Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Ricorda la storia  |      
Autore: myeyesscream    15/06/2014    3 recensioni
Evangeline, Justin, lei...” ormai preoccupato, comincio a respirare a fatica
Lei cosa Lucas? Parla! Cosa succede? “Dico cominciando ad immaginare il peggio.
Siamo in ospedale Justin! E’ entrata in coma” dice singhiozzando, potrei giurare di sentire le sue lacrime, i miei occhi cominciarono a bagnarsi e la mia vista ad annebbiarsi.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I promised you.

Sentii il mio telefono squillare, con molta calma mi avvicinai leggendo il nome sul display “LUCAS- “, cominciai a preoccuparmi; perché il fratello della mia ragazza mi chiama?
Esitante rispondo, poggiando il cellulare contro il mio orecchio, ma distante dalla mia guancia.
Evangeline, Justin, lei...” ormai preoccupato, comincio a respirare a fatica
Lei cosa Lucas? Parla! Cosa succede? “Dico cominciando ad immaginare il peggio.
Siamo in ospedale Justin! E’ entrata in coma” dice singhiozzando, potrei giurare di sentire le sue lacrime, i miei occhi cominciarono a bagnarsi e la mia vista ad annebbiarsi.
Come è successo?” chiedo piangendo
E’ stata investita” mi dice calmo per poi ricominciare a piangere.
Corro” dico, mentre sto già indossando il cappotto, stacco la chiamata e corro verso la porta sbattendola, decido di andare a piedi per non creare troppi danni.
 
Ciao” - dice – “sono Eva” - continuò sorridendo
Io sono Justin” rispondo stringendole la mano.
Allora Anastasia, dove andiamo?” dice con indifferenza all’amica e io intanto mi perdo in quei suoi occhi verde smeraldo, le sue guance rosee e le sue labbra che sembrano scolpite.

 
Sono arrivato all’ospedale, mentre quel suo sorriso e quei suoi occhi non mi lasciano un secondo. Mi avvicino all’infermiera e chiedo di Evangeline, ma lei alza le spalle e si allontana, deluso comincio a camminare lungo un primo corridoio, poi giro lungo un secondo in fondo al quale vedo Lucas, tiro un sospiro di sollievo, solo un sospiro in realtà.
Gli corro incontro e lo abbraccio mentre piango disperato, la mia bambina viziata.
 
Per me sei solo una bambina viziata” dico acido
Come scusa?” mi dice alzando il busto dalla sdraio e togliendosi gli occhiali
Sei viziata, non ti rendi conto che tuo padre si spacca la schiena per te?” dico indifferente
Lo so, ma se gli ho chiesto una sedia da lettura è perché mi serve no?” chiede con fare ovvio
Puoi tranquillamente leggere sul tuo letto o su questa sdraio” rispondo arricciando le labbra e voltandomi per andare via.
 

Justin” mi chiama Lucas riportandomi alla realtà “puoi entrare. Sali al 4° piano, stanza 419
” - dico distratto- “Sì vado” e mi avvio verso le scale.
 
Sto camminando lungo la strada statale quando vedo una ragazza, una prostituta, con un fisico che mi sembra di aver visto da qualche parte, io la conosco, o almeno credo. Mi avvicino e per non dare nell’occhio chiedo “Quanto vuoi bella?
La fanciulla si volta e non appena mi vede si porta una mano sul cuore spalancando gli occhi ‘merda è lei’
Sali” dico e lei, esitante e col volto basso sale.
Ci appartiamo e comincio a baciarla, la accarezzo, la ribacio, ma lei è così tesa, non si lascia baciare le labbra, né accarezzare il corpo se non i fianchi. Comincio a spogliarla, però, quando sto per entrare in lei la guardo negli occhi e vedo che piange.
Fa piano, ti prego” dice con la voce debole
Sei vergine?” le chiedo stupito. Annuisce continuando a piangere, mi rivesto e le do un bacio sulla fronte per poi sedermi al lato del guidatore.
Perché?
Tu mi hai detto che sono viziata e ho pensato di trovarmi un lavoro, ma essendo minorenne nessuno mi assumerebbe

