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Autore: kk549210    05/06/2014    1 recensioni
Gli inizi della carriera JAG di Harmon Rabb jr, riletti sotto una prospettiva diversa.
Un po' prima di "Amare è per sempre".
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Amare è per sempre'
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-Vieni, figliolo… fiori e palloncini sono per donne e bambini. Tu ti meriti un bel sigaro – disse Frank dando una pacca sulla spalla ad Harm.
-E’ meglio di no… Livia non vuole e poi, non voglio lasciarla sola con le suocere!
-Dai, Harm… non capita tutti i giorni di diventare padre. Non preoccuparti per tua moglie. E’ in buona compagnia. Tre madri si intendono benissimo tra loro…
-Hai ragione – fece il capitano Rabb ormai convinto, seguendo il patrigno nel corridoio.
Frank Burnett era un uomo saggio ed equilibrato, e lui era felice che fosse da tanti anni al fianco di sua madre, ad amarla e a sostenerla. A tutta prima non era stato facile accettarlo. Harm lo aveva visto come un estraneo, un usurpatore del posto che doveva essere riservato solo al suo amatissimo ed eroico padre. Ma l’adolescenza del giovane Rabb era finita, ora più che mai, e la sua stima nei confronti del patrigno aveva ormai solidissime e profonde radici.
-E’ lui – disse un uomo appoggiato al bancone degli infermieri. Lui e il suo collega si diressero con passo deciso verso Harm.
-Harmon Rabb jr?
-Sì. Perché? – fece lui sorpreso.
-E’ in arresto per l’omicidio e lo stupro del tenente Diane Schonke. Ha il diritto di rimanere in silenzio. Ogni cosa che dirà potrà essere usata contro di lei in tribunale – fece quello più grosso mettendogli le manette.
-Ma cosa dice? Diane è morta? Come? Quando? – disse frastornato Rabb.
-Lasciatelo. Dev’esserci un errore di persona… - reagì esterrefatto Frank.
-Si faccia da parte, signore. – lo bloccò l’energumeno – O dovremo arrestare anche lei per resistenza alla forza pubblica.   
-Frank, avvisa l’ammiraglio Chegwidden! – furono le ultime concitate parole di Harm mentre lo portavano via.
 
 
 
