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Autore: Wall_Hellsong    29/05/2014    3 recensioni
Mi trovo a Londra per lavoro, o meglio, ho scelto questo lavoro per stare a Londra, la città dei miei sogni. Quando Amie mi propose di lavorare nella sua caffetteria, non rimasi a ragionarci nemmeno un istante [...] Fu proprio dietro il banco che conobbi Tom. E vi sembrerà strano, ma conobbi proprio lui: Tom Hiddleston.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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From London With Love – Capitolo 8
Di Wall Hellsong
 
 

“Why don’t you like me

 without making me try?”


 

Do I attract you?

Do I repulse you with my queasy smile?

Am I too dirty?

Am I too flirty?

Do I like what you like?

 

I could be wholesome

I could be loathsome

I guess I'm a little bit shy

Why don't you like me?

Why don't you like me without making me try?


(MIKA - GRACE KELLY)

 


Sono passati due giorni da quando ho visto Tom per l’ultima volta.
Dopo quella sera, tutto è tornato alla normalità.
Io impegnata con il lavoro, Amie nel pieno dei preparativi del suo matrimonio e Tom, di sicuro, alle prese nel valutare qualche nuovo ruolo da interpretare.
Non ho più visto Tom. Spero sempre che uno di questi giorni entri da quella porta e mi faccia uno dei suoi sorrisi magari mentre io ricambio facendogli un caffè…
Non sono mai stata brava con le dimostrazioni d’affetto. L’unica cosa cui potrei arrivare – forse – sarebbe sorridergli in modo impacciato come ho sempre fatto, oppure al massimo potrei fargli una piccola smorfia amichevole.
No. Di più non sarei in grado.
 
