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Autore: Ginge    07/06/2014    1 recensioni
"Secondo Clint questa era una missione da livello 1, non da livelli elevati come il suo e quello di Natasha! Ma quando era Fury a chiedere qualcosa era meglio non contraddirlo."
[Clintasha]
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PAURA
 
Clint arrivò all'albergo e si chiuse nella sua camera per riposare. Aveva dovuto guidare un jet fino a lì, dagli Stati Uniti alla Francia, e adesso voleva solo sdraiarsi a letto e dormire.
Fury in persona gli aveva affidato quella missione, quindi lui non aveva potuto rifiutarla. L'unica consolazione che aveva era l'arrivo l'indomani mattina di Natasha, la sua compagna più leale e fidata, che l'avrebbe aiutato a portare a termine la missione a Parigi. Non capiva perché Fury la ritenesse così importante da scomodare due dei suoi migliori agenti, infatti si trattava semplicemente di individuare un commerciante di armi nucleari ad una festa e di rivelarlo a un'altra squadra che poi sarebbe intervenuta e lo avrebbe arrestato.
Secondo Clint questa era una missione da livello 1, non da livelli elevati come il suo e quello di Natasha! Ma quando era Fury a chiedere qualcosa era meglio non contraddirlo.
Quella notte Clint ebbe solo quattro ore per riposarsi, così la mattina dopo dovette prendere due caffè per svegliarsi. Erano almeno due settimane che dormiva pochissimo, infatti era stato continuamente in missione per lo Shield. Fury rischiava di compromettere le sue missioni se non gli dava qualche giorno di riposo.
Dopo aver preso i due caffè tornò in camera per aspettare Natasha; sentì i suoi passi nel corridoio e poi la vide entrare. Lei osservò la stanza con le sopracciglia alzate: la valigia con tutte le cose di Clint era ancora chiusa ai piedi del letto sfatto e, sparse per la stanza, si trovavano armi di tutti i tipi, compreso il suo arco che era sul comodino accanto al letto.
“Secondo me se qualcuno entrasse si potrebbe accorgere che sei una spia, sai? Dovresti togliere tutta questa roba.” Sbottò Natasha. “E poi potevi almeno disfare la valigia!”
“Non vedo perché avrei dovuto farlo, tanto ora dobbiamo andarcene via di nuovo. Comunque non ci troverei niente di adatto da mettermi: l'ho preparata per andare in Siberia, non per Parigi d'estate.” Ribatté Clint. “E ora se hai finito dobbiamo iniziare a prepararci.”
Decisero che Natasha si sarebbe intrufolata alla festa e avrebbe riconosciuto l'uomo, mentre Clint avrebbe tenuto d'occhio la situazione dall'esterno.
Clint si sistemò sul tetto di un edificio da cui aveva una buona visuale sulla stanza dove si sarebbe svolta la festa. Vide Natasha entrare con un invito rubato a un signore accanto a lei, quindi le sussurrò attraverso l'auricolare: “Cerchiamo di fare veloci, sto morendo di sonno.”
Lei non gli rispose, ma iniziò a far vagare lo sguardo sui presenti nella sala, mentre Clint faceva lo stesso da fuori. Il soggetto che dovevano identificare era alto e castano, ma non doveva costituire un grosso problema. Dopo cinque minuti Natasha lo trovò, quindi comunicò la posizione agli altri agenti dello Shield. Clint la osservò soddisfatto e sussurrò: “Ottimo! Ora possiamo togliere il disturbo!” Vide Natasha avviarsi verso l'uscita, ma poi notò qualcosa di preoccupante: una persona la indicò e in circa dieci estrassero una pistola. Non sarebbero stati un problema se fosse stata una situazione normale, ma sotto al suo elegante vestito attillato la spia era riuscita ad infilare solo due pistole. In fondo non era previsto che ci fossero altre persone armate.
Senza perdere altro tempo Clint mormorò: “Tasha, ci sono ospiti armati che puntano su di te, meglio se esci di lì alla svelta.” Natasha si voltò di scatto per vedere quanti fossero, e subito questi sollevarono le pistole per sparare.
Improvvisamente Natasha vide il più vicino a lei crollare con una freccia infilata nel collo, e seza perdere altro tempo uscì di corsa dall'edificio. Clint uccise altre due persone, poi si calò dal tetto con una corda e raggiunse Natasha. I nemici li raggiunsero per strada ed iniziarono a sparare. Le due spie si ripararono dietro una macchina e risposero al fuoco nemico. Tuttavia i nemici stavano chiamando altri rinforzi e continuavano ad aumentare.
Clint capì che ben presto sarebbero stati circondati e non avrebbero più avuto possibilità di sopravvivere, quindi disse a Natasha: “Chiama lo Shield, ci servono dei rinforzi.”
“Impossibile, non riesco a contattare nessuno.” rispose lei.
Clint si voltò verso di lei ed esclamò seccato: “Non è un buon momento per scherzare!” Dopo qualche secondo aggiunse: “Stavi scherzando, vero?”
“No” rispose Natasha secca. “Hai qualche idea per andarcene di qui?”
Clint si concentrò su una via di uscita mentre le sue mani automaticamente tendevano l'arco e lanciavano frecce ovunque.
Non sarebbero mai riusciti ad andarsene via entrambi, ma non avrebbe permesso a quella gente lì di uccidere Natasha. Lei era l'unica persona importante per lui; l'unica al mondo che avrebbe scelto di salvare e l'unica ad averlo veramente aiutato. Non lo avrebbe mai ammesso, ma l'affetto che provava nei suoi confronti era maggiore di quanto avrebbe dovuto essere quello tra due colleghi. Tuttavia sapeva che lei non se ne sarebbe mai andata senza di lui.
Senza staccare gli occhi dai nemici mormorò: "Ho un'idea!". Poi si voltò e lanciò una freccia verso il tetto dell'edificio. Da questa calò una corda, e Clint bisbigliò: "Nat, arrampicati, io ti seguo." Natasha incominciò ad arrampicarsi mentre Clint la copriva, ma quando si trovò a cinque metri da terra Clint pigiò un tasto sul suo arco e la corda cominciò ad avvolgersi rapidamente. Clint sentì Natasha dirgli all'auricolare: "Sono arrivata! Ora vieni anche te."
Poi Natasha imprecò: Clint era circondato da nemici armati ed era a corto di frecce. Lei non sarebbe riuscita a coprirlo, aveva troppi pochi proiettili, e i nemici erano troppi.
Quando Clint rimase con due sole frecce ne tirò una sul tetto per far calare un'altra corda, mentre l'altra la appoggiò per terra. Velocemente iniziò a tirarsi su, ma nonostante Natasha cercasse di coprirlo venne colpito alla spalla e alla gamba. Natasha si chiese come faceva a rimanere aggappato alla corda, e poco dopo sentì la sua voce nell'orecchio che bisbigliava: "Allontanati." La spia capì e si ritrasse dal bordo del tetto, poi sentì un boato enorme: Clint aveva fatto esplodere la freccia lasciata per terra.
Senza perdere tempo Natasha si affacciò dal tetto. I nemici erano tutti morti, e Clint giaceva immobile a terra. Si calò immediatamente con la corda e raggiunse Clint. Il collega respirava appena ed era gravemente ferito. Presa dal panico afferrò un telefono da un cadavere vicino e chiamò i soccorsi; poi si voltò verso Clint. Sentì le lacrime scorrerle lungo le guance. Aveva provato a non affezionarsi a lui, come aveva sempre fatto con tutte le persone che conosceva. Ma forse bisogna sempre avere almeno una persona come punto di riferimento, una persona alla quale si tiene più di chiunque altro. E come si fa a sopravvivere quando questa muore? Natasha pensò a Clint, colui che le aveva salvato la vita, che le aveva dato una possibilità quando non ne meritava più nessuna, che le aveva spiegato ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Lui non sarebbe morto, non poteva morire.
“Tasha, te ne devi andare; potrebbe arrivare qualcun altro.” bisbigliò Clint.
“Non se ne parla nemmeno. Io non mi muovo di qui.” disse Natasha con la voce tremula. “Non puoi lasciarmi Clint, capito? Ho bisogno di te, perciò non morire. Tra un po' arriveranno i soccorsi, devi resistere.” continuò la spia sussurrando.
Cinque minuti dopo arrivarono i soccorsi, ma Natasha sapeva che Clint aveva ben poche possibilità di sopravvivere. Chissà se aveva dei parenti, dei fratelli... non le era mai venuto in mente di chiederglielo.

