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Autore: Nahash    12/06/2014    2 recensioni
Ci avevano messo un po' per conoscersi così a fondo, così da vicino. Si sapeva che Mdorima era un muro inespugnabile, una corazza, apparentemente priva di sentimenti.
Lui e Takao erano stati dapprima nemici per poi diventare compagni di squadra, eppure, nell'animo di Takao, l'ex giocatore della Teiko non era un semplice genio del Basket.
[MidoTaka]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ciao a tutti! Ormai ho preso il via con queste ff su Kuroko, sta volta la mente mi ha ispirato una Midotaka ù.ù
Spero vi piaccia :3

Ci avevano messo un po' per conoscersi così a fondo, così da vicino. Si sapeva che Mdorima era un muro inespugnabile, una corazza, apparentemente priva di sentimenti.
Lui e Takao erano stati dapprima nemici per poi diventare compagni di squadra, eppure, nell'animo di Takao, l'ex giocatore della Teiko non era un semplice genio del Basket.
Con la sua insistenza era riuscito a far crollare, a poco a poco, il gelido uomo superstizioso. Shintaro non era tipo da palesare ciò che provava né tantomeno tipo da esprimersi a parole – per lui sarebbe stato come scoprirsi troppo.
Takao, dal canto suo, era sempre stato abbastanza tenace, specie per quelle "cose" che si mostravano irraggiungibili. Lui non avrebbe mollato fin quando, almeno una volta, negli occhi dell'altro non avesse visto quella luce che gli avrebbe permesso di intuire un qualche coinvolgimento.
Il moretto non era tipo da sfondare le barriere, da insistere così apertamente da far tracollare l'altro, ma era una presenza costante e giornaliera. Tramite la sua vicinanza e la contagiosa felicità, sapeva – o meglio, sperava – che prima o poi l'avrebbe fatto suo.
 
Quella mattina, Ao-Asa aveva annunciato una giornata sconvolgente per coloro che appartenevano al segno del cancro. L'oggetto fortunato del giorno sarebbe stato un cuore.
Midorima guardò perplesso la piattaforma dalla quale aveva appreso il suo oroscopo: come diavolo poteva portare fortuna un cuore?
Scosse appena la testa e sospirò poco dopo, andando alla ricerca di quanto gli era stato consigliato.
Aveva trovato l'oggetto in un cassetto di casa sua, era un adesivo che si poteva usare da bambini – evidentemente, già anni addietro Ao-Asa  gli aveva consigliato degli adesivi come porta fortuna, perché Shintaro non era tipo da presentarsi a scuola con roba simile; ma chi lo sa se in segreto non li custodiva gelosamente? Lui era l'uomo del mistero per molti, ma un libro aperto per Takao.
Quel cuore lo aveva fatto pensare al suo compagno di squadra, quello che tutti i giorni lo traghettava con il carretto e che aveva sempre da dire qualcosa, quello che non stava mai zitto, colui che lo aveva sempre chiamato Shin-chan.
Forse, fu proprio la sua determinazione che lo spinse a cedere, il fatto che sin da subito, nonostante gli avesse detto più volte di non voler essere chiamato così, lui avesse insistito fino allo sfinimento, quando non lo lasciò fare, ignorandolo del tutto.
 