Oggi è giovedì e di solito, tutti i giovedì, verso mezzogiorno faccio un salto al negozio di dischi dietro alla chiesa gotica qua vicino, ma oggi Amie mi ha prolungato l’orario e questo implica che non potrò gironzolare fra gli scaffali di quella piccola boutique degli anni ’80.
Devo dire che mi secca molto ma come direbbe mio padre ho bisogno di soldi e i soldi non crescono sugli alberi.
La caffetteria come tutti i giovedì mattina è strapiena e quindi devo mettere il turbo.
In pochi minuti preparo una decina di frappè e una miriade di caffè e lo si può benissimo notare dal mio grembiule – che una volta usava essere bianco. –
 Oggi, in men che non si dica riesco ad accontentare anche i clienti più pignoli cimentandomi anche in nuovi cocktails. Che poi dico io, perchè mai la gente dovrebbe bere alle undici del mattino?
Ogni tanto io e Rebby ci scambiamo un’occhiatina consolatoria come se tutte e due fossimo consapevoli del mega mazzo che ci stiamo facendo.
« Perchè gli adulti si sbrodolano con il gelato, peggio dei bambini? » borbotta lei con aria afrranta.
Le faccio un risolino mentre osservo un grasso uomo sui cinquant’anni che osserva il frigo dei gelati con aria affamata.
Il bagliore azzurro del frigo che gli si riflette in viso, da’ un aspetto alieno alla sua pelle: sembra un grosso pesce in un acquario illuminato.
« Sono avidi dei tuoi gelati, Reb! Non sei felice? » le dico io mentre sposto il mio sguardo verso l’entrata del locale sperando in un fatidico arrivo.
« Oh si che lo sono! » mi fa lei. « Sei tu che non lo sei, albachiara! » continua.
Arrosisco un po’ e la guardo interdetta, ma non importa. Non voglio che, nel caso remoto entrasse Tom, mi veda con questa faccia cadente.
« Vedrai che il tuo principe azzuro varchera’ quella porta. » mi da una pacca sulla spalla.
« Non credo così tu possa migliorare la situazione » borbotto tutto d’un fiato.
« Che vuoi dire? »
« La cosa del principe azzurro. »
« E quindi? »
« Prendi i “ragazzi” della Disney! Alladin: un bugiardo compulsivo, La Bestia di Belle e La Bestia: un isterico violento, Peter Pan: gira sempre con la sua migliore amica…»
« Questa mi è nuova! » mi interrompe lei ridendo. Che poi non trovo che ci sia da ridere. È scientificamente provato che gli uomini non siano affidabili.
Glielo dico.
« Però alla fine tutte queste storie hanno una sorta di lieto fine! » cerca di convincermi mentre ancora ride.
Non ci sta riuscendo molto bene, anche perché non è ancora riuscita a spiegarmi il lieto fine tra Wendy e Peter quando la sua amica Trilly è sempre attaccata a Peter. Che poi io preferisco e ho sempre preferito Trilly a Wendy, ma questo non centra un tubo.
Dopo questa preziosissima conversazione nosenseci rimettiamo a lavoro tutte e due sperando che Tom entri da quella porta. Si, esatto, ora lo spera pure Rebby – e forse anche di più di me – perché sto iniziando a diventare rompiscatole; in dieci minuti ho pronunciato il nome TOM  una ventina di volta senza nemmeno inquadrare l’argomento in questione.
Ora pure Josh inizia a non sopportarmi più.
Oltre che la mia, ho ingurgitato anche la sua quota di biscotti che, tutti i giorni, Rebby prepara a ciascuno di noi.
L’unica cosa che un po’ ci fa sorridere – oltre all’enorme pesce che continua ad osservare il frigo da più di mezz’ora senza ordinare nulla – è l’arrivo di due pallanuotisti, a detta di Rebby, assai trombabili.
Rebby si sbottona un bottone della camicia della divisa e lancia loro sorrisi maliziosi, io mi limito a sorridere e Josh invece non si limita per niente a trovare quarantamila difetti ai due tizi mantenendo un’aria distaccata – e a parer mio, anche un po’ seccata – .
Non appena i due escono, Rebby si riabbottona la divisa e tutte e due riprendiamo a lavorare seriamente.
« Siete due ninfomani schifose!! » esclama Josh serio, ma la sua battuta ci fa ridere e non badiamo a nessuna forma.
« Tu mettiti a fare pallanuoto e a far più palestra e vedrai che i pallanuotisti non li guardo più…» le parole di Rebby fanno calare un momento di imbarazzo fra tutto lo staff.
Josh arrossisce e di colpo; anche Rebby, che si è accorta di ciò che ha appena detto al suo collega e caro amico Josh.
« Oh mammina. » mi scappa.
Tutti mi osservano come per dire “chiudi il becco”.
Sgrano gli occhi, guardando altrove in modo quasi indifferente.
Con la speranza di non essere più osservata, mi metto a preparare un panino alla Nutella ad un bambino piuttosto grasso – dev’essere parente del pesce – ma casco male, perché gli occhi sono ancora puntati su di me.
“Ora sono un cazzo di capro espiatorio al loro cazzo di imbarazzo” penso.
Per il nervoso esagero con la Nutella, ma il bambino non sembra essere dispiaciuto e quindi continuo.
Ora il mio capro espiatorio è la nutella.
Con la coda nell’occhio noto che un uomo alto e slanciato è appena entrato nel locale. Ha una maglia bianca – credo a V - e dei jeans blu scuri a sigaretta.
Ha dei ReyBan neri classici ma non riesco a vederlo in viso.
Si siede ad un tavolo.
Abbasso nuovamente lo sguardo sul panino alla Nutella, ma poi lo rialzo; ad intasarmi la visuale però è Josh che mi fissa ad occhi sbarrati.
Faccio una strana smorfia e riprendo a lavorare sul panino.
Alzo di nuovo lo sguardo.
Ora davanti a me c’è il bimbo grasso che aspetta il panino ansioso.
Potrebbe essere il figlio del pesce. Sono uguali. Anzi, forse il  bambino è più grasso.
Gli consegno il panino e cerco l’uomo alto e slanciato con lo sguardo ma vengo interrotta da Rebby.
« Hey! » mi fa lei.
Sussulto.
« Rebby, porca miseria! » mi schiaccio la fronte con il palmo della mano.
« Albachiara, io te l’avevo detto che sarebbe venuto »
Ansia.
Panico.
Di nuovo ansia.
Di nuovo panico.
Non ci posso credere.
L’uomo alto e slanciato, con la maglia bianca a V, – si è decisamente a V -  i jeans blu scuri a sigaretta e i ReyBan neri è proprio lui.
Tom.
« Caaaaazzo!! » sbotto con voce tremante.
« Reb, è lui! » prendo fiato.
« E’ lui, Reb! » prendo un altro respiro.
« Reb, è l…
« ..lui?? » mi interrompe Rebby.
« cazzo si, Reb!!! » la voce mi trema ancora.
La nostra enfasi – più mia che sua – s'interrompe.
Tom si volta e mi fa “ciao ciao” con la mano, sorridendomi.
Un brivido mi ripercorre tutta la colonna vertebrale.
Mi sento gelare la spina dorsale e tutti i muscoli del corpo.
Mi limito a sorridergli e a mimargli con le labbra un semplice “Hey”.
Mi sento molto stupida, anzi peggio. Mi sento come un pesce rosso in una boccia di vetro traboccante d’acqua. Un pesce rosso che osserva nuotare davanti a lui un bellissimo pesce tropicale dai mille colori; anzi un delfino. Una magnifica creatura degli oceani che salta fuori dall’acqua come se volasse.
Rebby mi da una spintarella con il gomito e alza ripetutamente le sopracciglia, mantenendo comunque un’aria un po’ tesa.
E allora ripenso al pesce rosso e al delfino. Un pesce rosso non nuota nemmeno nelle stesse acque di un delfino. Un pesce rosso lo trovi nei laghetti di acqua dolce. Un delfino ha bisogno dell’acqua salata.
Ma che ci penso a fare? È una cosa scontata, no? Le nostre strade non si incroceranno mai.
Proprio mentre inizio a farmi i miei più che logici complessi, Josh riappare davanti ai miei occhi.
« Vado? » mi fa.
« Eh no.. » ribatto ironica, come se ci fossero altre alternative in una caffetteria.
« Allora io…. Vado….? » fa spallucce e gesticola bloccandosi ripetutamente.
« VAI! » lo esortiamo io e Rebby.
Si avvicina.
Sto sudando per lui.
Josh deva appena avergli chiesto se desidera qualcosa, al che Tom gli fa un cenno con la mano come per dire “aspetta” oppure “dopo”.
Intanto afferra un giornale, lo apre al contrario e inizia a leggerlo.
Ma che cazz…?         
Mi sorride.
Gli sorrido.
Si accorge del giornale messo al contrario.
Mi sorride ancora.
Gli sorrido ancora.
Mi guarda riducendo gli occhi a due fessure.
Si inumidisce le labbra con la lingua.
Posa il giornale.
Cazzo sta venendo qua!
Cazzo sta venendo qua!
Cazzo sta venendo qua!
Cazzo sta venendo qua!
« Hey, Chiara! »
 
