Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Tury    07/06/2014    4 recensioni
Inizialmente, avevo pensato a questa storia come testo unico, ma dal momento che ci sono un po' troppi punti da trattare e organizzare, mi vedo costretta a farla diventare a capitoli. Diciamo che ciò che mi è mancato in questo film è stata la poca attenzione nel sottolineare il legame tra le due sorelle e, ancor di più, mi è mancato vedere un dialogo tra le due incentrato sul loro passato e sulla vera paura di Elsa, ovvero quella di ferire ancora sua sorella, come si vede più volte nel film. Quindi, questi sono i motivi per cui ho deciso di scrivere questa storia e questi sono i punti principali della narrazione. Detto questo, non mi resta che augurarvi una buona lettura
Trama: Elsa è fuggita ed Anna si ritrova improvvisamente a dover governare un regno che non sente suo. La vita di Anna è sempre stata caratterizzata da porte chiuse e ordini indiscutibili, mai nessuno si è curato di conoscere il volere di quella piccola principessa. Ma, adesso, le cose stanno cambiando, una nuova fiamma è tornata a brillare. E, per la prima volta, è la determinazione a scendere in campo e a riprendere in mano le redini di un destino scritto da altre mani.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono ormai tre giorni che sono in viaggio. Intorno a me non c’è altro che neve e ghiaccio e perdersi, in queste distese immacolate, è incredibilmente facile. Non so dove devo andare, quale strada seguire per poter arrivare ad Elsa. Ci fosse almeno una traccia del tuo passaggio, sorellona. Ma qui è tutto fermo, stazionario. Tutto così bianco. Eppure, tutto così magico. Elsa, sorella mia, è davvero questo il tuo potere? Riuscire a ridare alla natura la magia di cui, noi umani, l’abbiamo sottratta? Elsa, se solo tu fossi qui, se solo tu potessi vedere questi paesaggi, questa magia. Questa natura ritrovata che è figlia delle tue mani. Ma hai preferito chiudere gli occhi, hai preferito non vedere cosa il tuo potere fosse in grado di generare. No, siamo stati noi, noi comuni uomini, noi, sognatori disillusi, a chiuderti gli occhi, ad impedirti di vedere ciò che realmente sei. L’unica figlia di questa natura selvaggia, libera. E fa paura, Elsa, fa paura. Fa paura quando qualcuno è diverso da noi, quando esce da quegli schemi che ci siamo prefissati, chissà poi per quale arcano motivo. Fa così paura che tendiamo a non accettarlo, a non crederlo reale. Ad indicarlo come diverso o, nel tuo caso, ad indicarlo come mostro. Ma i veri mostri qui siamo noi, noi che ci ostiniamo a portare l’appellativo di umani quando di umano, ormai, non ci è rimasto più niente. Perché siamo solo capaci di accusare il prossimo, senza ascoltarlo, senza guardarlo negli occhi. Accusiamo gli altri, cercando di mettere a tacere la nostra coscienza, di non sentire le sue urla. Perché dovremmo essere noi stessi l’oggetto della nostra accusa.
 
Basta che l’ape svolazzi accanto a me
 
Sobbalzo e d’istinto tiro le redini. Tempesta, contrariato per il mio scatto brusco, inizia ad agitarsi ma si calma subito, non appena inizio ad accarezzargli la folta criniera. Resto in ascolto, per capire da dove provenga la voce.
 
ed io ricordo in un attimo quel che amo
 
Mi guardo intorno, cercando di percepire anche il minimo movimento o un’ombra, dato che le montagne producono un’eco che mi impedisce di capire quale sia l’origine del suono.

Un drink? Lo vorrei!
 
Calma, Anna, calma. Respira e chiudi gli occhi. E, ora, ascolta.
 
