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Autore: Aven90    08/06/2014    0 recensioni
A come Aven, naturalmente! Questo conclude la super long che avevo in cantiere, ma niente sarà più imprevedibile di così: tutta da leggere e da commentare, conclude in bellezza questo viaggi che mi ha colpito molto anche come autore!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Lanciò le braccia in avanti e lo stesso fece la Genkidama sopra di lui.

Si era giunti al punto cruciale della missione: una volta eliminato Suu Shenron sarebbero potuti tornare a casa con i loro amici, poiché Shenron avrebbe dimenticato tutti i desideri fino a quel momento esauditi.

Nel momento in cui si sarebbe tornati ad utilizzarli, i draghi sarebbero tornati a crescere all’interno delle sfere, sempre più forti.

Fortunatamente, i sette fino a quel momento cresciuti non avevano raggiunto una forza tale da impensierire si Saiyan giunti a quel livello, così non hanno avuto nessuna difficoltà fino a Suu Shenron, che era risultato il più forte del lotto, costringendo Goku a creare la Genkidama anche all’interno del mondo creato dal drago Shenron per consentirgli di affrontarli uno dopo l’altro in un contesto comprensibile universalmente.

In realtà Shenron non abitava in quella dimensione, ma dormiva in un dimensione oscura e inaccessibile a qualsivoglia essere umano, che qui non sarà descritta.

La Genkidama arrivò verso Suu Shenron, che fece il possibile per respingerla.

I suoi palmi provarono una sensazione di bruciato indefinibile, poiché nessuno aveva mai provato tanto dolore.

Il concentrato di pensieri positivi e di speranze nobili stava corrompendo il drago malvagio che però era a sua volta corrotto dal bene di Son Gohan, pertanto a contatto con una sfera di energia così pura e benedetta lo metteva in soggezione fino ad arrivare ad ustionarlo.

Ma non per quello si sarebbe arreso.

“Maledizione, Kakaroth! Ancora una volta hai calcolato male la potenza e non riesci a disintegrarlo! Quando imparerai ad usare la Genkidama come si deve?”, lo riprese Vegeta, dall’alto della sua lunga esperienza nel creare Genkidama.

“Vegeta… invece di disturbare, perché non mi aiuti?” pensò fra sé Goku, con ogni tendine concentrato sull’obiettivo.

“Non credo che tu ti stia illudendo che… basti questo per fermarmi…” bofonchiò Suu shenron fra i denti, intento anche lui a crecare di respingere la gigantesca sfera che, checché ne dicesse, lo stava alquanto minacciando.

“E invece sì! È la speranza di Piccolo!” rispose Goku.

“E che cazzo, Kakaroth! Trasformati in Super Sayan!” lo esortò Vegeta.

“No! Lo sconfiggerò come un terrestre! Qui ci troviamo di fronte un problema di tipo terrestre e quindi è giusto che io assomigli a loro, una volta tanto!” rispose Goku, con le sue convinzioni cromai radicate profondamente nel cervello, talmente tanto che non riusciva a capire come mai il Kakaroth dentro di lui si fosse risvegliato.

Vegeta osservava il suo amico ed eterno rivale come  se stesse analizzando una creatura complessa.

“Kakaroth” disse sottovoce. “Non ti capirò mai, ma allo stesso tempo comprendo come ti senti. È proprio questo sentimento di amore e odio che non riuscirò mai a capire, dentro di me. Tu stesso hai detto che siamo fratelli di sangue poiché nati nello stesso pianeta… e allora perché non riesco a raggiungerti nel tuo mondo?”

Goku era assolutamente estraneo a quelle questioni filosofiche, prendendo la vita per come veniva si era guadagnato la stima della maggior parte delle persone con cui si era imbattuto: da Bulma ad Oolong all’Eremita della Tartaruga, per passare a Tenshinhan, a Piccolo, lo stesso Vegeta, il Cyborg numero 16 e gli dei Kaioh.

Addirittura aveva spinto Kaioshin a fargli bere l’Acqua Proibita e a portare i vessilli arcani dell’origine dei tempi, laddove gli dei erano in quanto tali e forse i tempi erano più felici.

Ed infine, l’estremo sacrificio di Piccolo, che era morto perché sperava di fermare Suu Shenron col suo solo senso di colpa, ma in realtà aveva dato uan spinta in più a Goku che decise per la Genkidama.

Quando purtroppo quest’ultima non era ancora abbastanza potente per distruggere l’ultimo drago, il più ostico.

“Non potrete mai ammazzarmi! Sarebbe pura follia pensarlo da parte mia e da parte vostra!” urlò il drago, con un po’ di follia nella voce e negli occhi. Da parte sua non aveva mai capito fino in fondo le motivazioni di Goku, che aveva deciso di sovvertire l’ordine preposto nelle Sfere del Drago per un puro capriccio personale. Come osava, uno stupido extraterrestre dal livello infimo di potenza voler cambiare la legge naturale delle Sfere del Drago, uccidendo peraltro sei dei suoi fratelli?