BANG! MORTA.
 
« Hey, Tom! » prendo un respiro – oggi me ne servono tanti –
« Come stai? » gli chiedo io sorridendogli.
« Oh bene direi! Tu piuttosto? Ti vedo affaticata!! »
« Sì, sarà il lavoro, sai.. »
« Ti ci vuole un po’ di relax? »
Mi blocco.
Non rispondo.
Lui continua a sorridermi ma poi per sciogliere la tensione abbassa lo sguardo e esordisce con uno dei suoi “hehe”.
Sorrido, un po’ gelida però.
« Ti posso offrire qualcosa? » faccio io.
« Oh magari! Ehm…  » si guarda attorno.
« Guarda un bimbo in piedi a fianco a lui; si blocca per un secondo fissandolo e poi, indicandomelo solo con il pollice mi fa: « quello che ha preso lui».
Mi scappa un risolino.
« Esta-thè ad un englishman come te? » rido un po’ di più.
« Ehh… si! Hehehehe!! » ride anche lui, ora.
La sua risata languida e delicata mi ammorbidisce il cuore e tutto il corpo.
« Pesca o limone? »
« Non so... A te come piace? »
« Pesca! » gli sorrido perplessa.
Lui in imbarazzo alza il pollice in segno di approvazione e io gli prendo il thè.
Come fa per mettere la mano in tasca per afferrare qualche sterlina io lo blocco.
« Nono!!! Offre la cas…
« Non ci pensare nemmeno! Mi fa piacere pagarlo!! »
« Ma davvero non c’è n’è bisogn…
« Shhh… » mi fa lui avvicinando l’indice alla bocca.
Si rovista le tasche e caccia sul bancone 4 sterline.
« Guarda che il thè costa solo una sterlina e mezz…
« Va bene così!! » mi fa l’occhiolino mentre mette le mani avanti, gesticolando.
« Ma davvero, non… 
« Chiara, la codaaa!! » ansima Josh, interrompendomi.
« Uh scusa! Ti lascio lavorare! » dice Tom correndo a sedersi al tavolino, aprendo di nuovo il giornale prima che io possa dire qualcosa.
 
