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“Eravamo quel che tutti sognano, quell’amore che i cantanti cantano, tanto forte potente immenso che sembra esagerato ed impossibile, con il petto che sembra esplodere, che non serve altro in più per vivere, che potrebbe scomparire l’universo tranne noi…tranne noi, i ricordi che sembrano lame, fanno male ma, forse li cerco io, per rivivere per ricordare, ogni istante accanto a te, una vita accanto a te, e il cervello sa, che è complicato, ciò che è rotto ormai non si riparerà, però il cuore sai, me lo ha giurato, sa che un giorno tornerai…. si, dice presto tornerai, e sarem..”
Ero seduta sul muretto della scuola, ad ascoltare questa canzone che ormai mi accompagna da mesi, fino a quando, non mi sentii tirare bruscamente le cuffiette dalle orecchie.
“Ahi! Mi hai fatto male Stasy, che bel modo di farmi tornare alla realtà!”
“Dio Maya, stai sempre qua ad ascoltare musica triste, ti prego, almeno oggi che è venerdì, dai, stasera usciamo, non ne posso più di vederti così, solo per…..lui”
“E’… difficile” In quel momento abbassai lo sguardo, incapace di guardare la mia migliore amica che come sempre cercava di smuovermi un po’ e di farmi dimenticare il passato, ma è proprio questo, dimenticare è una delle cose più difficili da fare, soprattutto se si resta aggrappati a quel passato, ed io non voglio dimenticare… o dimenticarlo. Intanto, la campanella era suonata, tempismo perfetto oserei dire, io e Stasy iniziammo ad incamminarci verso l’aula di letteratura, dato che le prime due ore le avevamo con la professoressa Forks. Ormai, era una cosa meccanica, mi alzavo, mi lavavo e vestivo, andavo a scuola, mangiavo, facevo i compiti, rimanevo ore fissando il cellulare sperando in una chiamata che alla fine, non sarebbe mai arrivata; ed infine andavo a dormire. Era ormai questa la mia routine di giornata, dopotutto non avrei nient’altro da fare se non stare un po’ con la mia migliore amica, delle volte, mi sembra di trascurala e Dio solo sa quanto mi odi per questo. Ora che ci penso, Stasy mi aveva proposto di uscire un po’, magari dovrei dire di si, alla fine, ce lo meritiamo un po’ tutte e due. Così, presi un foglietto e, cercando di non farmi scoprire dalla professoressa, glielo mandai; e, a giudicare dal sorrisetto che fece, intuii che era d’accordo anche lei. Dopo le altre tre lunghe e noiosissime ore di scuola, finalmente la campanella suonò, ed io, dopo aver salutato Stasy con un bacio sulla guancia, mi avviai verso casa. Erano quasi le dieci, e, stavo aspettando che arrivasse Stasy per andare in discoteca, ovviamente non avrei bevuto, dato che, non reggevo bene l’alcol.
“Sei uno schianto stasera Maya, vedrai quanti abboccheranno!” Questa era una delle solite battutacce della mia migliore amica spastica che non faceva ridere proprio nessuno.
“Bhè, anche tu non scherzi!”
Il locale era molto affollato, si faticava a passare, e, a giudicare da quello che stavo vedendo, i tre quarti dei ragazzi qui presenti erano tutti ubriachi, e, come se non bastasse, la musica era talmente alta a tal punto che dovetti mettere le mani sulle orecchie. Intanto, nella confusione, avevo perso Stasy, provai a cercarla con lo sguardo, ma l’unica cosa che vedevo, erano le luci delle apparecchiature che illuminavano l’immenso salone. Provai a raggiungere l’angolo bar, per vedere se era lì, i corpi appiccicosi della gente che ballava, mi spingevano in un’altra direzione, e, per sbaglio, andai a sbattere contro qualcuno, rischiando di cadere. Cercai di mantenermi in piedi da sola, e ancora prima che chiedessi scusa, una voce roca, parlò, facendomi rimanere impietrita. Non è possibile, non era assolutamente impossibile, quando alzai lo sguardo, rimasi a bocca aperta, continuavo a fissare i suoi occhi, le sue labbra, i suoi ricci, non potevo crederci, continuavamo a fissarci entrambi negli occhi, fino a quando non decisi di reagire e senza preavviso, la mia mano andò a posarsi violentemente sulla sua guancia destra, poi, scappai, cercando di trovare l’uscita. Ero fuori da quel posto e, come se non bastasse, pioveva a dirotto e non avevo un ombrello e non avevo Stasy. Continuai a correre, fino a quando una grande mano, si impossessò del mio polso, attraendomi a sé. Quando alzai lo sguardo, sentii le lacrime scendere sulle mie guance, mischiandosi con la pioggia che cadeva a catenelle.
Lasciami! Cercai di dire quella parola con quanta più rabbia avessi in corpo, ma, quel suono, mostrò molto più dolore di quello che mi aspettassi.
“Un anno! Ti ho aspettato per un anno! Perché non ti sei degnato di chiamarmi almeno una volta, pensavo fossi sparito, non sapevo più niente di te! Mi hai fatto passare un’ inferno!” Continuai a gridare senza sosta, sbattendo i pugni sulla sua maglietta bianca ormai fradicia per colpa della pioggia.
“Ho provato a chiamarti tutti i giorni a tutte le dannate ore per più di cinque fottutissimi mesi! E tu non mi hai mai risposto, e se qualcuno rispondeva, mi diceva che non volevi parlarmi ne tantomeno vedermi!”
“Cosa!?.... T-tu mi hai chiamato?”
“Si, non ho mai spesso di provarci!”
“I-io non lo sapevo… m-ma perché te ne sei andato?”
“Sono dovuto andare via perché non sono giusto per te, non volevo farti soffrire più di quanto avevo già fatto!”
“Mi hai fatto soffrire per più di un anno invece!”
A quel punto, sentii un paio di dolci labbra bagnate premere con decisione sulle mie, Dio quanto mi era mancato, portai le mie mani dietro la sua nuca, per stringere quei ricci che tanto amavo tra le mie dita e, per attirarlo di più a me. Quel bacio, era come se dicesse tutto quello che ci saremmo dovuti dire a voce, ma che valeva più di tante maledettissime parole, la sua lingua, picchiettava dolcemente sul mio labbro inferiore, chiedendomi l’accesso, che diedi, subito dopo aver dato un piccolo morso al suo labbro inferiore. Adoravo il sapore delle sue labbra, come adoravo il suo profumo, quello della pelle. Quando ci staccammo, entrambi boccheggiamo per cercare aria, dato che l’ avevamo consumata tutta.
“Ti amo” Disse, e, a quel punto, mi sentii rivivere, come possono due semplici parole come queste, avere un significato così profondo? Bhè, detto dalla persona che ami, è davvero una cosa speciale.
“Ti amo anch’io, tanto… E, non lasciarmi mai più”
“Mai più”
Protagonisti:
Lei è Maya!
Il nostro Harry.... <3
... e lei è Stasy
Spazio autrice!!!
Salve a tutti/e, eccomi qua con un'altra piccola storia, spero sia di vostro gradimento! Non so bene come mi sia venuta in mente questa idea, ma spero che vi piaccia, mi scuso per eventuali errori di grammatica, ma con un esame dopo l'altro, non riesco a trovare il tempo x correggere le storie, fatemi sapere con qualche recensione, anke picola piccola se vi piace, vi invito anche a leggere la mia funfiction che potete trovare nella mia pagina. Vi amo, a presto! Kiss kiss guys <3 <3 <3 p.s: chi di voi va al concerto dei 1D a Milano il 28??