Clint fu portato nell'ospedale meglio attrezzato dello Shield. Natasha rimase a guardarlo mentre cercavano di farlo rimanere in vita. Era paralizzata dal terrore. Se fosse morto sarebbe stata colpa sua; avrebbe dovuto capire che le aveva detto di avere un piano solo per farla andare via di lì.
I medici la fecero uscire dalla sala operatoria, quindi lei si sedette su una sedia sforzandosi di non piangere. Non era ciò che Clint si sarebbe aspettato da lei. Dopo quella che le sembrò un'eternità si addormentò. Sognò Clint che le sorrideva da lontano. Venne svegliata da un'infermiera che le disse: “Se vuole può tornare nella sua stanza; se sopravvive a questa notte si riprenderà.”
Natasha entrò; Clint era pallido, sembrava quasi morto. La spia russa non lo aveva mai visto così. Si accovacciò accanto al letto e poggiò la testa vicino al braccio di Clint. Rimase immobile per diverse ore di seguito; si stava per addormentare quando sentì la mano di Clint accarezzarle i capelli. Di scatto si tirò su e lo vide sveglio. Il suo cuore scoppiò di gioia. Il fiato le mancò per diversi secondi, poi si ricordò di respirare e sussurrò: “Sei vivo.”
Clint fece una smorfia che voleva sembrare un sorriso e mormorò: “Credo di sì.”
Natasha sorrise e gli accarezzò la mano, poi bisbigliò: “Non fare mai più una cosa del genere, Clint. Mi hai fatto morire di paura!”
Lui sorrise e mormorò: “Di qualcosa devi pure aver paura, no?” poi diventò serio e aggiunse “Ti amo Natasha”
“Anch'io Clint” sussurrò lei, poi lo baciò.
Clint si addormentò poco dopo, con Natasha accanto che gli teneva la mano. La spia scoppiava di gioia; non lo avrebbe più lasciato. Sarebbero rimasti insieme per sempre e per la prima volta in vita sua non le interessava per niente ciò che avrebbe detto la gente.
 
 
 
N.D.A.
Ciao a tutti!! E così ho finito di scrivere la mia prima fanfiction. Spero vi piaccia! Sono ben accette recensioni, sia positive che negative!!
Ginge

   
 
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