Passa un’ora.
Tom è ancora lì con i suoi esta-thè che ora si sono triplicati.
« Non ne ha bevuto nemmeno uno!! » mi fa Rebby perplessa.
« Quanti te ne ha chiesti, Chià? » continua lei, notando la mia faccia da pesce lesso – oltre che a rosso – .
« Bho, circa nove… » ridacchio.
« E quanto ha speso in tutto? » continua lei sempre più perplessa.
« Non so » rido nuovamente. « Credo 30 » continuo io.
C’è un momento di silenzio ma poi Rebby inizia a darmi strizzatine al braccio.
« Lo sai vero che c’è solo una spiegazione? »
« E sarebbe? » le chiedo anche se ho capito benissimo quello che intende e so che è una baggianata.
« Non fare la finta tonta! Prenditi due minuti e vai a parlargli »
« No!!! Nononono!! Non ne sono in grado!!! »
« Ma sei cretina?? Muovi il culo! »
« No. »
« Oh si. »
« Nooo. »
« Cazzo, se ci devi andare, albachiara! »
« Non ce la faccio, cazzo. »
« Invece si che ce la fai!!! »
Prima che io possa controbattere sento le mani di Rebby che fanno pressione sulla mia schiena fino a spingermi letteralmente fuori dal banco.
« Ma… Rebby… che…. fai???!!! »
« Ti… salvo… la… vita! » ad ogni spinta caccia fuori una parola fino a che non arrivo in piedi di fronte a Tom e lei si dilegua.
Si alza di scatto dalla sedia.
« Eccoti! »
I piedi mi si incollano al pavimento, ma il resto del mio corpo è poco stabile.
« Ti va di sederti un attimo? »
 
 
 
