Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Ato    31/05/2014    7 recensioni
Sasuke ha sempre dei piccoli tagli in viso, e Sakura vuole scoprire perché.
Dalla storia:
«Ora che me lo fai notare, hai un aspetto ridicolo oggi», lo informò Naruto, quasi casualmente.
E Sasuke aveva persino iniziato ad arrossire.
Sakura gli si avvicinò per accertarsi che quello fosse proprio rossore. E lo era, senza dubbio.
Di rimando lui la scrutò con espressione corrucciata, e così bellicoso da farla sentire un po’ in colpa. Senza lasciarsi abbattere, Sakura iniziò a concentrare un filo di chakra sui polpastrelli, ma quando fu sul punto di sfiorarlo lo sentì irrigidirsi. Abbassò lo sguardo, più ferita di quanto avrebbe voluto apparire. «Sei un bugiardo terribile», sussurrò, tentando di smorzare la tensione con un sorriso gentile.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Ci tengo a precisare che questa è una cosa assolutamente stupida e poco impegnata. È nata da una serata passata in preda agli istinti da fangirl, a ridere del povero Sasuke (che sì ha un bel faccino, ma sembra che per il destino questo non sia un buon motivo per risparmiarlo dai problemoni, figuriamoci dai problemini imbarazzanti!) e… uh, non so se in qualche punto suona un po’ strana, perché originariamente la scrissi in inglese per postarla su tumblr, tradurla in italiano è stato un po’ strambo LOL

In ogni caso buona lettura J

(E che bello tornare a postare SasuSaku qui su efp!)

 

Tagli

 

 

 

 

 

 

Il profumo del ramen e delle erbe aromatiche era squisito e invitante mentre sedevano tutti da Ichiraku in attesa del pranzo. Era una scena già vista: Naruto stava mettendo fretta al vecchio, assicurandosi una doppia porzione perché solo così, diceva, avrebbe potuto perdonarlo per l’attesa – come se Naruto fosse stato capace di tenere il broncio a qualcuno per più di un minuto. E Sasuke si comportava semplicemente da Sasukecosì cucciuto – che Sakura non riusciva a impedirsi di prenderlo in giro ancora un altro po’. «Dai, Sasuke-kun, perché non vuoi dirmi cosa ti ha ferito?»

«Niente mi ha ferito».

«Ma i tagli che hai sul viso sono abbastanza evidenti, sai?» insistette lei, con tono ragionevole.

«È stata colpa del gatto».

«Il gatto?» Sakura lo canzonò, divertita dalla sua totale incapacità di mentire. «Vuoi farmi credere che fino a pochi mesi fa eri più veloce di Madara e adesso sei incapace persino di sfuggire a un gatto?»

Sasuke alzò gli occhi al cielo, tentando di sembrare esasperato – e forse lo era davvero. «Stavo dormendo».

Sakura lo fissò per un momento, pensierosa. Sasuke aveva qualche piccolo taglio lungo la mandibola, e qualcun altro sulle guance. Non erano ferite serie, ma non era nemmeno la prima volta che li notava e con Sasuke non si poteva mai sapere cosa stava succedendo: magari aveva problemi comuni per un adolescente, o magari stava conducendo su se stesso qualche sorta di impensabile esperimento – due anni da Orochimaru potevano aver lasciato più di qualche strascico, dopotutto.

«Ora che me lo fai notare, hai un aspetto ridicolo oggi», lo informò Naruto, quasi casualmente.

E Sasuke aveva persino iniziato ad arrossire.

Sakura gli si avvicinò per accertarsi che quello fosse proprio rossore. E lo era, senza dubbio.

Di rimando lui la scrutò con espressione corrucciata, e così bellicoso da farla sentire un po’ in colpa. Senza lasciarsi abbattere, Sakura iniziò a concentrare un filo di chakra sui polpastrelli, ma quando fu sul punto di sfiorarlo lo sentì irrigidirsi. Abbassò lo sguardo, più ferita di quanto avrebbe voluto apparire. «Sei un bugiardo terribile», sussurrò, tentando di smorzare la tensione con un sorriso gentile.

