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Autore: MillenniumEarl    02/06/2014    2 recensioni
[Exalted]
"La sua storia è vecchia; non tanto vecchia come le leggende che narrano dei Demoni che regnavano come tiranni sul nostro mondo , ma abbastanza vecchia da incutere timore al solo nominare di quell'essere demoniaco che solcava le strade del Confine mietendo vittime e bagnandosi del loro sangue e della loro innocenza."
(ho dovuto tagliare una parte dal racconto originale perchè violava le regole di efp)
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La sua storia è vecchia; non tanto vecchia come le leggende che narrano dei Demoni che regnavano come tiranni sul nostro mondo , ma abbastanza vecchia da incutere timore al solo nominare di quell’essere demoniaco che solcava le strade del Confine mietendo vittime e bagnandosi del loro sangue e della loro innocenza.

Accadde tutto nell’anno 745 quando ancora l’Imperatrice Scarlatta teneva salde le redini dell’Impero e dal Santuari Sublime controllava che nessun pericolo minacciasse la sua posizione e la vita dell’Impero. Da quel posto poteva controllare che gli Anathema, i vecchi regnanti tornati a nuova vita, venissero cacciati dai membri della Dinastia, l’unica cosa che non poteva controllare era la profondità dell’Abisso e i recessi infiniti del Labirinto. Aveva un potere maestoso su tutto il Creato ma non sapeva nulla di ciò che i Malfeans, gli antichi nemici degli dei, progettavano e creavano nelle loro aliene menti, ormai distrutte e eternamente sognanti.

Sebbene nelle foreste si annidassero creature misteriose traviate dalla caotica energia del Wyld,la vita ad Est era tranquilla e gli abitanti godevano di ottima salute; protetti dai Figli dei Draghi della Dinastia non temevano nessun pericolo.
Correva il Primo giorno di Foresta Splendente e i preparativi per la grande festa d’inizio mese erano quasi giunti al termine…….in realtà non sarebbero mai terminati perché il Fato volle che qualcosa andasse storto. Durante la sistemazione degli ultimi festoni, al villaggio di CieloBlu, una pioggia di giavellotti spezzò le vite di alcuni uomini. I soldati furono subito sull’attenti pronti a dirigersi contro la minaccia comandati dai Draghi che, grazie ai loro poteri elementari comandarono alle piante di spostarsi e portare alla luce i nemici che si erano avvicinati. A quel punto videro la morte.

Uth-Kanan, meglio conosciuto come Corna d’Argento, un Anathema Lunare,un mostruoso ibrido tra un uomo e un alce si trovava davanti alla gente; al suo seguito una miriade di uomini bestia, ibridi delle più immonde creature che vivessero nella Creazione. Lo sguardo impaurito dei bambini e delle ragazze si mischiò con gli ordini militari dei Draghi mentre il lunare, piantando la sua grossa ascia d’argento in terra, puntò uno dei comandanti nemici dicendo:-Da oggi questo villaggio mi appartiene e non ti preoccupare che questo sarà solo il primo,ben presto tutti i territori dell’est saranno unificati sotto la mia ascia e se non vi sta bene, che l vostre carni facciano da tappeto al mio passaggio-. Uno scatto fulmineo seguì le parole del mostro e prima che i semplici occhi da umani dei soldati potessero vedere cosa stava accadendo uno dei Gloriosi Principi della Terra giaceva morto…aperto in due parti. La corazza di Giada Verde che indossava era stata tranciata facilmente dalle argentee corna della bestia. Ci fu un grido di paura da parte di tutti.
Cominciò una sanguinosa lotta; il Lunare aveva una forza fisica impressionante, nessuno, nemmeno i Figli dei Draghi della Dinasti poterono nulla contro lui ed il suo esercito di mostri. I soldati vennero fatti a pezzi e agli Eccelsi Terrestri, loro comandanti,venne fatto qualcosa di ancora peggio.
Anche gli abitanti vennero trucidati, Uth-Kanan non voleva schiavi e tanto meno gente comune; lasciò vive le donne giusto per procreare qualche altro abominio così da implementare il suo esercito…tutti gli altri vennero massacrati.