Tanti thè alla pesca, dopo…
 
 
Sono le quattro del pomeriggio e sono passati circa due giorni…
Tom ha continuato a venire in caffetteria tutti i giorni; ha ordinato tanti thè alla pesca e mi ha regalato tanti sorrisi.
Abbiamo pure scambiato qualche parola di tanto in tanto.
Ho scoperto che ama alla follia le sue sorelle e io gli ho confessato di sentire la mancanza di mio fratello e dei miei nipoti di 9 e 12 anni.
Mi ha parlato di quanto ama il mare e di quanto vorrebbe andarci, anche se siamo a Settembre inoltrato.
Gli ho confessato di avere una paura folle dell’acqua e di quanto io odi stare a galla in mezzo al mare, dove l’acqua è più profonda. Sono proprio un pesce rosso!
Oggi Tom è seduto su uno sgabello di fronte al banco assieme a Luke e io mi sento leggermente più in soggezione delle altre volte.
« E quindi compi gli anni fra pochi giorni, Chiara! » mi dice Luke molto cordiale.
Mi fa ridere il modo in cui Luke pronuncia il mio nome. Si mangia la R e questo mi fa sorridere.
« Già, Chiara! » continua Tom. « Hai già organizzato quel famoso aperitivo allo White M…
Tom non riesce nemmeno a finire la frase, che Rebby interviene e risponde al mio posto.
« Certo! Siete invitati!! Il 3 sera!!! Alle 20:00, allo White Moon ovviamente»
Afferma tutta soddisfatta.
« Ottimo! » le va dietro Tom, senza nemmeno interpellare me o il povero Luke.
« Mancano pochi giorni ormai, Chiara!!! » mi guarda finalmente Tom, esaltato.
Io mi limito a sorridere e ad annuire.
Non ho mai parlato così apertamente con Tom, forse solo il giorno in cui abbiamo fatto due passi nel cortile del condominio di Monique.
La sua voce e i suoi sorrisi mi rendono davvero elettrizzata.
« Però, pensavo… » borbotta Tom dubbioso.
Silenzio.
« Ti piace il teatro Chiara, vero? » mi fa lui sorprendendomi un tantino.
Annuisco.
Ovvio che mi piace il teatro Tom! Lo adoro! Credo di essermi vista in streaming tutte le commedie in cui hai avuto una parte, ma questo non te lo dico…
Mi limito ad esordire con un clamoroso “Certamente, Tom!! Perché me lo chiedi?”
Lui agita le mani dicendomi che ha le labbra cucite e questo mi fa un po’ ridere, perché Loki nella mitologia aveva le labbra cucite e quindi…
« Tom siamo sicuri di non avere qualche impegno quel gior…
« No nessuno » lo interrompe Tom.
« Non potete avere impegni! » replica Rebby.
« Insomma dopo tutte le disavventure che hanno avuto sti due ragazzi..»
indica me e Tom, al che arrossiamo.
« ..non possiamo non dargli una sera di pace!! » 
Le mie guance hanno assunto un colore violaceo e questo penso sia chiaramente evidente ai presenti e soprattutto a Tom che si copre gli occhi con la mano e ridacchia abbassando leggermente il capo.
« e-ehhm.. » balbetto, in più che ovvia difficoltà ed imbarazzo.
Tom intanto continua a ridere imbarazzato e pure Luke a questa uscita di Rebby si mette a ridere.
« Hahaha… questo ve lo concedo… » si arrende il giovane publicist di Tom.
« Allora è deciso » dice Tom rivolgendosi principalmente a me, mentre si scopre il viso nascosto dalla sua mano.
Anche io gli sorrido con occhi languidi.
I nostri sguardi rimangono per qualche istante intrecciati ed io, appena me ne rendo conto, cerco di sbloccarmi con un lieve sobbalzo che mi fa rovesciare la zuccheriera sul bancone.
« Merda!! » urlo.
Cazzo. Non posso uscirmene con sto’ linguaggio davanti a Tom! Si che l’ho detto in Italiano, ma Tom credo lo abbia tradotto in un batter d’occhio.
« Uh!! » Tom e Luke sobbalzano.
L’imbarazzo.
« Lascia che ti aiuti!! » mi dice Tom afferrandomi la mano con la quale stavo afferrando una spugnetta per rimediare al mio disastro.
La nostra pelle si sfiora e rimaniamo così per alcuni secondi.
La mano mi trema e penso che lui se ne stia accorgendo.
Lui mantiene una presa solida sulla mia mano e solo da questa riesco a percepire il calore della sua pelle che mi fa tremare ancor di più.
Entrambe alziamo lo sguardo dalle nostre mani e così i nostri sguardi tornano a incrociarsi.
Tutto intorno a me sembra rallentare e il rumore pare andarsene.
L’unica cosa che va veloce è il battito del mio cuore, che riesco ancora a sentire.
In un attimo cerchiamo di ricomporci ma lui non toglie la mano da sopra la mia, anzi con prontezza mi sfila la spugnetta e la passa sopra al bancone aiutandosi con l’altra mano a raccogliere lo zucchero.
Poi, in un attimo si allunga verso di me fissandomi nuovamente negli occhi e con rapida mossa butta nel lavandino lo zucchero.
Il mio cuore continua a battere all’impazzata, per non parlare del mio stomaco che sta ballando la lambada.
Dio, Tom… Così mi fai morire, però… 
« Ma che fai, Tom!! Facevo io!! » urla Rebby però sorridendo.
« Ci mancherebbe… » sospira lui non spostando gli occhi da me.
