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Autore: telesette    30/05/2014    0 recensioni
In altre circostanze, Meia sarebbe stata ben felice di vedere l'arrogante Shula messo finalmente in ginocchio. Lei stessa, in molte occasioni, non aveva mancato di ricordare al suo infernale compagno l'importanza dell'umiltà in certe occasioni.
Stavolta, però, era diverso!
Ormai erano passati diversi anni, dal giorno in cui Shula era stato messo al tappeto da un piccolo bimbetto proveniente dal mondo degli uomini, e molte cose erano cambiate da allora. Shula e Meia si erano scoperti fortemente attratti l'uno dall'altra, instaurando un muto rapporto di intesa reciproca, perciò lei non poteva dirsi contenta dell'esito di quello scontro...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Goten
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Fanfiction di Jamina'
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JAMINA, ovvero l'autrice di questa serie di fanfic su Dragon Ball - 'Le Fanfiction di Jamina' - è tornata in Albania nell'estate del 2012. Prima di partire mi ha lasciato almeno una cinquantina ( se non di più ) di bozze e appunti cartacei, con la promessa che le avrei caricate qui a nome suo.

In Fede

DAVID BIZZARRI

 

Goten nel regno di Shula
( immagini tratte da internet )

 

Shula ansimò preoccupato.
Prima d'ora, non aveva mai incontrato un avversario capace di metterlo così tanto in difficoltà. Ora invece, trovandosi di fronte al diretto subalterno di Re Darbula, sembrava rendersi conto di non avere molte possibilità di vittoria.
Sapeva di non poter competere in alcun modo con Darbula, così come lo stesso Re Supremo dei Demoni era consapevole della grande disparità di forze tra loro, ma gli riusciva enormemente difficile accettare che un demone di classe infima come Rokusen riuscisse a sconfiggerlo.
Purtroppo, dall'esito di quello scontro, dipendeva tutto.
Shula doveva assolutamente vincere la sfida contro Rokusen, per mantenere il suo ruolo di Custode dei Cancelli, la stima incondizionata del suo clan di sottoposti e soprattutto... non poteva accettare che, a seguito della sua sconfitta, la bella Meia fosse costretta a diventare la compagna di Rokusen.

- Ti vedo stanco, Shula - sorrise Rokusen divertito. - Perché non ti arrendi subito? Cedimi il tuo posto spontaneamente, giurandomi fedeltà per conto del mio signore Darbula, e io in cambio non ti farò troppo male!
- Come osi - ruggì Shula con disprezzo. - Un misero leccapiedi come te, non può permettersi di dirmi certe cose!

Shula era ben lontano dall'idea di arrendersi ma, per quanto gli bruciasse ammetterlo, Rokusen era veramente molto più forte di lui sotto tutti gli aspetti.
In passato, quando lo stesso Rokusen era venuto a presentare le condizioni di Darbula, Shula lo aveva scaraventato a terra come un verme con una facilità irrisoria. Ora invece, per una qualche inspiegabile ragione, l'aura e il livello di combattimento di Rokusen erano aumentati in modo vertiginoso.
Eppure, fisicamente, sembrava lo stesso demonietto scheletrico e inoffensivo di un tempo: basso di statura, con una pelle squamosa color ocra, e una grossa testa calva con due occhi da rana sporgenti. L'unica differenza era quella strana "M" tatuata sulla fronte, ma Shula non riusciva a credere che un semplice tatuaggio potesse trasformare una nullità in un combattente.

- Ora basta - sentenziò Shula, concentrando al massimo tutte le proprie energie residue.

Rokusen ridacchiò.

- Arrenditi, Shula, la tua inferiorità è palese!
- CHIUDI IL BECCOOO !!!

Liberando di scatto tutta l'energia spirituale attraverso le palme delle mani, Shula diresse un vero e proprio cannone energetico contro l'avversario con l'intento di incenerirlo. Tuttavia Rokusen assorbì il colpo più forte di Shula, senza riportare il benché minimo danno.

- Non posso crederci, è... è assurdo, Shula non può essere sconfitto!

Pur facendo solo da spettatore all'incontro, il gigantesco Gola era a dir poco sconvolto, nel vedere il suo sommo signore Shula messo così alle strette.

Rokusen si lanciò rapidamente al contrattacco, opprimendo l'avversario con una tempesta di pugni, e Shula si ritrovò costretto suo malgrado ad ammettere la propria impotenza.

- Hai sbagliato a sottovalutarmi, Shula - sibilò Rokusen, assestando all'altro una poderosa ginocchiata all'altezza del ventre.