Quella mattina, Takao non si era ancora svegliato. Era finita la scuola e non avendo gli allentamenti, quel giorno pensò di concedersi un'oretta in più di riposo.
Stava sdraiato nel suo letto con l'espressione assorta, degna di chi stava sognando.
Sarebbe apparso bellissimo agli occhi di chi l'avrebbe potuto osservare, così indifeso nel sonno, rispetto al campo di gioco.
Si sentì chiamare dall'esterno, una voce modulata e profonda arrivò al suo orecchio.
«Takao.»
Takao mosse un po’ la testa, sospirando appena e percependo una presenza sopra di lui; ma stava ancora dormendo ed era ancora tutto preso da sogni e nuvolette.
«Takao.» Si sentì chiamare ancora, come se fosse guidato da quella voce per trascinarlo via dal labirinto di Minosse.
In quello che ora si era trasformato in dormiveglia, Takao riconobbe la voce dell'uomo di ghiaccio.
«Shin-chan…» Sospirò il suo nome e sulle labbra si increspò un sorriso. Non aprì gli occhi però, timoroso che quello fosse un sogno e che potesse svanire.
Quel sorriso si smorzò quando si sentì toccare con soffici labbra sulle sue, allora, istintivamente, percepì le sue tirarsi ancora di più in quello che era un sorriso meraviglioso e colmo di gioia.
Sentiva un tocco impacciato di qualcuno che non era dedito ai baci tutti i giorni, ma in quei gesti distratti e meticolosi al contempo riconosceva tutto il Midorima che conosceva. Era così reale, quel bacio, che si convinse proprio che fosse un sogno – era impossibile che quel ragazzo fosse lì e che lo stesse baciando.
«Shin-chan» Sussurrò ancora tra le sue labbra, ma sta volta era più concitato nel pronunciare quel nome.
Tenne ancora gli occhi chiusi, perché mano a mano che l'altro procedeva con le sue mosse, la triste realtà si sarebbe abbattuta ancora più forte.
Midorima accarezzò la fronte di Takao e lui poté percepire le sue ciocche di capelli spostarsi e solleticargli appena i lembi della pelle.
La sua mano scese sul viso fino a posarsi sulle labbra di Takao, le carezzò come a volersi accertare di ciò che aveva baciato.
Benedì che Takao non stesse aprendo gli occhi, non capendo se l'altro fosse sveglio o meno, anche se il suo corpo aveva reagito spontaneamente – non si sarebbe mai voluto far vedere rosso in volto.
L'abile giocatore della Generazione dei Miracoli si era sottratto da quella posizione, mettendosi su un fianco del letto e dando le spalle al vuoto dietro di sé.
«Shin -chan.» Non faceva che chiamarlo, quasi ne fosse bramoso, ma in un modo tutto suo e amorevole. Midorima si chiese come avesse fatto a riconoscerlo sin da subito, nonostante lo avesse baciato poco prima. Che Takao non si vedesse con nessuno? Per lui era impossibile, non che gli interessasse, ma in un certo senso gli faceva sentire il cuore più leggero.
Quando Takao, lo chiamò per l'ultima volta, sorrise ancora di più e amorevolmente – era certo che fosse Shintaro – dopo aver sentito le garze che gli ricoprivano le dita carezzargli le labbra.
Di fronte quel sorriso, Midorima si sentì come disarmato, tanto da provare un profondo imbarazzo e da voler fuggire via prima che l'altro si svegliasse.
Approfittò del fatto che fosse ancora a occhi chiusi e che non lo stesse più toccando per abbandonare il letto in cui si era steso.
Takao, nel non sentire più nulla, si arrese all'idea che fosse un sogno; così tenne gli occhi serrati, stavolta per ricadere in quello che poteva essere un sonno profondo.
Riaprì gli occhi un'ora dopo quel meraviglioso abbaglio e, mettendosi a sedere, sospirò amareggiato.
«Shin-chan perché ti sogno sempre? Perché ti sogno a quel modo?» Si disse tra sé e sé alzandosi e dirigendosi  verso il bagno.
Si stiracchiò e sbadigliò rumorosamente, si posizionò davanti al lavandino per darsi una bella sciacquata al viso. Quando si specchiò, però, vide che sulla sua fronte era stato posizionato un adesivo a forma di cuore.
«Non cambierai mai, eh, Shin-chan» Disse, sogghignando appena al suo riflesso, distendendo il sorriso poco dopo nel comprendere che tutto quello era stato solo un momento di piacevole realtà.
 

 
 
   
 
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