Anime & Manga > Ranma
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Autore: missA_suzy    13/06/2014    0 recensioni
Dopo il matrimonio fallito, Akane è distrutta. Quelle tre pazze di Shampoo, Ukyo e Kodachi avevano non solo distrutto il suo sogno più grande, ma anche la sua casa. Per di più, la situazione non era affatto cambiata e Ranma non si era nemmeno preoccupato di andare a chiederle se stesse bene. Così, aveva preso ad evitarlo e per un po’ di tempo funzionò. Ma quando una mattina, Kasumi comunicò a tutti che Ranma e suo padre erano andati via, ad Akane crollò il mondo addosso. Dopo un iniziale momento di sconforto, ritornò la stessa ragazza di sempre. La stessa ragazza di tre anni prima.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Non ho mai smesso di amarti.
Capitolo cinque: Ricordare è sinonimo di dolore.
 

Era passato un anno da quel fatidico giorno.
Mousse era ritornato in Cina, mentre Ryoga aveva finalmente accettato l’amore di Akari e aveva provato a vivere insieme a lei nonostante qualche volta pensasse ad Akane. Si era sempre chiesto come si fosse sentita quando Pchan era scomparso dalla circolazione. Sospirò mentre si alzava e si recava in cucina. Erano domande a cui non avrebbe avuto alcuna risposta.
Ranma si trovava ad Hokkaido dove, col padre, aveva trovato un appartamento carino nel quale si erano ritrovati a vivere. Certo non mancavano i battibecchi, ma in fondo gli voleva bene e i litigi per il cibo erano divertenti dopotutto.
Dopo essere stato in Cina ed essere tornato un ragazzo normale, aveva optato per andare a vivere in un altro posto. Non voleva tornare a casa Tendo, sarebbe stato un inferno.
Era piacevole rilassarsi in veranda, pensò con la sua cioccolata calda tra le mani, ed era altrettanto piacevole che potesse vivere tranquillo senza che le pazze lo assalissero. Nei primi tempi lo avevano seguito, ma lui aveva messo in chiaro le cose. Se le avrebbe battute, sarebbero tornate a casa senza discutere. E così fu.
Erano cambiate molte cose nella personalità del giovane, era uscito con molte ragazze ed era conosciuto come un play boy, e questo gli permise di eliminare la timidezza che aveva nei confronti di Akane.
Sgranò le iridi cobalto quando si rese conto di aver pensato a lei. In effetti in quell’anno ci aveva pensato spesso al suo maschiaccio. Aveva avuto tante ragazze ma nessuna era come lei, non riusciva a capire se solo in quel posto erano tutte provocatrici o era una cosa che faceva parte dell’intero Giappone.
Si alzò e ci rifletté su mentre informava il padre che sarebbe uscito – impossibile. Anche a Nerima ci sono.
Degludì sonoramente. Nerima, dojo, Akane… - maledizione! – si ritrovò a imprecare in strada con gente che lo guardava stranita. Facendo finta di niente, continuò il suo giro volgendo di tanto in tanto lo sguardo per capire se lo stessero ancora guardando. In effetti una parte del suo carattere non era cambiata affatto, si ritrovò a pensare. Forse era meglio così.
 
-   Akane, muoviti, faremo tardi!
-   Solo due minuti! – urlò lei dal bagno. Stava spazzolando i suoi bellissimi capelli corvini e una volta finito li legò con il suo nastro giallo preferito. Si guardò allo specchio e ripensò alle parole di Ranma, quando le aveva detto che con i capelli corti era più carina. Fece una smorfia allo specchio dandosi della sciocca per avergli creduto. Lei adorava i capelli lunghi, i capelli corti piacevano a lui. Ma ora lui non c’era più e lei poteva controllare la sua vita. Sorrise contenta e uscì, afferrò la cartella e si incamminò verso scuola con la sorella.
-  Sorellina, ti vedo contenta stamani.
-  E che mi sono accorta che i capelli lunghi mi stanno meglio, tutto qui.
-  Non è che una forma di ribellione per scacciare via i tuoi pensieri su Ranma? – colpita e affondata. Molte volte in quell’anno aveva pensato a lui, ai suoi occhi. Come dimenticarli. Spesso durante la notte le sembrava di sentire che lui le accarezzava la fronte come un anno prima. La situazione in palestra era ancora peggio. Si allenava qualche volta con suo padre, ma ormai era troppo forte e non aveva senso continuare. Poi aveva fatto la sua comparsa Shinnosuke che si era offerto di aiutare la ragazza a gestire la palestra. I due si erano avvicinati e ora Akane si ritrovava con un anello al dito.
-  Non credo di voler vedere lo spettacolo stamani – aveva aggiunto Nabiki vedendo la scuola in lontananza – quindi credo che andrò avanti.
-  Come ti pare – aveva replicato lei prima di vedere una folla in lontananza – beh, a dopo – disse cominciando a correre nella loro direzione. Inutile dire che dopo due minuti erano tutti a terra. Tatewaki, dopo la scomparsa di Ranma, aveva rimesso in piedi quella vecchia storia sebbene la ragazza fosse nuovamente fidanzata. Shinnosuke non dava peso a questo, anzi era molto felice che la sua donna fosse così apprezzata e desiderata. Al contrario, alla ragazza dava molto fastidio. Si asciugò la fronte con una mano e si apprestò a entrare nell’edificio lasciando un Kuno a terra che blaterava cose su quanto l’amasse.
-  Ciao Akane – l’accolse Sayuri quando fu entrata in classe.
-  Buongiorno a tutti.
-  Stamani ti sei sfogata per bene, eh? – aveva ribattuto Daisuke mettendole un braccio sulla spalla – eri una furia.
-  Un brutto pensiero, tutto qui. – aveva detto lei mettendo fine alla chiacchierata. Da quando il codinato era andato via, i suoi migliori amici si erano avvicinati ad Akane. Ma al contrario di Hiroshi che era felicemente fidanzato con l’amica della corvina, Daisuke non aveva rinunciato a lei e, dopo essere stato rifiutato, si era accontentato di rimanerle amico.
-  Ragazzi, siamo scoperti. Festa! – disse un ragazzo entrando in classe con palloncini e quant’altro, al che tutti si unirono. La ragazza sorrise, le ci voleva un po’ di svago.
-  Akane, vieni? – le chiese Hiroshi tendendo la mano.
-  Sì, vengo.
 
Era sera ormai. Nabiki era andata via con Kuno, probabilmente per vendere altre fotografie. Lei aveva preso a camminare sulla ringhiera, dove di solito c’era lui. Sorrise amaramente.

Sono felice per te. Il dottor Tofu ha detto che sei carina, sarai contenta ora.

Scosse la testa, non voleva pensarci. Non voleva ricordare.

Comunque è vero, mi piaci di più con i capelli corti.

Urlò così forte che gli uccelli scapparono via. Si mise una mano sulla fronte sudata e sussurrò il suo nome. Fu scossa da qualcosa che la fece ritornare in se e si allontanò ripetendosi mentalmente che adesso era impegnata. Il suo lui l’amava e glielo dimostrava tutti i giorni. Di cos’altro aveva bisogno?

♥♥♥♥

Eccomi tornata qui con voi.
Come ho scritto a fine del capitolo della storia sulle Ojamajo, avevo bisogno di staccare un po' la spina. Ero terribilmente stanca e non avevo voglia di fare nulla. Adesso sto bene per fortuna, quindi possiamo riprendere regolarmente,
Al prossimo capitolo!
  
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