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Autore: Red Nika    05/06/2014    2 recensioni
Ci troviamo dieci anni dopo l'esame di stato di Ed, lui è riuscito a tornare a casa con l'aiuto del padre e ora dovrà fare i conti con l'età adulta e tutti i problemi che essa comporta. Al, intanto, si è fatto una famiglia.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Nina Tucker, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Remember My Name

Titolo: Remember My Name
Autore: Veronika Redbird
Personaggi: Roy, Ed, Al, Nina, OC
Introduzione: Ci troviamo dieci anni dopo l'esame di stato di Ed, lui è riuscito a tornare a casa con l'aiuto del padre e ora dovrà fare i conti con l'età adulta e tutti i problemi che essa comporta.
Generi: Angst, erotico, introspettivo, malinconico, triste, romantico
Avvertimenti: Yaoi
****

Ed alzò lo sguardo sulla targhetta dorata che torreggiava sulla porta scura. Colonnello Roy Mustang. Erano passati dieci anni da quando si erano incontrati la prima volta. Lui ne aveva passate troppe in quel periodo, e aveva sofferto tremendamente quando dovette lasciare Alphonse da solo, seppur nuovamente nel suo corpo. Sospirò guardando per un secondo fuori dalla finestra vicina: non fosse stato per l'enorme aiuto che il padre gli aveva dato dall'Altra parte, non sarebbe mai riuscito a tornare. 
Erano appena trascorsi due anni da quando era riapparso, e da quando aveva scoperto che Al era infine riuscito a entrare nell'Esercito come Alchimista di Stato. Quegli stessi anni gli erano stati concessi come esonero dagli incarichi militari, permettendogli di riprendere la vita da dove l'aveva interrotta, e ora era giunto il giorno dell'atteso ritorno tra i ranghi. Lo chiamavano ancora tutti Alchimista d'Acciaio, senza mai smettere di guardarlo come fosse una leggenda. 

Sospirando abbassò la maniglia della porta ed entrò in silenzio, sbuffando per l'assenza di Mustang, come sempre in ritardo. Scuotendo la massa di capelli biondi si sedette sul divanetto attendendo che, l'ormai Generale Supremo, si degnasse di venirlo ad accogliere. Per quanto fosse salito di grado, e fosse ora al vertice dell'esercito, il moro si ostinava a tenere sulla porta la vecchia targa, come fosse una specie di memento o monito. 
Giocherellò con il vecchio orologio da alchimista, guardandosi intorno con fare annoiato. Sorrise, infine, quando sentì il click della serratura riempire il silenzio del grande ufficio.


"Finalmente, Generale!" disse ironico, mentre lanciava appena un'occhiata divertita alle sue spalle. Si alzò dal comodo divanetto solo quando Mustang si fu seduto alla scrivania, iniziando a rovistare tra le montagne di carte sparse. 
"Nuovamente in servizio, mmh, Acciaio?" rispose alla battutina prima di tirare fuori la cartella che tanto aveva cercato. Sospirando se la mise davanti posandoci le mani e guardando il biondo.
"Pare che sia finalmente pronto. E, sicuramente, preferisco essere il tuo di cane, Mustang." scherzò appoggiandosi allo schienale di una delle due sedie che erano davanti alla grande scrivania. Ormai, anche dopo la lunga assenza, ci aveva fatto il callo a essere chiamato cane dell’esercito e a essere sempre chiamato col suo soprannome, piuttosto che Edward o Ed, dal Comandante. Aveva rinunciato a tartassare Mustang su come si chiamasse pochi mesi dopo aver passato l’esame. Era inutile e uno spreco di forze, Roy Mustang era troppo cocciuto per impararsi il suo nome o quello che chiunque altro.
“Allora, dove mi mandi?” chiese raddrizzandosi per prendere i documenti che il moro gli porgeva sulla scrivania, sfogliandoli veloce per leggere le informazioni più importanti. “Capisco, torno a East City?” disse sarcastico mentre fissava la foto del ricercato, un certo Varg, un alchimista che non aveva superato gli esami, che ora si divertiva ad ammazzare tutti i militari che incontrava. Era quasi un anno che sfuggiva alle forze dell’ordine.
“Fai attenzione, Acciaio, sei appena tornato.” disse semplicemente il Generale, rilassandosi contro lo schienale della sedia. “Ci vediamo quando torni."
“Come se uno così abbia alcuna possibilità contro di me.” rispose Ed ghignando. Non avrebbe avuto Alphonse al suo fianco a questo giro ma poteva cavarsela, giusto? Scostandosi i capelli dal viso si diresse alla porta salutando con un cenno della mano. Inchinarsi o fare il saluto militare gli sembrava da idioti. Non l’aveva mai fatto e non avrebbe iniziato a ventitré anni. Roy, d’altro canto, lo sapeva com’era fatto e non se la sarebbe presa per così poco.
 
Tornò al proprio appartamento pensieroso, preoccupato, di non essere più capace di affrontare semplici missioni come quella. Quando aprì la porta, però, non poté non sorridere dolce alla vista del fratello che stava seduto sul divano con la figlia, Astrid, tra le braccia. Quella testolina nera era la gioia della sua vita da quando era tornato, era una bambina allegra e vivace che non si stancava mai di imparare. Il biondo ricordò quando era scoppiata a piangere vedendolo apparire sulla porta di casa la prima volta. Ovviamente il minore degli Elric aveva parlato lungamente del fratello e raccontato le loro avventure alla moglie, Sofie, e alla piccola. Astrid aveva ormai quattro anni, quasi cinque e Ed sperava di poter tornare in tempo per il compleanno della bambina. Sospirando chiuse la porta, posando l’immancabile mantello rosso sull’appendiabiti, andando a salutare gli altri due. Sedutosi sul divano accanto al fratello prese la bambina in braccio e la strinse forte senza svegliarla.
 
“Devo partire per East City. Oggi mi hanno fatto rientrare in servizio, pare sia finalmente pronto, mmh?” disse spalleggiando un poco Al che sorrideva rilassato. “Vedrai che tornerò in tempo per il suo compleanno.” scherzò per smorzare appena la tensione che si era creata. “Magari ne approfitto per passare da Winry a farmi sistemare il braccio, eh?” Il maggiore si era fatto sostituire la gamba appena tornato, era cresciuto molto negli anni, ‘Alla faccia del latte!’ aveva inveito alle due meccaniche quando raccontò che aveva dovuto lasciar stare il povero automail.
Alphonse annuì, stiracchiandosi prima di alzarsi dal divano. “Quindi andrai a dare la caccia a Varg, mmh?” disse sospirando e ravviandosi i capelli. “Stai attento, Nii-san, non voglio doverti venire a ripescare tutto rotto e ammaccato, non sono più immortale, o quasi..” commentò mentre la piccola si svegliava, baciando sonoramente lo zio.
“Torno presto, Al..” ribadì arruffando i capelli neri della nipote. “Certo mi sarebbe piaciuto poter andare insieme, come quando eravamo piccoli..” ammise nostalgico.

 
   
 
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