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Autore: Defiance    07/06/2014    1 recensioni
dimenticate quasi tutto ciò che sapete su Captain America: le cose, in questa fan fiction, sono diverse.
Cross-over con la serie tv Revenge (dalla quale la mia ff differisce), la storia è incentrata sulle figure di Natasha Romanoff, Sharon Carter e di una nuova, misteriosa ragazza.
Qual è la loro missione? Beh, lo scoprirete solo leggendo.
[Post-TWS. Post season2 di Revenge. Rischio spoiler)
Genere: Azione, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Natasha Romanoff, Nuovo personaggio, Sharon Carter, Steve Rogers
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Homecoming






 
 
 
 
“Forte sarebbe colui che potesse, dopo un fatto grande, distruggere d’un colpo ogni vestigia del passato.”
Carlo Maria Franzero

 
 
 
 
 
*Sharon’s Pov*
 
L’ultima cosa che mi sarei aspettata dallo S.H.I.E.L.D., era che finisse nelle mani dell’HYDRA.
Credevo di aver trovato il mio posto, invece sono rimasta fregata, come sempre.
Lavorare per la CIA non mi era mai passato per la mente, ma quando ricevetti quell’offerta, non potetti rifiutare.
Una sorta di ancora, cos’altro avrei potuto fare?
Nick Fury era sparito, il Capitano Rogers altrettanto, non avevo altra scelta.
Per questo mi sorpresi quando il mio vecchio Capo piombò nel mio appartamento senza alcun preavviso.
“Agente Carter, è passato tanto tempo” esordì, ergendosi in tutta la sua imponenza dinnanzi a me.
“Colonnello” lo salutai con rispetto, “è successo qualcosa?”
“Vedo che il suo spirito intuitivo è ancora intatto. Si, purtroppo è accaduta una cosa alquanto spiacevole e immensamente preoccupante” confermò, accomodandosi sul divano.
“Si spieghi meglio” lo incitai, non mi era mai piaciuto aspettare.
“A quanto pare, Steve Rogers è scomparso” annunciò con tono preoccupato.
“Beh, questa non è una novità. Fino a qualche minuto fa avrei detto lo stesso di lei Fury” replicai inarcando un sopracciglio.
“Il Capitano era sulle tracce del Soldato d’Inverno, ma sono sempre stato in grado di tenerlo d’occhio. Ora, tuttavia, ciò non è più possibile e questo mi risulta alquanto strano, specie dopo gli ultimi eventi a New York. Rogers non si sarebbe tirato indietro di fronte ad una catastrofe come quella” mi fece notare, porgendomi una cartelletta che conteneva i documenti con gli ultimi spostamenti di Steve.
Avrei dannatamente voluto che la situazione non mi fosse apparsa così chiara.
“Cosa vuole che faccia?” chiesi.
“Ho ragione di credere che il Soldato d’Inverno abbia trovato una nuova occupazione e che Rogers sia nelle mani di coloro che lo hanno assoldato. Trovi l’agente Romanoff e recuperate il Capitano” ordinò, il suo solito tono autoritario.
“Avete idea di chi possa essere questa gente?” indagai ancora, temendo, tuttavia, la conferma dei miei sospetti.
“Ha mai sentito parlare di David Clarke, signorina Carter?”
Mi irrigidii immediatamente.
“Mi dica chi non ha sentito parlare di lui, Colonnello”
“Le ultime svolte nel suo caso lo hanno rivelato innocente, indicando come colpevoli Conrad e Victoria Grayson. Lo S.H.I.E.L.D. era da anni sulle tracce della mente dell’attentato al volo 197, ma il nostro agente, il signor Takeda, è stato ucciso prima di poter avere molti risvolti a riguardo. Ciò che è certo, è che i Grayson non fossero soli in tutto questo. Erano sotto la guida di un’organizzazione terroristica, nata come un parassita nella classe imprenditoriale, la chiamano Initiative. Credo che lei ne sappia più di me in merito, non è vero signorina Carter?” aggiunse lui, rivolgendomi uno sguardo di intesa.
Nick Fury sapeva.
Sapeva tutto.
“Crede che il Soldato d’Inverno abbia rapito il Capitano per conto dell’Initiative?” domandai ancora, cercando di mantenere il mio sguardo sobrio e indifferente a quella storia.
“Sì. Allora, accetterà la missione, agente? Informerò io la CIA, non avrà problemi” mi rassicurò, dirigendosi verso la porta.
“Accetto, Colonnello” asserii: a quel punto, era una questione personale.
 