Come osava, dunque, sfidare persino lui, il Drago dalle Quattro Stelle, ed essere persino vicino ad eliminarlo?

Non poteva permetterlo, e su quello sarebbero stati tutti d’accordo. L’unico problema stava nel disfarsi della Genkidama.

“Grrr… non riesco… NON RIESCO A RESPINGERLA! DANNAZIONE!” disse sfogando la sua frustrazione.

“Grrr… non riesco… a… NON RIESCO AD DISTRUGGERLO! GOHAN, GOTEN! PERDONATEMI!”, urlò Goku, ancora più disperato, col pensiero rivolto ai suoi figli.

“Si direbbe che Kakaroth non riesca a distruggere Suu Shenron” disse una voce all’orecchio di Vegeta.

Quest’ultimo la riconobbe come quella appartenente a Piccolo.

“Piccolo! Come fai a parlare visto che sei morto?”

“Oh, ma io non sono morto… qui non si muore, si rimane intrappolati dentro le Sfere, ma non sono morto. Ma non è questo il punto. Sapevo che Goku aveva bisogno di una mano per distruggere l’ultimo nemico, ma mi aspettavo che mi dessi anche tu una mano” osservò il Namecciano.

“Hai perso il tuo corpo, però rompi ancora le scatole! E va bene, Piccolo! Sarò io a distruggere Suu Shenron, dando una mano a quel buono a nulla di Kakaroth, che mi ripagherà il debito smettendo di allenarsi affinché io possa superarlo!” disse Vegeta, in puro delirio.

Piccolo non rispose nulla, disgustato da quello che aveva sentito. Forse aveva sbagliato a comparire solo con la voce spingendo Vegeta, tuttavia non lo rimpianse.

Dentro quest’ultimo, una brutta lotta con sé stesso era in atto, fregandosene dei violenti spostamenti d’aria provocanti dalla Genkidama.

Aiutare o no Kakaroth? Certamente, era molto antipatico: gli aveva salvato parecchie volte, lo aveva preso in giro ai tempi di Majin Vegeta e ancora una volta lo aveva costretto a fare quello che voleva lui, facendogli ballare la Danza di Metamor contro Broly.

Ma era anche vero che era un suo amico, ormai. L’unico che gli aveva teso la mano quando era in difficoltà, come un verme strisciante  e davanti la lama della spada di Crilin.

“VEGETA!”  lo supplicò Goku. “Non vuoi vedere Trunks e Bra ancora una volta?”

Era vero. Trunks e Bra, i suoi figli.

Doveva farlo per loro e per Bulma, la sua famiglia. Ancora una volta, stava a lui la salvezza dell’Universo, esattamente come contro Majin Freecell, dov’era stato più che decisivo.

Tornò allo stadio normale e stese la mano destra.

“Tieni, Kakaroth, la mia energia. Quanto sei fortunato”

Era vero, era davvero fortunato. Cosa poteva essere, altrimenti, la forza invisibile dietro Goku che spingeva persino il re dei Saiyan a piegarsi ai suoi voleri?

Una sfera azzurra comparve davanti il palmo steso e partì immantinente ad ingrossare la Genkidama ancora contesa e provocatrice di parecchi terremoti.

Il re Kaioh del Nord era abbasatzna preoccupato per la scomparsa di Goku e Vegeta dalla terra, subito dopo aver evocato il drago Shenron.

“Speriamo che stiano bene, non vorrei che quel drago li rapisca”

Kaioshin il Sommo era ancora entusista della reazione di Goku all’Acqua Sacra.

“Oltre le mie più rosee aspettative! Sapevo che Goku ce l’avrebbe fatta! Adesso manca solo che mantenga le promesse fattemi e potrà diventare un vero Santo!”

Kaiohbith era invece corrucciato. “Senza contare che sono stato io, però, ad essere messo alla prova quando ho dovuto riempire la Fiala…”

L’altro non lo ascoltò nemmeno.

La Genkidama assunse  proporzioni gigantesche, inaspettate persino per Vegeta.

“Cavolo! Quanta forza avevi, Vegeta?”, chiesero sia Suu Shenron che Goku.

Il re dei Saiyan soggighnò. “Non ringraziatemi, faccio solo il mio dovere!”

E in effetti per Suu Shenron, l’ultimo drago, fu la fine.

Goku spinse con più forza la Genkidama verso il drago delle quattro stelle e vinse il contrasto, facendo dell’ultimo nemico poltiglia, com’era sempre stato, a prescindere dai fantasmi del proprio passato.

Il tutto grazie a Vegeta, il quale aveva ripreso davvero il titolo di re dei Saiyan.

E forse da quel momento in poi anche re dei Terrestri.

   
 
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