Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: JLangdon_    02/06/2014    1 recensioni
Due mondi opposti.
Totalmente diversi.
Lui, famoso in cerca di risposte e solitudine.
Lei, anonima e cinica, in cerca di domande e solitudine.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dicono che la vita è difficile e, credetemi, io lo so.
Intorno a me vedo persone che si disperano per un paio di jeans costosi o per il nuovo iphone, tralasciando quelle poche cose che rendono piene le nostre giornate di sorrisi e ricordi.
Bene o male io riesco con facilità ad andare avanti, senza che i miei amici e conoscenti riescano a vedere in realtà cosa faccio.
Da quando io e mia sorella ci siamo trasferite qui, in un quartiere non distante dal centro di Londra,
vivo in pace.
Anche troppo forse.
Il mio tempo libero lo trascorro tra letto e divano, libri e film che piacciono solo a me, biscotti e succo di frutta e, raramente, porto a passeggio il mio cane.
Faccio la cameriera in un piccolo pub sotto casa e per qualsiasi cosa mi serva, non occorre mai che io lasci il mio quartiere.
E’ raro infatti, che io vada a Londra, o mi allontani dove c’è vita.
Abito in un appartamentino in un attico del palazzo più basso, anche se carino.
C’è spazio per tutti e tre: io, mia sorella e Phil, il mio cane, che è quello che se la passa meglio tra le due.
Mia sorella, Shell, è una modella, (o almeno, è convinta di esserlo, ma in realtà ha solo un ingaggio al mese, anche se per riviste niente male), fa frequentemente servizi per un giornale locale e ha una sua rubrica sul LONDON TODAY, uno dei tanti giornali di gossip per bambine dai 12  ai 13.
Lei è perfetta.
Alta, bionda, capelli lunghissimi, occhi verdi, pelle perennemente color cappuccino d’orzo..
Poi ci sono io.
Inutile dire che se io e lei passeggiamo per strada, nessuno ci scambia per sorelle, visto che siamo due speculazioni in pratica.
Arrivo ad un metro e sessanta solo in punta di piedi, ho la carnagione dei Cullen, capelli rossi e mossi (il mio unico vanto), migliaia di lentiggini e occhi nerissimi.
Ho il fisico di uno spaghetto, quindi neanche posso rivendicare una quarta di seno o che altro, dato che arrivo a malapena alla seconda.
A volte, mi sento quasi come scomparire.
In ogni caso, non ci vuole tanto a non notarmi data la mia assenza di tacchi, trucco, vestitini, rossetti ultra fosforescenti e capelli cotonati.
Io sono più per scarpe da ginnastica comode, pantaloni comodi e magliette comode.
Sto andando a lavoro, o meglio, sto correndo, dato che ho quindici minuti di ritardo.
Il mio capo, Roxan, è un uomo sulla quarantina, sempre in giacca e cravatta, con metà dei capelli necessari e gli occhiali da nonno.
Nonostante tutto, ha un fascino immenso, e le sue storie da mille e una notte gli danno una fama di latin lover che lo precede per tutta Londra.
Inutile dirvi che sono quattro mesi che prova insistentemente a portarmi a letto, peccato che ho solo la metà dei suoi anni e un senso del pudore molto alto.
Entro nel locale e vedo come al solito la fila delle persone al bancone e tanti altri ai tavoli, così, in mezzo al vociare generale corro agli spogliatoi e mi cambio in fretta e furia.
La nostra divisa è orribile, sembra appena uscita da un film anni 90.
La maglietta è verde scuro scolorito, con delle righe sui bordi ormai gialline; i pantaloni dello stesso colore mi vanno larghissimi e lunghi (arrivano appena sopra il ginocchio).
Lego i capelli in una lunghissima coda di cavallo e mi metto il berretto bianco e verde, l’unica cosa nuova e guardabile, che però mi fa assomigliare orribilmente a un giocatore di baseball.
“Al, sbrigati, Rox non si è accorto che manchi”
“Chi mi ha sostituito?” chiedo curiosa.
“Alex, che doveva uscire venti minuti fa. Ah e, mettiti almeno il fondotinta la prossima volta,  hai delle occhiaie pari a quelle dei panda”
Lui è Finn, il mio migliore amico, un tipo strano lo ammetto.
Gay dichiarato, ovviamente, rimorchia più di me.
Ci siamo conosciuti qui, quando siamo diventati colleghi e non ci lasciamo più.
Il nostro più che un’amicizia è un amore platonico.
La giornata si prevede moolto stressante, sono le cinque del pomeriggio e sto per iniziare l’ennesima giornata di lavoro.
  
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