“Phoenix è proprio un bel posto, non è vero agente Romanoff?”
La mia voce la fece sussultare.
Il modo in cui mi ero introdotta nel suo appartamento avrebbe fatto invidia allo stesso Fury; forse avrei dovuto bussare alla porta, anziché farmi trovare comodamente seduta sul suo divano.
“Agente Carter” mormorò lei, lo sguardo fiero e un po’ sorpreso.
“Come hai fatto a trovarmi?”
“Nick Fury” risposi, quel nome bastava a spiegare molte cose.
Natasha mi si accomodò di fronte, scrutandomi con interesse e cominciando a sfogliare la stessa cartelletta che il Colonnello aveva mostrato a me.
“Faccio le valige. Quando cominciamo?” domandò, un’espressione letale dipinta sul volto.
Immaginai dipendesse dal fatto che Steve Rogers era una delle poche persone a cui la Vedova Nera abbia mai tenuto, ed era scomparso.
“Subito” replicai, tirando fuori il cellulare dalla tasca per leggere un messaggio appena ricevuto.
‘SOS: la gallina è tornata all’ovile’
“Ma prima dobbiamo fare una sosta negli Hampton” annunciai, alzandomi dal divano e avviandomi verso l’uscita, con la russa alle mie spalle.
 
“E così, sei una di quelle persone abbastanza ricche da potersi permettere gli Hampton, eh?” sussurrò Natasha, guardandosi attorno a metà tra l’ammirata e il disgustata.
“Non siamo qui per una visita turistica nel mio passato” asserii gelida, ma ero sicura che lei avrebbe capito: non c’era persona al mondo che desiderasse più di lei potersi lasciare alle spalle il proprio passato, sapeva benissimo cosa si provava… e infatti non fece alcuna domanda a riguardo.
“Che ci facciamo qui?” chiese, alzando il passo per starmi dietro.
“Devo risolvere un problema” risposi, guidandola verso l’ascensore di quell’azienda.
Mi era così familiare e, non potevo negarlo, forse un po’ mi mancava.
“Allora, dov’è?” domandai, entrando con foga nell’ufficio, senza attendere alcun invito.
Un uomo biondo, dagli occhi azzurri e il sorriso beffardo si voltò verso di me, appoggiando i piedi sulla scrivania.
“Ciao, Amanda. È passato molto tempo. O forse dovrei ancora chiamarti Emily?”
Sentii il mio stomaco contorcersi.
“Sharon. Sono Sharon Carter, ora. Ciao, Nolan” chiarii, senza riuscire ad evitare che un sorriso mi spuntasse sul volto.
“Nolan Ross? Il genio del computer?” biascicò sorpresa Natasha, sgranando gli occhi. “Quindi questa è la Nolcorp”
“Esattamente. E tu sei, splendore?” confermò lui, avvicinandosi a noi.
“Non provarci nemmeno” lo avvertì freddamente la russa, quando comprese che stava per baciarle una mano.
“Hai trovato la tua gemella?” mi sfotté Nolan, ma non ebbi la capacità di non scoppiare a ridere.
“Lei è cento volte peggio di me, Nolan” dissi, abbracciandolo.
Mi era mancato più di quanto volessi ammettere: Nolan Ross era l’unica famiglia che mi era rimasta, l’unica persona al mondo di cui mi fidavo davvero.
“Allora, lei dov’è?” lo incalzai e lui mi indicò un punto alla mia sinistra, dove una ragazzina dai lunghi capelli neri e gli occhi grigi sedeva comodamente, osservando la scena sinceramente interessata. 
“Ciao,Sharon. È un piacere rivederti”
“Alyson?” sussurrò a quel punto Natasha, protendendosi verso la giovane.
“Vi conoscete?” chiesi, spalancando la bocca per la sorpresa.







 
Angolo Dell'Autrice
Salve a tutti!
Rieccomi qui con il primo capitolo di questa fanfiction
che non so ancora come ho fatto fatto a cominciare!
Credo abbiate capito, ormai, che cosa mi ha ispirata:
Emily Vancamp, che interpreta sia Sharon Carter
che Amanda Clarke/Emily Thorne.
Ho pensato che sarebbe stato carino fondere le due storie,
anche se è più probabile che uscirà un abominio... ma vabbè,
io ci provo sempre.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia vi stia interessando.
Lasciatemi un commento se vi va :)
Alla prossima,

Bell.
  
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