Non appena si è avvicinato di un poco, il suo profumo mi ha totalmente inebriato. Lo adoro. Mi fa pensare a quanto lui sia dolce e di quanto io me ne stia fottutamente innamorando.
Poi penso: Chiara che cazzo stai facendo. Non ti puoi innamorare di un attore e soprattutto cosa cavolo pensi di fare!?!? L’amore è una cosa seria…  
Il punto è che so bene quanto l’amore sia una cosa seria… Ed è proprio per questo che penso solo a Tom, che me lo sogno di notte, che me lo immagino ovunque e in ogni momento, cazzo. È per questo.
Basta, devo ricompormi.
Mi schiarisco la voce e inizio a smanettare sotto il banco e ad agitarmi.
« Chiara che fai? » mi chiede Rebby con aria dubbiosa.
« Ehh… nulla… » cammino avanti e indietro sotto gli occhi perplessi di tutti e tre.
« Vi stavo facendo un caffè… questo lo offre la casa! » esordisco.
« Uh, volentieri! Grazie. » mi fa Luke accompagnato da un risolino di Tom.
In un batter d’occhio preparo due cialde e dalla spillatrice esce dell’ottimo caffè bollente.
« Ecco a voi » mi strofino le mani dopo aver messo i caffè sul banco.
« Grazie, Chiara! » mi sorride Tom.
« Uh! Di null..
SQUISSSS!!!
« Ahhh!!!! » urlo.
Ho aperto il rubinetto al massimo e mi sono spruzzata tutta l’acqua addosso infradiciandomi la parte alta della camicetta da lavoro.
« Sono una demente!! » borbotto non appena mi rendo conto di aver messo la divisa bianca con sotto un reggiseno nero.
In fretta e furia prendo uno straccetto e inizio a tamponarmi all’altezza del decoltè cercando di non essere vista.
Peccato che Tom lo nota subito e non appena si porta il caffè alla bocca, forse per l’imbarazzo si rovescia mezza tazzina sulla camicia azzurra aderente.
« Holy shit!!! » urla non appena avverte il caffè bollente sulla pelle.
« Oh cielo!! » urla di rimando Rebby.
« Miseria!!!! » si ci mette Luke.
Io lancio un gridolino e in men che non si dica esco da dietro il banco con uno straccetto bagnato.
« Come brucia!!! » si mette a urlare Tom mentre disperatamente cerca di sbottonarsi la camicia – forse inconsciamente – nel tentativo di non bruciarsi ulteriormente.
Come arrivo ad un passo da lui per soccorrerlo mi rendo conto della camicia sbottonata.
Un’ondata di caldo mi trapassa il cervello e la spina dorsale.
Caro Tom, penso che a causa di questo tuo “scherzetto” ci siamo giocati i miei ormoni.
Involontariamente e senza pensarci – o forse no – prendo lo straccetto e glielo premo sul petto scoperto.
« Cavolo!!! » gli faccio togliendo lo straccetto e iniziando a soffiare stupidamente su i suoi pettorali.
Non appena me ne rendo conto mi blocco e lo straccetto mi finisce per terra.
Lui abbassa il capo e mi osserva ancora un po’ dolorante.
Arrossisce ma non sembra dispiaciuto o seccato dal mio “gesto”.
« Sei piuttosto rosso… » gli dico io appoggiando due dita sulla parte scottata.
« Ahia! » sobbalza lui afferrandomi istintivamente la mano sentendo il dolore.
La mia mano ora è interamente premuta dalla sua mano sul suo petto.
I nostri occhi si incontrano nuovamente ma io cerco di contenermi.
« Rebby, passami la crema per le scottature! » le chiedo con voce ferma.
Lei me la passa e io in un attimo me ne passo un po’ sulle due dita, liberandomi dalla sua presa e gliela spalmo mentre lui si siede sullo sgabello.
Non dice una parola.
« Tom, copritiii!!! » gli fa Luke, ma lui non lo ascolta.
« Vedrai che con questa passa tutto… » gli dico io premurosa, dopodiché chiudo il tubetto di crema e con lo strofinaccio mi pulisco le mani dal gel.
Tom fa per aprire bocca ma in men che non si dica i nostri occhi vengono abbagliati da una serie di luci che ci costringono a girarci.
Che mi venga un colpo. Dietro di noi, all’entrata della caffetteria ci sono una serie di paparazzi che iniziano a scattarci delle foto. 
Io sobbalzo e cerco di coprirmi il volto con un braccio ma i flash arrivano dappertutto.
« Merda!! » urla Luke togliendosi la giacca nel tentativo di coprire Tom.
« Dobbiamo andarcene di qui, Tom!! » continua lui.
Ad un tratto Liam ed Amie escono dalla cucina e si mettono ad allontanare i paparazzi. « Via di qua!! Immediatamente!! »
Josh si mette davanti a me, Tom cerca di coprirsi e Rebby fa “ciao ciao” con la manina.
« Cazzo! » faccio io.
Una voce in lontananza mi si rivolge direttamente.
« Hey tu!! Sei la sua ragazza!? »
Un’altra voce: « Come ti chiami? »
« Cosa stavi facendo a Tom?? »
« Da quanto tempo va avanti questo flirt?? »
« Hey ragazza, misteriosa!! Com’è a letto il cattivo degli Avengers?? »
In questo momento vorrei morire. Mi viene perfino da piangere al che Amie mi urla: « tesoro, correte via! ORA! »
Non ci capisco più niente fino al momento in cui sento la mano di Tom stringere la mia e tirarmi con se’.
« Vieni con me! » mi dice tenendomi stretta per la mano.
« Tom dove vai!?!? » urla Luke, al che Tom fa un passo indietro e gli fa: « le chiavi della macchina, Luke! »
 