Shula boccheggiò, gli occhi sbarrati dal dolore, e un fiotto di sangue prese a schizzargli fuori dalla bocca. Non contento di averlo chiaramente sconfitto, Rokusen lo proiettò in aria e gli conficco la mano munita di artigli nella spalla.
Shula non poté trattenere un grido, tale era la sofferenza e lo strazio della sua carne appena dilaniata, ma ciò non fece altro che incoraggiare Rokusen ad infierire ancora più duramente.

- Fa male, vero, Shula? - sorrise. - E' una gioia, per me, vedere quell'espressione sofferente sul tuo volto... Implorami di risparmiarti, forza!
- Ma... Mai - gemette Shula a denti stretti.
- Censura il tuo orgoglio, hai perso!

Nel momento in cui Rokusen spinse ancora più in fondo i suoi artigli, Shula sentì un rumore agghiacciante lungo tutto il suo braccio sinistro.
Era lo schianto delle sue ossa spezzate, seguito dagli spruzzi di sangue che andarono a macchiare il ring, un suono che decretava ormai l'evidente sconfitta del Custode dei Cancelli infernali.
L'unica a mantenersi calma e controllata, in mezzo allo stupore generale, era Meia.

- Shula - mormorò la demone sottovoce.

In altre circostanze, Meia sarebbe stata ben felice di vedere l'arrogante Shula messo finalmente in ginocchio. Lei stessa, in passato, non aveva mancato di ricordare al suo infernale compagno l'importanza dell'umiltà in certe occasioni.
Stavolta, però, era diverso!
Ormai erano passati diversi anni, dal giorno in cui Shula era stato messo al tappeto da un piccolo bimbetto proveniente dal mondo degli uomini, e molte cose erano cambiate da allora. Shula e Meia si erano scoperti fortemente attratti l'uno dall'altra, instaurando un muto rapporto di intesa reciproca, perciò lei non poteva dirsi contenta dell'esito di quello scontro.
Non era tanto per le condizioni stabilite da Rokusen, che pure le imponevano di concedersi senza discutere al vincitore del duello, quanto piuttosto per il sentimento sincero e mai confessato che la legava appunto a Shula.

- E' terribile, Meia - commentò Gola. - Ora che Shula ha perso, sarai costretta a diventare la compagna di Rokusen!
- Questo lo pensa lui - replicò l'altra. - Io non appartengo a nessuno: decido io, se concedermi o meno; piuttosto preferisco morire, che diventare la compagna di un verme!

Rokusen sollevò il proprio pugno, invitando tutti i demoni lì presenti a giurargli fedeltà, ignorando Shula ferito ed agonizzante che ancora si contorceva a terra tenendosi ciò che gli restava del braccio semidistrutto.

- Che cosa possiamo fare, Meia? - domandò Gola preoccupato. - Se Shula non è riuscito a sconfiggere Rokusen, non possiamo certo pensare di sconfiggerlo noi...

Meia sorrise.

- Hai la memoria corta - osservò lei. - Eppure dovresti ricordarti anche tu, di quel ragazzino che capitò qui tempo addietro... Goku, mi pare che si chiamasse!
- Eh ?!?

Gola rivolse a Meia uno sguardo colmo di stupore.

- Non capisco, che cosa vuoi dire?
- Dici bene, Gola, noi non possiamo certo sconfiggere Rokusen - concordò Meia. - Ma forse Goku può farlo: sono passati diversi anni, sarà sicuramente diventato molto più forte, vale la pena di fare almeno un tentativo!
- Ma non possiamo aprire i cancelli, senza permesso...
- Non "potevamo", vuoi dire - lo corresse lei. - Shula è stato appena destituìto, e il passaggio delle consegne non è ancora avvenuto, perciò abbiamo almeno un giorno di tempo per aprire e chiudere il portale!
- Vorresti cercare Goku nel mondo degli uomini, per chiedergli aiuto?
- Tu hai qualche idea migliore?
- Beh, io, ecco... Veramente no!
- Lo immaginavo - tagliò corto Meia. - Andiamo, vieni con me: dobbiamo muoverci, adesso che sono tutti impegnati a giurare fedeltà al nuovo signore!
- Ma Shula è...
- Non c'è niente che possiamo fare per lui, non adesso comunque - sottolineò Meia tristemente. - Purtroppo lo conosco bene: dopo una simile sconfitta, preferirà rintanarsi da qualche parte, per non essere visto da nessuno!

Gola fece per replicare ma, dopo essersi reso conto che Shula era già scomparso dal ring, si rese conto che Meia aveva ragione.

 

( continua )

   
 
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