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Autore: Feel Good Inc    31/05/2014    3 recensioni
#nascita. La Terra è perduta, dicono molti. La Terra è lontana, dicono tutti.
#morte. Lacrime silenziose gli scorrono sul viso, e non sono lacrime di eroe.
#resurrezione. Ma nessun altro morirà per colpa sua.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marcus Kane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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come fenice

( il ciclo di vita degli eroi )

 

 

 

 

 

[ I wish I could save you ]

[ I wish I could say to you, it’s gonna be alright ]

[ it’s gonna be alright ]

 

 

 

{ nascita }

 

La piantina è verde come null’altro sull’Arca. La mamma la cura, l’accarezza, le parla, in un modo che a volte lo fa sentire quasi geloso. Ma ogni volta, poi, la mamma gli racconta il perché – gli racconta degli alberi e della Terra e dell’aria pura; chissà che odore ha, l’aria pura. E chissà se ci sono altre cose così verdi sulla Terra.

Di solito la mamma sorride, quando gli parla così, ma ci sono dei momenti in cui il suo sorriso sembra solo triste. La Terra è perduta, dicono molti. La Terra è lontana, dicono tutti. Non si sa nemmeno se la si rivedrà mai più.

«Non devi preoccuparti» le assicura Marcus, sfiorandole la guancia appena un po’ ruvida dei sette anni passati a dargli la speranza assieme a quelle storie; «quando sarò grande ci penserò io a portarci tutti a casa.»

E la mamma ride. «Il mio piccolo eroe» sussurra.

 

 

{ morte }

 

La Terra è vicina e non è affatto perduta, ma quanto è costato scoprirlo e dimostrarlo?

Cammina nei corridoi vuoti dell’Arca, incapace di dimenticare l’uomo che è diventato. Non è riuscito a portarli a casa. Non riuscirà a portarli a casa. Lacrime silenziose gli scorrono sul viso, e non sono lacrime di eroe. L’eroe è morto.

Forse anche l’uomo.

 

 

{ resurrezione }

 

Ma nessun altro morirà per colpa sua.

Abby guarda con occhi sfiniti al suo sorriso incredulo – la sta salvando – e poi si lascia andare contro la sua spalla, senza un sospiro. C’è ancora molto da fare – ci sono ancora tanti da salvare – ma lui non la lascia andare, per qualche minuto resta semplicemente con lei, a ricordare le storie della mamma.

Forse non saprà mai quante cose verdi ci sono sulla Terra e forse non conoscerà mai l’odore dell’aria pura. Forse non importa. Tornare a casa non è l’unica strada; si può salvare una vita anche solo così, tenendola abbracciata, condividendone il respiro, nello stesso modo in cui si parla a una piantina.

Marcus chiude gli occhi, e sa che non sarà mai un eroe, ma sa anche che per un po’ non piangerà più.

 

 

 

[ and I choose at every turn and any cost to make sure that the human race stays alive. ]

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

La verità è che Marcus Kane mi ha uccisa. Sento dire di tutto su di lui, sento dire che il suo percorso di riscatto e di espiazione è fin troppo affrettato. A questo io rispondo: va bene così. Va bene così, perché mi immagino nei panni della persona che perde le speranze e arriva a prendere la decisione peggiore dell’universo, e che poi scopre che quelle speranze dopotutto c’erano, erano solo nascoste ai suoi occhi, e allora immagino il senso di colpa infinito di chi ha mandato uomini e donne a morire volontariamente e – non m’interessa, Marcus Kane mi ha uccisa. Judge me as you wish.

Ho voluto strutturare questa pseudoraccolta in piccoli squarci della sua vita: la prima flash, che ammetto essere la più fantasiosa, lo vede maturare all’età di sette anni la decisione di “fare la differenza” grazie alle storie di Vera che si prende cura della piantina; il momento centrale corrisponde naturalmente alla scoperta che i Cento sono vivi e che la Terra è abitabile, ma potete considerarla anche come una riflessione posteriore alla morte di Vera, oltre che di tutte quelle persone sacrificate; la flash finale si ambienta là dove Marcus, salvando i superstiti dell’Arca, afferma a chiare lettere che nessun altro morirà per colpa sua. (L’accenno Marcus/Abby è a vostra completa e totale discrezione. u///ù)

I versi in incipit sono tratti da Save you di Kelly Clarkson. La citazione finale è pronunciata dallo stesso Marcus all’inizio di tutto: in un senso tutto nuovo, nessun’altra scelta di parole poteva sintetizzare il suo percorso. Il mio è solo un piccolo, umilissimo omaggio, e spero di avergli reso almeno un filino di giustizia.

Aya ~

   
 
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