 

***

 

«Questo è decisamente un taglio», Sakura puntualizzò, sfidandolo a contraddirla, mentre lo fissava attentamente in viso. «A dire il vero… ce ne sono due».

«Non sono tagli», brontolò Sasuke, con espressione sofferta. «Sono punture d’insetto. Capita».

Sakura lo scrutò in maniera ancora più insistente, quasi sconvolta dalla sua sfrontatezza. «Come se non fossi capace di riconoscere una puntura d’insetto quando ne vedo una. Tu mi offendi, Sasuke».

«E tu mi annoi» la rimbeccò lui, guardando altrove. La traccia di un sorriso brillava lieve sulle sue labbra.

 

***

«Adesso cosa ti inventerai? Naruto ti ha ferito?»

«In che razza di universo Naruto riuscirebbe a ferirmi?» Sasuke sollevò lo sguardo su di lei, accigliato.

«Questo, idiota presuntuoso» grugnì Naruto, vuotando la sua bottiglia d’acqua.

Avevano appena finito una lunga sessione di allenamento e non erano nemmeno capaci di tenersi in piedi, in quel momento. Naturalmente, arrivavano sempre al limite e poi era compito suo farli riprendere – in qualità di medico, per essere precisi, perché come amica lei sentiva il diritto di urlargli contro ogni genere di maledizione, di quando in quando, con cadenza piuttosto ciclica e regolare.

Sakura si avvicinò alla panchina su cui si era steso Sasuke, gli sollevò la testa – un giorno probabilmente gliel’avrebbe anche aperta, idiota com’era, ma in quel momento decise di lasciarlo riposare sulle sue gambe. Sasuke nemmeno si preoccupò di aprire gli occhi e non impiegò più di un istante a lasciarsi andare completamente, abbandonato in un momento di quiete scandito solo dai movimenti lievissimi delle mani di lei. Sakura esaminò il suo viso – un taglietto o forse due rovinavano la sua pelle candida. Puntellò con le dita la linea della sua mandibola, tracciando morbide carezze sul suo profilo definito, e Sasuke non fece altro che rilasciare un tenue sospiro, la tensione nei muscoli della schiena completamente disciolta.

«Ti tengo d’occhio», lo avvisò lei, assicurandosi di controllare ogni minimo cambiamento nella sua espressione. Non ne notò alcuno – come se fosse proprio naturale per lui lasciarle dire o fare qualsiasi cosa sulla sua faccia.

«E che cosa dovrei risponderti?» le chiese, con gli occhi ancora chiusi.

Sakura ne sorrise, appena divertita e anche un po’ insidiata. «Niente», replicò, liberandogli la fronte da una ciocca di capelli umidi.

 

***

 

«Avevo sul serio ragione», Sakura si precipitò in bagno, entrando dalla finestra.

Lo vide bloccarsi in un momento, raggelato, con l’ultima delle sue maledizioni ancora impigliata tra i denti. «Riguardo cosa, di preciso?» bofonchiò Sasuke, arretrando di un passo, attento. Dopo un attimo riprese a imprecare, premendosi una mano sulla guancia. Quando la ritirò, una sottile traccia di sangue brillava sui suoi polpastrelli.

Sakura sorrise, avvicinandolo lentamente. «Sai Sasuke-kun, ci avevo pensato, una volta o due. Ma poi mi sono detta: perché mai non me lo direbbe?», sospirò, un po’ lamentosa.

«E perché mai avrei dovuto?» ribatté lui, sulla difensiva, lo sguardo che volava altrove, lontano.

«Non c’è niente di male ad ammettere che non sai farti la barba, Sasuke-kun», ridacchiò lei, con un sorriso deliziato stampato in viso.

«Guarda che ne sono capace, in realtà, è solo…» Sasuke arricciò il naso, chiaramente nervoso. «Che ci fai qui?»

«Sono qui per aiutarti, naturalmente» gli spiegò lei, come se non fosse abbastanza evidente. Si sedette sul mobile accanto al lavabo, cercando qualcosa che di fatti era nelle mani di Sasuke: aveva brandito e agitato la schiuma da barba come se fosse stata la sua arma migliore.