 
Sento il rumore dell’ascensore e smetto di pensare, mi asciugo le lacrime e comincio a cercare la stanza 419, dopo circa 31 porte la trovo, entro nella stanza ad occhi chiusi, chiudo la porta e li riapro.
La mia mano destra si muove senza controllo verso il mio cuore che cessa di battere per un millesimo di secondo, la mia bambina è stesa su quel letto sterile col volto graffiato e piena di fili ai quali è appesa la sua vita.
Resto fermo vicino alla porta con la mano sinistra sulla manopola, ma devo farmi forza e infatti lentamente mi avvicino al suo letto sedendomi su una di quelle scomodissime sedie, le prendo la mano e la stringo e la bacio.
Amore mio, perché sei qui? Cosa hai fatto? Amore tu devi svegliarti perché io senza te non ci so più stare, io senza te sono come un 4 a scuola, non sono sufficiente, tu mi dai la voglia di vivere, di ridere, di saltare, di essere felice. Piccola mia, tu devi essere forte per me, me lo hai promesso, te lo ricordi?
 
Smettila brucia” dico nervoso, ma lei indifferente continua
Mi hai sentito?” sussurro con fare minaccioso, ma lei sorride e continua indisturbata a tamponarmi la ferita
Ma che fai? Mi prendi in giro? F I N I S C I L A” dico scandendo bene l’ultima parola, ma lei sbuffa alzando gli occhi al cielo
Justin stai 20.000 anni zitto? Lo so che brucia, ma ti devo disinfettare questa ferita altrimenti prendi infezione ed è peggio! Non fare il bambino e sii forte. E poi è solo colpa tua se per fare il coglione sullo skateboard sei caduto come una patata” dice esasperata, ma allo stesso tempo divertita
Allora promettimi una cosa, poi sto zitto” dico sorridendo come un bambino.
Lei muove la testa per incitarmi a parlare.
Io sono forte per te, ma tu sarai forte per me, ok?” chiedo con gli occhi che mi brillano.
Si ferma un secondo alzando lo sguardo verso di me, mi sorride:
Sì Justin, te lo prometto

 
Senti gioia mia, apri questi tuoi occhioni meravigliosi, stringimi la mano e dimmi che stai bene, dimmi che ami, sorridi e basta, ma svegliati, ti prego, siamo tutti distrutti, torna da noi vita mia, torna da me, per me
Ormai le lacrime continuano a scendere, inarrestabili sul mio volto, bagnando anche le nostre mani strette.
Quando apro gli occhi è già mattina, mi sono addormentato senza rendermene conto, le nostre mani sono ancora strette, mi alzo, le lascio un bacio sulla fronte ed esco per andare a casa a farmi una doccia e bere un caffè.
Mi muovo lentamente verso casa, sono le 8.00 e vedo gente frenetica che corre ovunque per non arrivare in ritardo a lavoro o a scuola, a me invece non importa nulla e continua a stringermi nelle spalle fino a quando non arrivo a casa. Preparo il caffè per me e Lucas dato che il padre è andato a lavoro e nel frattempo corro nel bagno per una doccia rigenerante, scendo con l’accappatoio e le ciabatte in cucina per mettere il caffè in una tazzina per me e in un bicchierino monouso per Lucas e torno di sopra per vestirmi. Dopo 10 minuti sono pronto e dopo aver preso il caffè e dei biscotti torno all’ospedale dove porto tutto a quel biondone figo, come lo chiama lei. Facciamo due chiacchiere e quando lui ha consumato la sua colazione torna a casa per rinfrescarsi ed io rientro in quella stanza con la speranza viva che si possa risvegliare.
Ciao piccola mia, sono tornato, come stai? Oh ma che domande, lo vedo come stai. Prima sotto la doccia pensavo alla nostra storia, ma lo ricordi il nostro primo bacio? Sapessi quanto ero emozionato.
 
