Boston. Stazione Centrale.
Le 7.45 erano un orario caotico per chi doveva partire. C’era un continuo viavai di persone e si rischiava di prendere il treno sbagliato.
Nella ressa, un ragazzo sui trenta anni, correva trafelato. I corti capelli scuri incorniciavano occhi nocciola e una barba rada.
Era in ritardo e sperava di non dover prendere il treno successivo. Con fare deciso si sistemò la tracolla e tirò a sé il trolley.
Finalmente vide la propria partenza, segnata sui tabelloni degli orari.
Boston – Maine. Partenza - 7.50
Con un leggero sorriso, e dandosi una mossa, salì sul mezzo.
Cercò un posto libero e fortunatamente la ricerca non richiese troppo tempo. Si sedette con uno sbuffo di sollievo. Sistemò la tracolla sul sedile davanti a sé e si levò la giacca.
Dal borsone, spuntava l’angolo di un libro. Dal borsone spuntava l'angolo di un libro dai bordi in pelle consunti. Il resto però sembrava in ottimo stato
Prese il volume, e ne lesse il titolo, in lettere d’oro.
“Once Upon a Time”
Ridacchiò.
“Mi ha portato fortuna, vecchio mio” disse accarezzando la copertina.
Arrivò due ore dopo. E già il sole era alto.
Una volta sceso dal treno, cercò un angolo appartato. Si guardò in giro due volte, poi sparì in una nuvola di fumo bianco.
Riapparve in una stradina costeggiata da alberi. Un cartello recava il nome della cittadina con seguente saluto:
“ Benvenuti a Storybrooke”
Poco lontano da lui una linea familiare era tracciata sull’asfalto.
Una linea rossa che era impossibile, una volta, varcare senza dover perdere la memoria.
Regina aveva modificato il sortilegio che gravava su quella banda colorata. Avrebbe segnalato sempre e comunque uno spartiaque tra il mondo reale e quello delle fiabe, ma non avrebbe comportato la perdita dei ricordi inerenti a quella cittadina.
Questo per permettere alle future generazioni di varcarla senza problemi.
La oltrepassò. “Di nuovo a casa, finalmente!” si disse mentre si incamminava per raggiungere l’appartamento che divideva con la sua fidanzata, Grace.