Pochi attimi dopo ci ritroviamo a sgattaiolare via dai paparazzi, mano per mano.
Corriamo. Più veloce possibile con ancora alle spalle quegli avvoltoi.
Mi sento terrorizzata, ma la stretta di mano di Tom un po’ mi tranquillizza.
Davanti a noi c’è una macchina nera lucidissima che pare una Jaguar e senza pensarci due secondi ci saltiamo dentro.
« Mi dispiace, Chiara! Non sai quanto!! » mi dice Tom con aria mortificata.
« Ti dispiace di cosa!? Se mai è colpa mia che… insomma, volevo solo aiutarti e…»  
« Non dirlo nemmeno per scherzo! » si gira prendendomi il viso fra le mani.
Il cuore ora mi si ferma.
« Dobbiamo andarcene ora, okey? » continua mollando la presa e inserendo le chiavi nel cruscotto.
« Okey, andiam… » mi freno. Non posso fare a meno di notare che, nei sedili posteriori vi saranno una 20enina di brick di esta-thè alla pesca.
« E questi come me li spieghi? » sdrammatizzo ridendo un po’.  
« Non chiedere! » mi dice lui accelerando e scattando via.
 
Siamo in macchina ma come ci fermiamo troviamo un paparazzo. Oggi è la fine.
« Ho un idea! » gli dico.
« E sarebbe? » mi chiede lui speranzoso.
« Insomma è da mezz’ora che giriamo… a quest’ora Rebby e Josh saranno già a casa.. » prendo fiato « Insomma, Rebby aveva organizzato una serata Pizza e Nintendo Wii con il nostro collega Josh a casa nostra…  » 
Mi ascolta interessato.
« Nel quartiere dove abito io fidati che nemmeno un paparazzo si avvicinerebbe! Potremmo andare lì! Ti do una maglietta asciutta e poi nonappena si calmano le acque puoi andare… Avviso Rebby di preparare per 4, così puoi anche fermarti a mangiar…»
« La trovo un’ottima idea! » mi interrompe compiaciuto.
Si prospetta una serata interessante.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Non appena ci troviamo nella piazzetta di casa mia, dove ci sono alcuni parcheggi, Tom è sorpreso dal fatto che anch’io sia di Westminster e che io e lui non ci siamo mai visti prima.
Scendiamo dalla macchina. Io all’inizio m’ingarbuglio un po’ con la cintura di sicurezza ma poi riesco a uscirne sana e salva.
« Ed eccoci a casa mia e di Rebby » fingo un mezzo sorriso.
« E’ carino qui! » mi sorride, anche se temo mi stia mentendo, perché di qua si può dire tutto tranne che è un condominio carino.
Io mi limito a ringraziare e a fargli strada verso il nostro appartamento.
Le porte d’ingresso sono tutte indipendenti in questo caseggiato, e la nostra è l’ultima infondo a tutti i palazzotti.
« Eccoci » inizio a ravanare in tasca ma le chiavi non le trovo quindi dopo qualche tentativo mi arrendo e citofono.
« Ora ci aprono, tranquillo. »
Tom annuisce sorridendo, ma è chiaro che ha i brividi di freddo.
La sua camicia, che un tempo usava essere azzurra è sta leggera e ovviamente starà congelando.
Anch’io ho molto freddo ma faccio finta di nulla.     
Citofono una seconda volta.
Nessuno apre.
« Ora ci aprono! » ripeto rassicurandolo ma lui non sembra farsi problemi e, con le mani in tasca continua a sorridere.
« Hai freddo? » mi chiede lui con voce davvero dolce, ma io faccio no con la testa.
« Invece si che hai freddo! » ad un tratto si mette dietro di me e inizia a strofinarmi spalle e braccia.
Se prima avevo i brividi di freddo ora ce li ho a causa sua.
« Mi dispiace per prima, Chiara, davvero… » ansima lui.
« Ti ho messo in una brutta situazione... » continua dispiaciuto.
« Sai, molto probabilmente domani quelle foto appariranno su molti giornaletti… » cerca di dirmi in modo delicato.
« Lo immaginavo… ma tu non devi preoccuparti! » mi volto verso di lui.
« Non è colpa tua se quelli sono degli avvoltoi! » ora siamo faccia a faccia.
« Tu sei un attore affermato e hai davanti una carriera brillante e te la sei meritata!! È normale avere dei paparazzi alle spall…
« Si ma quelli sono stati maleducati con te!! » mi interrompe cambiando tono.
« Chiara, sei una ragazza fantastica e mi dispiace! Mi scuso a nome loro! E ti prometto che non si permetteranno più di metterti in…
« Shhh… » lo interrompo io questa volta appoggiandogli alcune dita sulle labbra. – non so da dove mi esca tutto questo coraggio –.
Lui rimane immobile.
« Non ti preoccupare… Me ne frego di quello che hanno da dire su di me… Ero solo preoccupata per te, perché forse io non dovev… »
Questa volta è di nuovo lui ad interrompermi.
Mi afferra la mano e fa due passi in avanti verso di me.
« Basta parlare… » mi sussurra molto gentilmente e con molta lentezza il suo viso si avvicina al mio e…
« ECCOVI! FINALMENTE!! »  
Fanculo Rebby.
Di cuore.. Fanculo!
Penso mentre con gran fracasso Rebby spalanca la porta.
« Ehm.. ho interrotto qualcosa? » continua lei, al che sobbalziamo e ci ricomponiamo.
« Che fine avevi fatto!? È da dieci minuti che stiamo citofonando!!! » le dico io mascherando un po’ la tensione del momento.
« Si scusa! Stavamo montando la wii!!! »
« Permesso! » dice Tom entrando in casa.
« Ta Da!! Ecco casa nostra. » gli faccio mentre non posso far a meno di notare le pattine rosa di Rebby che fanno sorridere anche Tom.
« La vostra casa è deliziosa!! » continua lui con un mega sorriso stampato il faccia.
« Grazie, Tom!! » risponde Rebby compiaciuta.
« Vieni » continua lei « vediamo di trovarti una T-Shirt che ti vada » dice Rebby trascinandoselo nella sua stanza dove di tanto in tanto Josh lascia delle sue magliette.
Lui non fa altro che sorridere, rivolgendomi un dolce sguardo.
Saluto Josh che sta ravanando in cucina e corro in bagno a farmi una doccia rapida.  
« Io corro a farmi una doccia veloce!! » urlo mentre mi fiondo in bagno in tutta fretta. Come direbbe Rebby, ho proprio bisogno di raffreddare i miei bollenti spiriti. Una doccia rinfrescante può far al caso mio.
 