-Allora, capitano Rabb. Le conviene confessare. Abbiamo le sue lettere d’amore alla vittima. Fotografie che vi ritraggono insieme. E pure una poesia sul sole, sul mare… Complimenti – disse beffardo l’ispettore Tacchino – lei ha una vena lirica da premio Nobel! Ma soprattutto, la vittima l’ha chiamata poco prima di morire.
-  Non la chiami la vittima. Il suo nome è Diane – ribatté Rabb indignato. Era stremato dalla lunga notte insonne, ma aveva raccolto le ultime energie per onorare la memoria di Diane.
-E va bene, come vuole lei, capitano. L’ultimo numero chiamato dal tenente Schonke è proprio il suo. Non vorrà negare anche questo… abbiamo i tabulati telefonici. La carta canta!
Il funzionario della polizia militare gli agitò davanti al naso un fascicolo, con un’espressione facciale a metà strada tra il soddisfatto e lo stizzoso. Quel Rabb era proprio un osso duro.
-Non nego nulla. E perché dovrei? Mi ha chiamato ieri sera, intorno alle ventuno…  voleva vedermi.
-Lei è andato all’appuntamento. La Schonke era ossessionata da lei. Stava persino scrivendo un romanzo… e sa chi era il protagonista?
-Non saprei… - ammise Harm con sincera schiettezza. “Perché questo gioca agli indovinelli? Tra un po’ mi schizza il cervello fuori dalla testa”.
-Lei, ovviamente. E’ evidente che il tenente non ne voleva sapere di interrompere la vostra relazione, anzi l’ha minacciata di spifferare tutto a sua moglie. Lei non ci ha visto più dalla rabbia e l’ha accoltellata…
Dietro il vetro della sala interrogatori, due paia d’occhi si godevano lo spettacolo. Una bionda sui quarant’anni con l’uniforme della Marina e un uomo dai capelli grigi un po’ più vecchio. Un agente speciale dell’NCIS.
-Mi sembra che questo interrogatorio non stia portando a nulla. Lei che dice?
-Il capitano Rabb è uno che non molla tanto facilmente – rispose lei con una punta di compiacimento.
-Farebbe meglio a interrogarlo lei. Forse, vedendo una collega, collaborerà di più.
-Mi propone il vecchio giochetto del poliziotto buono e di quello cattivo? – chiese la donna sporgendosi maliziosamente verso di lui.
-Funziona sempre… - replicò l’agente – Creda a me, che sono dodici anni che faccio questo lavoro.
E nel dire questo, si allontanò.
-Sarà… nel dubbio, sempre meglio provare- disse lei entrando nella stanzetta.
“Creda a me, capitano Krennick. In dodici anni all’NCIS ho imparato a riconoscere  un colpevole alla prima occhiata. Quel ragazzo lì non è certo un omicida. E men che meno uno stupratore”.
-Per favore, ispettore… ci può lasciare soli per qualche minuto? – chiese con melliflua gentilezza il capitano Krennick.
-Vuole già discutere la strategia difensiva, capitano?
-Solo due parole con il capitano Rabb… Dopotutto, l’ammiraglio Chegwidden ha affidato a me la direzione di questo caso… non vorrà mica inimicarsi l’Avvocatura Generale della Marina?
“Avvocati!” Tacchino scosse la testa e uscì dalla stanza. Tanto c’era sempre il vetro per controllare. Quella virago dalle gambe mozzafiato era troppo invadente per i suoi gusti, ma doveva lasciare spazio anche a lei. Dopotutto, il principale indiziato era proprio un uomo del JAG.
-Capitano Rabb… Harm – esordì con un sorriso quando furono rimasti soli. Meglio recitare la parte della buona. Rabb avrebbe collaborato più volentieri.
“Poche smancerie… lo so benissimo che ci godi a vedermi nei guai. Anzi, son sicuro che hai insistito con l’ammiraglio per avere questo incarico.”
-Con rispetto parlando, capitano, possiamo fare presto? Questa notte è nata mia figlia… io sono stato all’ospedale di Georgetown dalle ventidue fino a stamattina, quando sono stato arrestato. Se verificate il mio alibi, vedrete che non c’è motivo di trattenermi…
“Lo sai benissimo che la testimonianza di un coniuge non ha valore in tribunale. Questa volta la tua nanetta con gli occhiali non può venirti a salvare!”
-Non si preoccupi, stiamo verificando. Piuttosto, parliamo un po’ dei suoi rapporti con la vittima… Diane, volevo dire…
-Non la vedevo da più di due anni. E non l’avevo nemmeno sentita più, finché mi ha chiamato ieri sera.
-Quindi  non era la sua amante?
-Ma quando mai? – fece con sorpresa Rabb.
-Nemmeno prima di incontrare sua moglie? – insistette lei.
-Durante l’Accademia, io e Diane abbiamo sempre rispettato il regolamento. Dopo, è diventata quasi un’abitudine.
-E cosa facevate nei weekend? Giocavate a Scarabeo? Capitano Rabb, non mi prenda in giro! – reagì la Krennick interdetta. Si alzò in piedi e lo squadrò con il suo sguardo spolpa ossa– Un rapporto tra un uomo, un maschio, e una donna può essere  platonico solo se lui è un gay! E questo non mi sembra proprio il suo caso!
“Ma perché non ti metti il cuore in pace? Ti ho fatto capire che non mi interessi… ma ora non vendicarti a questa maniera”
-Signora, la prego di non farmi più domande personali come queste.
 
 
-Capo, abbiamo il referto definitivo dell’autopsia. La morte del tenente Schonke si colloca tra le undici e l’una. Starfield ha interrogato il personale del reparto maternità di Georgetown. Rabb è stato lì con la moglie dalle ventidue di ieri sera fino al suo arresto di stamattina.
-E Norfolk-Washington non si fa certo in dieci minuti… Grazie, Markus! – disse il vecchio agente dell’NCIS.
“E bravo il nostro Tacchino pensante! Questa volta ha fatto proprio la figura del pollo”.
 
  
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