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Autore: karter    16/06/2014    2 recensioni
Non aveva mai pianto Taichi. Si era rinchiuso in un mondo di ricordi felici, dove lei era sempre al suo fianco.
Gli faceva male la sua assenza. Lei era la sua luce, quella piccola scintilla che anche quando tutto era buio riusciva a far nascere un sorriso sul suo volto, a placare il suo animo. Ma ora senza di lei, ora che era lei la causa della sua inquietudine, come avrebbe potuto sorridere di nuovo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Io Avrò Cura Di Te Perché Tu Sei Un Essere Speciale <3 '
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LEI


Taichi osservava la luna ormai alta nel cielo.
Era così bella quella sfera luminosa che rendeva la notte meno buia, più accogliente.
Non aveva mai amato la notte. A lui piaceva il giorno, il cielo azzurro illuminato dai caldi raggi del sole. Lui era energia, calore, solarità. La notte era il suo opposto, tranquilla, fredda, timida. Eppure ora la notte era la sua vita. Gli sembrava assurdo passare ogni notte ad osservare la luna, ma non poteva farne a meno, perché se lui era giorno, lei era notte. Il suo sorriso dolce, i suoi occhi brillanti, la sua voce melodiosa e quella saggezza che la caratterizzava da quando aveva iniziato a muovere i primi passi.
Non aveva mai pianto Taichi. Si era rinchiuso in un mondo di ricordi felici, dove lei era sempre al suo fianco.
Gli faceva male la sua assenza. Lei era la sua luce, quella piccola scintilla che anche quando tutto era buio riusciva a far nascere un sorriso sul suo volto, a placare il suo animo. Ma ora senza di lei, ora che era lei la causa della sua inquietudine, come avrebbe potuto sorridere di nuovo?
Taichi soffriva.
Erano passati sette mesi, ma il dolore non voleva andare via, anzi, cresceva ogni giorno, fino a diventare insopportabile. In tanti avevano provato ad aiutarlo, ma lui non voleva essere aiutato. Aveva paura. Aveva paura che far scomparire il dolore significasse dimenticare, e lui non poteva, non voleva dimenticare. Lei era tutto il suo mondo. Era il sole in una giornata di pioggia, il vento in una giornata afosa, la luna in una notte senza stelle. Lei era la causa del suo sorriso e delle sue lacrime. Lei che con un solo sguardo riusciva a leggere nei meandri più nascosti della sua anima. Lei che era il suo tesoro più prezioso e che sempre avrebbe dovuto proteggere…
-Tai!- lo chiamò una voce dall’altro lato della porta interrompendo quei pensieri che lo tormentavano da quel maledetto giorno –O mi apri o la butto giù a calci!- aggiunse quella voce continuando a battere colpi contro di essa.
Taichi sospirò. Sarebbe voluto rimanere da solo con i suoi pensieri, ma non poteva permettere che quell’intruso distruggesse la porta, non la porta della sua stanza.
Traballando vi si avvicinò e girò la chiave permettendo all’altro di entrare, mentre lui tornava a guardare quella splendida luna che era diventata la sua miglior confidente.
Il nuovo arrivato lo osservò attentamente. Era dimagrito tanto, troppo. Il volto era scavato, i capelli abbandonati a se stessi e una barbetta gli guarniva il volto scarno. Quello non poteva essere Taichi. Non poteva essere lui quel bambino che con grinta e coraggio li aveva guidati tanti anni prima nella loro avventura a Digiworld, non poteva essere lo stesso ragazzo che con la sua forza e la sua determinazione aveva condotto la sua squadra del liceo ai campionati mondiali, non poteva essere lo stesso giovane uomo che aveva scelto di iscriversi a legge per cercare di creare un mondo migliore. Quello che aveva davanti era solo un fantasma, lo spettro della persona che Taichi era prima di quel maledetto incidente che aveva segnato irrimediabilmente le loro vite.
-Taichi!- lo chiamò ancora per attirare la sua attenzione, prima di sferrargli un destro sullo zigomo scarno.
Il castano incassò il colpo in silenzio, senza neanche batter ciglio.
Il biondo vedendolo strinse più forte i pugni lungo i fianchi. Non poteva credere a ciò che vedeva, non voleva. Senza scomporsi ulteriormente caricò un altro pugno e colpì l’amico di una vita in pieno stomaco, facendolo piegare in due dal dolore.
-Reagisci!- ringhiò colpendolo ancora e ancora. Non aveva intenzione di smettere, non finché l’amico non avesse reagito –Credi che se lei fosse qui sarebbe felice di vederti in questo stato?!- urlò cercando di farlo ragionare, prima di scattare in avanti per colpirlo ancora, ma andando a vuoto. Taichi, infatti, si era spostato verso destra per evitare il colpo e ora guardava il suo migliore amico con occhi di fuoco.
-Non osare!- iniziò stringendo i pugni lungo i fianchi –Non osare parlare di lei!- aggiunse iniziando a rispondere ai colpi del biondo con sempre più forza. Non poteva sopportare che qualcuno parlasse di lei, che qualcuno la menzionasse.
Stettero a lungo a colpirsi, a riempirsi di botte, allo stesso modo in cui facevano quando erano solo due ragazzini e qualcosa andava male. Ogni pugno sferrato era come un grido d’aiuto per Taichi, una muta richiesta che sapeva solo il biondo avrebbe potuto comprendere e raccogliere.
 
