Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: HoshiTaniguchi_    14/06/2014    1 recensioni
“Vedi Italia, questo è un ricordo. O meglio: non lo è. Non so come spiegarmi….ecco… potrei dire che… è un ricordo dentro al sogno!” sorrise felice della sua geniale spiegazione e tornò a coccolare la sua stella.
Italia sogna Sacro Romano Impero che gli chiede di esaudire un suo desiderio, ovvero di trovare il se stesso più grande e di innamorarsi di lui.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chibitalia, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sacro Romano Impero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve bella gente! Come la va(?)? Sono iscritta da molto su questo sito ma non ho mai avuto il coraggio di scrivere nulla x'D Ebbene il giorno è dunque giunto!(?) Eccomi qua con la mia PRIMISSIMA FF... scusate se farà schifo, scusate se ho rovinato i PG, scusatemi... SCUSATEMI!!!! çAAAAç
"Buona" lettura e se avete voglia di recensirmi e di darmi consigli ben venga! çWç


 

1861:
Il cielo era terso quella mattina d’inverno
Le montagne  dalla punta innevata parevano più alte del solito quel giorno, forse era tutto uno scherzo del sole che minacciava di accecare la vista di Italia che se ne stava seduto sul muretto appena fuori dalla caserma militare, dondolando le gambe avanti e indietro fino a far toccare il tallone con la roccia. La divisa era sporca di terriccio ma nonostante questo aveva un espressione beata mentre scrutava la singola nuvola che passava di li distrattamente.

“Ha la forma di… una stella!”

Italia ridacchiò e saltò giù dal muretto, camminò per il vialetto di sassi, attraversò il ponte sopra al fiume ed arrivo in paese.
Era tutto addobbato con il tricolore, il verde si confondeva col cielo e gli alberi spoglie erano valorizzati dal rosso fuoco. Alzò gli occhi verso una casa dalla cui finestra si sporgeva una esile fanciulla dai capelli legati in due enormi trecce che le pendevano sopra al petto nascondendo un prosperoso seno.
“Oh, buongiorno Signor Veneziano!”
“Salve Marianna!” sorrise.
“Ce l’abbiamo fatta, eh? Finalmente la nostra Italia è unita!”
Italia sorrise a quelle parole, salutò e si avviò per la piazza dove un enorme statua a cavallo puntava la sua spada in bronzo contro il vuoto addobbata anch’essa.
Alcune persone intente ad aprire lo spumante ed altre già ubriache che schiamazzavano allegramente dall’altra parte della piazza. Veneziano sentì una mano toccargli la spalla, si girò e li c’era suo fratello Romano
“Yoh, fratellino! Ce l’abbiamo fatta! Italia stato indipendente ora! Dovremmo darci forza e sostenerci l’un l’altro, neh!”
“Certo fratellone! Vee, sapessi quanto l’ho sognato” un velo di tristezza copri la sua voce.
“Che hai fratellino?”
“No, nulla.” Tremò lievemente “Forse sono stanco, dopotutto è stata una gran bella fatica! Andrò a riposarmi un po’! Sarò in forma per festeggiare questa sera, non ti preoccupare!”
“Ok, sta attento, ci vediamo sta sera in Piazza del Popolo!”
“Ok”
Come mai Veneziano era triste? Gli addobbi non gli facevano alcun effetto e le persone che gli passavano accanto gli davano un non so che di fastidio.
“Sei solo stanco” pensò. “Torna a casa e fatti una dormita.” E detto questo Italia aprì il cancelletto di casa sua, dopo di che la porta e infine si lanciò sul letto senza neanche spogliarsi.
“Neh, Italia?”
Qualcuno lo stava chiamando, si svegliò ma non aprì subito gli occhi voleva accertarsi che qualcuno lo stesse effettivamente chiamando.
“Italia?” un momento. Questa voce…
“Italia?” Si alzò di scatto sbarrando gli occhi.
Era seduto su di un prato dall’erba umida e quello che aveva davanti… sicuramente era un sogno.
Un bimbetto che aveva poco più di 5 anni vestito con un enorme mantello nero che era in tinta col cappello sopra ai capelli dorati lo fissava con degli occhi celesti.
“Italia.” Disse con tono un po’ scontroso.
“Sacro Romano Impero…”
Il bambino si guardò in giro poi annuì.
“Italia, io…” si alzò in piedi e allora Italia notò che teneva stretta tra le braccia una stella “Io ho un favore da chiederti.”
Il vento soffiava forte ed era notte, si trovavano su di un pontile in legno appena qualche centimetro sopra il livello del mare che si increspava laddovè il buio non lasciava vedere, il cielo invece era illuminato da delle galassie e delle stelle lontane, una mezza luna galleggiava sul cilio dell'acqua in lontanaza creando un effetto strano.
“Un favore- che intendi dire? Ma aspetta… questo è un sogno, giusto?”
“Più o meno” sbottò Impero Romano chinando il capo e cominciando ad accarezzare la stella.
“Vedi Italia, questo è un ricordo. O meglio: non lo è. Non so come spiegarmi….ecco… potrei dire che… è un ricordo dentro al sogno!” sorrise felice della sua geniale spiegazione e tornò a coccolare la sua stella.
“Il favore che ti chiedo…” si fermò e punto i suoi occhi color ghiaccio dritti in quelli ambra di Italia “Il favore che ti chiedo è di innamorarti di me!”
Italia si sorprese a quella frase, e come negarlo? Questo bambino aveva cinque anni, probabilmente non sapeva neanche cosa stava dicendo.
“Ascoltami Italia, da qualche parte nel mondo c’è il me stesso più grande. Dovrebbe avere la tua stessa età all’incirca.”
“Perché-“
“Ehy Italia…” il piccolino si strinse più forte alla stella che si trasformò in uno spazzolone “Ti ricordi quando mi hai regalato questo? Mi dicesti “Trattalo con cura come faresti con me” e quando poi ci siamo baciati? Italia…” cominciò a singhiozzare sempre più forte mantenendo comunque un gran sorriso sul faccino umido di lacrime “Italia ti ho sempre amato! Non m’importa di quanti anni possano passare, continuerò ad amarti! Ti prego! Amami come io amo te! Trova il me stesso più grande e realizza il mio piccolo desiderio”
Con questa ultima frase Italia spalancò gli occhi. Si trovava nella sua stanza bianca e il venticello d’inverno entrava dalla finestra giocando con la tenda bianca.
Si portò una mano agli occhi e si accorse di avere pianto.  Si sedette sul letto e guardò fuori il cielo che diventato arancione rossastro. Il tramonto era arrivato e con lui anche la festa organizzata dalla città per festeggiare l’unione italiana. Si precipitò per le scale, prese il cappotto e la sciarpa, chiuse il cancelletto dietro di se e si incamminò a gran passo verso Piazza del Popolo dove Romano e la città lo stava aspettando a braccia aperte.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: HoshiTaniguchi_