Il suo nome era Hendrian, aveva 19 anni e in quell’infausto giorno avrebbe visto la Gloria di qualcosa più grande di tutte le menzogne che gli erano state dette. Lui sarebbe stato l’unico sopravvissuto e araldo della Libertà della sua gente.

Il giovane faceva parte dell’esercito,l’aveva scelto lui; voleva essere d’aiuto per la sua gente e nessuno si oppose a tale scelta. Era un giovane prestante, molto abile nell’uso della lancia e della spada e quando combatteva dava dimostrazione di ciò che un bravo guerriero doveva saper fare. La sua maestria con le lame gli permise di difendere la sua gente seppur per poco…..la sua furia e il suo coraggio si abbatterono inesorabili sugli uomini bestia ma questo non gli permise di vincere la lotta. Tutto cambiò quando il filo della sua spada incontrò la pesante Ascia dell’Uomo Alce. Con orgoglio il Lunare chiamava quell’arma Furia d’Argentovivo, era una pesante ascia d’argento lunare capace di modificare le proprie dimensioni così da essere sempre un’arma pericolosa in combattimento. Nessun essere umano sarebbe stato capace di manovrare un oggetto del genere. Hendrian stimò , ad occhio e croce, che doveva pesare più di venti chili,ma Uth-Kanan la maneggiava come se fosse una normale ascia. Sorrise sapendo che sarebbe morto, ma almeno sarebbe morto con onore.

Affondò la spada nelle carni del mostro con una ferocia che non aveva mai sentito prima. La lama, per tutta la sua lunghezza, penetrò nel possente corpo dell’Anathema; poi uscì bagnata del sangue del mostro…..sangue rosso…..rosso come il sangue di tutti gli esseri viventi.
La ferita si chiuse immediatamente dopo. La paura bussò alla porta del cuore di Hendrian. Le gambe cominciarono a tremare;aveva davanti a lui un essere dotato di una forza erculea capace di rigenerare le ferite…un autentico mostro. Aveva abbattuto con facilità i Dinasti, gloriosi del titolo di Principi della Terra….cosa poteva fare lui che altro non era che un semplice essere umano?? Pianse. Ma le sue lacrime non erano lacrime normali….erano lacrime di rabbia. Pianse amare lacrime di sangue miste alla rabbia di non poter fare nulla contro chi aveva osato distruggere tutti i suoi affetti e la sua vita. Ma le sue lacrime non durarono molto poiché Furia d’Argentovivo si abbatté un attimo dopo sul suo corpo.

Hendrian fu scaraventato a qualche metro di distanza privo di sensi, totalmente coperto di sangue. Non era morto ma ci sarebbe voluto poco nessuno avrebbe curato le sue ferite… era solo uno come tanti.
Mentre i suoi occhi si chiudevano per abbandonarsi al dolce sonno eterno poteva vedere il resto della strage e mentre vedeva i corpi dei suoi compagni d’arme e dei suoi amici venire strappati alla vita il suo sangue iniziò a ribollire. Nel breve attimo che separò Hendrian dall’essere un uomo vivo o essere un cadavere una sola domanda fu posta alla sua anima. Una domanda che veniva dai recessi del tempo, da un luogo onnipresente e invisibile……una domanda posta da coloro che un tempo furono sconfitti dagli Anathema. Una domanda che gli avrebbe salvato la vita e permesso di tornare….tornare come distruttore e mietitore di vittime, una domanda che gli avrebbe permesso di riscattare la rabbia che aveva dentro.
Una sola domanda gli fu fatta e lui si limitò a dare una sola risposta: SI!

Nella profondità di ciò che è la parodia del mondo che tutti conoscono, in un vortice oscuro fatto di anime e di sospiri le spoglie mortali di Hendrian venivano lentamente erose mentre le sue memorie trasformate in ricordi che glia avrebbero dato la forza di combattere. I piccoli ricordi che aveva cancellato riaffiorarono. Il dolore della morte si impresse nuovamente sulla sua pelle e un grido acuto fuoriuscì dalla sa bocca mentre tutto ciò che rimaneva di lui venne distrutto.