-Devi andare avanti Tai!- disse il biondo sdraiato al centro della stanza, esausto e con una guancia gonfia, facendo irrigidire il castano –Non sto dicendo che devi dimenticare, nessuno potrebbe- aggiunse mentre la voce gli si incrinava. Voleva essere forte, ma la sua scomparsa aveva fatto male, troppo –Ti sto dicendo di smettere di vivere nel passato e provare a guardare avanti-
Taichi rimase a riflettere a lungo su quelle parole. Più volte aveva pensato a quell’eventualità, ma ogni volta il senso di colpa tornava a divorarlo.
-Avrei dovuto proteggerla!- ammise con voce malinconica, ammettendo finalmente ciò che gli impediva di chiudere occhio la notte senza piombare in orrendi incubi.
Il biondo sorrise a quelle parole. Sapeva che era il senso di colpa che impediva all’amico di andare avanti, l’aveva sempre saputo e anche lei lo aveva predetto.
-Come avresti potuto?- gli chiese il biondo cercando di farlo ragionare –Tu non eri con lei. Nessuno di noi lo era!- aggiunse abbassando il capo e sibilando l’ultima frase.
-Era mia sorella dannazione!- urlò il castano, mentre calde lacrime gli rigavano il volto –Le avevo promesso che le sarei sempre stato accanto, che l’avrei sempre protetta, invece nel momento in cui lei aveva avuto bisogno di me io non c’ero!- continuò urlando tutta la sua disperazione –Avrei preferito esserci io al suo posto…-
Il biondo sbarrò gli occhi a quelle parole, prima di sospirare.
-Sei un idiota Tai!- iniziò posandosi una mano sul volto stanco e tumefatto –Lei non vorrebbe sentirti parlare così. Lei ti ha amato più di ogni altra cosa. Eri il suo nii-san e per il tuo sorriso avrebbe fatto qualsiasi cosa-
Taichi rimase colpito da quelle parole. Era tutto dannatamente vero. Hikari amava vederlo sorridere. Il suo sorriso aiutava anche lei ad affrontare le giornate più dure. Doveva impedirsi di spegnerlo. Doveva mantenerlo vivo, per lei. Senza fiatare si asciugò quelle lacrime ribelli che per troppo tempo aveva trattenuto, mentre un flebile sorriso si formava sulle sue labbra.
-Grazie Yama!- disse il castano abbracciando quello che da quando aveva otto anni era il suo migliore amico.
Il biondo non rispose, si limitò a contraccambiare quell’abbraccio fraterno, mentre il suo pensiero volava a lei.
“Te l’avevo promesso amore mio. Finalmente tuo fratello è tornato a sorridere” pensò mentre una lacrima abbandonava i suoi bellissimi occhi azzurri.
 
Nel cielo notturno che pian piano iniziava a schiarirsi grazie ai flebili raggi di un sole nascente, un piccolo angelo dai capelli castani e gli occhi color cioccolato osservava quella scena sorridendo felice, mentre una piccola lacrima le rigava il volto candido.
-Sii felice nii-san- disse osservando quel bellissimo sorriso sulle labbra del castano, prima di voltarsi verso il biondo che cercava di nascondere quella lacrima ribelle sfuggita al suo controllo –Grazie di tutto amore mio!- aggiunse prima di voltarsi e prendere il volo serena, conscia di aver lasciato le due persone più importanti della sua vita finalmente un po’ più serene.








ANGOLO AUTRICE:

salve!
questa è la mia prima fic su questo fandom ed è una What if che dedico alla mia sorellina Raggio di Gioia che ieri ha compito gli anni. tanti auguri tesoro <3
spero possa piacere sia a lei che a voi. era damolto che volevo scrivere qualcosa che mettesse in evidenza il rapporto tra i due fratelli Yagami e l'amicizia tra Taichi e Yamato, e questo è quello che ci è uscito.
spero vogliate lasciarmi un piccolo commento

karter

 
  
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