Magari anch’io mi abbronzerei

Mi concentro, cercando di risalire al primo suono. Eccolo. Apro piano gli occhi, quasi timorosa. Che sia uno dei cavalieri? Resto per un attimo indecisa se avvicinarmi con la slitta o proseguire a piedi. Opto per la seconda e, dopo aver legato Tempesta ad un ramo abbastanza saldo, inizio ad avvicinarmi. Fortunatamente, la neve attutisce del tutto il suono dei miei passi, in modo da non tradire la mia posizione al nemico. Sono quasi giunta nel luogo dove, credo, dovrebbe trovarsi il cavaliere. Mi nascondo dietro i rami di un albero, cercandolo con lo sguardo, ma tutto ciò che vedo è sempre e solo questa distesa bianca. Possibile che quella canzone fosse stata solo frutto della mia immaginazione?
“Cercavi me?”
Urlo dallo spavento e, incespicando nei miei passi nel tentativo di mettermi in fuga, cado sulla neve. Serro gli occhi, in attesa che qualcosa succeda, ma, dal momento che sembra non accader nulla, li riapro lentamente, cercando di mettere a fuoco la sagoma che mi sta di fronte. Quando, finalmente, la vista mi ritorna nitida, mi ritrovo a fissare uno strambo pupazzo di neve, probabilmente fatto da qualcuno che è passato da queste parti, ma del cavaliere nemmeno l’ombra. Mi rialzo, ripulendomi dalla neve che mi ha coperto gli abiti. Do un ultimo sguardo alla distesa, per poi iniziare ad incamminarmi verso Tempesta, intenzionata a riprendere il mio viaggio. Ma, improvvisamente, sento tirarmi il mantello e sono costretta a fermarmi. Mi volto di scatto, certa di incrociare lo sguardo del cavaliere, ma non c’è nessuno dietro di me. Si può sapere che sta succedendo qui? Sento di nuovo tirare il mantello e questa volta abbasso lo sguardo, ritrovandomi a fissare il pupazzo di neve.
“Ciao, piacere di conoscerti! Il mio nome è Olaf.”
Lo guardo per qualche secondo, incredula, per poi urlare e darmi alla fuga, non pensando minimamente al fatto che, qualora ci fosse stato realmente qualche cavaliere nei paraggi, ora era a conoscenza della mia presenza.
“Aspetta! Aspetta, non scappare!”
Continuo a correre, incurante delle sue preghiere. Sciolgo in fretta il nodo che teneva legato Tempesta all’albero e, saltando sulla slitta, do il comando di partire al mio destriero.
“Ti prego, non andare! Fermati, non scappare! Fermati, Anna!”
Anna? Come fa a sapere il mio nome? Tiro le redini di Tempesta, intimandogli, in questo modo, di fermarsi. Il pupazzo di neve, dopo un’estenuante corsa, o meglio, qualcosa che dovrebbe assomigliare ad una corsa, mi raggiunge. Lo guardo, senza scendere dalla slitta, le redini strette in pugno, pronta a ripartire al minimo pericolo.
“Come sai il mio nome?”
Il pupazzo attende il ritorno regolare del respiro, prima di rispondermi.
“Non ti ricordi più di me, Anna?”
Ricordarmi? E perché mai dovrei ricordarmi di lui?
“No. Insomma, non ci siamo mai visti, come potrei ricordarmi di te?”
“Non è vero, questa non è la prima volta che ci vediamo.”
“Che intendi dire?”
“Sei diventata un cavaliere, Anna? Perché sei qui?”
“Sto cercando mia sorella.”
“Perché? Cosa vuoi da lei?”
Le sue domande iniziano ad infastidirmi. Perché vuole sapere tutte queste cose?
“Devo e voglio ritrovarla.”
Sto per dare il comando a Tempesta di ripartire, ma la domanda che Olaf mi pone mi costringe a desistere.
“Hai intenzione di tradirla?”
Lo guardo, esterrefatta, non potendo credere alle sue parole. Io, tradire mia sorella?
“No… io… ma come ti salta in mente?” il mio tono è alterato, forse più di quanto avessi voluto.
“Porti la divisa dei cavalieri.” mi risponde, con tutta la tranquillità di questo mondo, per nulla colpito dal mio tono.
Abbasso lo sguardo e mi tasto la divisa, osservandola come se fosse la prima volta.
“Sì, ma...- sospiro, chiudendo per un attimo gli occhi- è difficile da spiegare. In ogni caso, come fai a sapere dei cavalieri?”
“Vado a cercare un po’ di legna, sta per scendere la notte.”
“La notte?- guardo il cielo sereno sopra di noi- Ma se è ancora giorno.”
“Non pensare all’andamento dei giorni nel tuo regno, qui il tempo cambia velocemente.”
E detto questo, sparisce tra i rami degli alberi e il bianco di questa neve. Nell’attesa, decido di dar da mangiare a Tempesta. Come predetto da Olaf, il tempo è cambiato improvvisamente. Inizio a prepararmi per affrontare la notte. Il freddo gelido viene a farci visita, come ogni sera. Passa ancora del tempo, ma del pupazzo di neve nemmeno l’ombra. E un pensiero irrompe nella mia testa, così forte da bloccarmi. Olaf sa dell’esistenza dei cavalieri, possibile che sia un loro alleato e che ora li stia guidando verso di me? Mi guardo intorno, con la paura di veder comparire da un momento all’altro l’intera squadra speciale.