Di foga entro nella doccia. Accendo il cellulare e metto la musica a tutto volume dopodiché mi infilo sotto la doccia e iniziano a salirmi – come si dice a Genova – le paturnie.
Mi viene freddo così metto l’acqua bollente, tanto da formare una quantità infinita di vapore nella stanza.
Dal mio cellulare parte la canzone Grace Kelly di Mika e a tempo di musica inizio a sbattere la fronte contro il vetro della doccia.
“Cazzo…. Chiara…. Cazzo…. Stai…. Facendo??? Ti sei innamorata di Tom Hiddleston!!! Cosa diavolo fai!!!!!!” sussurro tra me e me sempre a ritmo di musica.
Intanto Mika sta cantando a squarciagola. I could be brown, I could be blue, I could be violet sky, I could be hurtful, I could be purple, I could be anything you like!”
Canto anche io con lui continuando a sbattere la testa sul vetro.
E poi ancora “Why don’t you like me, why don’t you like me, without making me try?”
 
Mentre continuo a prendere a craniate il vetro ad un tratto la luce si spegne di colpo e di colpo si sentono degli urletti dall’altra stanza.
« E’ andata via la luce!!!! »
Ma no? Penso io mentre ancora insaponata cerco disperatamente un asciugamano che, ovviamente non c’è.
Dal salotto sento Liam urlare: « Tom nello stanzino ci dovrebbe essere una torcia!!... Sisi davanti a te!! »
Io faccio per saltare fuori dalla doccia quando di colpo si apre la porta e sento solo la voce di Tom che urla: « è questo lo stanzino???? » 
Mi verrebbe voglia di urlargli NO TOM, NON E’ DI CERTO LO STANZINO…
Ma non faccio in tempo a dirglielo purtroppo, che, cercando di balzare fuori dal box doccia scontro Tom. Completamente nuda.
« AAAAAAAAHHH!!!!!! » strillo.
« UHHH!!!!! » urla.
Cazzo sto per scivolare.
Anzi, senza il “sto per”…
Scivolo addosso a Tom.
Lui cerca di tenermi per i fianchi ma cadiamo l’una sopra l’altro e finiamo per terra.
Tom da una clamorosa schienata per terra e il tonfo si sente per tutta la casa.
Le labbra di Tom emettono un suono che sembra tanto l’urlo di dolore che fa Loki in Avengers quando Iron Man lo fa schiantare contro la gradinata di Stoccarda.
« Ahhh! »
E visto che il tempismo mi vuole bene, la luce di colpo si accende.   
Per un secondo rimaniamo immobili ed impassibili, ma solo per un secondo.
Strillo di nuovo e mi rotolo giù dal corpo di Tom avvolgendomi nel tappeto.
Tom rimane a bocca aperta rossissimo il volto ed io peggio di lui.
Intanto Grace Kelly continua a suonare: “How can I help it. How can I help it. How can I help what you think?”
Voglio morire dall’imbarazzo.
Tom rimane disteso per terra e si copre gli occhi con le mani.
Io mi alzo tentando di non inciampare nel bagnato e scappo in camera mia.
 
Brava Chiara,
Brava.
 


 
N.B. ANGOLO SCRITTRICE:
Salve a tutti amici!!! Vi è piaciuto questo capitolo? Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma ho il pc rotto e ora sto usando quello di mio zio! Che ve ne pare di questi due?? Aspetto un vostro parere <3 Spero di poter aggiornare presto!!
Un bacio. <3
Wall.

P.s. Ringrazio Cristina, la mia musa ispiratrice per avermi dato l'imput della doccia <3

  
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