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Autore: SinisterKid    11/06/2014    1 recensioni
“Sì, Hank, è vero. Sei un monstrum …”
Hank lo interrompe fissandolo esterrefatto. “Ma - ma cosa …?”
“… un prodigio della natura, Hank McCoy. Ecco cosa sei”.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Dottor Henry 'Hank' McCoy/Bestia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Monstrum et pater

Mutante e fiero: tre parole, una congiunzione, due aggettivi. Una frase che sintetizza una realtà irrealizzabile per Hank, un ossimoro atroce. Suona come un insulto, una presa in giro: mutante e fiero, come? Come possono unirsi tali termini? Come possono essere solo pronunciati? Mutante e fiero, la stronzata del secolo.
Sdraiato su un letto che sembra fatto di spine, Hank ripensa più e più volte a ciò che gli ha detto Raven. Prova a conferire un senso a quell’espressione e impazzisce non riuscendoci dopo ore. Impazzisce perché Raven è stata capace di cogliere quella mano fiduciosa e comprensiva che tendeva verso di lei e le presentava nuove mille possibilità per la sua vera natura e le gridava di non nascondersi più con vergogna. Raven che aveva condiviso con Hank il desiderio di essere normale come tutti coloro che li disprezzavano. Raven che aveva semplicemente capito quale strada intraprendere nella sua vita.
E Hank, invece? Cosa farà adesso con questa condanna?
Forse anche lui avrebbe dovuto seguire Erik e la sua aureola spezzata, il profeta che proclamava un futuro glorioso e potente e prometteva un’esistenza affascinante e luminosa, priva di vergogna, a tutti coloro che l’avrebbero seguito. Mutante e fiero, ancora una volta.
Fratelli e sorelle mutanti, suonava così bene sulla bocca di Erik. Su quella di Hank, invece, ha un sapore acido e un suono stridulo, sgradevole. Fratelli e sorelle di sventura, piuttosto: creature che la natura, per soddisfare un suo perverso divertimento, aveva reso sgraziate e spaventose. Alcune di più, altre meno.
Hank si siede, distende le gambe e guarda i piedi deformi della Bestia. Prova ribrezzo ad immaginarli blu e pieni di peluria, come il resto del corpo. Lui non è così, non vuole essere così, ma cosa fare contro la genetica? Assolutamente no, imparare ad accettarsi non è un’opzione: non è lo è mai stata e mai lo sarà. Nascondersi, sì. Ecco cosa fare: continuare a celare il proprio difetto come la più naturale delle azioni.
Hank accende quella grande macchina che non è altro che il suo geniale cervello e inizia a pensare a cosa potrebbe ideare per tenere a bada quella brutalità che appartiene alla Bestia, non a lui. Ci vorranno interi giorni e intere nottate per trovare una cura, Hank lo sa per certo ed è disposto anche a ridursi pelle e ossa pur di non far vincere la Bestia.
L’uomo potrà anche non riuscire a sconfiggere la genetica, ma può contrastarla ed quello che Hank sta giurando di fare fino alla fine dei suoi giorni.
“Hank”.
Charles ha un’espressione turbata e incredibilmente dispiaciuta quando fa il suo ingresso nella camera di Hank. Girando le ruote della sua carrozzella, si avvicina al suo capezzale, preoccupato come un padre che teme che il proprio figlio possa cadere a pezzi da un momento all’altro.
“Hank”, ripete Charles con una voce che si sforza di restare forte.
Il ragazzo capisce che il Professore ha letto ogni suo singolo pensiero e abbassa lo sguardo, mortificato da capo a piedi. Gli occhiali gli scendono fino alla punta del naso e non ha neppure la forza di sistemarli: è immobilizzato dalla presenza di Charles.
Questi, sorridendo appena, li rimette a posto e pone una mano sulla sua guancia arrossata. Ha gli stessi occhi protettivi di un padre, Charles, e nemmeno se ne rende conto.
“Non sentirti in colpa per quello che sei, Hank”.
Hank non riesce neppure a deglutire la saliva che ha in bocca e a respirare correttamente. Gli vien da piangere per aver solo pensato di abbandonare il Professore.
“Mi hai capito? Non sentirti in colpa per quello che sei”, scandisce Charles temendo che qualcosa non venga compresa.
“Non posso”, risponde Hank come previsto da Charles. “Non posso. Sono una bestia, un mostro della natura”.
Charles prende il volto di Hank con entrambe le mani e lo obbliga a fissarlo. Delle lacrime cominciano a scendere sul volto del ragazzo.
“Sì, Hank, è vero. Sei un monstrum …”
Hank lo interrompe fissandolo esterrefatto. “Ma - ma cosa …?”
“… un prodigio della natura, Hank McCoy. Ecco cosa sei”.
Hank scende dal letto e abbraccia il Professore con tutto l’affetto che prova nei suoi confronti. Come può essere vera una persona dalla bontà infinita come Charles Xavier, come? Hank stenta a credere di essere stato così fortunato ad averlo nella sua vita. Per pudore, evita di chiamarlo padre, anche se gli viene come la cosa più naturale da fare in questo momento.
Charles ha già sentito cosa avrebbe voluto dirgli Hank e il suo cuore viene scosso da una meravigliosa sensazione di leggerezza quando si rende conto, per la prima volta, di aver costruito una famiglia a tutti gli effetti.
Una famiglia che solo Dio sa se riuscirà a perdonare ad Erik di aver abbandonato.





Note: Perchè Hank mi ha rubato il cuore e meritava che qualcuno gli dicesse quanto straordinario sia, perchè Charles è un padre perfetto e perchè alla fine, il riferimento all'abbandono di Erik, per la sottoscritta, era necessario come l'ossigeno. Eh sì, come se non fosse sufficiente, adesso sono anche entrata nell'universo degli X-men e be', la mia vita è ancora più rovinata di prima, ahahahah. Grazie a chiunque riuscirà ad arrivare fino a queste note finali senza aver alzato gli occhi al cielo più di una volta.
   
 
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