini innocenti a prenderti, così te potrai iniettare loro tutte le molecole di cui sei composto.”
“Insomma sei pieno di zuccheri, e in più sei anche duro cosa credi di poter fare!” “Rimarrai sempre uno dei miei nemici numero uno, e non me ne importa niente se piaci a mai madre, a il capitano Spinella Tappo e agli altri membri della tua famiglia, non riuscirai mai a farmi cambiare idea!”
Leale non ci stava capendo più niente, la cosa migliore da fare era intervenire, e non avrebbe perso tempo per questo, abbatté la a porta con un calciò sfoderò la sua Sig-Saguer e disse: “ Che nessuno si muova”.
Ma nella stanza non c'era nessuno, Artemis era seduto sulla sua sedia, si era piegato un po' in aventi e teneva in mano la cosa che definiva il suo nemico, un malefico lecca lecca!