La pelle non aveva più il colorito roseo di un tempo, era ormai una maschera di alabastro. I suoi occhi diventati del più nero ebano e il suo corpo rinvigorito da una nuova forza. Attorno a lui solo i Sospiri ed i sogni dei Malfeans, desiderosi di proclamare un nuovo araldo per la loro causa. Una tormenta di voci entravano e uscivano da quel corpo che non era né vivo né morto ma stava in piedi, poteva pensare, poteva muoversi,poteva fare qualsiasi cosa ma non apparteneva più a nulla se non ai Malfeans stessi. La sua rabbia repressa negli anni stava risorgendo con la sua nuova persona…..ecco perché era stato scelto; i suoi dolori racchiusi dentro e mai usciti fuori erano il motore che avrebbero mosso lo spirito guerriero del nuovo Cavaliere della Morte.
Dopo che le voci si abbassarono di tono una sola frase tuonò nell’aria; era una domanda….un’altra domanda che esigeva una sola risposta. Se Hendrian avesse detto “No” sarebbe caduto nel profondo baratro della Morte per non uscirne mai più, tuttavia, lui rispose “Si” e quando lo fece un dolore lanciante lo avvolse come un fumo di tenebra che fuoriusciva da lui stesso. Aveva ceduto il suo nome, la cosa più preziosa che un uomo possiede fin dalla nascita, aveva ceduto quel nome ai Malfeans in favore di un Titolo che d’ora in poi lo avrebbe contraddistinto come Portatore della Causa. Un piccolo sole nero esplose sulla sua fronte grondante di sangue, mentre una calda e profonda voce disse:-Il tuo nome ora è Figlio del Silenzio-.

Un attimo dopo il vuoto attorno a lui prese forma. Sentiva le urla delle anime perdute nell’oltretomba contorcersi in una miriade di suoni osceni e alieni mentre come dal nulla il clangore di una forgia si faceva sempre più presente.
Capì tutto quando davanti a lui apparvero una meravigliosa Armatura Nera e una Spada dello stesso colore. Poteva vedere in riflesso sulla superficie dei due oggetti i volti delle anime che un tempo erano esseri umani…ma questo non gli importava. Era la forza di quelle anime a rendere quegli oggetti resistenti letali e…così seducenti.

Impugnò la Spada a cui diede il nome di Eco dell’Oblio, poi guardò la corazza e con il solo pensiero questa si montò sul suo corpo. L’armatura si sarebbe chiamata Forgia dell’Abisso.
Due magnifici oggetti creati personalmente dai Malfeans per il più crudele e spietato araldo della loro causa.
Prima di impartirgli qualsiasi ordine gli lasciarono comunque il beneficio della vendetta.

Passarono degli anni, impossibile dire quanto poiché per i morti lo scorrere del tempo non ha più senso, tempo in cui Figlio del Silenzio fu arruolato come araldo di uno dei Signori della Morte più crudeli e folli,La Maschera degli Inverni, e tempo che passò ad apprendere le letali tecniche di combattimento dei morti. Poi giunse il tempo. Mentre il suo Signore finiva di progettare l’assalto alla città di Spine, Figlio del Silenzio ottenne di fare visita a Uth-Kanan che intanto si era assicurato il predominio su buona parte del territorio dell’Est, aiutato dal fatto che da qualche tempo, per misteriose ragione, l’Imperatrice Scarlatta era scomparsa e la Dinastia era ora impegnata ad una guerra Intestina per poter mettere un nuovo Imperatore sul trono.

Fu più semplice di quanto pensasse. Per prima cosa, rivestì il suo corpo con paramenti funebri, questo gli avrebbe permesso di camminare nella Creazione nonostante non ne facesse parte, come seconda cosa invece dovette solo trovare il luogo dove dimorava il suo nemico.
Questo fu ancora più facile.
Uth-Kanan stava festeggiando con due donne rapite da chissà quale villaggio, aveva abbandonato al forma ibrida a favore della sua forma originaria di uomo dai tatuaggi argentati. Questo lo faceva sembrare meno pericoloso ma incuteva ugualmente un ceto timore a causa della sua grossa mole.

