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Autore: nihaltali99    07/06/2014    8 recensioni
- "Mostro" è questa la parola più gentile che mi abbiano mai detto, "Bastardo" mi chiamavano, io soffrivo, mi sentivo terribilmente solo, ma la parte peggiore era sapere che avevano ragione. -
Breve one shot dal punto di vista di Aster, ho adorato questo personaggio infinitamente complesso, per questo motivo dovevo dedicargli qualcosa! :)
Spero davvero che vi piaccia
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aster
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tamburello con le mie piccole dita sulla pietra nera dei braccioli del trono. Non sono mai stato così nervoso, così spaventato, eppure così calmo e così sicuro di me. Non so nemmeno io in realtà come mi sento. So solo che sto male, che è arrivato il mio momento.
Ho odiato questa vita con tutte le mie forze, talmente tanto che avevo intenzione di distruggere tutto, di uccidere ogni singola vita che solcasse questa terra, compresa la mia, per far rinascere un nuovo popolo dalle ceneri che fosse stato diverso. Ora mi rendo conto che è impossibile, non solo perché gli dei hanno deciso che questa volta avrebbe vinto la Sheireen, ma perché non si può forzare il corso della vita e in teoria neanche deviarlo. Mi rendo conto solo adesso di quanto sia stato stupido, di come abbia buttato via la mia vita, di come abbia lasciato che la mia anima nera mi dominasse, di come abbia tradito l'ultima promessa fatta a mia madre. Mi salgono le lacrimeagli occhi al solo pensiero di lei
"Aster ti prego promettimi che non adempierai al tuo destino, che sarai più forte di tutti quelli che ti spingeranno a seguirlo. Ricorda sempre, tu sei Aster, il mio meraviglioso bambino, non sei un mostro, non sei il Marvash"
Queste furono le sue ultime parole, il suo ultimo desiserio per me.
E io!? Io che cosa ho fatto!?L'ho tradita! Ho fatto più male di chiunque altro su questa terra, sono diventato un mostro, il Marvash!
Io semplicemente mi odio, perché non sono stato forte come lei avrebbe voluto. Eppure, nonostante abbia desiserato la morte più volte, adesso mi accorgo di amare questa maledetta vita, mi accorgo di amarla senza essere ricambiato, che nonostante sia alieno persino nella mia terra io non posso fare a meno di essa, che mi basterebbe solo essere amato per trovare la pace.
Provo a lanciare un piccolo incantesimo, un semplice lampo di luce colorata, ma non funziona, la magia non è più con me. Quella ragazzina, la Sheireen, come si chiama? Non riesco a ricordare, qualcosa con la "N" , poi ripenso al mio prigioniero, Sennar, secondo i suoi ricordi si chiama Nihal. Lei mi ha lanciato un potente incantesimo che mia privato della magia, non durerà oltre l'alba di domani, ma io non ci sarò all'alba di domani e avrei preferito che la mia unica compagna, che mi è sempre vissuta nelle vene, nel sangue, che mi definiva, fosse stata qui con me.
Sennar, è un grande mago, non come lo sono io, ma ci arriva molto vicino. Mi sono chiesto perché sia così forte, perché e come si sia spinto a dare così tanto per questa guerra. Quando sono riuscito a penetrare nella sua mente, non ero felice come mi sarei aspettato, anzi sentivo di preciso la sua sofferenza, lo ammiro davvero per come mi abbia combattuto, non ho mai visto una tale forza d'animo. La cosa che più mi ha colpito di lui è stato il suo amore per Nihal. Quando sono entrato per la prima volta nella sua cella, lui si è messo a tremare di paura, l'ho sentito trattenere a stento un urlo, all'inizio mi venne quasi da ridere, come poteva spaventarlo l'aspetto di un ridicolo ragazzino, nonostante sia quasi un mezzelfo e che questo metta in soggezione, "Hai paura di un ragazzino consigliere?" dissi ridendo, ma lui mi guardò convinto che io non potessi capire "Non è di te che ho paura" gli occhi gli si inumidirono, sul momento non ci diedi peso, ma non appena riuscì ad entrare nella sua testa compresi perché quel giorno aveva tremato così tanto; aveva paura di come Nihal avrebbe reagito vedendomi, aveva immaginato quanto avrebbe sofferto scoprendo che i mezzelfi erano stati sterminati da uno di loro, perciò non aveva paura di cosa gli avrei fatto e delle torture che avrebbe subito, lui aveva paura della sofferenza della donna che amava. Non avrei mai pensato che l'amore potesse arrivare a tanto, Reys non l'avrebbe mai fatto per me.

Adesso Nihal è difronte a me, pronta a combattere, ma io sono stanco, terribilmente stanco, così lascio che di nuovo sia il Marvash a comandare, che sia lui a parlare con lei. Non so cosa le stia dicendo, ma le sta facendo male, perché sta perdendo il controllo ed ha la vista annebbiata dalle lacrime. Quando lei soffre, io soffro con lei, le vorrei poter dire che mi dispiace, che la capisco, ma non posso, non potrebbe mai credermi.
Ad un certo punto la vedo in ginocchio, io mi avviccino e mi chino alla sua altezza. All'improvviso sento un dolore lancinante all'altezza dello stomaco, abbasso lo sguardo e vedo la spada di cristallo nero di Nihal traffiggermi da parte a parte, sento il respiro mancare, lei sorride, ma io non la odio, chiunque vedendo un mostro lo ucciderebbe, forse persino io, chi si prenderebbe il disturbo di leggere dentro a certe creature?
"Grazie, adesso sono libero" sussurro sorridendo, non sono sicuro che mi abbia sentito, o che l'abbia detto davvero, però vedo il suo sguardo addolcirsi con un accenno di pietà, mi guarda provando pena per me, è l'ultima cosa che vedo, qualcuno che seppur per poco tempo è riuscito a vedere in me altro e non il mostro che sono, poi tutto scivola nel buio.

Mi risveglio in un prato, verde e ricco di fiori, il vento è leggero e fresco, forse sto sognando. Una mano mi tocca la spalla "Aster? Sei tu?" mi chiede la voce di una giovane donna, ma io riconoscerei tra mille, mi volto di scatto e mi butto tra le braccia di mia madre "Si madre sono io" mi accorgo di piangere, in silenzio, mentre piccole lacrime mi stanno bagnando il viso "Oh figlio mio quanto mi sei mancato" sussurra lei commossa, sento una fitta dolorosa al cuore "Io...mi dispiace...ti chiedo scusa...ti ho tradita, non ho mantenuto la promessa, perdonami ti prego" mi sento stranamente in parte felice, perché la mia anima nera è volata via, non esiste più il Marvash in me; vedo mia madre sorridere "Ma io l'ho già fatto bambino mio!" dice prendendomi il viso tra le mani "Tu non hai vinto contro di lui, ma hai sempre lottato e hai lasciato che il tuo vero io rimanesse intatto, se pur l'hai nascosto molto a fondo, non l'hai distrutto. E adesso hai vinto, perché lui è morto e tu sei qui...Non potrei mai essere più fiera di quanto non lo sia adesso del mio bambino, be' uomo ormai" disse e rise poi riprese ad abbracciarmi ed io rimasi sorpreso. Mi resi conto che non era vero che nessuno mi aveva amato, perché lei lo fece, lo fa adesso dopo tutto quello che è successo, e ne sono sicuro, lei mi amerà per sempre.
  
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