L'amore di un padre

Era un eroe. Il più grande eroe che l’Età dell’Oro avesse mai visto. Aveva condotto centinaia di spedizioni contro i Fearlings, creature del male, che avevano seminato il panico e il terrore fra la popolazione dell’intero universo. Voleva imprigionarle tutte per sempre, in modo che non sarebbero mai più potute tornare a diffondere la paura. Aveva a cuore il suo popolo, e soprattutto lei, sua figlia Emily Jane. Era appena una bambina quando le aveva insegnato ad andare a cavallo. Insieme avevano visto posti fantastici e strabilianti, ma mai l’aveva portata con lui a combattere contro quei demoni. Sapeva quanto fosse pericoloso.
Eppure, secondo Emily, non c’erano dubbi: il suo era un padre eccezionale. Gli voleva così bene, ed era sicurissima che nel mondo non ci fosse nessuno migliore di lui. Era la sua stella polare da seguire nelle notti nere e cupe. Non avendo una madre, questo doveva essere il minimo, forse…
Le stava spazzolando i capelli neri, prima di andare a dormire.
- … e alla fine, con un colpo di spada, ho sconfitto quel mostriciattolo ripugnante e l’ho catturato una volta per tutte! - esclamò, finendo il suo racconto.
- Sì!! - gridò entusiasta la bambina. Si mise a saltare sul letto piena di contentezza, ma venne fermata dal padre, che la prese in braccio proprio mentre stava per fare una meravigliosa capriola in aria, di quelle che solo i saltimbanco riescono a fare. La guardò e disse: - Su, Emily, la storia è finita ed è ora di andare a dormire! -
- Ma no, papà, uffa! Io voglio saltare come le ranocchiette nel laghetto del giardino! -
- Ma anche le ranocchiette adesso stanno andando a nanna… -
La portò in braccio verso la finestra. Discostò la tenda e le indicò il lago.
- Vedi? Sono tutte andate a dormire... -
La bimba osservò il lago con un visetto deluso. Strinse le labbra e girò la testa verso il padre.
- Ma domani quando si sveglieranno potrò, vero? - chiese con vocina assonnata. Sbadigliò e si strinse al petto del papà. L’uomo le accarezzò i capelli, intenerito.
- Ma certo che potrai... Certo… - sussurrò dolcemente, abbracciandola. La posò sul letto, le rimboccò le coperte e le diede un bacio sulla fronte. La bambina gli accarezzò il naso lungo e arcuato e sorrise.
- Buonanotte, tesoro… -
- Buonanotte, papà… -
Emily si raggomitolò fra le lenzuola e chiuse gli occhi. L’uomo si discostò piano da lei. Ad un tratto, uscito dalla stanza della figlia, si sentì chiamare.
- Generale Pitchiner! Generale Pitchiner! -
Un soldato, tenendo il suo elmo in mano gli era corso in contro.
- Che cosa succede? -
- I Fearlings! Ci stanno attaccando di sorpresa, hanno aspettato il calare della notte per nascondersi nelle tenebre! Dobbiamo fare qualcosa! -
Kozmotis Pitchiner sussultò. Sua figlia si era appena addormentata. Non poteva permettere che quegli esseri si impadronissero dei suoi sogni. Corse fuori.
- Chiama gli altri compagni, dobbiamo fare qualcosa al più presto! -