Aveva costruito un solido accampamento fatto di alte palizzate e il grande numero di uomini bestia a guardia rendeva pressoché inattaccabile la sua dimora. Questo per qualunque essere umano. Con il favore delle tenebre e dei suoi nuovi poteri Figlio del Silenzio saltò la palizzata e, con una velocità impressionante recise le teste i una mezza dozzina di guardie prima che queste potessero solo accorgersi del gesto.
Fu tuttavia visto da altre sentinelle che chiamarono rinforzi. La sfida aggradava il giovane Cavaliere della Morte che sentiva già l’odore del sangue nella sua bocca. Non perse tempo e ingaggiò la lotta. Nessuna delle armi dei suoi nemici riuscì a sfiorarlo prima che lui avesse staccato la loro testa. Ormai non era più un semplice umano;ormai era qualcosa di diverso. Il suo volto era una maschera di dolore e disperazione mista alla gioia e alla goduria di vedere così tanto sangue. Eruppe in una risata mentre la sua lama troncò di netto la spina dorsale dell’ultima guardia.
Arrivarono altre guardie e Uth-Kanan uscì dalla tenda ancora nudo a vedere cos stava succedendo. Vide gli spasmi di gioia in una figura avvolta dalla tenebra stessa. Mutò il suo aspetto e grazie ai suoi poteri allungò il braccio di qualche metro per poter afferrare Furia d’Argentovivo.
Figlio del Silenzio si accorse del lunare e non perse tempo. Decise che era finitoli tempo di giocare con i pesci piccoli. Alzò il braccio facendo appello all’essenza necrotica che albergava nel suo corpo e un lampo di luce nera scaturì dalla sua pelle diffondendosi intorno a lui. Subito dopo dei suoi nemici non rimasero che brandelli di carne e sangue sparsi un po’ ovunque. Gli uomini bestia che non furono colpiti indietreggiarono spaventati alla vista di tale potenza.

Uth-Kanan sia avvicinò mentre il suo potere emergeva in una immensa montagna d’argento alle sue spalle che mutò nella figura di una grossa alce. I suoi muscoli esplosero di una forza straordinaria e ogni suo passo faceva tremare la terra. L’Abissale dal canto suo si limitò a puntare Eco dell’Oblio contro il suo nemico e a dire con voce calma:-Ci rivediamo!- Corna d’Argento guardò un attimo il volto del suo nemico, dapprima di stucco e poi dubbioso disse:- Tu…tu sei….- non finì di parlare che fu interrotto:- Io sono il tuo personale Dio della Morte- e prima che il Lunare potesse proferire parola eco dell’Oblio si illuminò della Tenebra più Dolce e il suo potere si manifestò quando con uno scatto Figlio del Silenzio ferì il suo nemico al costato. La ferita si rimarginò subito ma il dolore provocato dal potere dell’essenza della spada costrinse Uth-Kanan ad inginocchiarsi.
Figlio del silenzio lo guardò eccitato: Ti piace? È il potere di questa sublime lama, per quanto tu possa rigenerare le tue ferite il dolore rimarrà uguale e ti costringerà ad arrenderti, a prostrarti a miei piedi implorando quella pietà che ti sarà negata. Il sepolcro esige la tua anima!-Il Lunare seppur dolorante poteva vantare una resistenza che andava oltre l’umana comprensione, quindi si alzò e non perse tempo. Arretrò e invocò nuovamente i poteri del suo status di Eccelso. Nuovamente lo splendore d’argento che lo circondava mutò in un alce e violento il Lunare si abbatté inesorabile conto il suo nemico. Aveva richiamato al sua più potente tecnica di combattimento con la quale la sua ascia avrebbe facilmente spezzato al difesa avversaria e, superata la protezione dell’armatura, avrebbe spaccato in due il corpo del nemico…non fu così.
Nel volto di Figlio del Silenzio si poteva leggere l’eccitazione per la battaglia. I suoi occhi d’ebano risplendevano alla luce della luna ed entravano in netto contrasto con il volto bianco che lo faceva sembrare molto più vecchio di quanto non fosse. Mosse in avanti la sua arma in posizione di parata e utilizzò una potente tecnica chiamata Incomparabile Posizione del Guardiano. La lama d’argento fu bloccata da una sottile luce nera che avvolgeva la spada dell’Abissale sotto gli occhi increduli di Uth-Kanan. Il suo colpo più potente era stato bloccato con facilità…..come poteva essere?Solo un’altra volta era stato costretto a usare quella tecnica che adorava chiamare Impervio Attacco della Furia d’Argento…solo una volta contro un suo simile….e ricordava benissimo quanto facile fu difficile per il suo avversario difendersi. Tuttavia la cosa non lo preoccupò più di tanto, sebbene il dolore, poteva sempre rigenerare qualsiasi ferita per tanto non doveva temere il suo nemico.