«Posso fare da solo, naturalmente».

«Ma io posso farlo meglio», gli assicurò lei, con tono conciliante.

Sasuke la fissò indignato per qualche istante. «Come lo sai?»

«Perché» cominciò lei, coi suoi modi da so-tutto-io:«so tutto riguardo depilazione e rasoi. Posso ricordarti che sono una ragazza?»

Sasuke la osservò per un lungo momento. «Non ce n’è bisogno», le fece notare, ricomponendosi.

«Vieni qui», gli sorrise lei, invitandolo ad avvicinarsi. «E passami la schiuma».

 

***

Tre anni dopo

 

C’era stato un momento in cui avevano imparato a crescere insieme. Non erano abituati a essere giovani, né tanto meno a sentirla, la gioventù – quella candida, ingenua inesperienza che non si sarebbe rivoltata contro di loro, che era solo un’altra scusa per avvicinarsi un po’, ancora un po’.

Adesso quel momento era diventato la loro vita, perché ogni tanto permettevano quasi di tutto alla parte più giovane di loro, che ancora si nascondeva, da qualche parte, ma non aveva più paura di emergere quando lo desideravano entrambi. «Vieni qui», disse Sakura, sedendosi sul mobile accanto al lavabo. «Passami la schiuma».

Sasuke si voltò a guardarla mentre si radeva di fronte allo specchio, pensieroso. «Sono di fretta», disse, un po’ nervoso per la riunione a cui avrebbe dovuto partecipare.

«Non è vero, il fatto è che… hai ancora questa folle ossessione per la puntualità che ti fa arrivare sempre in anticipo per qualsiasi cosa».

«Non c’è niente di male», stabilì Sasuke, passandole il rasoio.

Sakura sapeva perché lui aveva esitato – aveva imparato a farsi la barba, naturalmente, ma qualche volta Sakura si offriva di farlo al posto suo, e in genere finivano sempre per perdere un sacco di tempo. Si smarrivano, si perdevano in se stessi, in un certo senso, perché Sasuke le si avvicinava, si sistemava tra le sue gambe, e le lasciava fare qualsiasi cosa, e qualche volta faceva l’amore con lei – che non era sempre qualcosa di fisico, era il modo in cui le parlava, o strofinava le labbra contro la sua pelle, e la lasciava indugiare sulla sua bocca – semplicemente l’amore se lo scambiavano.

Era sempre stato così, in un certo senso. Sakura ricordava la prima volta che si era offerta di aiutarlo: non erano ancora una coppia, eppure non riuscivano a impedirsi di avvicinarsi, appena un po’, e poi un po’ di più, e ancora e… - erano stati tanto vicini che Sakura era finita con una noce di crema sul naso e una sul mento, ed era stata sul punto di sentirsi morire dalla voglia di toccarlo tanto da rendersi conto di aver tentato di accarezzarlo con quel maledetto rasoio.

«Ti ricordi la prima volta che me l’hai lasciato fare?» gli sorrise, ripulendogli una guancia.

Sasuke sorrise, col viso seppellito tra i suoi capelli. «Non mi ricordo».

Naturalmente, Sakura gli pizzicò una spalla, tramando rappresaglie. «Questa penso proprio di averla già sentita qualche anno fa».

Non mi ricordo – Sei ancora insopportabile.

E forse per quel motivo cinque minuti dopo Sakura si ritrovò con una noce di crema sul mento, una sulla punta del naso… ed era così tipico di Sasuke, che non riuscì a far altro che sorriderci su, ammaliata, lasciando perdere la vendetta.

Sasuke ricordava sempre tutto.

 

 

***

 

 

 

 

Scusa Sasuke, scusa mio adorato prossimo per eventuali errori e per la quantità improponibile di fluff e idiozia. Non posso farne a meno di cascarci sempre, un po’ come Sasuke non riesce a far a meno di cacciarsi nei guai.

Alla prossima, F.

 

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Ato