Se tu vuoi spiegarmi come
 
Questa canzone…

Faremo un bel pupazzo insieme
 
Ecco tornare il dolore. Stringo la mia testa tra le mani, in un vano tentativo di placarlo. È tutto inutile. Sento le forze abbandonarmi, e, inevitabilmente, mi accascio al suolo, cercando di lottare contro quest’invisibile forza che mi blocca i movimenti e mi toglie il respiro. Sento, indistintamente, il nitrito di Tempesta. Qualcuno corre verso di me, qualcosa di ruvido e freddo mi sostiene, impedendomi di unirmi in maniera indissolubile a questa neve e questo ghiaccio.



Anna! Anna mi senti? Anna, per favore, apri gli occhi!







Allooooora! Buonasera a tutti! Chiedo infinitamente scusa per la mia prolungata assenza e so che questo capitolo è brevissimo e per niente soddisfacente, da un punto di vista di sorprese. Diciamo che è un capitolo di transizione, indispensabile. Ci stiamo avvicinando al momento cruciale! Comunque, sono stata assente a causa dell'università ma, in ogni caso, sono riuscita a vedere Maleficent! Per ben DUE volte! (e già da qui potete capire quanto mi sia piaciuto...) Che dire, quel film è stupendo! Per chi non l'avesse ancora visto, ve ne consiglio la visione e anche al più presto. Per la prima volta un film non solo è stato all'altezza delle aspettative che mi ero fatta guardando il trailer, ma le ha anche superate!
Vabbè... penso di starmi dilungando così tanto che forse questa piccola (piccola?!) parentesi rischia di diventare più lunga del capitolo stesso. 
Mi sento di ringraziare, per questa storia, la mia amica VIDEL (sì, tu ti chiami Videl e basta, guarda come te l'ho scritto grande, così leggi bene!) che mi ha fatto conoscere Frozen e, di conseguenza, mi ha permesso di scrivere questa storia.
Ringrazio ancora Taylor_28, Nive95 e saitou catcher. Che dire... grazie a voi e alle vostre bellissime parole riesco sempre a caricarmi per poter andare avanti con questa storia. Quindi grazie, davvero. Il merito di tutto questo è anche e soprattutto vostro. Detto questo penso di dovervi augurare solo la buonanotte per l'ora tarda! Al prossimo capitolo! Sperando, come sempre, di non deludervi. Grazie a tutti coloro che leggono! È sempre un onore poter condividere con voi le mie storie. 
  
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