Un rivolo di sangue scese dal piccolo Sole Nero che marchiava la fronte del Cavaliere della Morte, succedeva ogni volta che utilizzava uno sei suoi poteri. Rise sonoramente nel vedere il potere dell’Eccelso suo nemico erompere dal suo corpo come una fiamma d’argento. Vedere quel potere lo convinse che le risorse del nemico erano quasi al limite, lo avrebbe costretto a cedere a causa del dolore provocato dai fendenti della su arma ma prima si sarebbe divertito a giocare un po’. Fece uno scatto indietro e chiuse gli occhi, respirò profondamente e quando gli riaprì il suo corpo venne circondato da una flebile aura di morte. Aveva nuovamente fatto appello ai suoi poter. Ora, ogni colpo che avrebbe inflitto al suo nemico gli avrebbe assicurato di succhiare la sua essenza e renderlo sempre più debole. Uth-Kanan raccolse le idee in maniera veloce, la sua essenza stava svanendo e il suo colpo migliore era inutile, decise quindi di stancare l’avversario. Si avventò con tutto il suo peso verso Figlio del Silenzio, si fermò un momento prima e compì una serie di veloci attacchi. L’essenza mortuaria dell’Abissale mosse da sola la spada parando perfettamente tutti i colpi. Uth-Kanan emise un sospiro di sorpresa misto a disperazione. Questa volta era lui che aveva paura, erano le sue gambe che tremavano. Anche per lui durò poco. Eco dell’Abisso si illuminò di nuovo di quella tremenda luce letale e quattro poderosi colpi mandarono a terra il nemico.
Era vivo ma incapace di muoversi. Il dolore era troppo forte e non poteva fare nulla. Figlio del Silenzio lo guardò e cominciò a prenderlo a calci sul costato:- stupida bestia cos’hai? Ora non riesci più a muoverti?? Forza alzati e combatti….o forse…forse sei troppo debole per batterti con uno che ha la tua stessa forza?Ti svelerò un segreto…..sto per farti un favore; sto per regalarti la Sacra Conoscenza che ti è stata preclusa, sto per mandarti dove tutto è perfetto!- Gli occhi del Lunare assunsero un’espressione di paura. Figlio del Silenzio roteò Eco dell’Abisso sopra la testa; l’energia oscura attorno al suo corpo si fece più grande e intensa fino a prendere la forma di una Lupa nera con le zanne insanguinate e gli occhi d’avorio. Un solo fendente…bastò un solo fendente per recidere l’anima del nemico in un sol colpo. Il lunare poteva rigenerare le ferite ma non il suo spirito. Rimase a terra, immobile, privo di conoscenza. Ma questo era ancora poco per lui. Intanto lo lasciò la e si diresse nella tenda dove sentiva l’odore della paura delle tre donne. Entrò dentro e le guardò con aria divertita, poi si inchinò e disse: sono giunto per salvarvi DALLA vita- subito dopo., un veloce movimento di mano e una delle teste delle ragazze volò via. Si avvicinò alla seconda, le prese il collo con violenza e glielo spezzò senza nemmeno guardarla in viso.
Non era rimasto nulla di umano in quel cadavere movente; alcuna remora dell’atto appena fatto….solo la gioia e l’eccitazione di un’azione crudele e liberatoria. Sentiva la morte come unico mezzo di liberazione.
Uscì dalla tenda e si rimise l’armatura, guardò il corpo dell’avversario e gli recise la testa con un colpo ben assestato. Poi fece ritorno dal suo Signore, serviva il suo aiuto per conquistare Spine.

   
 
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