Le ho chiesto di uscire ieri, ci incontriamo tra due ora, ma sono già pronto, mi comporto male con lei, non so il motivo, ma lo faccio, forse per nascondere i miei sentimenti, ma quanto sono coglione? Stasera però, voglio sorprenderla, stasera deve sapere cosa provo, la farò sentire una principessa.
[…]
Le due ore sono passate molto lentamente e finalmente sono sotto casa sua, suono il clacson e dopo due minuti scende, è bellissima, ha piastrato i capelli e ha messo un vestitino che la fa sembrare una bambolina, si avvicina sorridendomi ed entra in macchina dandomi un bacio sulla guancia, oh cavolo!
Buonasera bambolina” dico spontaneamente
Buonasera Cicciobello” dice rispondendomi a tono per poi scoppiare a ridere ed io, io mi lascio travolgere.
Dove la porto signorina?” chiedo atteggiandomi a nobile, lei ricomincia a ridere e tra le risate risponde: “Mi porti al mare, mio signore”.
Detto fatto, dopo un’ora di macchina siamo al mare, lei scende in spiaggia e togliendosi le scarpe comincia a correre sulla spiaggia come una bambina. Tolgo anch’io le scarpe e le urlo di correre più forte perché altrimenti l’avrei presa. Corriamo lungo la riva, lei è poco più lontana di me, non ci metterei nulla a raggiungerla, ma si sta divertendo, così la lascio correre ancora un po’, ora a passo felpato la raggiungo, abbracciandola da dietro e sussurrandole: “Ti ho presa principessa”, la sento fremere sotto il mio tocco, la giro col suo volto contro il mio e lentamente mi avvicino, lei non smette di guardarmi le labbra, io continuo a muovere i miei occhi dai suoi alle sue labbra, sono così invitanti.
Senza pensarci ancora rompo tutti i muri che si siamo costruiti in questi giorni, la assaporo, la faccio mia.
Ti bacerei fino a non aver più fiato” le dico col fiatone
Allora fallo cretino” risponde lei sorridendo e riprendendo a baciarmi

 
No bambolina mia, tu non devi andartene, io ti devo sposare, voglio fare l’amore con te, voglio portarti a Londra, a new York, in Brasile, in Italia, ovunque principessa, ma ti prego svegliati
Continuo a piangere disperato, bacio costantemente la sua mano continuando a ripeterle quanto la ami.
Anima mia, te lo ricordi quando a casa tua io e tuo fratello ci siamo schiarati sporcando te e il salotto di farina?
 
Sono seduto sul divano con Lucas a guardare una partita di calcio, non capisco cosa ci trova di bello in questo sport, saranno le sue origini italiane:
Lucas, che ne dici di imbrattare tua sorella e il salone di farina? Sta pulendo da stamattina, la casa è troppo pulita” propongo con un occhiolino.
Comincia a ridere e si alza dal divano facendomi segno di seguirlo, prendiamo due buste di farina dalla dispensa, le apriamo e ci rimettiamo sul divano
EVA” urlo chiamandola
DIMMI” urla di rimando
VIENI UN PO’ CON NOI, STAI PULENDO DA SMATTINA” le urlo di tutta risposta trattenendo le risate. Nascondiamo i pacchi di farina sotto i cuscini aspettando che venga.
Ok” dice una volta arrivata al mio fianco e ridendo si butta sul divano, in mezzo a noi, perfetto.
Oh amore mio, tu non vuoi stare qui” dico con la voce da malvagio dei cartoni animati, guardo Lucas e con un segno prendiamo i pacchi di farina e la imbrattiamo, urla e si dimena, ma la teniamo bloccata per le braccia con le nostre mani libere.

 
Ah piccola, dovevi vederti” dico ridendo tra le lacrime.
I WANT YOU IN MY LIFE, BABY, CUZ YOUR ARMS ARE MY CASTLE AND YOUR HEART IS MY SKY” continuo piangendo di nuovo fin quando non sento la sua mano stringermi, la guardo e lentamente apre gli occhi sbattendo le palpebre più volte prima di aprirle e sorridermi.
YOU MAKE ME RISE WHEN I FALL” prova a dire mentre piange
Ti amo Justin e sono stata forte per te, TE LO AVEVO PROMESSO”.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: myeyesscream